I giardini dei castelli e delle ville barocche in Germania, normalmente brulicanti di vita, di famiglie, di compagnie di giovani e di gruppi di turisti stranieri, sono ormai da piú di un anno assai meno frequentati di quanto ci si fosse abituati a vedere. In alcune ore del giorno, nelle fredde giornate di inizio primavera di qualche mese fa, era possibile trovarli irrealmente e silenziosamente vuoti. Una atmosfera insolitamente cupa e sconsolata, che ci ricorda come il turismo sia una delle grandi vittime di questo momento storico. Un settore, quello del turismo, che per la Germania non é sicuramente strategico come per l’Italia, la Spagna o la Grecia, ma che comunque porta con sé dei posti di lavoro, delle persone e delle storie. Storie che sono di grande difficoltá e di sofferenza.
Storie come quella di Molham.
Molham é Siriano ed é arrivato in Germania durante la crisi dei rifugiati del 2015. Si é dato molto da fare, ha partecipato a tutti i corsi di integrazione e ha portato a termine con successo un Ausbildung per inserirsi nel mondo del lavoro tedesco. Oggi parla fluentemente il tedesco, e ha un contratto a tempo indeterminato come impiegato in contabilitá presso una catena di alberghi e resort. A 5 anni dal suo arrivo in Germania, Molham ha presentato richiesta di Niederlassungserlaubnis (un permesso di soggiorno a tempo indeterminato). Un permesso che normalmente per chi come Molham é ben integrato e ha un lavoro fisso e stabile viene sempre approvato senza problemi.
A mesi dalla richiesta, la doccia fredda: Molham riceve una lettera dall’Ausländerbehörde in cui gli viene notificato che la sua richiesta di Niederlassungserlaubnis é stata respinta. Motivo: il settore turistico e alberghiero é in crisi a causa della pandemia, e l’Azienda per cui lavora Molham sta utilizzando il Kurzarbeit, equivalente tedesco della cassa integrazione. In queste condizioni, Molham non puó ricevere un Niederlassungserlaubnis.
Sia Molham che il suo datore di lavoro rimangono di stucco. Molham é un lavoratore serio ed affidabile ed é una totale nonsenso che non possa ottenere un permesso di soggiorno. Ma le regole sono regole, e gli Ausläderbehörde le applicano alla lettera. Presupposto importante per ottenere un permesso di soggiorno in Germania, infatti, é che si possa badare a sé stessi senza diventare un costo per lo Stato Sociale tedesco, il cosiddetto principio del Sicherung des Lebensunterhalts. Il turismo, peró, è visto in questo momento come un settore che non offre sufficienti garanzie per un posto di lavoro “sicuro”, ne consegue che il permesso di soggiorno non puó essere rilasciato. Purtroppo le regole sono regole e non si puó analizzare il singolo caso.
Nella lettera con cui l’Ausländerbehörde ha comunicato a Molham che la sua richiesta di Niederlassungserlaubnis é stata respinta, vi sono anche alcuni “consigli” rivolti a Molham per incrementare le sue possibilitá di ottenere una approvazione: in buona sostanza, per ottenere il permesso di soggiorno si raccomanda a Molham di cambiare settore, e trovarsi un lavoro piú “sicuro”. L’Ausländerbehörde si prodiga anche di fornire alcuni “suggerimenti”:
IT
Sviluppo software
Networking
Reti e dati
Molham ora ha un anno di tempo per sviluppare nuove skill e competenze, prima che il suo attuale Permesso di Soggiorno a tempo determinato scada. Una disperata corsa contro il tempo per cercare un nuovo lavoro piú “gradito” agli Ausländerbehörde. Oppure potrá fare ricorso, operazione che tuttavia non offre alcuna garanzia di successo.
In Germania per migliaia di stranieri si prospetta quindi ora un quadro poco rassicurante: reskilling immediato, oppure… fare le valigie.
Un doloroso preludio di quello che nei prossimi anni spetterá a sempre piú persone. I primi a subire le conseguenze sono, purtroppo, i piú deboli, gli immigrati come Molham. Ma piano piano toccherá a tutti. Sará darwinismo sociale allo stato puro: chi non saprá adattarsi verrá travolto. La triste esperienza di Molham sia un monito per tutti quanti noi.
La terza ondata prosegue implacabile, contagi e ricoveri continuano a salire. Le vaccinazioni accelerano ma gli ospedali lanciano l’allarme: le terapie intensive sono prossime alla saturazione. E il lockdown proseguirá con ogni probabilitá fino all’estate inoltrata.
Quando a fine Ottbre tutta Europa é tornata in lockdown, si poteva percepire dalla voce di mio padre al telefono quanto fosse sconsolato a fronte della certezza che non ci saremmo visti per parecchi mesi e che per la prima volta non saremmo stati insieme a Natale. Io, che di mio non sono molto bravo nel cacciare balle a fin di bene e che sono fondamentalmente contrario a dare false illusioni alle persone, dissi allora, seppur a malincuore, che dovevamo avere pazienza e che con ogni probabilitá a Maggio dell’anno successivo ci saremmo potuti rivedere.
Si trattava, secondo me, di una previsione realistica e forse anche conservativa. Ero abbastanza confidente che per Maggio 2021 il peggio sarebbe stato definitivamente alle spalle e avremmo potuto viaggiare di nuovo.
Devo a malincuore ammettere di avere preso un granchio colossale. Ad ora Maggio 2021 rischia di essere, per la Germania, il mese peggiore dall’inizio della pandemia, con la fine delle restrizioni ormai proiettata all’estate inoltrata.
Cosa é andato storto?
Oggi tutti si chiedono, dopo quasi 6 mesi di lockdown ininterrotto, che cosa non abbia funzionato. La Germania, il grande vincitore della prima ondata, sará con ogni probabilitá il grande perdente della terza e forse l’ultimo Paese a riaprire. Mentre in Italia giá si programmano le riaperture e in Svizzera ci si prepara ai weekend di Ascensione e Pentecoste in quasi libertá, in Germania si introducono ulteriori inasprimenti e si guarda con piú apprensione che mai agli ospedali, con la capitolazione del sistema sanitario che pare essere ormai questione di poche settimane.
Eppure la Germania non ha praticamente mai allentato le misure, neppure quando l’incidenza settimanale nazionale era scesa a soli 60 casi per 100.000 abitanti a Febbraio (con ancuni Land sotto i 50). È vero che tenendo tutto chiuso da Ottobre senza allentamenti la Germania ha avuto l’incidenza settimanale piú bassa d’Europa (il picco é stato poco sopra i 200) e meno vittime, tuttavia rischia di pagarne le conseguenze ora: i Paesi che hanno avuto incidenze piú elevate e che hanno usato approcci di apertura/chiusura a “yo-yo” come l’Italia ora stanno vedendo i casi scendere in modo abbastanza netto; in Germania non solo questa discesa non c’é, ma si osserva invece al momento una decisa salita dei contagi.
