
E alla fine ci siamo: il 2020 si appresta a lasciarci.
Per quanto mi riguarda, sará un San Silverstro senza alcun festeggiamento, sia perché le attuali regole anti-tutto in vigore in Germania non permettono di fare praticamente nulla, sia perché non ne ho un cazzo di voglia.
Quest’anno disgraziato si é portato via mio Zio Luca, si é portato via Rodney, si é portato via il lavoro di Hanna, ci ha fatto conoscere per la prima volta nelle nostre vite cassa integrazione e indennitá di disoccupazione, ci ha tenuti per mesi a soffrire con il fiato sospeso per l’incidente stradale della mamma di Hanna e per la straziante infezione da Covid di mia nonna, insomma quest’anno non si merita di essere festeggiato neppure per la sua fine.
Mentre lotto con mal di schiena e mal d’anca sempre piú feroci dovuti all’ineluttabile decadimento della mia muscolatura legato alla totale impossibilitá di nuotare, che mi hanno costretto a investire in arredo ergonomico da homeoffice e in una scrivania “standing” (che ha mitigato solo in parte il problema), ecco che mi appresto a scrivere il mio post di fine anno.
Cosa ci aspetta per l’anno nuovo, é difficile dirlo. Onestamente, non sono molto ottimista. Ci sono sia ragioni per essere pessimisti e alcuni spiragli di ottimismo.
Quindi ecco un paio di supposte di pessimismo e di pillole di ottimismo per l’anno in arrivo.
Supposta di pessimismo numero 1 – La vaccinazione di massa potrebbe non arrivare mai a compimento
Con l’inizio delle vaccinazioni di massa in Gennaio si cercherá di immunizzare milioni di persone in pochi mesi. Una simile operazione non ha precedenti nella storia, soprattutto se fatta con un vaccino completamente nuovo.
È inevitabile, per la legge dei grandi numeri, che su tutti i milioni e milioni di persone a cui si andrá a somministrare questi nuovi vaccini, avverrá prima o poi una grave reazione avversa e qualcuno ci lascerá le penne o ci andrá molto vicino. Temo che presto o tardi succederá.
Di per sé, non é nulla di strano né di nuovo: ogni volta che facciamo una anestesia rischiamo di andare incontro a reazioni allergiche potenzialmente fatali (non a caso ci fanno firmare tonnellate di scartoffie), ogni volta che mangiamo frutti di mare rischiamo potenzialmente una lavanda gastrica, ogni volta che facciamo un TAC ci becchiamo una dose di radiazioni sufficiente a innescare mutazioni genetiche, anche solo la puntura di un calabrone ci potrebbe mandare all’altro mondo, e cosí via discorrendo.
Si tratta di rischi a probabilitá molto, molto bassa, ma comunque esistenti.
Quando peró hai milioni e milioni di vaccinati in cosí poco tempo, la legge dei grandi numeri é a tuo sfavore. E in un momento in cui tutta l’attenzione del mondo é puntata sulla vaccinazione, un singolo grave evento avverso puó significare il fallimento dell’intero progetto.
La notizia finirebbe in prima pagina sui giornali, l’opinione pubblica si spaventerebbe, é anche auspicabile che sotto forti pressioni politiche la somministrazione stessa dei vaccini possa essere interrotta.
La fiducia della popolazione nei confronti dei vaccini crollerebbe, i no-vax guadagnerebbero enormi consensi e l’intera operazione di vaccinazione di massa fallirebbe, con la maggioranza della popolazione pronta ad accettare anni di lockdown piuttosto che il vaccino.
Supposta di pessimismo numero 2 – E se il virus muta e ce lo mette in quel posto?
Prima erano i visoni, ora é la “mutazione inglese”: il Sars-Cov-2 muta continuamente e, benché i coronavirus siano considerati virus relativamente “stabili”, nulla puó escludere che una futura mutazione possa metterci nei guai. Sebbene scientificamente improbabile, é tuttavia possibile che un virus mutato possa:
- Rendere i vaccini inefficaci – il virus é mutato, i vaccini non proteggono piú e bisogna ricominciare con sviluppo e sperimentazione, il che vuol dire aspettare altri mesi, o magari un anno, per avere un vaccino efficace contro la nuova variante del virus, dopo di che ripartire da zero con le somministrazioni. Nel frattempo, si rimane in lockdown e prosegue inesorabile la desertificazione economica della nostra realtá.
