La Cena Aziendale

A dire il vero, era da tantissimo tempo che meditavo di scrivere un post sulla Cena Aziendale. Ogni anno, puntualmente, all’avvicinarsi del fatidico momento a Dicembre, iniziavo a mettere giú qualche idea per una bozza. Poi alla fine, preso da tutti gli impegni del periodo, lasciavo perdere. E l’articolo era rimandato all’anno successivo.
Idealmente sarebbe dovuto essere un post ilare e bonario, corredato da aneddoti e racconti di improbabili avventure a corredo di una serata di bagordi.

Mai e poi mai avrei potuto immaginare che invece alla fine sarebbe stato un post nostalgico, pregno di tristezza e di rassegnazione.

Tutti gli anni, dall’ormai lontano 2005, a metá Dicembre presso la “Trattoria Cibo Sano” di Cantú, in provincia di Como, si svolge una cena. Noi la chiamiamo “la Cena Aziendale”. È un appuntamento fisso che non puó mancare e segna ufficialmente (e col botto) l’inizio degli eccessi natalizi.
Ogni anno vi partecipano i soliti noti, gli irriducibili di quella che fu la nostra compagine motociclistica nelle nostre avventure tra competizioni e autodromi attraverso mezza Italia. Col passare del tempo l’aggiungersi di nuovi compagni di scorribande e il progressivo “accasamento” di tutti i membri del gruppo ha fatto sí che l’elenco degli invitati assumesse sempre piú massa critica, fino ad arrivare ad una trentina di persone con la Trattoria interamente riservata, tutta per noi, in una unica gigantesca megatavolata al centro del locale.

Per 14 anni la cena Aziendale non é saltata neanche una volta.
La cena Aziendale, é un rito, e un must, per parteciparvi si sposta ogni impegno e si smuovono mari e monti.
Ogni anno, é una serata indimenticabile con gli amici di una vita.

Questo fino al Covid-19.

L’edizione 2019 é stata l’ultima e probabilmente lo rimarrá.

Il mio non vuole essere un pessimismo leopardiano, ma semplicemente la formulazione di un plausibile scenario futuro basato sull’analisi di fatti odierni.
E i fatti odierni e le reazioni di tutti i Governi all’epidemia vanno in una unica direzione: controllo e prevenzione tramite restrizioni.

La Cena Aziendale appartiene alla categoria dei cosiddetti “Super Spreading Events“, gli eventi potenzialmente “super diffusori” di infezione a seguito dei quali si innescano i focolai di epidemia.

Tre sono fattori rendono i Super Spreading Events particolarmente pericolosi:

  • La presenza di molte persone
  • La vicinanza tra le persone (tanti in poco spazio)
  • La presenza di persone provenienti da posti diversi

    Tanto piú questi fattori sono verificati e concomitanti, tanto piú lo Super Spreading Event puó essere esplosivo.

Mi aspetto pertanto che in futuro non solo queste “megacene”, ma tutto quello che puó essere un Super Spreading Event, sará severamente regolamentato. Anche tra qualche anno, quando si spera il Covid-19 sará un (brutto) ricordo.

Il perché é semplice: non si vorrá mai piú rischiare un’altra epidemia.
Dopo lo shock del Covid-19, che ci accompagnerá ancora per anni con misure restrittive e che successivamente condizionerá la nostra economia con un risanamento delle finanze pubbliche che richiederá decenni, nessun Governo vorrá piú rischiare che una potenziale esplosione epidemica possa verificarsi di nuovo. Ad esempio, una versione mutata di Covid; o magari un nuovo virus influenzale insolitamente forte.
Nessuno vorrá piú rischiare di trovarsi un’altra volta a Marzo con gli ospedali che esplodono perché un nuovo virus era in circolazione sotto traccia durante i bagordi natalizi.

Vivremo in una nuova “era salutista” in cui il principio “prima la salute” sará sancito per legge. E tutti gli eventi potenzialmente “super diffusori” saranno regolati da severe prescrizioni, onde evitare l’esplosione di nuove epidemie.
Abbiamo giá visto quanto pesantemente sono state criminalizzate le vacanze estive del 2020, addossando alle spiagge e alle discoteche la colpa della seconda ondata di Ottobre/Novembre (secondo me non é del tutto vero, ma il messaggio che é passato é quello). Oppure quanto sono stati analogamente criminalizzati i festeggiamenti natalizi a Dicembre, prontamente soffocati con un lockdown preventivo.
E vediamo come oggi i virologi e gli scienziati di mezza Europa stanno già lanciando il chiaro messaggio che “non dobbiamo ripetere gli errori dell’Estate 2020”. Ergo, forse conviene iniziare a prepararci giá da ora ad una estate di restrizioni e dimenticarci le vacanze.