Dietro a questa débacle clamorosa del modello tedesco di gestione dell’epidemia potrebbe esserci sempre lei, la famigerata variante inglese. Oltre ad essere piú contagiosa, la variante inglese pare essere responsabile dell’abbassamento del’etá media dei malati gravi di Covid. Se nelle prime due ondate erano soprattutto gli anziani ad affollare i letti di terapia intensiva, ora qualcosa é cambiato: la fascia piú colpita adesso é quella 35-65, con l’etá media dei pazienti in rianimazione scesa a 47/48 anni. [1]
Questo comporta come ulteriore problema una aumentata permanenza dei pazienti in terapia intensiva. Un malato grave di Covid mediamente occupava un letto in rianimazione per 4-6 settimane. Ora questa tempistica si attesta a 10 settimane e sono proprio i piú giovani che devono piú a lungo lottare per la vita. [2]
Questo rende quindi la situazione dei posti in terapia intensiva estrememente critica, in quanto i letti si liberano molto piú tardi rispetto a quanto accadeva prima. In Germania, a dire la veritá, i letti in rianimazione non mancano (sono piú di 27.000 i letti TI con respiratore) a mancare é, purtroppo, il personale. Ogni letto di terapia intensiva richiede tre team qualificati composti da medico rianimatore, infermiere specializzato, anestesista, che devono alternarsi su tre turni di 8 ore. Ma il personale scarseggia e dopo 14 mesi di pandemia é esausto e prossimo al burnout. Molte cliniche hanno giá iniziato a spostare operazioni e interventi programmati e a limitare le prestazioni disponibili, e questo purtroppo non é che l’inizio: ci si aspetta che ai primi di Maggio sará necessario iniziare con il triage, cosa mai fatta prima d’ora in Germania. Per la Nazione che durante prima e seconda ondata aveva accolto nelle proprie terapie intensive pazienti di altri Paesi, si tratta di una situazione davvero senza precedenti.
Avere sottovalutato la variante inglese é stato quindi sicuramente un possibile errore. Ma c’é solo questo dietro alla mancata discesa dei contagi?
Probabilmente no. Le misure di distanziamento sociale e il Dauerlockdown che vanno avanti ormai da Ottobre stanno iniziando a sfiancare la popolazione, e anche guardando al proprio piccolo, si apprezza come il livello generale di accettazione delle misure sia in sensibile discesa. Sono in tanti ormai a non rispettare piú le regole, soprattutto tra i giovani.
A partire dal generale rilassamento dell’attenzione che si apprezza un po’ ovunque, anche al supermercato: in coda alla cassa sono ormai uno dei pochi rimasti che rispetta alla lettera la distanza di 1,5 metri dalla persona davanti. Dietro di me, tutti ammassati e impazienti di depositare la loro spesa sul nastro, per non parlare poi di quelli che ti si strusciano addosso per prendere il barattolo di cetrioli di fianco a dove sei tu. Ormai la “distanza” non la tiene piú nessuno. Pure al chiuso.
Ma c’é un altro episodio emblematico che mi ha visto indiretto protagonista due settimane fa: é sabato sera e io e Hanna abbiamo ordinato due pizze. Alle 20 arriva puntuale il fattorino di Lieferando, mi munisco di mascherina e scendo per ritirare le pizze. Insieme a me scende anche la nostra nuova vicina di casa, una ragazza sui vent’anni che si é da poco trasferita nell’appartamento sopra al nostro insieme al fidanzato. Cercando il piú possibile di mantenere le “distanze”, arriviamo da fattorino ed ecco la sorpresa: la nostra vicina di casa ha ordinato… 10 pizze! A meno che la nostra giovane vicina e il suo fidanzato abbiano il metabolismo di Barry Allen, trovo difficile giustificare un ordine di 10 pizze se non che dai nostri vicini si stia effettuando una cena tra amiciin violazione delle normative anticovid. E infatti per tutta la serata i rumori provenienti dal piano di sopra sono inequivocabili.
Ma si tratta solo di gocce nel mare: da ogni parte si leggono notizie di compleanni, festeggiamenti, cene e festicciole abusive in case e appartamenti privati che vengono segnalati alla Polizei. In non pochi casi l’intervento delle forze dell’Ordine vede la situazione degenerare e sfociare in aggressioni agli stessi poliziotti. Segno inequivocabile che la tensione é altissima le persone sono davvero esauste delle restrizioni. [3] Restrizioni che purtroppo non sono destinate a decadere presto.
Le contromisure saranno necessariamente dure.. e durature
Per correre ai ripari si sta approvando in parlamento una modifica alla Infektionschutzgesetz che prevede ora misure piú severe su scala nazionale e toglie ai Länder alcune discrezionalitá.
Innanzitutto, per evitare le feste e i ritrovi privati, ormai diventati un problema di difficile soluzione, é in arrivo a livello nazionale il coprifuoco alle 21, che scatterá automaticamente non appena l’incidenza supererá il valore di 100 (in che allo stato attuale vuol dire: praticamente in tutta la Germania). Lo scopo del coprifuoco é proprio quello di evitare le feste private, che altrimenti sono difficilmente evitabili. Infatti la legge tedesca rende molto difficile per la Polizia entrare in una abitazione privata, pur in presenza dell’attuale normativa antiaffollamento che sancisce il divieto di incontri privati con piú di una persona non convivente.
Le scuole resteranno aperte e la chiusura automatica scatterá solo con una incidenza superiore a 165. Tuttavia i silgoli Landkreis potranno anche decidere a chiudere con incidenze minori. Quello che non potranno piú fare sará tenere le scuole aperte con valori di incidenza piú elevati.
Ristoranti, bar, birrerie, negozi, piscine, palestre, teatri, cinema, centri commerciali resteranno chiusi. Attualmente l’incidenza prevista per le riaperture é di 35 casi settimanali per 100.000 abitanti, un valore che presumibilmente potrá esse raggiunto solo a metá Giugno o a Luglio, visto che alla data di scrittura di questo articolo l’incidenza é di 170 e il picco dei contagi non é ancora stato raggiunto. Supponendo il picco dei contagi ai primi di Maggio, ci sará successivamente da aspettarsi una fase di discesa che tuttavia sará molto lenta, soprattutto per quanto riguarderá lo svuotamento delle terapie intensive e la pressione ospedaliera che continuerá ad essere elevata per buona parte dell’estate. Se l’anno scorso a metá Maggio quasi tutti i “reparti Covid” si erano svuotati, quest’anno purtroppo andrá diversamente.
