E’ tutto sbagliato

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Mi riferisco a quello che sta accadendo tra Italia e Germania in questi giorni. E’ tutto sbagliato, non c’è nessuno che ne sta facendo una giusta. Ma proprio nessuno.

L’ascesa di M5S e Lega in Italia è comprensibile. E’ assolutamente ragionevole, dopo 15 anni di governi da parte delle solite coalizioni di centrodestra e centrosinistra (che di buono hanno combinato ben poco), che buona parte degli Italiani non si fidi oramai più dei partiti tradizionali.

Abbiamo così un Governo la cui gestazione è diventata un parto trigemellare (in questo Italia e Germania si sono sicuramente fatte buona compagnia) fino al momento del “quasi fatta” in cui però poi in qualche modo emerge una castroneria assai infelice sul debito pubblico circa la cancellazione di 250 miliardi di EUR (che vuoi, una bazzeccola) di indebitamento italiano nei confronti dei propri creditori. Una misura che poi si andrà a scoprire, nel programma “ufficialmente” non c’è, quindi la possiamo considerare una pura sparata, un “ehi, mica dicevamo sul serio” oppure uno “scusate, abbiamo sbagliato” peccato che ci fosse chi non aspettava altro.

Gli speculatori, per esempio. Il momento era propizio per innescare una nuova crisi sui titoli di stato ed ecco che questa dichiarazione si presta perfettamente a scatenare l’effetto domino di vendite. O per esempio anche lo SPIEGEL, che è sempre alla ricerca di qualche ispirazione per i suoi editoriali al vetriolo, ed ecco quindi che gli Italiani sono un popolo di scrocconi aggressivi, evasori fiscali e fannulloni. Ed inevitabilmente in Italia si incazzano tutti e rispondono a tono. Poi ci si mette pure Oettinger. E siamo arrivati ad oggi..

Se qualcuno poteva sbagliare qualcosa in tutto questo, penso che hanno sbagliato proprio tutti. Se c’è un momento in cui l’Europa dovrebbe compattarsi e cercare di venire incontro ad un partner scontento e in difficoltà, il momento sarebbe proprio questo. Invece l’approccio al problema ha preso le apparenze di  una rissa da bar, in cui tutti urlano, si insultano, e nella bagarre a chi urla più forte per far valere le proprie ragioni si è ormai a un passo dal menare le mani, e i pochi che avrebbero l’autorevolezza per cercare di sedare gli animi se ne stanno in disparte su un tavolo in fondo a guardare.

Perché è questo quello che sta succedendo. Mentre si profila una nuova crisi dell’Euro, c’è chi si permette di metter in giro voci pericolosissime su temi delicatissimi (i famosi 250 miliardi) e chi si permette pure di insultare un intero popolo, fomentando odio tra nazioni che dovrebbero essere amiche. E’ in momenti come questo che penso che non esiste nessuna Europa, anzi probabilmente non è mai esistita, se basta qualche scintilla e iniziamo a sfancularci tra di noi così alacremente. Del resto, non è unita l’Italia (siamo campanilisti fino al midollo e a distanza di 10 km ci odiamo), dovrebbe essere unita l’Europa?

Solo che poi ti rendi conto che questa tanto bistrattata UE in fondo è una bella cosa, mi ha permesso di cambiare lavoro e cambiare Nazione come se niente fosse, viaggio in tutta Europa (o quasi) senza cambiare moneta, ma soprattutto vivo e lavoro qui senza visto né permesso di soggiorno… non devo alzarmi alle 6 del mattino per andare all’ufficio stranieri per mettermi in coda per le pratiche del mio titolo di soggiorno, non devo sentirmi straniero, non devo sorbirmi svilenti e pachidermiche trafile burocratiche legate al mio stato di “Ausländer “… insomma, i lati positivi ci sono. Indubbiamente. E non si limitano al mio piccolo.

LA EU è come un matrimonio. Uno di quei matrimoni in cui nessuna delle parti ha interesse a farlo saltare, perché le perdite per tutti sarebbero mostruose. Solo che il comportamento di Italiani e Tedeschi in questi giorni non sembra proprio conformarsi a questa situazione. Sembra che, se dovesse saltare tutto, alla fine non gliene freghi nulla a nessuno.

In un matrimonio può benissimo capitare che un partner abbia un problema o sia scontento. Si può decidere di mandare tutto all’aria oppure parlarne, e magari capire e cambiare qualcosa. L’impressione è che questa EU sia come certe coppie non molto ben assestate, che alla prima difficoltà, invece di essere costruttivi e venirne a capo, preferiscono rinunciare a mandare tutto a pallino.  Ed è un peccato perché io credevo sinceramente che questo Governo atipico e inedito avesse le carte in regola per fare qualcosa di buono. Per andare in Europa e portare concretamente lo scontento e le preoccupazioni degli Italiani, e chiedere, con la dovuta autorevolezza e fermezza, di cambiare qualcosa. E magari stavolta a Bruxelles ci avrebbero ascoltato un po’ di più. Invece sta davvero andando tutto storto.

Ed è un peccato.

 

La fuga dei poveracci

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Mi è capitato sott’occhio quasi per caso questo grafico, preso da Ingenieur.de, che mette a confronto lo stipendio lordo al primo impiego per un neolaureato in Ingegneria in vari Paesi. Ora, forse il dato sull’Italia è rivisto un po’ troppo al ribasso, visto e considerato che ben 12 anni fa mi affacciavo al mercato del lavoro con uno stipendio un pochino superiore (anche se tecnicamente si trattava del secondo impiego; il primo fu uno stage non retribuito…) ma è anche vero che io facevo parte di quei “fortunati” che avevano trovato lavoro in una grande Azienda e potevano usufruire di un solido CCNL.

Ok, facciamo pure finta che il dato reale sia più simile a quello della Spagna, in ogni caso si tratta di un quadro desolante, soprattutto considerando che se abiti nel Nord Italia, magari in zona Milano/Brianza, il costo della vita è praticamente pari a quello di una grande o media città tedesca.

Tutto questo per dire cosa? Beh, che forse è ora di superare i luoghi comuni e finirla di parlare di “Fuga dei cervelli”. Perché non sono solo scienziati, ricercatori, pozzi di scienza e persone con un QI superiore alla media che scappano all’estero, al contrario. Si tratta probabilmente di una minoranza. Ad andarsene sono tantissimi professionisti, laureati in svariate materie, ma anche diplomati, e tanta forza lavoro specializzata. Gente normale, gente volenterosa, che ha voglia di tirarsi su le maniche e darsi da fare e che è stufa di farlo per degli stipendi indegni.

Perché se da un lato è sicuramente vero che esistono lavori che gli Italiani non vogliono più fare, dall’altro è ormai lampante che esistono stipendi che gli Italiani non possono più accettare. Soprattutto dopo anni di studi e sacrifici. E i soldi non saranno forse tutto nella vita, e sicuramente non portano la felicità… ma purtroppo è con quelli che fai la spesa e paghi le bollette e l’affitto.

Altro che Fuga dei Cervelli. Natalino Balasso la chiamerebbe.. “Fuga dei Poveracci”!!