Il messaggio che viene passato al popolo é chiaro: tutto ció che é “divertimento in compagnia” non va bene. Non s’ha da fare. La comunicazione che ci è stata propinata, anche per Natale, è stata precisa: rammaricarsi di non poter festeggiare con parenti e amici è disdicevole, irrispettoso, immorale, sbagliato.
Un chiaro indicatore del fatto che, secondo me, si sta giá cercando di “pilotare” e ammorbidire l’accettazione della popolazione verso un futuro di divertimenti e svaghi rigidamente limitati e regolamentati.
Oggi attraverso una comunicazione che pone l’accento sull’immoralitá del solo pensare a qualsiasi tipo di svago o di momento di convivialitá in compagnia, che sará sostituita domani da una comunicazione incentrata sul diritto fondamentale alla salute e sulla prevenzione, quali valori di assoluta importanza che devono avere la precedenza su tutto, in particolare sullo svago e sul divertimento.

D’altra parte, non si puó non constatare come tutto ció che é “divertimento in compagnia” é anche un potenziale evento super diffusore. Le due cose vanno sfortunatamente a braccetto e non ci possiamo fare nulla.
Le riunioni si possono fare via Skype o Teams, ma una evento come la cena Aziendale no. Non é e non sará mai la stessa cosa. Anzi sarebbe di una tristezza immensa. Ma purtroppo temo che sará proprio quello che ci aspetta.

Ecco, secondo me, quello che ci aspetta nella nuova “era salutista e di prevenzione” che segnerá il ventennio 2020-2040:

  • Tutti gli eventi, sia pubblici che privati, avranno numero massimo di partecipanti stabilito per legge in base a diversi parametri
  • Gli affollamenti al chiuso non saranno mai piú consentiti: diciamo pure addio alle megatavolate di Natale, cenoni, veglioni e feste
  • Gli affollamenti saranno consentiti all’aperto durante la stagione estiva, ma con moltissimi paletti
  • Per la maggior parte degli eventi non sará consentita la partecipazione a persone che arrivano da “lontano” (verrá stabilito un preciso range all’interno del quale i partecipanti possono provenire)
  • Vacanze regolamentate: turismo di prossimitá, viaggi all’estero concessi solo in particolari condizioni, test, tamponi e quarantene

L’introduzione di questi cambiamenti sará progressiva e verrá accompagnata attraverso 4 o 5 anni di restrizioni pandemiche decrescenti (uno lo abbiamo passato, mancano ancora gli altri) in cui le libertá di prima ci verranno restituite a poco a poco fina ad un certo punto, raggiunto il quale la “restituzione” si bloccherá e verranno introdotte le regolamentazioni a protezione della salute.

Moltissimi busness dovranno adattarsi di conseguenza: immagino ad esempio matrimoni in cui i tavoli saranno di soli conviventi, con una distanza minima di 5 metri tra tavolo e tavolo e al massimo una persona alla volta che potrá spostarsi da un tavolo all’altro, per un massimo di 5 o 10 minuti.
Immagino un futuro in cui una band musicale, invece di fare un concerto da 70.000 persone a Milano, ne fará uno da 10.000 persone a Milano (in cui potranno partecipare solo i residenti a Milano), uno da 10.000 Persone a Monza/Brianza (in cui potranno partecipare solo i residenti di Monza/Brianza), uno a Varese, uno a Como, ecc.. e tutti i partecipanti al concerto dovranno lasciare i loro dati agli uffici ASL e far sapere dove vanno/cosa fanno nei giorni successivi.
Immagino in futuro in cui ogni viaggio dovrá essere organizzato con mesi di anticipo, approvato da apposite autoritá di regolamentazione, e tutti gli aberghi/ristoranti/landmarks che verranno visitati dovranno essere determinati in anticipo nel rispetto di una rigorosa tabella di marcia. Spostarsi e viaggiare non sarà piú un diritto, bensí una gentile concessione che dovrá essere opportunamante “certificata” e motivata.

