C’é una notizia che ormai da un paio di mesi rimbalza qua e lá sui media tedeschi, viaggiando quasi sempre sotto quota radar. Inizialmente presentata da un articolo del Bild (quotidiano dal tono notoriamente scandalistico e provocatorio) e successivamente scomparsa senza innescare troppo clamore, viene tuttavia riproposta di tanto in tanto, per lo piú nei commenti agli articoli a tema Coronavirus. La notizia recitava testualmente che:
Il 90% dei pazienti Covid-19 in terapia intensiva nelle cliniche tedesche sarebbero persone con Migrationshintergrund. In particolare, i ricoverati risulterebbero essere per circa il 50% musulmani.
Alla base della notizia pare ci siano affermazioni orginanti dal direttore del RKI Lothar Wieler coadiuvato da Thomas Voshaar, primario dell’ospedale di Moers. Questi numeri sarebbero emersi durante una teleconferenza tra dirigenti medici tenutasi il 14 Gennaio scorso.
Una tale affermazione ovviamente é di natura estremamente delicata e si presta a moltissime interpretazioni, speculazioni e strumentalizzazioni.
I piú buonisti hanno ipotizzato che la scarsa conoscenza delle lingua tedesca impedisca a queste persone di comprendere appieno le regole di distanziamento sociale e di riduzione dei contatti attualmente in vigore. Da qui l’elevata incidenza di immigrati nelle terapie intensive. Chi é un po’ meno buonista ci vede invece la presunta tendenza di una certa categoria di persone a non rispettare le regole e a fare quello che gli pare. Non rispettando distanziamento e mascherine, e organizzando feste e ritrovi casalinghi in barba alla regola del 2+1 attualmente in vigore, gli stranieri sarebbero quindi maggiormente proni a diffondere il virus all’interno delle loro comunitá. I piú estremisti passano addirittura oltre, saltando direttamente alle accuse: la Germania é in lockdown per colpa degli immigrati.
Circa la veridicitá della notizia, purtroppo non é dato sapere. L’agenzia di informazione correctiv.org, che offre uno dei servizi di verifica di bufale piú affidabili in Germania, non ha saputo determinare se si tratti di una fake news o di una notizia reale, classificando l’articolo come “Unbelegt”. Si tratta quindi di una informazione di dubbia veridicitá, ma neppure confutabile con certezza.
Quello che non rappresenta un mistero é che tutte le informazioni “sconvenienti” che hanno a che fare con immigrati vengono spesso opportunamente “sgonfiate” dai media Tedeschi, al fine di non mettere in cattiva luce la Wilkommenspolitik e di non fomentare correnti di pensiero razziste. Non é un mistero che giá dopo i fatti di Colonia del 2015, quando si palesarono le prime denunce, fu fatto tutto il possibile per non far trapelare la cosa a livello di media nazionali. Tentativo di arginamento che tuttavia si riveló inefficace (quando non controproducente) vista la portata dei fatti di quella notte.
Un approccio che puó essere condivisibile da un lato, ma risulta molto inquietante (e, secondo me, pericoloso) dall’altro.
Condivisibile perché non é giusto che un atto spregevole compiuto da una minoranza metta in cattiva luce un intero popolo (da Italiano all’estero, so bene cosa vuol dire trovarsi a pagare una pessima reputazione a causa di una minoranza di tuoi connazionali fannulloni delinquenti), ma anche inquietante e pericoloso perché nel momento in cui un Governo si mette a filtrare o comunque a “ammorbidire” certi tipi di notizie, vuol dire che qualcosa nella politica migratoria é andato per il verso sbagliato.
Ergo, non mi stupirei se la notizia avesse un fondo di veritá.
Del resto giá dopo la prima ondata della scorsa primavera (dalla quale la Germania é uscita brillantemente, forse anche con un po’ di fortuna) si era parlato, di tanto in tanto, di focolai estivi di Covid-19 scoppiati a seguito di matrimoni. Matrimoni che per lo piú erano.. matrimoni Turchi. Chi ha visto un matrimonio Turco in Germania puó capire: si tratta di festeggiamenti fragorosi e sfrenati che riuniscono centinaia di persone; al confronto, anche il piú monumentale matrimonio del Sud Italia diventa una pacata festicciola. Indi per cui non é irragionevole pensare che qualche contagio probabilmente ci é scappato.
Tuttavia i numeri sono davvero… enormi. La popolazione con backround migratorio (Migrationshintergrund) residente in Germania é pari ad un quarto abbondante (26%) . I musulmani sono piú o meno il 6%. Possibile che solo il 26% della popolazione sia responsabile del 90% dei ricoveri Covid-19 in Intensiva? Per di piú non un 26% a caso, ma proprio gli stranieri? Sembrerebbe una applicazione quasi perfetta del Principio di Pareto, se non fosse che impatta proprio su una precisa categoria.
Sarebbe come dire che l’attuale intasamento delle terapie intensive tedesche sia quasi esclusivamente “colpa” degli immigrati.
Non scherziamo dai, non ci voglio credere. O i dati sono gonfiati, o ci deve essere un’altra spiegazione.
Che il Sars-CoV-2 sia forse… un virus di estrema destra?
Andrea é lombardo di nascita ma si é trasferito ormai da piú di un anno in Canton Ticino, in Svizzera Italiana. È Ingegnere e lavora per una azienda metalmeccanica a nord di Bellinzona. Visto che l’azienda si trova abbastanza lontana dal confine, ha deciso di trasferirsi qui. Per la posizione che ricopre ha la fortuna di fare parte delle “professioni carenti” in Svizzera ed ha potuto ottenere in modo relativamente facile un permesso di tipo B. Ha preso in affitto un appartamento a Bellinzona, si trova bene, é molto felice della sua situazione e del suo lavoro.