Contemporaneamente si discute di obbligo di test rapidi per le Aziende che hanno personale in presenza cosí come obbligo di homeoffice per tutti coloro la cui figura professionale non comporta necessitá di presenza in ufficio, ma la questione finisce per arenarsi ogni vonta che viene portata a galla. Non é affatto facile dal punto di vista normativo introdurre, regolare e, soprattutto, far rispettare un obbligo simile.
A nulla pare servirá l’accelerazione delle vaccinazioni messa in atto dopo Pasqua con il coinvolgimento dei medici di base. Grazie alle vaccinazioni nelle Praxis si é toccata per piú giorni nelle scorse due settimane la quota di 700.000 somministrazioni al giorno: un deciso cambio di passo che purtroppo arriva presumibilmente troppo tardi per avere un effetto apprezzabile sulla terza ondata.
Per i tedeschi un 2021 senza vacanze?
Per i tedeschi il 2021 potrebbe significare un quasi totale Ausfall della stagione vacanziera (al netto di improbabili pass Europei che per il momento esistono solo su alcuni articoli di giornale). Con l’attuale andameno dei contagi ci si aspetta infatti che la situazione epidemiologica e ospedaliera permetterá di poter pernottare fuori casa a partire da Agosto. [4]
Va notato che in Germania gli spostamenti anche tra diverse cittá e regioni non sono mai stati vietati, tuttavia una regola nazionale in vigore dai primi di Ottobre (il cosiddetto Beherbergungsverbot) sancisce che gli alberghi non possono accettare ospiti per motivi diversi dalle trasferte di lavoro e questo divieto potrebbe decadere solo nella seconda parte dell’estate. Per buona parte dell’estate saranno quindi di fatto possibili gite in giornata, ma in nessun modo si potrá pernottare e nessuno sa dire con esattezza quando cadrá questo divieto; si é ipotizzato Agosto come possibile momento della ripresa vacanziera ma la situazione rimane in costante e imprevedibile evoluzione. Pertanto, il congresso tedesco di Virologia ha consigliato, per l’estate 2021, di pianificare solo solo gite fuori porta e turismo di prossimitá in giornata, e di non arrischiarsi a prenotare alcunché. [5]
Una beffa terribile per i Tedeschi, considerato che in Germania la stagione delle vacanze estive si chiude proprio in Agosto, con l’inizio delle scuole. Il periodo di vacanza preferito dai Tedeschi, che va da Pasqua fino a Luglio, comprendendo tutti i weekend lunghi primaverili (Ascensione, Pentecoste e Corpus Domini) pare essere, per il 2021, ormai irrimediabilmente compromesso. Rimane sempre naturalmente la possibilitá del turismo all’estero, che peró é legata alle condizioni di mobilitá che vi saranno durante l’estate. Se per spostarsi tra diversi Stati continueranno a essere necessari molteplici tamponi PCR (che costano dai 70 Euro in su) e quarantene, questo potrebbe rendere il turismo verso l’estero assai poco attrattivo e di fatto impraticabile per una famiglia tedesca. L’ingresso in Italia ad esempio, richiede due tamponi e 5 giorni di quarantena: decisamente una seccatura eccessiva. Insomma l’estate 2021 si prospetta una estate di restrizioni per i Tedeschi, con la Germania soffocata nella morsa della terza ondata.
Ma a Berlino sembrano non preoccuparsene troppo. L’industria e la manifattura tedesca, veri motori del PIL nazionale, hanno di nuovo ingranato la quarta e le trimestrali del Q1 2021 dei grandi gruppi industriali nazionali, che vengono a poco a poco presentate agli investitori in questi giorni, fanno assai ben sperare in ottica ripresa. La macchina industriale tedesca pare quindi essersi ben adattata ad una situazione di convivenza con Sars-CoV-2.
Insomma, nel 2021 per i Tedeschi niente vacanze, ma almeno il lavoro c’é.
La pandemia e la crisi economica che ne é conseguita hanno avuto spiacevoli conseguenze per tutti (o quantomeno: per quasi tutti) ma tra gli effetti collaterali meno noti e meno portati all’attenzione delle persone c’é l’esacerbazione e l’estremizzazione, a livelli mai visti prima, di un conflitto pluridecennale che – soprattutto in Italia – da generazioni vede contrapposti due grandi schieramenti. Da un lato lo schieramento degli stipendiati garantiti ovvero i dipendenti statali, i pensionati, i dipendenti di aziende a partecipazione statale, contro lo schieramento della piccola imprenditoria e degli autonomi attivi nel commercio e nei servizi. I primi da sempre “fancazzisti” e “parassiti” a detta dei secondi, i secondi da sempre “ladri del nero” ed “evasori” a detta dei primi. Una guerra senza quartiere che si combatte dagli albori della Repubblica postbellica.
Ma con l’avvento improvviso della pandemia l’esito di questo scontro, da anni in costante bilico, volge ora decisamente in favore dei primi. È la categoria degli stipendiati garantiti che ora puó permettersi di gongolare in homeoffice a stipendio pieno oppure di riposare sul divano di casa incassando puntuali sussidi e godendo malignamente, in modo neppure troppo velato, dell’infausto trapasso che il destino ha riservato al nemico di classe. Si é cosí creata una ulteriore e profonda spaccatura, che va ad aggiungersi al quadro di una societá occidentale che giá prima della pandemia era piú divisa che mai.
Nella nostra era tecnologica e dissennata dominata dai social networks e dalla socializzazione virtuale, ora piú che mai catalizzata dalle restrizioni pandemiche che impongono alle persone di incontrarsi solo digitalmente, é su Internet che si spostano ora il confronto e il campo di battaglia, prendendo forma in quella che si potrebbe considerare la piú autentica fonte di letteratura spontanea moderna, vero specchio della societá: i commenti sui social. Ed é dai commenti sui social che si capisce la vera portata di questa guerra.
Ecco quindi da un lato gli stipendiati garantiti farsi promotori delle posizioni piú chiusuriste e restrizioniste, trincerandosi dietro all’inviolabile principio del “prima la salute, il resto si vedrá” per giustificare chiusure a oltranza e lockdown severissimi, dall’altro la piccola imprenditoria dei servizi e del commercio che sgomita e protesta, soffocando lentamente sotto i colpi inferti dalla crisi, chiedendo solo di poter lavorare. Ma gli appelli vanno a vuoto, anzi: chi protesta é bollato di negazionismo, riduzionismo, additato come reo di irresponsabili atteggiamenti di ribellione.
