Wohnungsnot: qualche numero sull’emergenza abitativa in Germania

Dal 2010 al 2017 sono arrivati ogni anno in Germania in media 520.000 nuovi abitanti – e quasi tutti vogliono vivere in città. Ecco dove l’emergenza appartamenti si sta facendo piú critica.

Un recente articolo pubblicato dall’edizione online del quotidiano Die Welt dall’apocalittico titolo “Vivere in queste cittá sará presto un sogno irrealizzabile” presenta una interessante analisi della Wohnungsnot tedesca.

L’articolo, per chi volesse approfondire, si trova a questo link
https://www.welt.de/finanzen/immobilien/article197267671/Wohnungsnot-In-diesen-Metropolen-haben-Zuzuegler-die-schlechtesten-Chancen.html

Si tratta di una lettura senza dubbio interessante per chi si appresta a pianificare un trasferimento in Germania o semplicemente vuole tenersi al corrente di come vanno le cose ai vicini d’oltralpe; come da tradizione per l’edzione digitale die Die Welt e Der Spiegel, vi sono a corredo cartine interattive molto dettagliate e di facile consultazione (i tedeschi adorano le statistiche). In particolare una mappa interattiva al centro dell’articolo mette a confronto l’offerta di unitá abitative previste in costruzione nel periodo 2016-2020 e la relativa domanda, per tutte le principali regioni e cittá tedesche.
Attenzione: questa statistica non indica necessariamente dove gli appartamenti sono piú costosi. Indica semplicemente dove sará probabilmente più difficile trovare casa per via della scarsitá di appartamenti (indipendentemente dai prezzi).

Si scopre cosí che tra le peggiori cittá extracircondariali in cui cercare una abitazione troviamo:

  • Kiel: rapporto offerta/domanda 25%
  • Braunschweig: rapporto offerta/domanda 35%
  • Freiburg: rapporto offerta/domanda 41%
  • Erfurt: rapporto offerta/domanda 41%
  • Köln: rapporto offerta/domanda 46%
  • München: rapporto offerta/domanda 47%
  • Karlsruhe: rapporto offerta/domanda 48%
  • Wiesbaden: rapporto offerta/domanda 54%
  • Mannheim: rapporto offerta/domanda 55%
  • Stuttgart: rapporto offerta/domanda 56%

Le peggiori regioni (in tedesco Kreis) invece, sono:

  • Garmisch-Partenkirchen: rapporto offerta/domanda 37%
  • Main-Kinzig-Kreis: rapporto offerta/domanda 38%
  • Saale-Holzland-Kreis: rapporto offerta/domanda 38%
  • Gotha: rapporto offerta/domanda 43%
  • Ludwigslust-Parchim: rapporto offerta/domanda 44%
  • Ludwigsburg: rapporto offerta/domanda 48%
  • Hochtaunuskreis: rapporto offerta/domanda 49%
  • Rhein-Erft-Kreis: rapporto offerta/domanda 52%

Va notato che anche alcune cittá in cui é notoriamente “molto difficile” trovare casa non sono in realtá messe così male guardando i freddi numeri: ad esempio Francoforte segna un rapporto offerta/domanda 79% mentre Darmstadt si attesta al 69%. Berlino vede invece un rapporto offerta/domanda del 73%. Il perché é presto detto: in queste città sono concentrati la maggior parte degli sforzi delle imprese costruttrici in quanto possono massimizzare il profitto costruendo case laddove i prezzi al metro quadro sono piú elevati avendo contemporaneamente la certezza che nessun appartamento resterá invenduto.

Pertanto sí, la disponibilitá é forse piú elevata, ma i prezzi.. ahiohi.

Per vedere dove invece é più facile trovare casa, vi rimando all’articolo. Cercate le zone blu sulla cartina.. ma vi avverto: molte di quelle zone non offrono.. granchè.

Globalizzazione, delocalizzazione, e … desertificazione (economica)

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Ieri sono stato contattato da una agenzia di recruitment Italiana che mi ha offerto un “rientro”. Non é la prima volta che mi capita, in realtá. La posizione non era male, anche la location era interessante, ma la retribuzione (non negoziabile in quanto già “molto alta” secondo il recruiter) era esattamente la metà della mia attuale RAL.  La metá.
Non sono scoppiato a ridere per rispetto della persona all’altro capo del telefono, che era pur sempre una professionista che cercava di svolgere al meglio il suo lavoro con cifre che non aveva deciso lei. Tuttavia il mio interlocutore insisteva nell’invitarmi a considerare seriamente la proposta in quanto era un trattamento economico “che si vede di rado” per una figura tecnica.
Ho gentilmente declinato.