Andrea nei mesi estivi va sempre al lavoro in moto, quando il meteo lo permette. È una mattina di Luglio, sono le 6. Per strada, non c’é quasi nessuno. Andrea é in moto sulla cantonale, sta andando al lavoro. In moto, sulla cantonale semideserta, é facilissimo perdere per qualche secondo il senso della velocitá. In strada ci sono pochissime auto, Andrea entra in un piccolo centro abitato. Non si accorge di essere a 80 all’ora. Ma se ne accorge la pattuglia della Polizia Cantonale che sostava lí munita di radar autovelox. Andrea viene colto a 82 km/h appena entrato nel centro abitato, dove il limite é 50.
Andrea ora é in guai seri.
Superare il limite di velocitá di 32 km/h in un centro abitato, in Svizzera, significa finire davanti a un magistrato. È una infrazione di notevole gravitá e si sconfina nel penale. Andrea ovviamente si consulta con un legale, che consiglia di tenere una linea molto morbida: ammettere la colpa, mostrare di avere coscienza dell’errore commesso e dimostrare un sincero pentimento. Cosí facendo, forse, il magistrato sará comprensivo e la pena non sará troppo severa.
In sede di processo, tuttavia, il magistrato applica la legge alla lettera senza nessuna attenuante: Andrea viene condannato ad una pena detentiva, che viene tramutata in sanzione pecuniaria per un importo complessivo di molte migliaia di franchi. Una cifra importante, che per Andrea significa dare completo fondo ai propri risparmi e vendere la moto.
Ma questo, purtroppo, é il problema minore. Andrea ora risulta condannato in un processo penale e per le ridigide internal policies vigenti all’interno della sua Azienda, una condanna é causale di licenziamento in tronco. Nell’Azienda Andrea é conosciuto e stimato da tutti, è considerato un capace ingegnere ed ha anche ricevuto alcuni encomi dal Senior Management. Andrea scrive al CEO, si fa aiutare dal suo avvocato nel fare l’impossibile per conservare il posto, ma purtroppo non c’é nulla da fare: le regole sono regole. Una condanna é una condanna. Fare una eccezione sarebbe un pericoloso precedente.
Andrea perde il lavoro, e insieme ad esso, anche il permesso di soggiono B.
Andrea, disoccupato e senza una lira, é costretto a tornare in Italia.
La storia di Anastasia
Anastasia viene dall’Ucraina, vive e lavora in Germania ormai da quasi quattro anni. Lavora come commessa in un grande magazzino vicino a Francoforte, é stimata e ben voluta da colleghi e superiori.
Sono ormai settimane che Anastasia lavora parecchie ore in piú a causa della Personalmangel nella sua filiale, per fortuna manca ormai poco alle ferie. Anastasia é stanca e stressata, e il grande caldo di questi giorni non aiuta. Manca poco alla fine del turno del sabato e prima di chiudere definitivamente la cassa, complici i pochi clienti in negozio Anastasia si concede pochi minuti per provare un profumo. Le piace, quindi decide di comprarselo. Porta un flacone al suo desk, per registrarlo a cassa e pagarlo.
Poco dopo essere tornata al desk, una collega si reca da Anastasia e le chiede informazioni per un reso; dopo di che arrivano alcuni clienti a chiedere informazioni; poi squilla il telefono. Anastasia chiude le ultime faccende della giornata e poi, stravolta, effettua la chiusura di cassa e si avvia all’uscita.
All’uscita del centro commerciale, viene fermata dalla security. In quel momento, Anastasia realizza: il profumo! Si é dimenticata di registrare a cassa e pagare il profumo che ha nel sacchetto. Anastasia spiega l’equivoco al Detektive della security aziendale e fa per tornare indietro a pagare il profumo, ma questo la ferma. Non le crede. Per lui, Anastasia é stata colta in flagranza di furto. E ora, come da prassi, chiamerá la Polizia per effettuare la denuncia del reato.
Anastasia cade nel terrore. Cerca di spiegare la situazione, ma la guardia della security é irremovibile: “sto solo facendo il mio lavoro”. Anastasia cerca di chiamare in auito la sua responsabile, che peró non é reperibile. Mentre la tensione cresce, all’arrivo della Polizia Anastasia crolla e scoppia in un pianto disperato. Le cedono i nervi e ha un attacco di panico, respira a fatica, fatica a spiegarsi e a parlare. I poliziotti si limitano a registrare la denuncia per furto e se ne vanno.
La settimana seguente Anastasia viene a sapere che é stata licenziata in tronco per Ladendiebstahl (furto in negozio)e che avrá inoltre un Hausverbot, un totale divieto di entrare in tutti i centri commerciali della catena (sia come cliente che come collaboratrice) per il resto della sua vita: se dovesse solo entrare in un punto vendita, sará immediatamente denunciata alla Polizia.