Di fronte alle proteste dei ristoratori e dei commercianti, ormai ridotti alla disperazione dopo 14 mesi di chiusure, i commenti sui social e sui siti di notizie piú battuti disegnano un quadro impietoso. I piú spietati ovviamente godono malignamente e si dicono soddisfatti di quanto sta accadendo, vedendo questa crisi senza precedenti come la giusta punizione per chi da sempre fa nero e non paga le tasse. I piú “magnanimi” si limitano a far notare che esiste il rischio di impresa e che fa parte del gioco: chi si mette in proprio sceglie di rischiare quindi sono cavoli suoi. Non manca poi ovviamente chi si attacca alle nefaste statistiche dell’epidemia per fare la morale: “abbiamo XXX morti al giorno e questi pensano solo al loro orticello” “si devono vergognare”. Si apprezza l’assenza piú totale di empatia. Nessuna parola di solidarietá, neanche il minimo compatimento per una categoria di persone che nella vita ha probabilmente come unica colpa quella di avere avuto una sfiga terribile. Selezione naturale di mercato, senza alcuna forma di pietá o di comprensione: bellum omnium contra omnes.
Si é detto tante volte che é proprio nei momenti piú terribili che gli esseri umani tirano fuori il meglio di sé. Che quando sopraggiungono il terrore e la disperazione, quando siamo vicini al baratro, siamo capaci di atti di grande nobilltá. Sará, ma io non vedo succedere nulla di tutto questo. La situazione é di quelle davvero brutte, ma non vedo nessun atto di nobiltá o di altruismo da parte di nessuno. Forse tutto ció é figlio della grande disparitá insita nelle dinamiche di questa crisi, che colpisce alcuni molto piú di altri.
Sta di fatto peró, che quando leggo e vedo tutto questo, mi rendo conto che c’é un’altra epidemia in corso che mi spaventa molto di piú dell’epidemia di Covid. È silenziosa e striscia tra la gente, senza far troppa notizia ma diffondendosi con un Rt molto piú grande di 1. È una epidemia di Cattiveria. E mi fa molta, molta paura. Perché se sono quelli a cui sta andando tutto sommato “bene” a diventare cosí cattivi, mi domando che cosa succederá a quelli a cui sta andando male.
Per i nati negli anni ’80, la pensione di stato sará pari a meno del 40% dell’ultimo stipendio
Se pianificate una vita in Germania, non potrete non occuparvi del vostro futuro previdenziale. La pensione di stato (Deutsche Rentenversicherung) sará infatti assolutamente insufficiente per garantire una vecchiaia dignitosa alla stragrande maggioranza della popolazione.
Il sistema pensionistico statale tedesco é in grande sofferenza a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e per renderlo sostenibile é stato necessario procedere ad un progressivo innalzamento dell’etá pensionabile associato ad un altrettanto progressivo sfoltimento degli assegni.
Il sistema pensionistico tedesco attuale é un sistema contributivo basato su “Puntiprevideziali“, che a carriera terminata determineranno l’importo della pensione erogata. L’ammontare dei punti accumulati in carriera dipenderá dai contributi versati, che a loro volta sono collegati al reddito lordo annuo.
Per dare un’idea:
Una persona nata negli anni ’80 che lavora per 35 anni in Germania, impiegata come cassiera, percependo uno stipendio lordo annuo di 30.000 Euro (circa 1.700 Euro netti al mese in Steuerklasse 1) maturerá nella carriera circa 28 punti pensionistici che danno diritto, una volta raggiunta l’etá pensionabile, a circa 750 Euro netti al mese.
Una persona nata negli anni ’80 che lavora per 35 anni in Germania, impiegata come Senior Project Manager con uno stipendio di 85.000 Euro lordi all’anno (circa 4.000 Euro netti al mese in Steuerklasse 1) maturerá nella carriera circa 73 punti pensionistici i quali danno diritto, una volta raggiunta l’etá pensionabile, a circa 1700 Euro netti al mese.
Qualche indicazione aggiuntiva per spiegare questi numeri: ad oggi, i punti pensionistici sono calcolati in base allo stipendio mediano lordo annuo in Germania. Nel 2021 questo parametro si attesta a 41.541 Euro all’anno. Quindi, tornando ai casi visti sopra, abbiamo che:
Uno stipendio lordo di 30.000 Euro all’anno dá diritto a: 30.000 / 41.541 = 0,72 punti pensionistici in un anno.
Uno stipendio lordo di 85.000 Euro all’anno dá diritto a: 85.000 / 41.541 = 2,05 punti pensionistici in un anno.
Quest’ultimo valore corrisponde piú o meno al massimo che é possibile versare annualmente. Esiste infatti un tetto massimo per il calcolo dei punti pensionistici, che vede 85.200 Euro all’anno come reddito limite (valore relativo al 2021). Sopra questo RAL da lavoro, non vengono piú conteggiati punti pensionistici. Quindi non conta se guadagnate 250.000 Euro all’anno: il massimo che potrete accumulare annualmente ammonterá comunque a poco piú di due punti pensionistici. *
Ogni punto pensionistico maturato dá diritto a circa 34 Euro (lordi) di pensione una volta raggiunta l’etá pensionabile. È possibile andare in pensione anche prima dei 67 anni, tuttavia bisogna accettare una sforbiciata della pensione di perecchi punti percentuali.
Supponendo di andare in pensione all’etá pensionabile di 67 anni dopo avere maturato 40 punti pensionistici, la nostra pensione lorda mensile sará:
34 Euro x 40 punti = 1.360 Euro pensione lorda mensile a 67 anni (corrispondente a circa 1.050 Euro netti al mese)
Questo valore di 34 Euro per punto viene chiamato Rentenwert, ed é un parametro che viene rivisto anno per anno. Il Rentenwert per la Germania Ovest é generalmente leggermente piú alto di quello della Germania Est: ad oggi infatti vale 34 Euro a Ovest e 33 Euro ad Est. Il calcolo di questo parametro viene aggiornato ogni anno in base alle statistiche sugli stipendi in Germania. Il valore del Rentenwert tende, quindi, a salire col passare del tempo e rimane idealmente “agganciato” al costo della vita; una sorta di scala mobile. In realtá, peró, non é sempre cosí: questo parametro infatti nel 2021, per le prima volta dopo anni, é diminuito; la ragione é da ricercarsi nella pandemia da Coronavirus che ha causato una diminuzione degli stipendi in Germania durante il 2020 e, di conseguenza, verranno adattate al ribasso anche le pensioni, diminuendo il Rentenwert.