Vedremo fortissimi cambiamenti sociali; si creeranno “paradisi libertari” analoghi agli odierni paradisi fiscali, in cui i ricchi e i privilegiati potranno continuare la vita di prima festeggiando e divertendosi senza limitazioni mentre il resto del mondo rimarrá soggetto a restrizioni, limitazioni e divieti. Sicuramente ci saranno alcuni Paesi (Svizzera, Isole Cayman, Principato di Monaco, Emirati Arabi, ecc…) che offriranno, a carissimo prezzo, la possibilitá di organizzare eventi, feste e vacanze “come una volta”. senza alcuna restrizione o limitazione.
Le feste di Natale e Capodanno 2020 ci hanno mostrato una interessante preview di ció che sará: i comuni mortali chiusi in casa tra restrizioni e lockdown, con ogni forma di divertimento vietata per decreto, mentre i ricchi e i privilegiati festeggiavano senza restrizioni e senza mascherine sulle spiagge di Dubai e nei resort svizzeri.
Per chi non si potrá permettere le nevi svizzere o le spiagge all’ombra del Burj Khalifa, immagino un futuro di feste e cene abusive, organizzate in gran segreto in cantine, sottoscala o in ristoranti abbandonati, stando attenti a non usare i social o whatsapp per evitare di essere beccati dalla polizia postale. Una sorta di moderna carboneria, l’ultimo baluardo di chi non si vorrà rassegnare.

Distopico? Assurdo? Improponibile?
Spero di sí. Ma onestamente temo proprio di no.

Mi permetto solo di citare un significativo passagio da questo articolo del Corriere della Sera del 23 Febbraio 2021 che porta la testimonianze di diversi ricercatori e docenti universitari (mica pirlotti qualunque come me): “Con questo virus è impossibile poter tornare a frequentare gli ambienti chiusi come eravamo abituati prima della pandemia. Situazioni affollate e senza adeguati ricambi d’aria sono oggi, e in futuro, impensabili perché un’immunità di gregge sopra il 90% è di fatto irrealizzabile. Un livello di vaccinazione adeguato combinato con una corretta gestione del rischio negli ambienti chiusi risulta l’unica strada percorribile per arrivare ad una nuova normalità“.

Mettiamoci bene in testa queste due parole… nuova normalitá.

Le nostre vite cambieranno parecchio, questo purtroppo é un dato di fatto. Le basi del cambiamento vengono gettate giá in questi mesi.
E la “Cena Aziendale” di Dicembre 2019 probabilmente é stata, e per sempre rimarrá… l’ultima.
Il grosso rammarico é che non lo sapevamo, ma forse é stato meglio cosí. Sarebbe stato un boccone troppo amaro quello di sollevare i bicchieri al cielo per il nostro brindisi di gruppo, sapendo che quella era l’ultima volta.


Wohnungsnot: presto vietate le villette in Germania?

Si chiama Einfamilienhaus (abbreviazione EFH) ed é il sogno proibito di ogni tedesco: una bella e spaziosa casa unifamiliare, su piú piani e con giardino, in cui rilassarsi, passare piacevolmente il proprio tempo libero, fare grigliate con gli amici e crescere nella tranquillitá e nel benessere i propri figli.
Per il tipico tedesco appartenente alla classe media, diventare un Bauherr (ovvero possedere, o meglio ancora costruire da zero, la propria casa unifamiliare) rappresenta il sogno di una vita e il piú vero e unico traguardo per potersi orgogliosamente considerare socialmente arrivato.

Un privilegio per pochi e dai costi ormai proibitivi, che tuttavia i tedeschi continuano a inseguire con tutte le forze. La Einfamilienhaus é ancora oggi la piú amata forma abitativa del Paese.

Ora peró chi volesse costruire la propria EFH nella circoscrizione Hamburg-Nord dovrá abbandonare le proprie ambizioni: la costruzione di case unifamiliari é stata vietata dal locale rappresentante politico, il Verde Werner Boelz. Il provvedimento impedisce di edificare qualunque architettura unifamiliare, in virtú del loro elevato consumo di suolo e della cattiva efficienza energetica. [1]