Anastasia si rivolge alla sua responsabile e all’ufficio personale, spiega l’accaduto, si scusa, supplica e chiede comprensione. Lei non ha mai rubato nulla in vita sua, voleva soltanto comprare quel profumo per sè, si è solo dimenticata di registrarlo a cassa e pagarlo. Ma tutti sono irremovibili: Anastasia in quattro anni é stata una brava lavoratrice, volenterosa e affidabile, ma Diebstahl ist Diebstahl (un furto é un furto, ndt) e le regole della catena di negozi sono tassative, sui furti c’é una politica di tolleranza zero, la denuncia alla Polizia é da procedura standard e non é possibile fare eccezioni per nessuno, neanche per il piú ligio dei dipendenti. Chi sbaglia, paga.
Anastasia perde il lavoro e deve sostenere un processo penale per furto. Nonostante in sede di processo lo Staatsanwalt si dimostri comprensivo, e le commini soltanto una sanzione pecuniaria limitata senza sporcarle la fedina penale, Anastasia si trova comunque ad affrontare una bruttisima situazione. Essendo il suo un verhaltensbedingte Kündigung (licenziamento in tronco per motivi disciplinari) Anastasia é soggetta ad uno Sperrzeit durante il quale non ha diritto all’indennità di disoccupazione ALG I, e in più l’Arbeitszeugnis (la lettera di referenze, assolutamente richiesta e necessaria insieme al CV per cercare un nuovo lavoro) che le è stato rilasciato dalla sua ex azienda non è di grande aiuto nel cercare un nuovo lavoro.
A causa delle brutte referenze ricevute nel suo precedente lavoro, nei mesi sucessivi Anastasia non riesce a trovare un altro impiego a tempo pieno, e questo le rende impossibile rinnovare il permesso di soggiorno. Anastasia, a parte il supporto morale di alcune ex colleghe e amiche, non ha nessuno che può aiutarla. Anzi, era lei tutti i mesi a inviare piccole somme di denaro alla sua famiglia in Ucraina.
Anastasia nel frattempo non si dá pace, perde 10 chili e le viene diagnosticata una sindrome da stress post-traumatico. Ha attacchi di panico e non riesce piú a dormire da sola. Non avendo un lavoro e non percependo indennitá di disoccupazione, Anastasia deve anche pagare la Krankenkasse di tasca sua. Questo, unito alla multa comminatale dal giudice, prosciuga rapidamente tutti i suoi risparmi.
Passano i mesi, il permesso di soggiorno scade e Anastasia riceve dall’Ausländerbehörde una lettera di Abschiebung in cui viene invitata a lasciare la Repubblica Federale.
Anastasia é disoccupata, senza un soldo, ammalata, ed é costretta a lasciare la Germania.
Germania e Svizzera non sono l’Italia. Le regole sono regole. Sempre. Anche quando forse non é del tutto giusto.
Andrea e Anastasia sono nomi di fantasia, ma le storie sono purtroppo reali. Sono due storie con cui ho avuto personalmente a che fare.
Che cos’hanno in comune Andrea e Anastasia? Entrambi hanno commesso in buona fede due leggerezze, due banali errori di distrazione, che in Italia molto probabilmente si sarebbero risolti senza grosse conseguenze, mentre invece in Svizzera e in Germania hanno avuto conseguenze di portata devastante.
Non voglio discutere se quello che é successo ad Anastasia e Andrea sia giusto o sbagliato. Ne uscirebbe una argomentazione infinita.
Voglio peró che queste due storie molto forti siano di insegnamento e monito, per tutti coloro che vogliono intraprendere una vita (lavorativa e non solo) all’estero, in Germania, Svizzera o Austria, ma in generale in tutto il mondo mitteleuropeo e nordeuropeo: rispettate sempre le regole. State attentissimi a non commettere sviste (anche banali) che potrebbero costarvi carissime.
In Italia é perfettamente normale che situazioni del genere si risolvano grazie a conoscenze, buoni rapporti e alla intrinseca indulgenza del sistema. In Italia il fattore “conoscenze” aiuta sempre a chiudere un occhio, soprattutto se c’é di mezzo un rapporto di fiducia. Ed errori come quello di Anastasia e Andrea vengono generalmente perdonati.
Con ogni probabilitá la distrazione di Andrea o quella di Anastasia avrebbero prodotto, in Italia, conseguenze di poco superiori a delle seccature. Magari delle multe. Ma di certo non sarebbero sfociate nella perdita del lavoro, in gravi noie legali e nell’abbandono forzato del Paese.
L’Italia, e più in generale la mentalità Italiana, avranno pur tanti difetti, ma sicuramente hanno un pregio: di fronte a una cazzata si chiude (quasi) sempre un occhio. E una piccola cazzata, nella vita, può capitare a chiunque. Siamo esseri umani, facciamo errori.
Ma al di lá delle Alpi la mentalitá é molto diversa e le cose cambiano. La comprensiva indulgenza di cui si puó godere in Italia, all’estero non c’é. Non conta se sei lavorativamente stimato e rispettato, non conta se tutti ti conoscono e sanno che sei bravo, non conta se tu sei conquistato la stima e la fiducia di tutti. Il giorno in cui sarai beccato a infrangere la legge, commettendo una infrazione anche poco grave, sia pur involontariamente, sia pur in buona fede, tutti ti tratteranno come se fossi un estraneo. Gli anni di conoscenza non conteranno nulla e purtroppo (duole dirlo ma é cosí) il vostro cognome straniero sará un ultriore handicap che vi renderá molto difficile risolvere la situazione. Sarete additati da tutti come “il solito straniero che vuole fare il furbo” o “il solito straniero che se ne frega delle regole” e in un attimo vi ritroverete soli contro tutto e tutti.
I tedeschi sono generalmente persone flessibili e comprensive, tranne quando trasgredisci le regole: in quel momento lo loro flessibilità scompare e diventano quadrati. E smussare gli angoli diventa impossibile.
