Ogni volta che mi capita di recarmi, anche brevemente, all’estero, è sempre la solita storia: si percepisce subito una realtà diversa. Si sente (eccome se si sente) l’assenza di italianità.
Una prima, banalissima differenza: la coda ai controlli aeroportuali. A Malpensa ero circondato da chiassose famigliole e da frettolosi pensionati carichi di bagagli che si infilavano da ogni parte pur di guadagnare metri e fregarti il posto. Gli anziani, poi, in questo sono terribili. Dietro di me una pensionata con due trolley spingeva veemente alla mia destra e ad ogni curva tentava un sorpasso all’interno o all’esterno. Nonostante camminassi col bastone e avessi in mano i certificati medici per giustificare tutta la ferramenta che ho nell’emibacino sinistro. Nessuna pietà. E meno male che sono loro quelli a cui piace pontificare sulla mancanza di rispetto dei giovani.
Del resto, gli italiani (di tutte le età) hanno sempre avuto difficoltà a capire i concetti di “coda” e di “stare al proprio posto”. Il che fa riflettere su quanto l’intelletto e il senso civico medio della penisola siano tristemente limitati.
Atterrati oltreconfine, tutto cambia. Le code sono realmente tali, la gente non spinge e non tenta di superarti in ogni pertugio. Se ti presenti alla biglietteria dei pullman camminando col bastone, si offrono di farti passare davanti. Quando attraversi sulle strisce, le auto frenano e (udite udite) si fermano!
E purtroppo non c’è niente di cui essere allegri in tutto ciò. Perchè quando di fronte a atteggiamenti che dovrebbero essere la norma rimani piacevolmente stupito (per non dire incredulo), vuol dire che nel posto da cui arrivi tu la cafoneria e la mancanza di rispetto per gli altri regnano sovrane.
E così ecco che quando, dopo qualche giorno, ti ritrovi ad atterrare a Maplensa, nella calca selvaggia per scendere dall’aereo a momenti ti scaraventano per terra e poi rimani pure a piedi di fianco all’aereo perchè il pullman è strapieno ed evidentemente hanno tutti qualcosa di troppo importante da fare per perdere 5 minuti aspettando il pullman successivo e fare spazio ad una persona che ha qualche difficoltà a camminare.
italians…
italians…
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