Come va? Domanda di rito, domanda da apertura di lettera, domanda da SMS… risposta altrettanto scontata… bene grazie, tutto bene, e tu?
Se non fosse che a farti questa domanda sei tu, alle 6 del mattino, davanti allo specchio dopo una velocissima doccia mentre ti stai asciugando… e vorresti risponderti che va tutto bene, ma sai già che non è così. Sai già che questo lunedì parte col piede sbagliato.
Sono stanco, stanco morto, sarà che mi è toccato lavorare anche sabato e domenica, sarà la testa piena di pensieri, belli e brutti, ma grossi… fuori dalla finestra un cielo bianco-grigiastro sembra quasi voler preannunciare il carico di afa che ci aspetta di qui a poche ore… fa un caldo maledetto ma alla mattina l’arietta fresca delle 6 ti può ancora fregare se esci troppo scoperto.. così mentre alzo il colletto della camicia per proteggermi da qualche flebile, piacevole alito di brezza fresca mi avvio verso la macchina e verso questa giornata che ho già intenzione di troncare a metà.
Non mi importa se in ufficio oggi dovrò fare rapporto sui lavori urgentissimi che abbiamo dovuto completare ieri e sabato, non mi importa se li avrò tutti addosso fin dall’inizio, non mi importa di riunioni, meeting e programmi. Ho fatto un patto con me stesso prima di riaddormentarmi ieri notte, dopo essere stato svegliato dall’esultanza dei vicini che festeggiavano la vittoria della nazionale sull’Inghilterra. Ieri notte ho deciso che oggi me lo prendo il tempo, e nessuno me lo toglierà.
E così alle 12.30 sono uscito per la pausa pranzo, per non rientrare più. Ho spento il cellulare e l’ho infilato nello zaino. Un’oretta in auto, e poi un fantastico pomeriggio di ozio. Un regalo. Il più bello che mi sono concesso da un po’ di tempo a questa parte. Tranquillità, odore dell’erba, l’ombra di una vecchia quercia, un libro, la musica nelle orecchie. Ogni tanto ci vuole. Ah… e forse adesso riaccendo il cellulare.