Ci siamo lasciati lo scorso Febbraio con l’incidenza in discesa e l’attesa per la riunione tra Bundesländer e governo federale del 10 Febbraio per decidere il da farsi. In quella occasione il lockdown fu prolungato fino al 7 Marzo, tra il plauso dei chiusuristi e della comunitá medica e le rabbiose reazioni dei rappresentanti dei settori colpiti, sempre piú in ginocchio. Alcuni settori, tra cui lo Sport e la Ristorazione, sono ormai chiusi ininterrottamente dalla fine di Ottobre e una Pleitewelle (termine tedesco che significa “ondata di fallimenti”) sembra ormai inevitabile. Unica eccezione: barbieri e i parrucchieri, ai quali é stato concesso di aprire dal 1.Marzo. Una probabile conseguenza del video virale della Friseurin Bianka Bergler in cui si percepiva evidente lo stato di disperazione della categoria. Questo provvedimento tuttavia ha causato le reazioni piccate degli altri settori, tra cui il commercio al dettaglio, scocciati da questa disparitá di trattamento. Un altro provvedimento che ha causato l’ira e l’agitazione dei settori colpiti dalle chiusure é stata la decisione, sempre datata 10 Febbraio, di abbassare da 50 a 35 il livello soglia di incidenza collegato alle riaperture. Decisione che Angela Merkel ha difeso con convinzione, perché il virus ora é cambiato e la contagiositá della variante inglese impone di riparametrare le riaperture. Con leggere disparitá da zona a zona, dal 22 Febbraio é iniziata anche una riapertura per gradi degli asili e delle scuole, dando la prioritá agli alunni piú piccoli. Una bella boccata di ossigeno per milioni di genitori, sfiancati dal lockdown e dal dover seguire i figli a casa cercando contemporaneamente di lavorare.
Il buon andamento della curva dei contagi, nonostante la persistenza del lockdown, si é invertito intorno alla fine di Febbraio con i numeri che sono tornati lentamente a risalire. Se si avvererá la profezia di Karl Lauterbach riguardo al Turbo-Virus, é ancora presto per dirlo. Tuttavia oggi l’istituto epidemiologico RKI di Berlino rincara la dose e mette (per l’ennesima volta) in guardia: secondo un modello matematico che tiene conto della contagiositá della variante inglese, a Pasqua la Germania sará travolta da una escalation di contagi esponenziale in cui si supereranno i 40.000 casi al giorno (numeri finora mai visti in Germania, neppure nel pieno della seconda ondata). L’ormai noto parametro che condiziona la vita di tutti i Tedeschi, la 7-Tage-Inzidenz (nuovi casi settimanali per 100.000 abitanti) si era assestato intorno a 60 alla fine dello scorso mese, con tuttavia diverse regioni del Paese ampiamente sotto la soglia ritenuta “non-critica” di 50. Questo trend, che faceva ben sperare in vista del nuovo meeting tra Bund e Länder del 3 Marzo, si é purtroppo interrotto e in circa due settimane l’incidenza é risalita a oltre 70 (oggi siamo a 76,1). Nessun boom, bensí una lenta risalita che tuttavia l’intero Paese tiene d’occhio col fiato sospeso.
Ciononostante, al meeting del 3 Marzo la linea chiusurista di Angela Merkel si é alla fine ammorbidita, probabilmente anche in considerazione del sentiment generale del Paese, che vede sempre piú tedeschi mettere in dubbio le misure prese dal Governo e importanti segnali di Lockdown-Müdigkeit tra la popolazione (stanchezza psicologica da lockdown). Da lunedí 8 Marzo il commercio al dettaglio ha finalmente potuto riaprire dopo una chiusura che si protraeva ormai da metá dicembre, tuttavia solo su appuntamento e con notevoli restrizioni di presenze e affollamento. Queste aperture possono tuttavia restare in essere solo se l’incidenza é inferiore a 100. Anche le palestre hanno potuto riaprire, alle medesime condizioni (su appuntamento e incidenza sotto a 100). Musei e zoo possono riaprire, pur con restrizioni notevoli. La gastronomia potrá aprire, solo all’aperto, con una incidenza inferiore a 50 stabile da almeno 7 giorni. Nessuna luce in fondo al tunnel invece per hotel, piscine, cinema e teatri.
E per tutti gli imprenditori e i lavoratori dei settori colpiti dal lockdown purtroppo le cattive notizie non si fermano qui: nelle ultime settimane si sono moltiplicate le segnalazioni di frodi e ruberie ai danni del sistema federale di distribuzione degli Überbrückungshilfe, gli aiuti a fondo perduto per le imprese operanti nei settori colpiti. I pagamenti degli aiuti sono pertanto stati congelati. A quanto pare, un numero imprecisato di truffatori (sembra diverse centinaia!) si é registrato nel sistema informatico federale di assegnazione degli aiuti, mettendo a segno efficaci operazioni di furti di identitá ai danni di imprese, intermediari e Steuerberater, riuscendo ad accedere indebitamente a milioni di euro di aiuti, fingendo di essere i legittimi destinatari dei contributi. Solo nel Nordrhein-Westfalen, in questo momento ci sono piú di 5600 denunce per sospette frodi nell’assegnazione degli Überbrückungshilfe. In alcuni casi, le tracce lasciate dai pirati informatici portano fino in medio oriente, alimentando l’inquetante sospetto che gli aiuti cosí indebitamente sottratti siano andati a finanziare il terrorismo internazionale. Dall’inizio dell’epidemia, la Germania ha erogato piú di 86 miliardi di Euro di aiuti all’economia attraverso questo sistema. La facilitá di accesso e la rapiditá di pagamento di questi aiuti (spesso lodata dai media esteri) si é peró rivelata una terribile arma a doppio taglio… ora a farne le spese saranno purtroppo, ancora di piú, le imprese giá in crisi, che dovranno fare i conti con un accesso ancora piú difficoltoso alle sovvenzioni.
