Metti una sera di gennaio, l’epifania per la precisione, in cui sei incazzato nero perchè hai passato le vacanze e il capodanno in montagna con l’influenza. Ti sei svegliato con 38 di febbre giusto la mattina prima di partire e manco a farlo apposta inizi a sentirti meglio proprio stasera, giusto in tempo per rientrare al lavoro.
Cose futili, ma che nel loro piccolo ti fanno girare le palle.
Vai a nuotare, pur non essendo nella tua condizione migliore, hai voglia di scaricare un pò la tensione quindi finisci in piscina a macinare vasche. I presupposti non sono proprio quelli di una serata da ricordare.
Ma stasera nella corsia 4 c’è una ragazza nuova, che non si era mai vista prima, e va pure bella veloce. All’inizio è quasi solo gioco e voglia di sfida, ma dopo due settimane finisci per uscirci insieme, va tutto bene, stai bene, e sei felice come una pasqua.
Contemporaneamente ti offrono di gestire l’acquisizione del laboratorio UK e di prenderne attivamente gestione. Tutto fila alla perfezione. Meglio di così non può andare.
Erano le premesse di inizio anno.
Poi una mattina come tutte le atre ti squilla il telefono mentre sei al lavoro, e il sorriso sparisce dalle tue labbra per un bel pò. Al telefono trovi una persona terrorizzata, tremante, sotto schock. La notizia è di quelle che non si vorrebbero mai sentire. E’ un fulmine a ciel sereno.
Ci sono parole che non vorresti mai sentire, perchè ti spezzano il fiato e ti fanno male come un colpo di karate alle costole. Tumore è sicuramente una di quelle.
E tu non puoi farci assolutamente nulla.
E di colpo non te ne frega più niente, della ragazza, del lavoro, del successo, della realizzazione, di tutto. Crolla tutto.
E’ la vita, ti dicono. E’ strano pensare a come da un giorno all’altro le condizioni al contorno della tua esistenza possano essere rivoluzionate. Ripensavo agli avvenimenti dei mesi scorsi… e a tutto quello che ne è seguito e che condiziona ad altalena tutto quanto ancora oggi.
Sometimes you’re the windshield, sometimes you’re the bug, cantavano i Dire Straits. A volte sei il parabrezza, a volte sei l’insetto.
Perchè tavolta corri talmente veloce nell’autostrada della vita che travolgi tutto e sembra che nulla possa andarti storto. Va tutto bene e sei contento. Talvolta, invece, trovi l’ostacolo più grande di te e ti spargnaccoli.
Ogni tanto tocca ricordarsi, a caro prezzo, che la vita non è sempre positiva e che ci sono cose contro cui puoi combattare ma che non puoi risolvere. Del resto, siamo solo esseri umani.
Vivi una vita frenetica dove hai grandi responsabilità e quello che fai può condizionare vite altrui e sei conscio che quando fai il tuo mestiere i problemi personali, per quanto grandi siano, devono restare fuori dall’ufficio. E che razza di fatica è tenersi i pensieri negativi fuori dalla testa, quanto è dura la lotta per la lucidità. Specie se proprio il giorno dopo una telefonata del genere devi alzarti alle 4 per salire su un aereo per l’Inghilterra e andare a presentarti ai tuoi nuovi collaboratori.
E sei combattuto, dannatamente combattuto, perchè una parte di te dice “come puoi prendere e andartene come se niente fosse” mentre un’altra parte di te pensa che probabilmente per i tuoi familiari sarebbe meglio se tu andassi, invece di chiuderti in una sterile e triste commiserazione della situazione.
Per pochi, lunghissimi, minuti sono stato davvero vicinissimo ad annullare il viaggio.
Per un po’ di tempo ho faticato assai a sorridere. Mi è dispiaciuto un sacco anche per la mia ragazza, perchè questa cosa ha funestato le nostre prime settimane insieme e io non sono stato proprio la persona più gioviale del mondo in questo 2014.
Poi, per fortuna, le cose sembrano mettersi meglio.
E’ stato un periodo duro, ho sofferto parecchio anche se a pochi l’ho dato davvero a vedere. Anche il blog ne ha sofferto, non scrivo niente da mesi, ma del resto questo blog è come me, va con i miei pensieri e i miei momenti… mi sono un pò chiuso verso il mondo in questi mesi, e ieri sera ripensando al fatto che è davvero tanto tempo che nn scrivo nulla, mi sono reso conto che anche questa è stata una espressione del mio essere di questo periodo…
Ma forse è meglio così, perchè se sto ricominciando a scrivere qualcosa, probabilmente va meglio per davvero.
Non è che si apprezzi un’aria più rilassata, ma si sente, in qualche modo, che qualcosa va meglio. Cerco di passare in famiglia più tempo possibile anche se con i miei orari si fa davero fatica. Abbiamo reagito in maniere molto diverse io, mia sorella, mio papà, nonna, zio, tutti… ma tutti speriamo che vada tutto bene, speriamo di uscirne vincenti nonostante le avversità.
Certo, quest’anno è durissimo e lo sapevamo tutti. Lo abbiamo capito tutti quando è arrivata la notizia, quando si sono inseguiti esami su esami, quando è iniziata la chemioterapia. Metà anno è andato, metà anno deve ancora trascorrere e nessuno può dire che sarà semplice.
Ma se in fondo alla strada prima non si vedeva nulla…. adesso invece, ne sono certo, si scorge qualcosa. Forza Ma!