Questo potrebbe essere solo l’inizio: la campagna elettrale per le elezioni del Bundestag del prossimo settembre é giá iniziata e i Verdi non fanno mistero che tra le loro proposte vi sia un divieto nazionale di costruzione di nuove EFH. Le ragioni di questa posizione decisa e drastica sono intuibili: per il partito dei Grüne le Einfamilienhäuser sono poco efficienti, occupano molto spazio e sono “socialmente inique” perché in un Paese che soffre di una disperata emergenza appartamenti non puó essere considerato etico costruire case unifamilari: tale spazio deve essere utiizzato per costruire case per piú famiglie, in un’ottica di downsizing abitativo. [2]

Una tale posizione non poteva non scatenare comprensibili polemiche: tra chi accusa i Verdi di populismo, chi argomenta che non si puó imporre alla gente il modo in cui deve abitare e chi accusa i Verdi di voler reintrodurre i palazzoni DDR di socialista memoria, la questione é tutt’altro che banale (anzi decisamente spinosa).
Un provvedimento del genere, se adottato a livello nazionale, avrebbe inoltre la conseguenza di trasformare le EFH preesistenti in isole di lusso ancora piú esclusive e costose, visto il divieto di costruirne di nuove. Il valore delle EFH preesistenti schizzerebbe alle stelle, con la conseguenza di andare quindi ad arricchire ancora di piú i proprietari di questi tipo di immobile, di fatto riservando la proprietá di villette unifamiliari ad una “casta” inaccessibile di privilegiati.

La Wohnungsnot anima da anni il dibattito politico in Germania e certamente continuerá a farlo nel prossimo futuro. Proposte sempre piú radicali e stravaganti diventeranno probabilmente la norma.
Soprattutto in virtú dell’atteso sorpasso dei Verdi nei confronti della SPD che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovrebbe essere ormai certificato dalle elezioni del prossimo Settembre.

Una cosa é certa: finita l’era Merkel, ci si troverá di fronte ad un panorama politico completamente nuovo, sintomo di una Germania che oggi é piú Gespaltet (divisa) che mai. Socialmente, demograficamente ed economicamente.

[1] https://www.focus.de/immobilien/finanzieren/rot-gruener-senat-setzt-zeichen-werden-neue-einfamilienhaeuser-bald-verboten_id_12914796.html
[2]https://www.kyffhaeuser-nachrichten.de/news/news_lang.php?ArtNr=282838

Die Corona-Lage: come va l’epidemia in Germania (8.2.2021)

Mentre ci si avvicina rapidamente al 14 Febbraio (la fine programmata del lockdown in Germania) é pressoché certo che nel vertice previsto per mercoledí 10 Febbraio le misure di “lockdown duro” attualmente vigenti verranno prolungate fino almeno alla fine del mese. Nonostante l’incidenza sia in costante discesa e sempre piú cittá e Landkreis stiano finendo sotto al treshold considerato “critico” di 50 nuovi casi a settimana per 100.000 abitanti, la comunitá scientifica tedesca e l’istituto epidemiologico RKI invitano alla massima prudenza e a mantenere le chiusure attuali almeno fino a “primavera inoltrata”.
Secondo gli scienziati piú vicini ad Angela Merkel é ancora troppo presto per pensare ad allentamenti: una riapertura, anche parziale, farebbe ripartire la circolazione del virus portando la variante inglese a diventare il ceppo dominante nel Paese nel giro di poche settimane, gettando i presupposti per una devastante terza ondata in Marzo/Aprile.

Il ministro dell’economia Peter Altmeier, in una lunga intervista rilasciata ieri alla Bild, non si é voluto sbottonare circa un programma di possibili riaperture, limitandosi ad affermare che “é verosimile aspettarsi che, quando il sole splenderá e si potrá tornare a sedersi all’aperto, potremo mettere in atto le prime riaperture“. Dichiarazione che lascia ben poco spazio a speranze per imprenditori e occupati del settore.
Voci di corridoio degli ambienti del retail dicono che per le Aziende del settore commercio al dettaglio si ipotizza una riapertura dopo Pasqua, mentre per gastronomia, turismo, palestre e piscine si parla della domenica di Pentecoste (23 Maggio).
Si prospettano quindi mesi durissimi per le attivitá commerciali e del tempo libero in Germania, considerati anche gli aiuti statali che sono in forte ritardo e mettono a serio rischio la sopravvivenza di molte piccole attivitá che non possono contare su riserve di liquiditá. Settimana scorsa é diventato virale il video di una giovane parrucchiera di Dortmund che, disperata e in lacrime, racconta di essere oramai in rosso su entrambi i suoi conti correnti e di non avere piú i soldi per comprarsi da mangiare, mentre le sue richieste di ristori sono da tempo arenate alla Bundeasgentur für Arbeit per banali cavilli burocratici e rischiano di rimanere inevase ancora per parecchie settimane.

