Immaginiamo che domani l’Italia fallisca. Immaginiamo di tenere un diario. Ciò che ne nasce è questo racconto che, seppur partorito dalla mia fantasia, trae le sue basi da ciò che è realmente accaduto in altri paesi già andati in default, con qualche aggiunta che permette di plasmare meglio la storia adattandola al nostro contesto sociale e politico. Sì, ammetto che verso la fine mi sono fatto trascinare e forse ci ho dato un po’ troppo dentro con la fantaeconomia e la fantapolitica … tuttavia credo, anzi, sono convinto, che quello che accade in queste righe possa essere inverosimile… ma non troppo.
Buona lettura. E speriamo di non fallire. Mai.
Giorno Zero
Oggi l’Italia ha dichiarato default. In serata il presidente del Consiglio, a reti unificate, ha annunciato l’insolvenza del nostro paese e ha anticipato che, per evitare che dal prossimo mese lo Stato si trovi in difficoltà nel pagare stipendi e pensioni, è in via di perfezionamento un piano di “uscita controllata” dall’Euro, concertato insieme alle massime autorità di Bruxelles e della BCE. La Zecca di stato riprenderà a stampare lire e la nuova moneta prenderà corso al più presto. Ha annunciato anche che ci aspettano “momenti difficili” e “ulteriori sacrifici”, ma accompagnati da grande fermezza ed equità. Ha asserito che non dobbiamo avere nessuna paura e guardare al futuro con fiducia; I’italia rimarrà “solida e forte”, ma con una moneta diversa. Contestualmente è stato annunciato il blocco totale dei prelievi bancari e delle operazioni sui conti correnti a partire dalla mezzanotte.
E’ stato il panico. Si è scatenata immediatamente una corsa al bancomat. Io sono uscito subito di casa e ho raggiunto a piedi lo sportello più vicino, che dista poche centinaia di metri da casa mia. Già c’erano persone in coda, almeno due dozzine. Ho atteso mezz’ora buona, ma sono riuscito ad appropriarmi di un piccolo “tesoretto” di Euro.
Giorno 1
I bancomat di tutto il paese sono bloccati. Stamattina alcuni funzionavano ancora, ma vi si erano formate lunghissime file e il contante disponibile è andato esaurito in poco tempo. Ci sono resse in prossimità della banche, gira parecchia polizia e carabinieri. Stasera rientrando in casa ho incrociato il portinaio che mi ha detto che all’unicredit in piazza stamattina si prelevava ancora, ma ha rinunciato quando davanti al bancomat hanno iniziato a volare spintoni e pugni. Il supermarket accanto a casa è stato preso d’assalto, si vedono famiglie intere uscire con un carrello della spesa a testa e riempire le automobili all’inverosimile. Ai benzinai ci sono decine di auto in coda. Ovunque fuori dai negozi e dai supermercati troneggiano cartelli “SOLO CONTANTI”. Non funzionano né pagobancomat né carte di credito. E’ il caos.
Giorno 2
Sono arrivato in ufficio più presto del solito perché c’era meno traffico del normale. Dopo la confusione di ieri sembra tornata la calma. Molto personale non si è presentato al lavoro, quasi un terzo dell’organico totale del reparto manca all’appello. A metà mattina è arrivata a tutti quanti una mail in cui le alte sfere dell’azienda invitano alla serenità, affermando che nonostante la situazione difficile del Paese la nostra azienda è solidissima e grazie alle commesse estere e al nostro formidabile portafoglio ordini continuerà ad esserci lavoro e stabilità. Anche tornando a casa ho trovato pochissimo traffico; in compenso in prossimità di banche, poste e uffici comunali ho visto ancora dei consistenti assembramenti di gente.
Giorno 5
I conti correnti di tutto il paese sono ancora congelati, mentre si sta lavorando alla conversione totale dall’euro alle lire. Oggi il presidente del consiglio a reti unificate ha comunicato che la stampa di carta moneta procede al massimo delle capacità e che il prelievo dagli sportelli bancari sarà ripristinato volta per volta, dando la priorità ai grandi centri urbani, man mano che il contante sarà disponibile.