È chiaro che, indipendentemente da come possano evolversi i parametri moltiplicativi in futuro, queste pensioni sono e saranno assolutamente insufficienti non solo a mantenere il tenore di vita a cui ci si era abituati durante la vita lavorativa, ma in alcuni casi anche insufficienti persino a garantirsi una esistenza dignitosa.
Altersarmut é il termine tedesco utilizzato per definire la povertá in terza etá, una delle piaghe che giá oggi affligge una quota non indifferente di anziani in Germania. Persone che hanno vissuto per tutta la vita lavorativa in affitto, abituate ad un basso costo della vita, senza preoccuparsi di risparmiare un gruzzolo per la vecchiaia o di acquistare un immobile da adibire ad abitazione, in quanto nella Germania degli anni ’80 e ’90 era molto piú conveniente pagare affiti bassi piuttosto che sobbarcarsi l’onere finanziario di acquistare un immmobile (va menzionato, a questo riguardo, non solo che in passato i tassi di interesse erano molto piú alti di oggi, ma soprattutto che nella mentalitá tedesca di qualche decennio fa indebitarsi o accendere un mutuo era vista come qualcosa di disdicevole: solo recentemente le cose sono cambiate…). Persone che poi si sono trovate completamente spiazzate quando la riunificazione monetaria negli anni ’90, seguita dall’arrivo della moneta unica, dalla crescita economica degli anni 2000 e dalla politica dei tassi a zero hanno fatto esplodere il costo degli immobili, hanno fatto aumentare considerevolmente gli affitti e hanno causato un incremento generale del costo della vita, soprattutto in mabito abitativo, che le pensioni non sono state assolutamente in grado di compensare.
Oggi la Altersarmut é una autentica emergenza nazionale in Germania e le generazioni attualmente in etá lavorativa non ne saranno risparmiate. Se tuttavia i Tedeschi che si sono affacciati alla pensione all’alba dell’era Euro non avevano modo di sapere che cosa li stesse aspettando, i giovani tedeschi oggi in etá lavorativa sono stati abbondantemete avvisati: la pensione di stato sará molto bassa quindi dovete pensare giá da ora a organizzare e pianificare il vostro futuro previdenziale.
Come ho giá scritto in alcuni miei articoli, il futuro della nostra generazione vedrá assai molto meno “garantismo” da parte dello Stato (sia esso Germania, Italia, o qualunque altro) e saremo noi a doverci arrangiare, organizzandoadeguatamente la nostra vecchiaia.
Per integrare la pensione di stato in Germania, esistono diverse alternative:
La Betriebliche Altersvorsorge
La Private Altersvorsorge
La Riester-Rente
Investire in immobili da mettere a reddito
Investire in asset finanziari
Volendo fare un parallelo col sistema svizzero, la Betriebliche Altersvorsorge puó essere considerata una sorta di “secondo pilastro”. Normalmente é offerta giá dalle Aziende come parte del “pacchetto” quando si viene assunti. Una parte dello stipendio viene trattenuta dalla busta paga e trasferita in un fondo previdenziale che andrá poi a formare una rendita mensile una volta raggiunti i 67 anni. L’ammontare dei contributi versati influenza ovviamente l’entitá della rendita che si va a percepire una volta raggiunta l’etá pensionabile. Un vantaggio di questo tipo di previdenza é che i contributi versati sono esentasse: conseguentemente, l’ammontare di soldi in meno in busta paga non corrisponde con il contrubito versato ma viene compensato dal risparmio sulle tasse. Piú elevato é il vostro lordo annuo, piú conveniente diventa la Betriebliche Altersvorsorge . L’entitá del contributo mensile puó essere scelta liberamente in base a quanto si vuole percepire una volta raggiunta la pensione. Per le imprese metalmeccaniche/elettroniche é MetallRente il principale fornitore di questi servizi di previdenza. Per farvi una idea di come funziona la Betriebliche Altersvorsorge e calcolare l’ammontare effettivo di contributi, trattenute in busta paga e pensione ai 67 anni qui trovate un semplice calcolatore.
La Private Altersvorsorge funziona in modo simile alla Betriebliche Altersversorge e va a completarla rappresentando una sorta di “terzo pilastro” previdenziale. Il principio é analogo a quello della Betriebliche Altervorsorge tuttavia non é collegata alla vostra Azienda/professione ma é un contratto privato che stipulate a parte, e i contributi mensili vengono prelevati dal vostro conto corrente. Rispetto alla Betriebliche Altervorsorge vi é generalmente una maggiore possibilitá di scelta e di personalizzazione: é ad esempio possibile scegliere fondi piú o meno aggressivi (in termini di livello di rischio) ed é anche possibile scegliere un pagamento in soluzione unica al raggiungimento dei 67 anni piuttosto che il pagamento di una rendita vitalizia. Anche in questo caso, i contributi versati possono essere detratti fiscalmente.
La Riester-Rente include tutta una serie di prodotti di previdenza complementare a forte regolamentazione statale. Introdotta nel 2002 dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Walter Riester, la Riester-Rente consiste in una formula di pensione integrativa sussidiata dallo Stato che prevede condizioni particolarmente vantaggiose per stipendi medio-bassi. Si tratta di una forma pensionistica integrativa supportata dallo Stato quindi molto sicura, ma anche meno flessibile e dai rendimenti meno elevati rispetto a prodotti privati. Chi adesiece ad una Riester-Rente deve versare una cifra pari al 4% del suo reddito nel fondo pensionistico, alla quale peró viene dedotto un sussidio statale di 175 Euro (per tutti) piú un ulteriore sussidio di 300 Euro per ogni figlio a carico. È chiaro che si tratta di una soluzione che diventa piú conveniente quanto piú il reddito é basso, in quanto il peso dei sussidi é percentualmente piú importante per chi non ha redditi elevati. Benché il contributo da versare cresca linearmente con il reddito, vi é in ogni caso un tetto massimo di contribuzione annua in una Riester-Rente, che é fissato in 2.100 Euro all’anno. A questa cifra vanno ovviamente sottratti i contributi statali.
L’investimento in immobili da mettere a reddito é forse una delle migliori opzioni possibili in Germania. O perlomeno, si sta rivelando oggi vincente per chi ha investito in immobili negli scorsi decenni. Emblematico é il caso del mio padrone di casa (persona squisita e autentico gentleman d’altri tempi, che non ringrazieró mai abbastanza per i preziosi consigli ricevuti in questi miei 5 anni in Germania) il quale, in una vita da professionista freelance passata tra Europa e Stati Uniti, ha investito i suoi guadagni in un cospicuo numero di appartamenti in zone strategiche della Metropolregion Rhein-Neckar che oggi gli permettono di incassare, tramite gli affitti, una cifra che probabilmente non ha nulla da invidiare ad uno stipendio dirigenziale. Con la prospettiva di centinaia di migliaia di immigrati ad alta specializzazione in arrivo in Germania nei prossimi anni e la crisi senza fine dei PIGS che promuoverá ulteriore fuga di manodopera e competenze verso l’area DACH, l’investimento in immobili da mettere a reddito ha tutte le carte in regola essere una scelta vincente anche per i prossimi decenni, perché la Wohnungsnot tedesca é tutt’altro che finita. Per chi é interessato all’argomento, in questo articolo ho trattato in modo approfondito l’investimento immobiliare in Germania.
