Sto organizzando il mio primo rientro in Italia del 2021, un veloce weekend per vedere mio padre e mia sorella dopo 9 mesi di videochiamate. Partirò da Bensheim venerdì 11 Giugno con l’ICE per Karlsruhe delle 11:50 per arrivare a Seregno alle 18:57; ripartirò poi da Seregno lunedì 14 giugno alle 9:01 per arrivare a Bensheim alle 16:08.
Per questo semplicissimo e banalissimo viaggio devo produrre la seguente documentazione:
1) Certificato di tampone negativo per l’ingresso in Italia di venerdí 11 giugno 2) Formulario online per l’ingresso in Italia “EU Digital Passenger locator Form” per venerdí 11 giugno 3) Formulario online di ingresso in Svizzera per il viaggio di andata venerdí 11 giugno 4) Formulario online di ingresso in Svizzera per il viaggio di ritorno lunedí 14 giugno 5) Certificato di tampone negativo per l’ingresso in Germania di lunedí 14 giugno 6) Formulario online “Einreise in Deutschland” obbligatorio per l’ingresso in Germania di lunedí 14 Giugno
Vediamoli ora tutti nel dettaglio, perché ci sono alcune chicche da analizzare:
1) Certificato di tampone negativo per l’ingresso in Italia da fare in Germania in farmacia il giovedì sera prima di partire (26 Euro). La farmacia mi fornisce certificato digitale per Email, con traduzione in inglese (+ 10 Euro).
2) Formulario per l’ingresso in Italia “EU Digital Passenger locator Form” online all’indirizzo https://app.euplf.eu/#/si tratta di un formulario di 11 pagine obbligatorio da compilare per chiunque faccia ingresso in Italia. Per il primo login viene chiesto di creare un profilo e registrarsi. Il sito é in teoria parte di un sistema di tracciamento digitale delle persone che in futuro dovrebbe funzionare per tutti i Paesi Europei (al momento è disponibile solo per l’Italia). È necessario indicare il tipo di mezzo di trasporto (nel mio caso il treno) e fornire poi numero del treno, stazione di partenza, orario di partenza, stazione di arrivo orario di arrivo, carrozza, numero di posto occupato, eventuali stazioni di interscambio, ecc… Nel mio caso però, inserendo Lugano come stazione di partenza, la mia stazione di Arrivo (Seregno) non è disponibile tra quelle selezionabili. Nell’elenco infatti ci sono solo stazioni di confine (Iselle, Chiasso, Luino, ecc…) ho quindi inserito Chiasso e buonanotte. Successivamente tutti i dati personali: nome, cognome, data di nascita, documento di identità, ecc… Successivamente tutti i dati del proprio indirizzo di residenza, l’indirizzo dove si risiederà in Italia, e un contato di emergenza. In ultimo si è tenuti a dichiarare se si presenterà un tampone molecolare fatto nelle ultime 48 ore, se si rientra nelle categorie soggette a eccezione, o se si faranno 10 giorni di quarantena. È inoltre presente verso la fine del form una checkbox da spuntare che recita “Avviserò la competente ASL al mio arrivo in Italia” non é chiaro tuttavia se si tratti di un obbligo oppure no in quanto il modulo puó essere inoltrato anche senza spuntare la checkbox.
In sostanza, è come compilare una sorta di ESTA, seppur con diversi punti poco chiari.
3) Formulario di ingresso in Svizzera per Venerdí 11 giugno, da compilarsi all’indirizzo https://swissplf.admin.ch/formular . In teoria per chi attraversa la Svizzera da confine a confine senza fermarsi il formulario non è obbligatorio. Siccome però ho un cambio di treno a Basel SBB e un altro a Lugano, devo compilare il formulario di ingresso in quanto un trasbordo di treno che avviene su suolo elvetico è considerato soggiorno temporaneo sul terreno della Confederazione (ho telefonato e mi è stato detto così). Come per il form precedente sono richiesti tutti i dati personali e documentali nonché tutti i dettagli del proprio viaggio e dei propri spostamenti. È altresí obbligatorio fornire numero del/i treno/i, carrozza, e numero del posto occupato; se non hai posto prenotato e quindi non puoi sapere dove sarai seduto, ti viene fornito un link da cliccare quando sarai seduto sul treno per inserire il posto corretto. La precisa indicazione del posto a sedere è obbligatoria, nelle istruzioni di compilazione è scritto a chiare lettere che le autorità svizzere sono molto puntigliose riguardo a questo punto; omettere l’indicazione oppure indicare una carrozza e/o posto sbagliati è punito con 100 CHF di multa. Mi sono trovato un po’ in difficoltà al punto in cui il formulario ti chiede l’indirizzo dove risiedi in Svizzera, io ho dato l’indirizzo di Basel SBB, spero che le autorità “capiscano”… inoltre il formulario ti permette di fornire un indirizzo solo, ma io mi fermerò in due stazioni… speriamo bene…
Anche in questo caso si apprezza una certa somiglianza con la procedura ESTA.