Ora, io non credo che una agenzia di recruitment sia tanto sprovveduta da non sapere quanto guadagni in Germania un Ingegnere con esperienza. Anche perchè è il committente che decide quanto é disposto a sborsare. Sicuramente erano ben consci del fatto che le possibilitá che io potessi accettare erano praticamente inesistenti.
Se sono arrivati fino a me, c’é quindi una sola spiegazione logica: in Italia non si trova nessuno, ma proprio nessuno, idoneo a rivestire il ruolo ricercato.

È un piagnisteo che si legge spessissimo sui giornali, quello dell’imprenditore che cerca personale ma non trova nessuno, ma io mi chiedo: come mai?
In genere si parte subito in quarta con la polemica, accusando i giovani Italiani di essere choosy, di esigere stipendi troppo alti, di non avere voglia di lavorare e di voler fare tutti i Fashion Blogger. Ma siamo sicuri che sia cosí?

Io credo che la risposta sia un’altra.
In una parola… Globalizzazione.

Mi spiego meglio. Da un lato, grazie alla recente ondata di globalizzazione molte imprese Italiane hanno potuto delocalizzare, diversificare, e approfittare del dumping salariale con il lavoro di manodopera proveniente da paesi più poveri: per chi ha saputo muoversi bene, questa strategia ha fruttato notevoli profitti.
Contemporaneamente, però, accade che in Italia ormai quasi tutti i laureati, soprattutto quelli in materie tecniche, parlino una seconda (e anche una terza) lingua, facciano esperienze all’estero giá durante gli studi, e finicano per apprendere molto presto che a meno di un’ora di volo dall’Italia ci sono un sacco di posti interessanti (Svizzera, Germania, Austria) dove si può essere pagati il doppio (o il triplo) e dove si trova lavoro con una facilitá disarmante: ergo, non appena si ha la pergamena di laurea in mano si fanno le valigie e si parte.
Se una Azienda può “delocalizzare” e trarne vantaggio… beh, similmente puó farlo anche una persona. Sono in molti a “delocalizzarsi” in questi anni, le statistiche dell’AIRE (e non solo quelle) parlano chiaro.

E chi si “delocalizza” per primo è, logicamente, chi é piú appetibile sul mercato del lavoro e puó massimizzarne il vantaggio. E di conseguenza il mercato va a svuotarsi laddove le occasioni sono meno interessanti, e i primi profili a mancare sono quelli piú strategici.
Insomma: se le Aziende delocalizzano a Est, e i laureati “si delocalizzano” a Nord, in Italia rimane meno expertise a disposizione e il rischio per il futuro potrebbe essere quello di assistere ad una vera desertificazione economica, oltre che di risorse e di competenze.

Per le imprese Italiane io vedo una sola soluzione (tutt’altro che facile): portare gli stipendi ad un livello europeo. Altrimenti in futuro in Italia di Italiani ne rimarranno (a lavorare) ben pochi.
Ma le Aziende non possono fare tutto da sole.
Se la politica tentasse, con opportune manovre, di mettere le Aziende in condizione di assumere e alzare gli stipendi, invece di concentrarsi su improbabili flat tax o su soldi gratuiti per i nullafacenti, sarebbe giá un inizio.
Ma probabilmente sto sognando.

Se voli low cost non ti devi lamentare (più di tanto)

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Questo weekend mi sono recato in Italia per il matrimonio di un caro amico. Essendosi purtroppo materializzato solo due settimane fa fa un viaggio di lavoro non previsto, sono rientrato da Londra giusto al primo pomeriggio di venerdí e l’idea iniziale di usare il treno per arrivare a Como al venerdí sera é sfortunatamente sfumata (se non altro, il biglietto era un Super Sparpreis ed era costato poco).

Mi ritrovavo quindi a pochi giorni dalla partenza senza molte alternative ed essendo esauriti i posti in economy su ogni volo Lufthansa e Alitalia in orario utile, ho dovuto, con una certa riluttanza, virare su Ryanair. L’unico posto disponbile (pagato sorprendentemente poco più di 30 euro, nonostante il mio non fosse esattamente un early booking) era sul volo FR1688 da Francoforte a Orio al Serio.