Gli asset finanziari sono oggi una alternativa interessante agli immobili. Ci troviamo tuttavia di fronte ad uno scenario molto diverso da quello che era il risparmio “classico” a cui eravamo abituati in precedenza: obbligazioni, titoli di stato, fondi obbligazionari hanno oramai rendimenti nulli quando non negativi. È necessario, quindi, virare su prodotti alternativi. Oggi grazie agli ETF é possibile costruirsi autonomamente il proprio portafoglio e monitorare tutto online, sono inoltre disponibili forme di infertimento alternative come i cosiddetti AIF (Alternative Investmentfonds) spesso collegati a progetti immobiliari. È necessario tuttavia investire del tempo per documentarsi, analizzare i trend, effettuare valutazioni dei rischi e soprattutto… imparare. Oggi il risparmio é cambiato: serve sviluppare competenze per far fruttare i propri risparmi; parcheggiare i soldi in un fondo e lasciare che il gruzzolo cresca, come facevano i nostri genitori, oggi non funziona piú. È necessario sviluppare competenze e investire del tempo. Se non avete voglia, potete assumere un Finanzberater indipendente che si occupi di elaborare la strategia di risparmi e investimento a lungo termine piú adatta a voi.
*rinrazio Thomas per il commento in cui mi ha ricordato del cap di reddito per gli accantonamenti pensionistici!
È giá passato piú di un anno ormai da quando le nostre vite sono diventate “casa e lavoro” (oppure “casa e sussidi” per chi é meno fortunato) e mi sto lentamente trasformando in un animale da scrivania con l’eccezione della passeggiata pomeridiana/serale (quando non c’è coprifuoco). Niente piscina, niente viaggi, niete ritrovi con la famiglia, niente birrette al Linie 3, niente ritrovi con amici, niente sauna settimanale al Jugendstilbad, niente cinema, niente concerti, niente flammküchen al Flambee, niente visite alle Weinkeller, niente, Niente di niente. E per il secondo anno consecutivo a Pasqua siamo io e Hanna, con i nostri genitori sullo schermo di un computer. Questa vita “DDR style” ci accompagnerá ancora a lungo e mi sono rassegnato ad abituarmici e a cercare di pensare che la salute é in questo momento la cosa piú importante e il regalo piú grande, seguito in seconda posizione dalla compagnia di una persona che ti ami davvero e in terza da un lavoro che non risenta della pandemia. E fortunatamente in questo momento ho tutte e tre queste cose, quindi non mi sembra il caso di lamentarsi del resto. Tutto il resto é stravizi e anche senza stravizi in fondo si puó vivere benissimo. Ancora soffro, certo, come stanno soffrendo tutti, ma in qualche modo ci abitueremo. Non abbiamo alternative.
Del resto, qualche anno ancora ci vorrá. Chi pensa che con la vaccinazione sará tutto finito, secondo me, sbaglia. Soprattutto continua a stupirmi come i nostri Governi non abbiano pensato a nessun piano B, nessun piano di lungo termine per una “economia di pandemia” che permetta di affrontare la situazione con qualcosa di diverso dal lockdown nel caso la vaccinazione non mantenga le promesse. Tutta la nostra strategia si basa sull’imposizione di chiusure e di restrizioni “temporanee” dando per scontato che con i vaccini, in un momento ben preciso, se ne uscirá. Momento che (se ci avete fatto caso) viene posticipato sempre piú in lá. Prima ci avevano promesso che con i vaccini avremmo avuto la normalitá per l’estate 2021. Ora giá si inizia a mettere le mani avanti e parlare di Agosto/Settembre. C’é chi giá parla di autunno 2021, primavera 2022, estate 2022… e via cosí. Ci spostano l’asticella sempre piú in lá.
Sono pronto a scommettere (non tantissimo, ma un paio di centoni sí) che a Ottobre 2021 ritornerá il lockdown preventivo in tutta Europa. Ancora una volta ci diranno che é “per prudenza” e che si tratta dell’ “ultimo sacrificio”, che una volta che la vaccinazione sará “finita per davvero” riavremo la vita normale. I piú temerari diranno che sará “per salvare il Natale 2021”, del resto in politica la faccia come il culo é una soft skill necessaria. Tanto la gente oramai se ne fa una ragione e non dice nulla. L’andazzo é questo e prima o poi tutti, volenti o nolenti, devono rendersene conto e accettarlo.
Ogni volta che annunceranno una nuova chiusura, ci prometteranno che sará l’ultima. Andremo avanti cosí, tra promesse e chiusure, fino a quando il virus non avrá completato il suo ciclo naturale di adattamento a noi.
Se saremo fortunati, riavremo la libertá di muoverci e di ritrovarci a Pasqua 2025.
Ma forse anche no. Certi livelli di “libertá”, soprattutto quelli che implicano affollamenti al chiuso, secondo me non torneranno piú. Perché c’é sfortunatamente un problema aggiuntivo, che va oltre il virus, oltre i contagi, oltre la pressione sul sistema sanitario. Si tratta dello shock sistemico a cui é stata soggetta la nostra intera societá e il nostro modo di vivere. Uno shock che é paragonabile ad un infarto. E un infarto non é mai qualcosa da cui si esce indenni e uguali a prima.
Come un infartuato che, dopo essere sopravvissuto ad un attacco cardiaco ed essere uscito dalla cardioriabilitazione, passa il resto della vita a tastarsi il polso vivendo nel terrore che l’infarto possa tornare da un momento all’altro, cosí la nostra societá continuerá ancora per molti anni a guardare con apprensione i contagi covid, le statistiche delle terapie intensive, i ricoveri in ospedale e a sondare con terrore ogni persona che starnutisce come possibile portatore di un nuovo terribile virus respiratorio. Correndo ai ripari e prendendo contromisure, che il piú delle volte saranno probabilmente sproporzionate ed inutili, ma che saranno ormai viste come “necessarie”.