Molte attività manifatturiere e commerciali sono in stallo, i negozianti hanno gli scaffali vuoti e i fornitori di materie prime esigono pagamento in contanti immediato; ma denaro contante in giro non sembra essercene più. Così i panettieri sono senza lievito, i benzinai sono senza gasolio, i supermercati sono ormai praticamente senza generi alimentari e i trasporti languono per la penuria di carburante. Sono molte le aziende ferme, tantissima gente si presenta nelle ditte al mattino per poi ritornare a casa.
A Roma, Milano, Torino, Bologna ci sono stati violenti tafferugli con cariche della polizia e molti feriti. Circolano notizie in merito a movimenti della mafia volti ad accaparrarsi derrate alimentari, in particolare in meridione.
Giorno 7
E’ di oggi la notizia che la conversione dei conti pubblici e dei conti correnti bancari è quasi completa, a breve si potrà tornare a prelevare in banca. Sarà ripristinato il cambio in vigore al passaggio lira/euro, ovvero 1936,27 lire per un euro. Tuttavia il prelievo sarà limitato, fino a data da definirsi, a 50.000 lire giornaliere con un massimale mensile di 500.000 lire.
Giorno 8
Da oggi assume corso come moneta nazionale la “nuova lira”. Il governo ha anche annunciato le prime misure di un piano di ristrutturazione del debito. La Borsa di Milano è stata chiusa “in via precauzionale” alle 11.30 mentre il ftse mib perdeva il 19%. In poche ore il cambio nuova lira/euro è passato da 1936,27 lire per euro a più di 2300 lire. In tutto il paese a macchia d’olio si verificano assalti e saccheggi, il presidente del consiglio ha nuovamente parlato a reti unificate dicendo che la violenza non è giustificabile in nessun modo e che ci sarà tolleranza zero con i facinorosi. Sempre alla televisione, durante il telegiornale, è stato fatto un appello ai commercianti di generi alimentari invitandoli a distribuire alla popolazione l’eventuale rimanenza dei loro magazzini al fine di tentare di contenere l’ondata di saccheggi. Nel caso invece in cui la folla assaltasse i negozi, è consigliato di allontanarsi e non tentare resistenze per “evitare ulteriori occorrenze spiacevoli”. Un appello a prestare particolare attenzione è stato rivolto anche alle famiglie “notoriamente benestanti”, poiché in tutto il paese le denunce di furti e rapine aumentano di giorno in giorno con un trend preoccupante e le forze dell’ordine faticano a tenere sotto controllo la situazione.
Giorno 9
E’ stata ufficializzata per domani la riapertura degli sportelli bancari in Italia. L’elenco completo degli istituti di credito in cui sarà disponibile il contante sarà reso noto via Internet.
A Roma sono scoppiate due bombe in prossimità di Montecitorio, l’attentato non è ancora stato rivendicato. Nella zona c’erano svariati crocicchi di cittadini in protesta, le vittime accertate sono più di una decina. Alla radio si sono sentite telefonate di gente disperata per la mancanza di cibo in meridione, dove dicono che la mafia smerci il pane a 25 euro al kg. Ma alla televisione non se ne è parlato. I telegiornali seguono principalmente l’operato del governo e i disordini nelle città.
Da settimana prossima le forniture di gas ed energia elettrica saranno razionate per contenere le importazioni in quanto la nuova tremenda austerity allo studio del governo prevede un drastico taglio a tutte le spese, comprese le importazioni di corrente elettrica e gas.
Giorno 12
Il presidente della repubblica ha dichiarato “Zona Rossa” tutta l’aera dei palazzi del potere di Roma. Sarà presidiata dall’Esercito e avrà accesso regolamentato. Cortei spontanei di decine di migliaia di persone in protesta si registrano in tutte le grandi città. Da alcuni di essi si distaccano frange violente che distruggono tutto quello che incontrano e approfittano della confusione per portare via tutto quello che è rimasto in supermercati, negozi, magazzini. Il contante messo in circolazione è ancora troppo poco e molta gente non è riuscita a procurarselo, ai bancomat si fa a botte per prelevare. Moltissimi negozi sono ancora senza merce o riescono a procurarsene in pochissima quantità. Quasi tutti i negozianti lamentano un’impennata vertiginosa dei prezzi applicati dai grossisti. Nei sobborghi delle grandi città andare in giro con una borsa o un sacchetto di plastica in mano inizia a diventare pericoloso. Il Consiglio dei ministri riunito in seduta d’emergenza ha disposto l’invio dell’Esercito a Milano, Torino e Napoli. Nel caso le violenze non cessassero, sarà presa in considerazione l’imposizione di un coprifuoco.