4) Formulario di ingresso in Svizzera per Lunedì 14 Giugno (viaggio di rientro, nel quale ho le stesse concidenze che all’andata) da compilarsi analogamente a quanto visto sopra, sullo stesso sito Internet.
Nota curiosa: per chi viaggia in treno, l’unico caso in cui non é prevista la compilazione del formulario é un viaggio senza cambi di treno attraverso la Svizzera. Peccato solo che l’unico treno diretto Germania-Italia passante per la Svizzera (il Milano-Francoforte) sia attualmente sospeso… causa Covid.
5) Formulario online “Einreise in Deutschland” obbligatorio per l’ingresso in Germania da compilare all’indirizzo https://www.einreiseanmeldung.de/#/ Tuttavia questo formulario va compilato solo se si proviene da un Risikogebiet ovvero una regione con incidenza Covid a 7 giorni superiore a 50 nuovi casi per 100.000 abitanti. La ragionevole speranza è che al 13 Giugno prossimo la Lombardia e la Svizzera non siano più classificate come Risikogebiete, il che mi risparmierebbe la compilazione del formulario e l’obbligo di tampone al rientro in Germania. Staremo a vedere. Se la situazione non migliorerá mi toccherá compilare anche queto formulario (e a quel punto aggiorneró l’articolo con ulteriori dettagli).
Il fatto di essere vaccinato con doppia dose, per il momento, non mi sarà di vantaggio alcuno: non sono previste in nessuno dei Paesi che attraverso eccezioni o vantaggi per i vaccinati (riceverò la seconda dose di Pfizer tra 1 settimana, quindi al momento del viaggio sarò teoricamente immunizzato).
Si apprezza quindi come per un viaggio che fino allo scorso anno era qualcosa di semplicissimo, economico, assolutamente privo di problemi e organizzabile anche all’ultimo momento, ora bisogna investire qualche soldo aggiuntivo in test/tamponi e compilare per tempo un discreto numero di scartoffie.
Per me non è stato un grosso problema, sono abituato a viaggiare un USA e in Asia e sono avvezzo a queste cose, ma immagino ad esempio se dovesse farlo una persona anziana, o qualcuno che non è molto pratico con il computer e i formulari digitali… figuriamoci poi la questione del posto a sedere sui treni svizzeri da indicare in tempo reale con apposito link una volta saliti sul treno! Voglio proprio vedere quante gente sarà in grado di farlo correttamente.
Credo che per molta gente viaggiare non sarà più possibile semplicemente perché sarà diventato… troppo complicato. Uno “antitecnologico” come mio padre, ad esempio, a queste condizioni non potrebbe assolutamente più venire a trovarmi in Germania in treno, chissà che disastro combinerebbe con i vari formulari e quanti CHF di multe finirebbe per accumulare tra andata e ritorno 😀 .
Questo è il futuro? Probabile. D’ora in poi ogni volta che varcheremo un confine, qualunque esso sia, dovremo rassegnarci a fare i conti con sistemi di monitoraggio e ingresso in stile ESTA, varie scartoffie digitali da compilare, con i tamponi (che credo ci accompagneranno ancora per un bel po’) e, in generale, con un bel po’ di scassamenti. Più naturalmente quello strano fastidio, quel disagio intrinseco nel dover comunicare a dei perfetti sconosciuti tutti i più piccoli dettagli sui tuoi movimenti.