Se i settori colpiti piangono, altrettanto non puó dirsi per l’industria tedesca. Trainata dalla rampante ripresa della Cina (unico vero vincitore in questa crisi), la domanda di beni del settore secondario é alle stelle e l’export tedesco se la passa piú che bene, con la produzione in salita ben oltre le attese giá alla fine del 2020 e attualmente in assestamento su numeri di tutto rispettto anche in questi primi mesi del 2021.
A circa due anni dalla pubblicazione dell’articolo del 2019, voglio tornare sull’argomento in quanto alcune cose sono cambiate.
La Pandemia Covid-19 non solo ha scardinato (forse per sempre) alcuni importanti valori del mondo del lavoro moderno, ma ha anche cambiato radicalmente molti paradigmi riguardo all’abitare. E molti di questi cambiamenti sono strettamente collegati l’uno all’altro.
La rivoluzione dell’Homeoffice ha fortemente ridimensionato il valore aggiunto dato dalla flessibilitá e dalla possibilitá di essere agili e pronti agli spostamenti. Ora con il lavoro da casa la flessibilitá data dal vivere in affitto non é piú un asset come lo era prima della pandemia. Negli ultmi mesi si iniziano a vedere, anche per posizioni di rilievo relative a middle management e top management, assunzioni “Homeoffice-Based” in cui la persona non solo é molto distante, ma in alcuni casi addirittura vive in un altro Paese (non posso citare le Aziende per correttezza e riservatezza, ma vi assicuro che sta succedendo).
Inoltre il modello abitativo “urbano” fatto di appartamenti piccoli nelle grandi cittá andrá probabilmente incontro ad una battuta di arresto. Le cittá non offriranno piú la qualitá della vita di prima (a causa delle limitazioni e restrizioni alla libertá Covid-19) e non saranno piú il “Place to be” assoluto. Verranno meno gli eventi, gli affollamenti, i divertimenti, le manifestazioni, la cultura, tutto ció che rendeva la vita in cittá cool, mentre contemporaneamente avere il lavoro sotto casa non é piú un valore aggiunto come prima, perché ora il lavoro é a casa.
Ora quindi la casa deve essere piú grande. Deve essere lontana del caos e offirre una sana qualitá della vita. Deve essere l’hub completo delle nostre vite, deve essere anche palestra, ufficio, centro benessere. Stanza hobby, stanza ufficio e giardino sono ora diventati accessori pressoché onnipresenti nelle richieste di chi cerca casa a scopo abitativo. Questo non lo dico io: é un trend giá partito e giá sorvegliato dai principali intermediari immobiliari che hanno visto spostarsi la domanda negli ultimi mesi.
Lo so, sembrerá una bestemmia detto da un fan dell’affitto come me, ma a questo punto la domanda sorge spontanea… forse ora, a fronte di questo nuovo scenario, puó essere conveniente comprare casa in Germania? (comprare casa inteso a scopo abitativo o, come dicono qui, Eigennutzung).
Io dico di sí. Ma ovviamente deve essere una scelta ragionata e consapevole. A mio avviso, in questo momento ha senso comprare casa se sono soddisfatti i seguenti requisiti:
L’immobile é in buona posizione, ben servito (mezzi pubblici, negozi, scuole, ecc..), si trova in una zona in cui c’é lavoro e ci sono Aziende. Questo mitiga il rischio di avere significative perdite nel caso i valori degli immobili inizino un domani a scendere.
Perché: comprare quando i prezzi sono alti é sempre un rischio, chi ha comprato casa in Italia nel periodo pre-2008 ne sa qualcosa. In questo momento la situazione della Germania potrebbe essere paragonabile all’Italia pre-2008, ovvero potremmo effettivamente avere raggiunto un picco. Tuttavia ci sono anche elementi che portano a pensare il contrario, cioé che la crescita delle quotazioni immobiliari in Germania non si fermerá, questo anche solo sulla base di considerazioni squisitamente demografiche (la popolazione residente in Germania aumenta senza sosta da 10 anni e nulla fa pensare che questo trend si possa fermare). In ogni caso, comprare in una zona appetibile rimane la miglior mitigazione.
La somma di rata del mutuo piú i Nebenkosten mensili non supera un terzo dello stipendio netto piú alto in famiglia
Perché: questo é un parametro importante. Molte banche assumono a parametro le entrate totali dell’Haushalt, cioé la somma degli stipendi netti (se si é in due, come generalmente accade) sulla quale si va poi a parametrare una rata del mutuo sostenibile. Io non sono d’accordo. In mia opinione, la rata va calcolata su un solo stipendio, in modo da risultare sostenibile a tempo indeterminato nel caso uno dei due stipendi venisse meno. Inoltre, come nota personale, ritengo che la rata del mutuo dovrebbe essere inferiore a quella dell’eventuale affitto che paghereste per quell’immobile. In questo modo potrete compensare il vostro debito con la banca con un maggior rispamio di liquiditá durante il pagamento delle rate.