Giorno 14
Il Governo della Confederazione Elvetica ha annunciato che dalla mezzanotte di domani saranno chiuse tutte le frontiere con l’Italia, dopo l’esodo degli ultimi giorni che ha visto decine di migliaia di persone, soprattutto giovani in età lavorativa, abbandonare l’Italia per dirigersi verso il nord e centro Europa. La decisione pare sia maturata in concerto con il governo tedesco poiché, a quanto pare, la maggioranza degli italiani in fuga intende raggiungere proprio la Germania.
Giorno 16
Al mattino presto il traffico è decisamente calato, sembra di essere ad Agosto. In compenso alle 6:30 del mattino si vedono già persone stazionare all’esterno di negozi, minimarket, supermercati in attesa dell’apertura. Il commercio sta ricominciando a muoversi ma in alcuna zone, soprattutto quelle densamente popolate, procurarsi generi di prima necessità non è ancora un’operazione agevole.
Oggi in azienda il direttore di funzione ci ha convocati in riunione senza preavviso per metterci al corrente della situazione attuale. La maggioranza dei fornitori non consegna o è impossibilitata a consegnare. La svalutazione della lira è ormai fuori controllo e i nostri debiti con i fornitori esteri sono quasi raddoppiati: un euro vale 3700 nuove lire e un dollaro ne vale già più di 4000. La metà degli ordini è stata cancellata, a causa dello stato di preoccupazione che i nostri clienti esteri hanno manifestato in considerazione della grave situazione in cui versa il paese. L’ufficio commerciale sta facendo l’impossibile per limitare i danni, ma la clientela sembra intenzionata a rinunciare ai nostri prodotti per paura che la situazione in Italia evolva negativamente, e si sta spostando sulla concorrenza francese e tedesca. Molta gente non si presenta al lavoro già da giorni, un po’ per rassegnazione, un po’ per paura di trovarsi la casa svuotata al rientro vista la continua escalation di atti criminosi.
Nel frattempo anche Austria e Francia hanno chiuso le frontiere al confine con l’Italia. Tutti coloro che hanno parenti o amici all’estro stanno cercando di abbandonare il paese e congiungersi a loro, mentre alla radio stamattina si è diffusa la notizia che le Forze Armate presidiano gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, per controllare i flussi in uscita, e strettissime misure sono sul tavolo del Governo per frenare l’uscita di denaro e di persone dal paese.
Giorno 20
La fornitura di elettricità nella nostra zona è sospesa dopo le 21 per via del razionamento, questo permette di riuscire almeno a seguire i TG delle 20. Si contano decine di morti per rapine, furti, anche per semplici risse degenerate per accaparrarsi del cibo o del denaro contante. I feriti riempiono gli ospedali e in alcune zone del paese scarseggiano medicinali, sangue e posti letto.
Oggi ho smesso di andare al lavoro, per tre motivi principali. Il primo è professionale. Abbiamo perso quasi tutti gli ordini, la nuova lira è in caduta libera nei confronti di Euro e Dollaro americano e al massimo entro un paio di settimane in azienda non ci sarà più lavoro a livello di produzione e gestione. Si regge in piedi solo il comparto manutenzione e assistenza ai clienti, che può ancora contare sulla manutenzione dei prodotti che abbiamo venduto negli anni passati. Il secondo motivo è la sicurezza personale. Andare in giro da soli sta diventando troppo pericoloso. L’ultima motivazione è prettamente economica: ho chiuso l’auto in box a doppia mandata e ci rimarrà per molto tempo, perché la benzina è già arrivata a 7.000 lire al litro e non accenna a rallentare. Alla televisione dicono che l’inflazione potrà raggiungere il 50%. Insieme alle altre famiglie del condominio ci stiamo organizzando per fare cassa comune e procurarci i generi di prima necessità con acquisti di gruppo. Stiamo valutando se recintare il giardino condominiale e coltivarlo.
In tutta la germania sono in corso controlli a tappeto per individuare gli italiani entrati nel paese durante i primi giorni di default, schedarli ed eventualmente rimpatriarli. Il presidente della repubblica ha definito la decisione “Una inaccettabile violazione di accordi internazionali lesiva della dignità di un popolo in difficoltà”; lapidaria la risposta della Cancelliera della Bundesrepublik “Siete falliti, adesso arrangiatevi“.