“Riluttanza” perchè io ho una certa avversità alle compagnie low cost, e cerco di evitarle a meno che non sia costretto. Non gradisco questa modalitá di viaggio in quanto significa ritrovarsi a che fare con ritardi  quasi certi e disservizi pressochè garantiti, litigi per la sistemazione del bagaglio a mano a bordo, moduli dei sedili scomodissimi, altoparlanti che ti sparano nelle orecchie offerte speciali e musica odiosa per metá della durata del volo, vicini di posto molesti e/o ubriachi, assistenti di volo che cercano di rifilarti gadget vari, biglietti della lotteria, gratta e vinci, molto spesso con arrivo e/o partenza in aeroporti remoti e mal serviti. Senza contare che non sono un sostenitore del loro modello di Business e cerco, nel limite del possibile, di evitare di supportarlo con i miei soldi.

Certo, arrivi a Milano (anzi no, a Bergamo) con 30 euro. Ma devi sempre tenere a mente che stai viaggiando con una Low Cost Airline. E ti potrebbe capitare quello che é successo a me ieri l’altro.

Ho comprato un biglietto per il volo FR1688 schedulato da FRA per BGY alle 19:20 del 12/07/2019 , in teoria alle 20:30 dovevo essere già a Bergamo, incontrare mio papà che mi avrebbe portato a Monza. La realtá purtroppo é stata la seguente:

Arrivo in aeroporto a FRA alle 18:00, passo i controlli di sicurezza e guardo i tabelloni: il volo é segnalato “Delayed” ma senza indicazione del nuovo orario. Faccio una ricerca con Google e scopro che FR1688 é dato in ritardo di 80 min con decollo alle 20:40. Vabbè.
Mi reco al gate dove trovo un delirio di gente stipata in ogni dove, sdraiata e seduta per terra: scopro che in 4 gate contigui sono previsti in partenza altrettanti voli Ryanair, tutti in forte ritardo e con orario di imbarco indefinito/ignoto: da qui la ragione del sovraffollamento, non c’é un centimetro quadro libero in 200 metri. Decido quindi di tornare indietro ed accomodarmi in un ristorante vicino ai tabelloni, in modo da poter vedere lo stato del volo e muovermi per tempo.
Mentre mangio un panino e bevo una birretta alla spina il volo é dato sempre “delayed” senza indicazione alcuna del nuovo orario. Dopo di che, ricevo un SMS da Ryanair:

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La cosa mi “puzza” un poco perché so che sull’aeroporto di Francoforte vige un “Flugverbot” dalle 23 alle 5 del mattino e dubito fortemente che Ryanair possa ottenere una deroga ed essere autorizzata a decollare a tale orario. Gli “schermi in aeroporto” descritti nell’SMS non sono di grande utilitá siccome continuano a mostrare solo l’indicazione “Delayed” ma senza alcuna uleriore informazione.
Allora finisco con calma la mia birretta, poi mi incammino verso il gate. Intanto Google continua  a dare il volo in partenza alle 20:40.
Arrivo al gate, mi metto in coda al banco informazioni e chiedo all’addetta Ryanair sul posto informazioni circa il volo per Milano. Questa mi guarda con gli occhi pallati e mi chiede che cosa ci faccio ancora lì. “Abbiamo dato l’annuncio mezz’ora fa, il volo per Bergamo non decolla più, tutti i passeggeri devono andare alla hall degli arrivi e attendere instruzioni” io faccio pesente che il loro SMS diceva di guardare gli schermi e che l’annuncio non era stato assolutamente trasmesso nel punto dell’aerostazione in cui mi trovavo io. Ne nasce una discussione in cui decido di ritirarmi perchè la giornata é già pesante e non ho voglia di incazzarmi.
Esco dall’area partenze, vado alla hall degli arrivi e trovo una moltitudine di persone in attesa. Ryanair ha allestito un banco informazioni al quale si é formato un assembramento incredibile e cerco di captare più informazioni possibili nel chiacchiericcio generale “stanno organizzando dei bus per Milano” dicono alcuni. L’idea di farmi Francoforte-Milano in pullman di notte mi fa venire il latte alle ginocchia, ma decido di pazientare e tentare di raggiungere il banco informazioni per capire cosa sta succedendo. Nel frattempo anche Google si é allineato e dà il volo in partenza alle 23.
Raggiunto (dopo un  quarto d’ora di ruzzoni e spintoni) il banchetto allestito per le informazioni, apprendo che il volo decollerá da Frankfurt Hahn perchè l’aereo é in forte ritardo e non è più possibile decollare da Frankfurt International (quanto odio avere sempre ragione!!)  e quindi si stanno organizzando dei bus che ci porteranno lì.
Mentre accarezzo l’idea di tornare a casa, prendere l’auto e guidare fino a Como, decido di lasciare perdere perché sono sveglio della 6 (ora di Londra) e sono abbatanza stanco, quindi mi imbarco su un bus granturismo destinazione aeroporto di Frankfurt Hahn, non prima di avere avuto una accesa discussione con l’autista che voleva imbarcarmi la borsa col vestito nel bagagliaio del bus.
Dopo un’ora e mezza di transfer in bus arriviamo a Frankfurt Hahn. Sono oramai quasi le 22. L’aeroporto é deserto, nessuna traccia di addetti Ryanair, addetti alle informazioni, assenti anche gli aeromobili (il piazzale é deserto). Il tabellone indica il nostro volo in partenza alle 23:05, ma un secondo SMS di Ryanair mi informa che il decollo é ora previsto a mezzanotte in punto.
Allora decido di vederci chiaro, apro il laptop e vado su Flightradar24. Filtro tra gli aeromobili e trovo FR1689, (in teoria il corrispondente di FR1688 che parte da Orio al Serio dopo l’atterraggio del volo da FRA) che si trova ancora a terra ad Orio ed é dato in arrivo a Frankfurt Hahn e non più a Frankfurt. In definitiva: partiremo dopo che il volo da Orio sará atterrato, contrariamente a quanto accade normalmente. Flightradar24 dà il volo in partenza da Bergamo alle 23, quindi non atterrerá prima di mezzanotte e verosimilmente tra ispezioni e imbarco non decolleremo prima della 1. Decido quindi di avvisare mio papá e di dirgli di essere ad Orio non prima delle 2…

Nel frattempo, intorno a me c’è chi dorme, chi passa il tempo come può, e chi si infervora. Hahn é una aerostazione minuscola, nel terminal non ci sono prese per caricare le batterie dei cellulari e molta gente lamenta di essere a secco con la batteria e non sa come fare ad avvisare amici e parenti sull’orario di arrivo (visto che il volo é ancora dato alle 23.05 e nessuno ci avvisa che in realtá partiremo molto piú tardi!!) decido quindi di condividere con i miei compagni di sventura il risultato della mia ricerca su flightradar24 e che a mio avviso prima della 1 non si decollerá.
Previsione che (di nuovo, quanto odio avere sempre ragione) si rivela tutto sommato abbastanza precisa. Infatti, alla fine della giostra, alla 1 decolleremo e alle 2 circa atterreremo a Orio. Ritardo ufficiale, con email di scuse da Ryanair, pari a 5 ore e 37 minuti.

Mentre siamo sul pulmann che ci porta al terminal di Orio ascolto proclami di gente imbestialita che promette esposti, denunce ed azioni legali. Dimenticandosi che alla fine ha pagato il biglietto 30 Euro.

Dimenticandosi anche che tra Francoforte e Milano ci sono fior di voli, tutto il giorno, con compagnie di bandiera e certo, se da un lato un A/R in economy ti costa più di 100 Euro, dall’altro puoi però stare sicuro che una cosa del genere non ti capita; se salta un aereo, molto probabilmente sarai riprotetto su uno di quelli seguenti, senza dover cambiare aerostazione. Senza contare che, se proprio vuoi risparmiare, si può viaggiare comodamente tra Milano e Francoforte con circa 40 euro usando il treno, come faccio io da anni.

Ryanair ha un solo aereo che va da Francoforte a Milano e viceversa, se salta quello trovarne un altro diventa un grosso problema e trovo già in un certo senso sorprendente lo sforzo fatto per portarci ad Hahn e farci decollare comunque. Una compagnia low cost per offrire i biglietti ad un prezzo cosí concorrenziale puó tagliare su molte voci ma in aeronautica su una cosa non si puó tagliare ed é la sicurezza, ed io preferisco arrivare ad Orio con 6 ore di ritardo ma essere certo che l’aereo rispetti tutte le prescrizioni di aeronavigabilitá del caso, piuttosto che avere anche solo il dubbio che per farci partire prima si sia lesinato sui check pre volo.