Ad acquisto ultimato si ha a disposizione liquiditá sufficiente per fronteggiare almeno due anni di spese in caso di azzeramento totale delle entrate mensili familiari.
Perché: forse sono eccessivamente catastrofico, ma io penso sempre al worst-case scenario. Andiamo incontro ad un decennio di grande incertezza, il Coronavirus é tutt’altro che sconfitto, nessuno ha la piú pallida idea di quello che ci aspetta. A mio avviso, se non si ha la possibilitá di tenere da parte riserve liquide per tirare avanti almeno due anni senza reddito, non bisogna assolutamente indebitarsi per la casa. L’anticipo che mettete per comprare la casa, sommato a tutti i Kaufnebenkosten, ai costi accessori (cucina, mobilia, trasloco, ecc..) non deve prosciugare i vostri risparmi ma deve comunque lasciarvi una riserva di denaro sufficiente a tirare avanti almeno 24 mesi nel caso accada l’impensabile (il 2020 ci ha insegnato che l’impensabile a volte… accade).
Oltre a queste osservazioni valide a livello individuale, vi sono inoltre alcuni segnali macroeconomici che presto potrebbero far tornare l’acquisto di un immobile a scopo abitativo nel novero delle operazioni redditizie. Uno su tutti é il ritorno dell’inflazione. L’anno scorso si trattava solo di vocine isolate, ma ora iniziano a diventare piú voci in coro: sempre piú esperti ed economisti sono concordi nell’affermare che il ritorno dei tassi di interesse e il ritorno dell’inflazione dopo la pandemia potrebbero essere realtá. Anzi, forse sta giá accadendo ora.
Un eventuale innalzamento dei rendimenti dei titoli decennali (che si sta giá verificando) e un eventuale innalzamento dei prezzi al consumo (che per molti beni e materie prime si sta giá verificando) non lascerebbe alle banche centrali altra scelta se non quella di rivedere i tassi all’insú. Si tratterebbe di inflazione e tassi non elevatissimi, si parla di un qualche percento all’anno – che tuttavia, per come siamo stati abituati negli ultimi 20 anni, non é certamente poco. Del resto, va anche messo in conto che l’elevatissimo indebitamento che sta interessando i bilanci di molti Paesi porrá nei prossimi anni una “sanguinosa” questione di risanamento delle finanze pubbliche. L’inflazione, come “tassa occulta”, potrebbe essere per molte Nazioni della UE una attraente alternativa alle politiche di austerity, soprattutto in chiave di accettazione popolare delle politiche economiche. Mettere tasse e avviare programmi di austerity produce malcontento e abbatte i consensi; mentre invece una inflazione ben controllata abbatte il debito e abbelisce il bilancio dello stato dando la possibilitá di raccontare al popolo che é colpa dell’economia di mercato e della ripresa post-pandemia.
Certo, per ora siamo nel campo delle speculazioni: l’incertezza regna sovrana, nulla é certo e nessuno puó dire oggi quello che succederá domani. Ma una cosa é sicura: in tempi recenti non vi erano mai stati cosí tanti argomenti a favore di un possibile ritorno dell’inflazione. (non metto le fonti, perché ne ho guardata davvero troppe e non ho memorizzato tutti i link; ma ce ne sono tantissime: se fate qualche ricerca Google o su Youtube troverete un sacco di materiale)
Per chi ha acceso un mutuo e bloccato le rate per i prossimi 10, 15 o 20 anni, approfittando degli attuali tassi prossimi allo zero, il ritorno dell’inflazione e dei tassi di interesse sarebbe una autentica epic win, mentre per chi continua a pagare l’affitto sarebbe un affare tutt’altro che piacevole.
È chiaro che per pensare di comprare una casa o un appartamento in Germania, pur con uno stipendio medio/alto e qualche risparmio da parte, non possiamo avventurarci sulle grandi cittá come Frankfurt, München, Stuttgart a causa dei loro prezzi ormai irraggiungibili (per un trilocale da 80 mq nei sobborghi di München si parte da 700.000 Euro!) e anche cittá meno grandi come Darmstadt o Heidelberg sono ormai diventate troppo care. Questo non significa che non si possa comprare casa in queste cittá: l’acquisto é sempre possibile, tuttavia imporrebbe di accollarsi un mutuo piú gravoso (quindi una rata piú elevata) con la consapevolezza che si sta acquistando un immobile dal prezzo gonfiato. Cosa che per un immobile a scopo abitativo e non di investimento, a mio avviso, non ha senso.
Guardando alla mia zona, ad esempio, le cittá della Bergstraße come Bensheim, Heppenheim e Weinheim offrono prezzi decisamente piú accessibili e un ottimo livello di servizi e qualitá della vita. Una buona rete di trasporti, le colline dell’Odenwald dietro casa e un sacco di opportinutá per il tempo lbero; cittadine piacevoli e ideali per vivere in tranquillitá senza rinunciare alle comoditá. Queste cittá non hanno importanti universitá o grandi Aziende, tuttavia si trovano nel bel mezzo di una delle zone piú ricche e dinamiche della Germania (la Metropolregion Rhein-Neckar) con una miriade di opportunitá professionali e di crescita a portata di auto, di treno o … di tram.
È in zone simili a queste che si possono trovare opportunitá interessanti per vivere in casa di proprietá. I prezzi pur non essendo alti come in altre cittá sono comunque considerevoli, quindi occorre monitorare il mercato per le opportunitá piú convenienti. In virtú dell’elevatissima domanda e dei prezzi alti, tutte le offerte piú interessanti tendono a essere bloccate a pochissimo tempo dalla pubblicazione, quindi é necessario essere veloci.