Nonostante il grido di dolore delle attivitá colpite, Angela Merkel ha dichiarato che la terza ondata va “evitata ad ogni costo” e secondo un recente sondaggio di YouGov piú della metá dei tedeschi é per una estensione del lockdown duro, mentre solo un terzo della popolazione si dichiara favorevole alle riaperture.
Effetto che (opinione personale) é stato sicuramente ottenuto grazie ad una “informazione della paura” che non ha nulla da invidiare a quella che si vede in Italia.
Ogni giorno sulle principali testate tedesche compaiono messaggi di catastrofe e sventura che non hanno nulla da invidiare ai vari Crisanti, Galli & co, ben rappresentati in Germania da Christian Drosten e Karl Lauterbach. È proprio Lauterbach in un tweet a mettere in guardia dal “Turbo-Virus” ovvero la famigerata variante inglese. In un grafico mostra come oggi la varante britannica rappresenti solo il 20% dei casi ma secondo un modello matemarico, essa prenderá in poche settimane il sopravvento e a Marzo esploderá la terza ondata. Secondo Lauterbach quindi non é proprio il momento di pensare a riaperture; al contrario bisognerebbe chiudere ancora di piú altrimenti saremo sopraffatti dal dilagare della variante inglese (sono proprio curioso di vedere come andrá! ne riparliamo tra un mese).
Ai summenzionati scienziati si é aggiunta recentemente anche la virologa Melanie Brinkmann, la quale ha dichiarato pochi giorni fa che “contro la variante inglese non abbiamo nessuna possibilitá“.
Si apprezza quindi come al momento costanti messaggi di negativitá e paura stiano, per ora efficacemente, alimentando un condiviso sentimento di “chiusurismo” tra la popolazione, con solo una minoranza propensa alle riaperture.

Nel frattempo da una casa di riposo tedesca nel distretto di Örsnabruck arriva una notizia potenzialmente “bomba”: 14 anziani ospiti della struttura, che avevano tutti ricevuto la seconda dose di vaccino Pfizer-Bointech lo scorso 25 Gennaio, sono risultati positivi alla variante inglese del Coronavirus.
Essendo la questione comprensibilmente delicata, al momento vige il massimo riserbo sulle loro condizioni di salute. Sembrerebbe tuttavia da prima informazioni che siano tutti asintomatici o pauci-sintomatici. Nei prossimi giorni se ne saprá probabilmente di piú.
Sicuramente questo é un ottimo banco di prova per capire l’efficacia del siero Pfizer-Biontech su anziani e virus mutato.
La “brutta” notizia é che a questo punto parrebbe ormai certo che il vaccino protegga dalla malattia, ma non dall’infezione.

Esplorando la Bergstraße: Bensheim

In Germania ci sono cittá dove ci si trasferisce per lavorare e cittá fatte per vivere e per godersi il tempo libero. Bensheim appartiene sicuramente alla seconda categoria.

Bensheim é una cittadina di 40.000 anime nel cuore della Hessische Bergstraße e una delle nostre mete preferite per una bella passeggiata all’aria aperta o per un caffé.

Bensheim é nota in Germania come una della tappe (quasi) obbligate durante una visita della Bergstraße. Chi visita Bensheim potrá apprezzare il suo centro cittadino piacevole e curato, con edifici storici in perfetto stato che donano alla cittá tutti i tratti tipici del piccolo borgo tedesco; senza contare poi i piccoli bar e café cosí ben incastonati nella Fußgängerzone e i tanti sentieri che conducono nel verde delle colline adiacenti, dove appena usciti dall’abitato si possono fare lunghe passeggiate tra i vigneti e la natura.

Bensheim é molto ben servita a livello infrastrutturale: si raggiunge agevolmente dallo svincolo omonimo dell’autostrada A5 o ancora piú comodamente dalla stazione ferroviaria principale, ubicata nelle immediate vicinanze del centro e servita sia dai treni regionali/suburbani che dal traffico a lunga percorrenza: a Bensheim fermano i treni Intercity/ICE come pure alcuni Eurocity da e per l’Austria.