Se voli low cost, devi accettare che il servizio sia di livello inferiore a quello di una compagnia di bandiera. Devi accettare che, a parte i fondamentali presupposti di sicurezza che ogni compagnia aerea deve rispettare, tutto il resto sia un plus, puntualitá compresa. Devi accettare che in caso di problemi, cancellazioni o ritardi non sarai mai trattato come con Lufthansa o Alitalia.
Sarebbe come comprare una Lada ed esigere di avere la qualitá di una Mercedes. Non é cosí che funziona. Ma il viaggiatore medio di oggi non ci arriva, sale su un volo low cost e si aspetta il servizio di una compagnia di bandiera.

A Ryanair posso sicuramente criticare la pessima e quasi inesistente comunicazione col cliente, soprattutto circa i veri orari di partenza del volo; ma per il resto, se stiamo a vedere, alla fine a Orio ci siamo pur sempre arrivati quando io onestamente ad un certo punto della serata mi aspettavo una cancellazione del volo.
Alla fine, hanno fatto quello che potevano coi mezzi che avevano.

Certo, é stato un mezzo calvario e finisce diretto nel novero dei miei viaggi piú schifosi di sempre. Ma se voli low cost, non ti devi lamentare (piú di tanto).

 

La Germania vira… in Verde-Azzurro. La crisi dei partiti tradizionali tra ultradestra e ambientalisti cosmopoliti.

Ruedesheim am Rhein - Valle del Reno

Meglio di così ai Verdi difficilmente potrebbe andare. Alle elezioni europee hanno scalzato la SPD come secondo partito in Germania e ora viaggiano in scia alla CDU/CSU di Angela Merkel, più che mai in crisi di identità e in crisi di consensi. Per non parlare del centrosinistra tedesco del SPD, sprofondato ormai anche peggio del PD italico.
Anche in Germania, come in Italia, i partiti “tradizionali” stentano a mantenere consensi e perdono costantemente voti a favore di partiti “atipici” come i Verdi e AfD.
Ma se in Italia la crisi dei partiti tradizionali e l’ascesa populista ha tutto sommato un senso (dopo 10 anni ininterrotti di crisi, rampante desertificazione economica, impoverimento del ceto medio e immigrazione sregolata la gente é comprensibilimente avvelenata e imbestialita) suona strano che in Germania stia succedendo altrettanto. La disoccupazione é al minimo, gli stipendi sono alti, l’economia va bene. Allora perché anche i tedeschi si stanno arrabbiando?

Ci troviamo di fronte ad una situazione spezzata in due, tra la Germania dell’Ovest e quella dell’Est. Perchè, per quanto siano passati ormai più di 30 anni dall’unificazione, da un punto di vista sociale, economico e politico le due Germanie rimangono ancora molto diverse.

La buona situazione congiunturale della Germania Ovest, con quasi 10 anni ininterrotti di economia in crescita (2010-2019) ha portato da un lato un cospicuo incremento degli stipendi e una crescita record dei livelli occupazionali con una disoccupazione, ad oggi, praticamente nulla; dall’altro lato, però, ha innescato alcuni effetti collaterali, tra cui si annoverano:
Immigrazione di massa (Flüchtlingkrise del 2015 e boom di migranti economici, tra cui lo scrivente)
Boom immobiliare e speculazione edilizia fuori controllo (Immobilienboom)
Emergenza appartamenti (Wohnungsnot)
A questo si aggiunge un aumento della forbice ricchi-poveri, in quanto gli stipendi ad essere cresciuti maggiormente sono quelli della classe dirigente e dei profili più qualificati. Oltre a ciò, va considerato che un boom immobiliare che avviene in un paese di affittuari non porta ricchezza generalizzata (come avverrebbe in Italia, dove quasi tutti hanno la casa di proprietá) bensí porta ricchezza solo alle classi sociali già benestanti, ovvero i pochi che hanno casa di proprietá in Germania e/o che possono permettersi di investire in immobili. E con i prezzi delle case che aumentano del 10% all’anno, la cosa non potrá che peggiorare, perché anche chi ha buoni stipendi oramai stenta a comprare un appartamento (se volete avere una vaga idea di quanto costi comprare casa in una cittá tedesca media, leggetevi Il Boom immobiliare in Germania – Conviene oggi (2019) comprare casa in Germania?).