Una volta analizzato il costo/opportunitá da un punto di vista meramente economico, rimane poi la questione dei rischi di tipo non economico connessi al comprare casa: ne ho parlato anni fa in un mio articolo dal titolo Comprare casa? No grazie in cui riassumevo alcune delle possibili disgrazie che possono capitare a chi decide di legarsi definitivamente ad un bene immobiliare. Tra queste ci sono i vicini: possono capitarne di rompipalle, problematici, o peggio ancora violenti e squilibrati. Non é il massimo quando ci si ritrova a convivere con una situazione sociale problematica proprio alla porta accanto, e quando si ha comprato casa diventa un grosso, grossissimo problema.
C’é un modo per mitigare o addirittura schivare questo rischio: scegliere con cura la proprietá. Se conoscete la Germania e avete giá esplorato un po’ le cittá e i contesti abitativi, probabilmente giá sapete distinguere le zone residenziali. Il mio non vuole essere un discorso classista o razzista ma una pura descrizione della realtá e lo so che é poco bello come discorso ma la realtá purtroppo funziona cosí: come in ogni parte del mondo, esistono zone “brutte” e zone “belle” (all’interno di queste ultime poi ci sarebbe un sottoinsieme che io chiamo le zone “per Privatiers” ma questo é un altro discorso).
Le zone “brutte” sono riconoscibili per via delle edilizie popolari; si tratta di MHF (Mehrfamilienhäuser) in alcuni casi di dimensioni enormi. Alle periferie delle grandi cittá é facile trovare questi giganteschi condomini, spesso chiamati in modo dispregiativo “Mietkaserne”, si tratta di agglomerati popolari abitati quesi interemante da immigrati e in cui purtroppo non di rado si verificano situazioni sociali poco piacevoli. In tedesco queste zone sono denominate “Soziale Brennpunkte” e non sono esattamente l’ideale se cercate un contesto tranquillo e rilassato.
Le zone “belle” sono riconoscibili dalle EFH (Einfamilienhäuser, ovvero le villette unifamiliari) e da edilizie piú piccole e curate (non piú di una mezza dozzina di appartamenti per edificio). Generalmente al loro interno la viabilitá é del tipo Schrittgeschwindigkeit 7 km/h, riconoscibile dall’apposita segnaletica. Si tratta di zone fatte su misura per le famiglie della classe media tedesca e rappresentano probabilmente i Wohngebiet piú ambiti e ricercati.
Per comprare casa in queste zone non é sufficiente disporre delle risorse economiche ma talvolta serve anche dimostrare un certa dose di “creanza e garbo” sociale. Uno dei compiti dei Makler immobiliari e degli intermediari addetti alla vendita di immobili infatti é quello di assicurare il mantenimento del “decoro” del condominio e del vicinato. Pertanto, se vi presentate come una persona istruita, elegante, posata, tranquilla, con una ottima conoscenza del tedesco, molto probabilmente verrete preferiti rispetto a qualcuno magari anche con migliori credenziali finanziarie delle vostre, ma potenzialmente piú chiassoso, ingombrante e “vivace”. Pertanto é molto importante fare una buona impressione e illustrare all’intermediario il proprio background pe fare piú “bella figura” possibile.
Esistono anche casi in cui a vendere gli appartamenti sono direttamente le societá che possiedono e amministrano lo stabile. Anche in questa situazione l’amministrazione spesso ha cura di “selezionare” tra i possibili acquirenti chi appare piú “promettente” in termini di buon vicinato. Comprare casa in un immobile cosí amministrato riduce, e di parecchio, il rischio di trovarsi a che fare con situazioni spiacevoli.
Nelle zone “belle”, in ogni caso, non troverete solo Tedeschi ma anche una discreta percentuale di stranieri. La classe media con background migratorio in Germania sta aumentando sempre di piú, costituita sia da Tedeschi con “Migrationshintergrund” di seconda o terza generazione, sia dai nuovi expats ad elevata qualificazione/istruzione arrivati negli ultimi anni. Quindi no, non si tratta di zone invalicabili abitate da membri di caste chiuse.
Ovviamente, comprare casa in Germania significa entrare nella cerchia privilegiata degli Eigentümer (temine tdesco che indica i proprietari immobiliari) e come ogni privilegio, ha un suo costo. La Grundsteuer (equivalente della IMU Italiana) non é esosissima, ma sfortunatamente il calcolo non é semplice. Un calcolatore per stimare la sua entitá si trova qui. Digitando il prezzo di acquisto e selezionando il tipo di immobile avrete una stima (piú o meno affidabile) della Grundsteuer. Tenete presente che la Grundsteuer é basata su valori catastali ormai antiquati, completamente scollegati dalle valutazioni odierne, pertanto é difficile da calcolare a priori. Inoltre questa imposta verrá profondamente riformata e dal 2025 in Germania si pagherá la nuova Grundsteuer: maggiori informazioni in questo articolo. Vi sono poi altri costi e informazioni da considerare in dettaglio, ma questo sará un altro articolo.