Ed esattamente come un infartuato, che non ritorna mai davvero alla vita di prima, cosí sará per la nostra societá. Una nuova era salutista di restrizionié, a mio avviso, assolutamente inevitabile, e ci verremo accompagnati piano piano, partendo giá da ora. Del resto, l’uomo é “Un essere che s’adatta a tutto” secondo Fëdor Dostoevskij.
Quindi di cuore, buona Pasqua-Covid a tutti, e iniziamo a farci l’abitudine.
La Germania é terra di immigrazione. Immigrazione da ogni parte del pianeta, immigrazione che ha subíto una autentica impennata in particolare nell’ultimo decennio, tra crisi economica in Sud Europa e guerra in Siria.
Lo straniero, anche quando rispetta le regole, anche quando lavora sodo, anche quando é qualificato e istruito, ad alcuni Tedeschi dá fastidio. Dà fastidio perché ruba il lavoro, dá fastidio perché fa abbassare gli stipendi, dá fastidio semplicemente perché… dovrebbe starsene a casa sua. E purtroppo spesso paga (ingiustamente ma inevitabilmente) le malefatte compiute da suoi connazionali disonesti e delinquenti.
Non sono moltissimi i Tedeschi che sposano questo pensiero, ma… ci sono. E prima o poi vi capiterá di incontrarne uno. È una esperienza che secondo me farebbe bene a moltissima gente, anche a certi Italiani.
Perché a volte capisci quanto sono brutte certe cose solo quando le subisci.
Ecco quindi la mia storia. Questa é, a dire il vero, l’unica volta, in 5 anni in Germania, in cui mi sono veramente sentito trattato come una merda per il solo fatto di essere Italiano. Per fortuna, si é trattato di un episodio isolato e, posso assicurare, assolutamente non rappresentativo della maggioranza dei Tedeschi. Ma, a mio avviso, merita di essere raccontato.
Riporteró i dialoghi pari pari in lingua originale quindi se non masticate bene il tedesco, potete aiutarvi con google translate o meglio ancora con deepl.com.
Ok, iniziamo. È un lunedí sera di primavera, sia io che Hanna avevamo preso ferie per fare un weekend lungo in Italia e dopo un lungo viaggio in treno siamo di ritorno a casa. Arrivati finalmente all’ingresso di casa, notiamo che sul nostro Doppelparker é stato affisso qualcosa.
Un foglio di carta attaccato con nastro adesivo recita ” DOPPELPARKER GESPERRT!!! Für Informationen [numero di telefono] “. Provo ad aprire il Doppelparker, ed effettivamente non si muove: qualcuno ha staccato l’alimentazione, e la posizionato la basculante a metá in modo da rendere impossibile entrare o uscire.
Martedí mattina vado quindi al lavoro con il tram (non potendo usare la mia auto bloccata dentro il Doppelparker) e chiamo il mio padrone di casa per chiedere spiegazioni. Il mio padrone di casa non sa nulla al riguardo quindi mi dice che chiamerá l’amministrazione di condominio e mi fará sapere.
Dopo un’oretta mi richiama il padrone di casa dicendo che il Doppelparker é stato bloccato da un tecnico dalla casa costruttrice perché settimana scorsa scadeva il termine della revisione TÜV del garage mobile. Siccome il tecnico non ha potuto effettuare il controllo a causa della mia automobile parcheggiata all’interno, ha bloccato il meccanismo in quanto un Doppelparker con la revisione scaduta non puó tassativamente essere usato. Stando a quanto dice l’amministratore, i residenti erano stati avvisati in anticipo con una lettera, con l’indicazione di spostare le proprie automobili il giorno del controllo. Ma io non avevo ricevuto nessuna lettera, e il mio padrone di casa neppure. Mi dice quindi che l’amministratore mi contatterá personalmente dopo avere chiarito la cosa con l’azienda costruttrice del Doppelparker.
Dopo un’altra oretta mi chiama quindi l’amministratore spiegandomi che per un disguido le lettere non sono state inviate. Si scusa per l’inconveniente e mi prega di contattare il tecnico dell’impresa installatrice dei Doppelparker per concordare il controllo del meccanismo.
Chiamo quindi il numero segnalatomi dall’amministratore. All’altro capo del telefono risponde un tale che parla a 200 all’ora per di piú con fortissima inflessione Hessisch il che mi rende arduo piú che mai stabilire una linea di comunicazione efficace. L’impressione (anzi, la certezza) é che non appena abbia percepito il mio accento straniero abbia iniziato a parlare in dialetto di proposito. Devo ripetere piú volte “Wie Bitte? Wiederholen Sie Bitte” perché non capisco quasi nulla; di tutta risposta vengo canzonato con feedbacks del calibro di “Hallo?!? Zuhören!! Verstehen Sie die Deutsche Sprache?“. Il tizio mi dice che ha tempo fino alle 17 quindi dovrei farni trovare sul posto alle 15 o alle 16 cosí lui puó finire il controllo. Io gli ripeto piú volte che sono in ufficio e proprio non ce la faccio, il massimo che posso fare é essere lí alle 17. Ma il tipo non é d’accordo, e non non usa mezzi termini “Hallo?? Zuhören!! Verstehen Sie was ich sage?? Ich kann um 17 Uhr nicht!!” allora gli dico che posso aspettare domani “Hallo? Zuhören!! Ich habe bereits gesagt, dass ich morgen in Kassel bin! Und dann in Dortmund! Heute bis 17 Uhr, oder ist mir Scheiß egal!!” allora gli dico che mi dispiace per il malinteso, ma io ho assolutamente bisogno dell’auto e dovrebbe farmi il piacere di passare alle 17 “Hallo?? Was soll der Scheiß?!?! Ich habe um 17 Uhr Feierabend!!”
Alla fine mi arrendo e butto giú il telefono. Cerco di rimanere tranquillo. Richiamo l’amministratore di condominio e gli dico che il tizio della manutenzione é riottoso e non ha alcuna intenzione di passare dopo le 17. Io prima delle 17 non posso, quindi siamo ad un punto morto. Che risolvano loro il problema perché quello della manutenzione non é intenzionato a darmi retta.
L’amministratore mi richiama una mezz’oretta dopo. Ha sentito l’azienda della manutenzione, é tutto chiarito, il tecnico passerá alle 17. Torno quindi a casa con tutta l’impressione che mi aspetterá una discussione assai poco amichevole. Mi preparo di conseguenza: la parola d’ordine é stare calmo e non reagire, di fronte a qualunque provocazione. Non farsi prendere dal nervoso e rimanere dalla pate del giusto.