- Aumentare di contagiositá – secondo stime dell’ISS il Sars-Cov-2, nelle prima fasi dell’epidemia in Italia la scorsa primavera aveva un Rt massimo stimato intorno a 3, in assenza di restrizioni e di misure restrittive; esistono tuttavia virus, quali ad esempio il morbillo, con uno spaventoso Rt di 18. Se il virus mutasse e portasse l’Rt a 4, 5 o 6, saremmo in guai seri. Saremmo costretti ad adottare lockdown ancora piú restrittivi e cancellare a tempo indeterminato molte libertá personali e molte attivitá commerciali.
- Adattarsi al clima caldo – nell’estate 2020 il Sars-Cov-2 ci ha lasciato una finestra di tranquillitá di qualche mese, perdendo moltissima della sua forza e contagiositá. Se peró il virus mutasse in una versione capace di mantenere la sua capacitá infettiva e la gravitá della malattia anche nei mesi caldi e secchi, allora perderemmo anche la tranquillitá dei mesi estivi, piombando in una situazione di lockdown yo-yo senza soluzione di continuitá.
Supposta di pessimismo numero 3 – Siamo (in larga parte) dei maledetti egoisti
Potranno venirci in soccorso vaccini superefficaci e medicinali miracolosi, ma finora ciò che é davvero mancato a tutto il mondo occidentale nella battaglia contro questo virus sono la solidarietá e lo spirito di altruismo.
Abbiamo dimostrato di essere dei fottuti egoisti, pronti a pensare solo e soltanto a noi stessi non appena ce ne viene data la possibilitá; sia a inizio pandemia (vedasi la grande fuga da Milano di Marzo) sia durante, che dopo.
Per quest’anno io e Hanna abbiamo deciso di non tornare per Natale, di non vedere le nostra famiglie. Seppure dolorosa, é stata una decisione volta a carcare di dare il nostro contributo, seppure piccolo, a limitare il piú possibile i rischi per i nostri familiari e a cercare di contenere la pandemia. Quindi abbiamo risposto all’appello delle autoritá tedesche che esortavano a evitare ogni viaggio non necessario, e ce ne siamo rimasti qui.
Lontani dai nostri cari, in un anno in cui é per noi abbastanza doloroso non vederli, visto che questo é stato un anno contrassegnato da lutti, sfighe e disgrazie per entrambe le nostre famiglie e quindi ritrovarsi insieme, almeno per fine anno, avrebbe alleviato un poco il dolore. Invece abbiamo deciso di stare alle regole.
E come spesso accade a chi sta alle regole, ci siamo resi conto che probabilmente siamo stati tra i pochi a farlo.
Nei giorni dal 18 al 21 Dicembre tutti gli aerei da Francoforte per l’Italia erano sold out. Un mio amico del Pfalz che al lavoro ha diversi colleghi “Sudeuropei” mi ha raccontato che al 18 dicembre hanno preso e se ne sono andati tutti in ferie per tornare in famiglia, progandosi poi di pubblicare sui social foto che li ritraevano impegnati in cene e aperitivi “ben affollati”.
Saró in malafede, ma ho i miei dubbi che tutta questa gente si sia sottoposta a tampone prima di partire o che appena arrivata a destinazione si sia autodenunciata all’ASL e messa in isolamento fiduciario per 14 giorni. Forse manco eccessivamente di fiducia verso il genere umano, ma ho i mei dubbi.
Poi non lamentiamoci peró se ci piazzeranno in lockdown fino all’estate, perché é quello che ci meritiamo, se andiamo avanti cosí. Perché non si puó esporre amici e parenti a rischi del genere solo perché vuoi mangiare il panettone con la mamma.
Supposta di pessimismo numero 4 – Molte cose di prima non torneranno (certamente non nel 2021)
La notizia sta pian pianino prendendo sempre piú piede: quest’anno la circolazione del virus influenzale stagionale appare assai limitata se non addirittura assente, il tutto grazie alle misure anti-Covid. Mascherine, distanziamento sociale e limitazioni alla libertá di movimento delle persone stanno riducendo, e di parecchio, l’epidemia di influenza stagionale.
C’é da scommettere che, una volta finita la buriana del Coronavirus, politica e autoritá sanitarie proporranno di tenere in vigore a tempo indeterminato una parte delle misure, in quanto permettono di risparmiare notevolme pressione sul sistema sanitario.
Si argomenterá che il virus influenzale causa migliaia di ricoveri e di morti ogni inverno, che con questa misura é possibile avere risparmi notevoli sul sistema sanitario e si permettono cure migliori in ospedale grazie alla minore severitá del picco epidemico, e cosí via.
Forse, entreremo in una nuova era salutista, dove il principio “la salute sopra ogni cosa” modificherá profondamente la societá e l’economia.
Magari chissá, misure sanitarie e di limitazione dei contagi diventeranno parte delle nostre vite a tempo indeterminato. Certo, avremo piú libertá rispetto al lockdown di adesso, ma dovremo abituarci a molte cose nuove.