A Nord di Bensheim si trova la frazione di Bensheim-Auerbach, che prende il nome dall’omonimo castello, situato in cima alla collina sovrastante.

A Bensheim-Auerbach ci si puó concedere una breve passeggiata verso la locale Bergkirche, raggiungibile dopo una breve salita e inserita in un ameno contesto di edifici storici dal sapore quasi “montano”. Muovendosi poi verso sud lungo la Darmstädter Straße (ovvero la Bundesstraße B3, la Bergstraße) si apprezzano bellissime case e villette dei primi del ‘900 mentre ci si avvicina al centro storico di Bensheim.

La Rathaus localizzata nelle vicinanze della Darmstädter Straße poco prima del centro cittadino é in realtá un convitto episcopale edificato nel 1899, che dal 1984 é adibito a municipio.

Il centro di Bensheim é il cuore pulsante della cittá ed offre tutto il necessario per passare una giornata piacevole. Per noi una giornata tipo a Bensheim (in tempi normali e non di lockdown) inizia con una passeggiata nelle colline intorno alla cittá per poi rientrare in centro, fare due passi guardando le vetrine e poi magari bere qualcosa.

La Blaues Türmschen, il Mammutbaum, la Steinkapelle e altre piccole attrazioni disseminate nelle colline intorno a Bensheim rendono le passeggiate interessanti e molto piacevoli. Le salite non sono mai proibitive (con la mia anca metal-bionica mi devo limitare) e i paesaggi valgono sempre un piccola sosta fotografica.

Una visita allo Stadtpark cittadino, localizzato nelle vicinanze della Michaelkirche, funge da perfetto punto di partenza per una scampagnata tre le colline. Da qui é possibile raggiungere la cima della Kirchberg, da dove si gode di una bellissima visuale sulla Hessische Bergstraße e ci si puó anche concedere una sosta in un ristorante panoramico.

Un altro percorso molto interessante per avventurarsi tra le colline e i vigneti si trova dall’altra parte rispetto al centro cittadino e consiste nel percorrere la Röderweg fino alla fine della strada asfaltata. Da qui si accede comodamente al sentiero che conduce alla Blaues Türmschen.

Qui, soprattutto nei fine settimana, incontrerete moltissime persone dedite alle camminate e all’hiking. I Tedeschi, soprattuto alla Domenica, si godono le loro colline e le loro montagne con lunghe passeggiate; il Wandern (camminare in montagna) é una autentica istituzione nazionale, e tantisimi Tedeschi, dagli adolescenti fino ai pensionati, lo praticano con entusiasmo.

Dopo la passeggiata, ci si puó godere una pausa nel centro cittadino per un caffé, una birretta o un buon bicchiere di vino. La Fußgängerzone (zona pedonale) offre tantissimi bar e café per una sosta all’insegna der relax immersi tra le caratteristiche (e molto curate) architetture di inizio ‘900 tipiche di questa zona.

La zona pedonale di Bensheim é veramente molto piacevole e diventa a tratti molto frequentata e animata durante i fine settimana. Nel periodo dell’Avvento non mancano ovviamente i mercatini di Natale (se escludiamo il 2020 in cui sono stati annullati causa Covid) e a fine estate la classica Straßenfest. Il cuore delle manifestazioni é sempre la Markplatz cittadina, di fronte alla quale si trova la centralissima St.Georg Kirche. Ma anche all’interno dello Stadtpark si tengono diverse manifestazioni e concerti durante la stagione estiva.

La Marktplatz di Bensheim

E non é finita qui: Bensheim offe anche un Badesee con spiaggia sabbiosa, per tutti coloro che vogliono godersi una giornata di relax e farsi una nuotata all’aperto. Il Badesee di Bensheim é rinomato nel circondario per la sua qualitá dell’acqua, mediamente superiore a quella dei Badesee della zona.
Dal punto di vista dello sport e del tempo libero, qui non manca praticamente nulla. Non a caso Bensheim é definita una “cittá per vivere” che offre una ottima qualitá della vita, lontana dal trambusto della grande cittá, pur posizionandosi strategicamente vicina a Darmstadt, Francoforte, Mannheim e Heidelberg: perfettamente a metá tra la Rhein-Main Gebiet e la Metropolregion Rhein-Neckar.
Non a caso é ormai da un po’ che stiamo cercando una sistemazione qui. Ma Bensheim é molto richiesta e cercare casa in Germania, si sa… l’é düra.