Vediamola positivamente: probabilmente nei miei futuri viaggi internazionali mi godrò treni/aerei decisamente meno affollati. Il che certe volte non è affatto male. Certo, non oso immaginare che razza di disastro diventerá fare ingresso in USA o in Asia, e i viaggi intercontinentali in generale. Ci sará da ridere.
Si discute molto del costo della vita in Germania e da sempre si trova online molto materiale che illustra (in modo piú o meno imparziale) come, effettivamente, molte cose in Germania costino meno che in Italia.
Benzina, gasolio, carne, prodotti per l’igiene, auto usate, assicurazioni, per non parlare poi di alcune tasse come la tassa automobilistica: per diversi beni e servizi in Germania si spende effettivamente meno che in Italia e riempire un carrello della spesa costa piú o meno lo stesso, quando non qualcosa di meno. Ho approfindito l’argomento nel 2018 con un lungo post sul costo della vita in cui ho confrontato Monza con Darmstadt.
Ma questa situazione potrebbe a breve fare parte del passato.
L’assaggio é arrivato a gennaio 2021 con l’introduzione della nuova CO2-Steuer (tassa sull’anidride carbonica) che consiste in un balzello di 25 Euro per ogni tonnnellata di anidride carbonica emessa nell’atmosfera. Il risultato di questa nuova tassa ecologica é stato un aumento a cascata di tutti i carburanti: benzina, gasolio e gas da riscaldamento. La benzina, che costava circa 1,28 Euro al litro a Dicembre 2020, costa oggi mediamente 1,52 Euro al litro. Quasi come in Italia. La stessa cosa é avvenuta per il gasolio da autotrazione e per il gas da riscaldamento, traducendosi in un aumento del 5-7% dei Nebenkosten legati al riscaldamento per tutte le case con impianto a gas (la maggioranza in Germania).
E questo non é che l’inizio: la tassa sull’anidride carbonica é destinata ad aumentare nei prossimi anni, passando da 25 Euro per tonnellata a 35 e poi a 45. Ma i Grünen, candidati ad essere primo partito alle elezioni di Settembre, si sono detti insoddisfatti di questo provvedimento e hanno giá promesso che la suddetta tassa sará rivista al rialzo.
È proprio lo scenario che vede i Verdi primo partito a settembre che porterá con sé, con ogni probabilitá, una valanga di aumenti su tantissimi beni e servizi molto cari ai tedeschi. Il programma elettorale dei Verdi é chiarissimo: tutto ció che inquina deve essere disincentivato. E per disincentivarlo lo si fará diventare costoso. Molto costoso.
Ciononostante, i Verdi restano il primo partito nei sondaggi, in uno stretto testa a testa con una CDU in netto declino. Segno che a una buona parte dei Tedeschi, nonostante tutto, appoggia questo modo di vedere le cose.
Il consenso crescente dei Verdi ha costretto anche gli altri partiti a correre ai ripari: la SPD, in storica crisi di consensi, sposa a sua volta poszioni ecologiste e antiemissioniste nel tentativo di recuperare una fetta di elettorato “verde”: il segretario Olaf Scholz vuole tassare i biglietti aerei, mentre la deputata Svenja Schultze vuole costringere i tedeschi a “comprare auto piccole e risparmiose” attraverso una decisa tassazione basata su cilindrata, peso e cavalleria delle automobili. I Verdi dal canto loro, sono ancora piú estremi: Annalena Baerbock, candidata alla cancelleria, promette di eliminare del tutto i voli interni e costringere a usare il treno, mentre per l’automobile il target é la fine dei motori a combustione interna entro il 2030.
Sarebbe la fine della Germania come “Autoparadies“. Possedere un’automobile un po’ “sopra le righe” (una bella grossa cilindrata o un bel turbo di cospicua cavalleria) in Germania diventerá costoso come in Italia se non forse di piú. Con le “tasse ecologiche” attualmente previste per i prossimi anni, benzina e gasolio sfonderanno con ogni probabilitá i 2 Euro al litro entro i prossimi 5 anni. Senza contare che le tasse collegate all’automobile, oggi abbastanza contenute in particolare per le auto a benzina, subiranno con ogni probabilitá una analoga impennata.