Gli affitti, fortunatamente, crescono a un ritmo inferiore rispetto ai prezzi di acquisto e per la maggior parte dei Tedeschi la casa in affitto rimane abbastanza accessibile, sempre peró con il grosso problema di … trovarla!! La cosiddetta Wohnungsnot, l’emergenza appartamenti causata dall’incredibile squilibrio domanda/offerta che si é venuto a creare in Germania, rimane una croce per tantissime giovani famiglie che non riescono a trovare tri- o quadrilocali dove crescere i propri figli semplicemente perché non ce ne sono!

La Germania è inoltre terra di pendolari, moltissime persone lavorano a più di 50 km dalla propria abitazione proprio a causa delle enormi difficoltá nel trovare casa e sono tantissimi i “pendolari del weekend” che macinano chilometri ogni fine settimana; la buona fase economica con quasi piena occupazione ha incrementato enormemente il traffico di persone su treni, aerei e autostrade generando però, anche moltissimo intasamento e inquinamento. Le infrastrutture sono quasi al collasso.

Ecco che quindi è spiegata (in parte) la rabbia dei Tedeschi under 25 di oggi, che hanno ricevuto in ereditá dalle generazioni precedenti una Germania in cui sí, si trova facilmente lavoro e gli stipendi sono buoni, ma: é difficile (impossibile) trovare casa se non sei ricco di famiglia, spostarsi é difficile, l’aria é inquinata dal traffico e dalle attività industriali e le prospettive per il futuro sono quelle di un possibile boom dei costi abitativi che potrebbe assorbire e del tutto annullare la buona situazione delle retribuzioni medie nel Paese. Una generazione cosmopolita, sensibile ai problemi ambientali e preoccupata per il futuro, che accusa i loro predecessori di aver pensato solo a fare la bella vita e ad accumulare ricchezze senza preoccuparsi di cosa lasciavano a chi veniva dopo di loro.
Una generazione, se vogliamo, un pò contraddittoria (manifestano per il clima nei “Fridays for the Future” e poi girano mezzo mondo coi voli low cost) ma che ha fatto della globalizzazione sostenibile e dell’ecologia le proprie bandiere. Ed ecco che cosí, mano mano che i Tedeschi più giovani crescono e acquistano il diritto di voto, l’ascesa dei Verdi diventa inarrestabile. Alcuni sondaggi li vedono già come primo partito.

Se si guarda ai risultati elettorali delle recenti elezioni Europee, salta subito all’occhio come nelle città universitarie (Freiburg, Heidelberg, Darmstadt, per citarne tre che conosco bene) in cui la popolazione giovanile é molto elevata, i Verdi viaggino anche sopra il 40%.

E poi c’è la Germania dell’Est. La Germania più povera e più arrabbiata. La Germania da cui si emigra per cercare fortuna nei Land dell’Ovest oppure in Danimarca, NordEuropa, Inghilterra. La Germania in cui c’è poco lavoro e in cui la gente nel 2015 tirava le bombe carta contro gli autobus che portavano i rifugiati siriani negli alberghi.

Nonostante tutto, i tedeschi dell’Est continuano a sentirsi tedeschi di serie B e sono arrabbiati con il loro governo centrale più che mai.  Lamentano la mancanza di lavoro, gli stipendi bassi, l’immigrazione di massa e il degrado rampante delle città che a detta di molti sono diventate invivibili dopo la crisi dei rifugiati del 2015. Qui è l’ultradestra di AfD (Alternativ für Deutschland) che fa il pieno di voti, con punte del 30%.
Una destra che farebbe figurare la Lega come partito moderato e tollerante.

Morale della favola: se pensate che ai Tedeschi giri bene solo perché sono usciti dalla crisi economica e vengono da quasi 10 anni di crescita, vi sbagliate. A quanto pare anche qui buona parte degli aventi diritto di voto sono ben incazzati. Alle prossime elezioni (2021) probabilmente ne vedremo delle belle. Che anche in Germania possa formarsi una … improbabile alleanza??