Alle 17 in punto ecco che arriva il nostro personaggio. Parcheggia il furgone e scende: presenza importante, pancia prominente probabile esito di molteplici birre, pantaloni da lavoro, gilet da elettricista, smanicato, testa rasata con grande barbone biondiccio, vistoso set di tatuaggi su entrambe le braccia tra i quali spicca l’aquila dell’Eintracht Frankfurt. Ha l’aria di uno che si é preso una mezza girata al telefono dal proprio capo/superiore e non é affatto contento di essere qui a lavorare.
“Wo ist der Scheiß Parker??” l’incipit giá non é dei migliori. Gli indico dov’é il Parker e gli faccio presente che mi dispiace del disguido ma io non ero stato proprio avvisato. “Mir interessiert Ihren Scheiß nicht!!“ Il simpaticone apre il Parker, ridá corrente all’impianto e lo riporta in posizione per far uscire la mia auto. Mentre faccio per salire in macchina riesco a percepire chiaramente un commento tutt’altro che edificante nei miei confronti “Wie kann ein Scheiß Ausländer so ein Auto leisten....” Essere chiamato Scheiß Ausländer é tutt’altro che piacevole, ma se non altro il pensiero di avere solleticato l’invidia sociale di questo stronzo mi strappa un sincero sorrisetto. Esco con l’auto e parcheggio in cortile, mentre il tipo entra a controllare i martinetti e le frenature dei bulloni. Intanto non finisce di imprecare “Ich soll jetzt schon in Feierabend sein, nicht hier, um mich um Ihre Scheiße zu kümmern” e poi di nuovo, sottovoce ma non troppo “Scheiße Ausländer…“.
Io ero giá incazzato nero. Maledetto fannullone panzone ignorante, ma chi ti credi di essere per dare a me dello straniero di merda. Lo avrei coperto di parole, e il mio vocabolario di imprecazioni e offese in tedesco lo permetterebbe anche. Ma dentro di me ricordavo le parole di mio nonno Emilio, anche lui emigrato, molti anni prima di me. “Devi essere un signore con tutti. Anche con chi ti attacca, con chi ti insulta. Sempre essere un signore, educato, rispettoso, superiore: mai abbassarti al livello di chi ti attacca…“
Quindi, parola d’ordine manteniamo la calma e non passiamo dalla parte del torto. Evitiamo di fare un casino.
Mentre il tipo lavora sul Doppelparker tra una imprecazione e l’altra, io cerco di fare un po’ di conversazione, tanto per provare a vedere se é possibile stemperare un po’ gli animi. Gli dico che non sapevo che i Doppelparker devono essere controllati e gli chiedo ogni quanto devono essere controllati. “Scheiße, lassen Sie mich in Ruhe oder fahren Sie zurück wohin der Scheiß Sie kommen!!“
Ci penso su e in pochi secondi elaboro una risposta “Ja, ehrlich gesagt, ich würde gerne zurück nach Zürich, aber momentan bin ich beruflich hier”. Nessuna risposta. “Ich bin Schweizer, aus Kanton Tessin“. “Ich bin Finanzberater. Wissen Sie? Banken, Wirtschaft, Aktien, Geld?“ Sto elaborando un concentrato di balle spaziali, ma in fondo la storia é credibile: il mio accento lombardo non é molto diverso da quello di un Tessiner. E poi credo di aver carpito il punto debole del mio rivale.. é un frustrato, nonché sofferente di una certa invidia sociale. Ergo mi prendo la libertá di punzecchiarlo un po’. Se c’é una persona che un Tedesco scontroso odia quanto gli immigrati, é uno Svizzero altezzoso e benestante. “Woher kommen Sie?Sind Sie hessisch?” Di nuovo nessuna risposta. I casi sono due: o il mio interlocutore ha perso la baldanza oppure vuole solo essere lasciato in pace.
“Was für ein Scheiß Land Deutschland geworden ist…” piú che una frase, é un mugugno. Ma riesco a coglierla in pieno e approfitto di questo aggancio memorabile per un’altra frecciatina.
“Denken Sie das wirklich? Dann sollten Sie auswandern“.
Il mio rivale si gira e mi guarda con occhi di fuoco. Ok, forse é ora di smettere di provocarlo, credo di essermi giá spinto troppo in lá. Meglio passare ad una pacata de-escalation. “Ich denke persönlich, dass Deutschland gar nicht so schleckt ist. Insbesondere hier in Südhessen“.
La conversazione si svolge con il sottoscritto in veste calmissima e tranquilla ma dentro di me trasudavo rabbia da tutti i pori. Ma fortunatamente la rabbia so gestirla bene. A differenza dell’imbarazzo, non mi manda in crisi. Ma tanta era la voglia di salire in macchina e di partire a fionda in modalitá stealth (full electric) per spiattellarlo contro il muro a tradimento.
Il mio interlocutore rimane in una situazione di calma apparente mugugnando imprecazioni sommesse che sono solo in parte in grado di comprendere. Alla fine del “controllo” prende e fa per andarsene.
“Ich bin fertig!“ “Sie können wieder Parken“
Ok allora, é finita. “Vielen Dank für den Super Einsatz” rispondo io. E mi assicuro che il mio sorrisetto sia il piú beffardo e sarcastico possibile. Anche se purtroppo non sono un grande attore.
Parcheggio l’auto, chiudo la saracinesca del Doppelparker e torno su in casa. Ho bisogno di relax immediato. Apro il frigo e fortunatamente trovo una bottiglia di Veltins. La stappo e mi butto sul divano, sorseggiando lentamente la Pilsner ghiacciata e pensando a quanto ho appena vissuto.
Ecco come ci si sente quando qualcuno é razziasta nei tuoi confronti. Ecco l’effetto che fa.
Sono rimasto calmo e tranquillo ma la rabbia era davvero tanta. Poche volte nella vita mi sono sentito cosí umiliato. La tentazione di scrivere una email di fuoco al datore di lavoro di quel bifolco era davvero molto forte e avevo anche iniziato a buttare giú una bozza. Poi, una volta sbollito dalla rabbia, ho riflettuto e ho concluso che era meglio lasciar perdere.
Certo, non sarebbe male togliersi la soddisfazione di fargli prendere un sonoro cazziatone sul lavoro. Ma poi? Supponiamo che il suo datore di lavoro decida davvero di prensere provvedimenti pesanti. Questo sa chi sono, sa dove abito e ha pure le chiavi del mio garage. Giá gli sto chiaramente sulle palle, e il modo in cui si é comportato dimostra senza ombra di dubbio che si tratta di una testa di cazzo conclamata. E se decidesse di passare a restituirni il favore? Ripeto, questo sa dove abito e ha le chiavi del mio garage… No, meglio lasciar perdere. Venendo dall’Italia, so benissimo come vanno a finire queste cose. E non ho nessuna voglia di scoprire sulla mia pelle come vanno a finire in Germania.