Le mascherine in treno, in autobus e in aereo resteranno, magari per sempre. Probabilmente anche al cinema, a teatro e nei negozi.
Al ristorante le megatavolate da 50 cristiani non le potremo piú fare, a meno di non avere a disposizione lo spazio di un capannone industriale. I matrimoni da 300 invitati non si potranno piú fare, a meno di non avere a disposizione Versailles.
Forse anche la “movida” nelle cittá verrá regolamentata (tornelli, ingressi contingentati, controlli).
Per ogni evento conviviale in spazio aperto o chiuso verranno introdotti appositi limiti di persone per metro quadrato, molto piú restrittivi rispetto a quello che potevamo fare pre-pandemia.
Concerti, fiere, convegni, congressi, feste di paese, discoteche… andranno completamente reinventati. Piscine e palestre si dovranno adattare di conseguenza. Anche il turismo andrebbe ripensato, soprattutto quello di massa.
Alcuni business potrebbero diventare stagionali, ovvero possibili senza restrizioni da Maggio a Settembre, e chiusi/limitati nella stagione influenzale.
E tutto costerá, ovviamente, di piú.
Pillola di ottimismo numero 1 – Si é dato un impulso senza precedenti alla ricerca medica
La tecnologia e la ricerca medica fanno passi da gigante: oggi siamo in grado di creare atificialmente RNA messaggero e far produrre direttamente alle nostre cellule ció che serve per attivare una risposta immunitaria; con la terapia CAR-T contro i linfomi possiamo creare super-linfociti geneticamemte modificati che attaccano ed eliminano linfomi altrimenti incurabili; gli anticorpi monoclonali sono la nuova frontiera nella lotta a molteplici malattie.
La pandemia ha fatto sí che il settore ricevesse una attenzione senza precedenti, dando un impulso enorme a tutte queste ricerche. I passi avanti fatti in questi ultimi mesi potrebbero essere determinanti nell’assicurarci in un prossimo futuro accesso a cure nuove e piú efficaci per tanti brutti mali che continuano a mietere vittime senza pietá.
Pillola di ottimismo numero 2 – I vaccini sono efficaci per davvero
Io non sono un medico, non sono un ricercatore, peró so leggere i grafici. E i grafici relativi all’efficacia dei sieri Moderna e Pfizer parlano da soli: la curva di contagio in funzione del tempo cresce con legge approssimativamente lineare per il gruppo che ha ricevuto il placebo, mentre invece a esattamente due settimane dalla somministrazione si appiattisce per poi diventare quasi asintotica per il gruppo dei vaccinati.
La matematica non é un’opinione: i vaccini funzionano. E pure molto bene.
Sugli effetti collaterali, solo il tempo potrá dire come stanno veramente le cose. Ma l’efficacia non é in discussione.
Pillola di ottimismo numero 3 – Le pandemie del passato insegnano
La Spagnola, dopo avere spadroneggiato in tutto il pianeta mietendo innumerevoli vittime, é scomparsa nel giro di un paio di anni. Pandemie influenzali violente come la “Hong Kong” e la “Asiatica” si sono tutte risolte nel giro di un anno o poco piú.
Questa pandemia probabilmente potrá durare di piú, ma una cosa é certa: finirá.
Il passato ci insegna una cosa: che questo calvario finirá. Dobbiamo tenere duro e fare del nostro meglio per reggere questi mesi/anni molto difficili che ancora ci aspettano.
Ma ne verremo fuori.
Pillola di ottimismo numero 4 – Avremo tutti voglia di ricominciare
Il mondo non puó rimanere in lockdown per sempre. Man mano che la situazione migliorerá, le pressioni lobbystiche e politiche per far ripartire certi settori diventeranno molto forti. La gente avrá voglia di rifarsi e di potersi finalmente rilassare, svagare, viaggiare, tornare almeno in parte alla vita di prima.
Sì, é vero, io credo che tante cose non torneranno come prima, o perlomeno, non torneranno subito come prima. Ma le pressioni saranno forti e, alla fine, si troverá un nuovo equilibrio in grado di accontentare piú o meno tutti.
In parte accontentandoci un po’, in parte scoprendo cose nuove, in parte riscoprendo cose un po’ piú semplici e meno pretenziose.
Questa é, personalmente, la pillola che mi fa piú ben sperare.
Con questo chiudo questo 2020 e mando un saluto a tutti i miei lettori, sia a quelli affezionati che a quelli occasionali, ringraziandovi per le piú di 25000 visualizzazioni di quest’anno e con l’augurio che questo nuovo anno in arrivo porti davvero serenitá, stabilitá, tranquillitá e una boccata di aria fresca per tutti noi.
Jimmy