E poi é chiaro, comprare casa in Germania oggi significa anche sperare che il boom immobiliare tedesco continui e che il valore del proprio immobile continui a crescere al ritmo di diversi percento all’anno, come hanno fatto gli immobili di mezza Germamia dal 2010 ad oggi, raddoppiando quasi di valore (in quasi assenza di inflazione!). Questo trend potrá continuare? Difficile dirlo. Il boom immobiliare tedesco e la Wohnungsnot hanno le loro cause in diversi fattori, demografici ed economici (ne ho giá parlato in vari articoli) ed é verosimile ritenere che fintanto che questi fattori rimarranno in essere, le valutazioni degli immobili continueranno a salire. Secondo questo studio, nei prossimi 14 anni arriveranno in Germania più di 200.000 “ausländischeFachkräfte” (lavoratori stranieri qualificati) all’anno e questo porterà ad una domanda aggiuntiva di 3.000.000 di appartamenti. Questo senza contare i rifugiati e i ricongiungimenti familiari. Fintanto che in Germania ci sará lavoro e ci sará una forte immigrazione richiamata da questa offerta di lavoro, gli immobili potenzialmente non potranno che rincarare. Questo in teoria. In pratica, c’é da chiedersi quanto sostenibile sia un incremento di diversi percento all’anno a tempo indeterminato, in assenza di inflazione. La risposta é semplice: non lo é. Senza l’inflazione a tenere gli stipendi agganciati al costo degli immobili, si arriverebbe ad un punto di stallo in cui nessuno, a parte Elite e grandi investitori, potrebbe piú permettersi di comprare casa in Germania.
Quindi secondo me, i prezzi saliranno ancora, massimo qualche anno, poi si devono per forza stabilizzare. Quindi chi deve comprare – meglio che compri ora. Sempre che, ovviamente, non arrivi l’inflazione. In quel caso allora la risalita é pressoché garantita.
Insomma, puó essere che forse io abbia cambiato idea? Seguite i prossimi articoli per scoprirlo…
Una conseguenza, se vogliamo, “piacevole” del lockdown e dell’impossibilitá di andare in piscina é che ho dovuto cercare metodi altervativi per mantenermi un minimo in movimento. Con la corsa e la bicicletta che sono esercizi fuori discussione per il sottoscritto, e la mia macchina a carichi guidati bloccata a 620 km da qui, non ho potuto fare altro che ripiegare su esercizi a corpo libero da fare tutte le mattine da lunedí a venerdí, e camminare. Camminare, camminare e camminare, soprattutto in salita.
Ed é qui che ho davvero apprezzato la bellezza del vivere a due passi dalla Bergstraße. Di seguito ecco qualche dritta per scovare alcuni sentieri molto caratteristici e panoramici, senza massacrarsi (io per via della mia anca bionica non sono un super camminatore, qualche chilometro in salita lo posso fare ma mi fermo lí).
Da Zwingenberg salendo fino alla chiesetta cittadina e poi proseguendo verso la torre medievale, ad un certo punto la strada lastricata finisce e vi trovate di fronte ad un sentiero asfaltato in salita. Qui inizia il Nibelungensteig, un famoso sentiero lungo ben 130 km che attraversando l’Odenwald collega la Bergstraße con la valle del Meno a Miltenberg.
Ovviamente non é necessario masticare tutti i 130 chilometri del sentiero per goaderi una sana camminata in mezzo alla natura e un bel panorama. È sufficiente una minima riserva di energie per superare la prima salita fino ad arrivare, una volta svoltato il primo tornante, su un tratto pianeggiante in collina che regala una bellissima visuale su Zwingenberg e tutto il Rheintal.
Anche dalle parti di Bensheim abbondano i sentieri interessanti. Come giá detto all’inizio dell’articolo, si tratta di sentieri poco impegnativi viso che io non sono un camminatore professionista ma solo, diciamo “occasionale”. Ma per i professionisti della camminata in montagna e in collina qui non mancano le possibilitá di metetrsi alla prova-
Dallo Stadtpark di Bensheim si dirama una serie di sentieri asfaltati che si perde tra i vigneti e porta in cima al Kirchberg. La collina pur essendo alta solo 221 m offre una visuale bellissima sulla cittá e sulla regione. Nelle giornate limpide lo sguardo puó spaziare fino alle colline del Rheinland-pfalz e moltissimi landmarks della zona come la Fernmedelturm di Mannheim o la BASF di Ludwigshafen sono chiaramente visibili.
In cima al Kirchberg puó essere una buona idea fermarsi al Kirchberghäuschen per una pausa. Se volete concedervi una birretta, vi consiglio una Faust Hefeweizen Helles.
Sempre partendo da Bensheim, un’altra meta molto interessante é la Blaues Türmchenche si raggiunge agevolmente percorrendo la Röderweg. Qui vi sono anche un paio di tavoli per chi volesse fare una pausa o un pic.nic. Vale ovviamente la regola chi primo arriva meglio accomoda.
Un altro interessantissimo landmark situato all’estremitá piú settentrionale della Bergstraße é sicuramente BurgFrankestein. Non ha in realtá nulla a che fare con il famoso Dottor Victor Frankenstein, frutto della penna di Mary Shelley, e con la sgraziata creatura da egli creata: si tratta di un castello costruito nel 1252 da Corradi I di Frankenstein, oggi visitabile gratuitamente (ma é buona cosa lasciare una mancia nel “salvadanaio” all’ingresso del castello!). Dal castello si gode una vista a dir poco favolosa: esso domina Eberstadt e, nelle giornate limpide, sono ben visibili i grattacieli di Francoforte.
Sicuramente vale una visita. Per chi volesse approfittarne per una sosta culinaria, é presente anche un ristorante che offre una bella terrazza panoramica.