Vi sono inoltre poi vari altri provvedimenti allo studio, sempre targati Grünen, che potrebbero influenzare in modo molto pesante l’industria tedesca: requisiti di emissioni e di neutralitá climatica sempre piú stringenti cosringerebbero le industrie in Germania ad accollarsi notevoli costi aggiuntivi per rispettare i target ecologisti imposti dalle nuove leggi e questo non potrá che abbattersi sul consumatore sotto forma di incremento dei prezzi, con alcune industrie molto piú colpite di altre. Ad esempio l‘industria chimica, il cui grande sviluppo in Germania é uno dei fattori principali alla base dei bassi prezzi di molti prodotti nel Paese, potrebbe essere una delle piú colpite da queste nuove leggi contro il cambiamento climatico. Con inevitabili aumenti per prodotti per l’igiene, detergenti, disinfettanti, ecc…
La veritá purtroppo é una sola, amara e preoccupante: per i prossimi anni è lecito attendersi una esplosione del costo della vita in Germania. Viene ovviamente da domandarsi se gli stipendi saranno in grado di rimanere agganciati a questa impennata del costo della vita, tuttavia ora come ora nessuno puó dirlo. Generalmente finora gli adeguamenti periodici dei vari Tarifvertrag sono quasi sempre stati in grado di spuntare percentuali interessanti, in grado di stare dietro (ma anche davanti) all’inflazione reale. Cosa succederá nei prossimi anni, peró é difficile a dirsi. Se infatti il manifatturiero tedesco verrá messo sotto eccessiva pressione dalle nuove leggi ecologiste, causando aggravi di costo, rallentamenti della produzione, e in ultima ratio magari delocalizzazioni, l’effetto potrebbe essere devastante: non ci sarebbe per le imprese margine per aumentare gli stipendi, e ci sarebbe meno lavoro, il tutto a fronte di un costo della vita notevolmente aumentato.
Si tratta ovviamente di uno scenario estremo. Possiamo scommettere che l’industria tedesca lotterá con tutte le sue forze per far valere le sue ragioni, mentre un eccessivo incremento dell’inflazione potrebbe costare ai partiti “ecologisti” un rapido crollo di consensi, non appena l’elettore medio si renderá conto che le politiche climatiche e politically correct stanno erodendo pesantemente il suo potere di acquisto.
Tuttavia un cambiamento é a parere dello scrivente assolutamente inevitabile e sará sicuramente lento, mediato e combattuto, ma ci sará. La Germania ne sará probabilmente capostipite e il cambiamento finirá poi lentamente per trasmettersi a tutta Europa. E sará necessario per traghettraci verso un futuro piú sostenibile che, sotto certi aspetti, potrebbe rappresentare un ritorno al passato.
Un futuro “Anni ’50”
Gli anni ’50: tutti in bicicletta o in tram, solo i ricchi in automobile. Il futuro sará un ritorno al passato? (Immagine del centro storico di Monza, presa da Delcampe.net)
Un quadro storico di lotta senza quartiere al cambiamento climatico combattuta attraverso tasse, rincari e divieti apre interessanti scenari futuri.
A mio avviso quello che ci aspetta nei prossimi decenni é un inevitabile ritorno al passato. Perché forse abbiamo davvero vissuto sopra alle nostre possibilitá, abbiamo sperperato e scialaquato, abbiamo bruciato molte piú risorse di quanto dovevamo, e ora il conto sta arrivando.
Quando i motori a combustione verranno definitivamente banditi, l’automobile non sará piú un bene alla portata di tutti. Non tutti potranno permettersi l’auto elettrica e soprattutto non tutti potranno permettersi una infrastruttura di ricarica privata a casa propria (wallbox, celtralina, ec…). In un Paese come la Germania, in cui la maggioranza delle persone non ha neppure un posto auto, figuriamoci in quanti potranno permettersi una stazione di ricarica. La stessa ricarica contemporanea di decine di milioni di auto elettriche, che idealmente dovrebbe avvenire durante la notte, pone problemi di approvvigionamento e di stabilitá di potenza elettrica che non saremmo in grado di risolvere, soprattutto se questa elettricitá dovrá essere prodotta in modo green, rinunciando ai combustibili fossili e al nucleare. È una questione fisica, oltre che economica: l’auto elettrica non potrá essere per tutti.
L’auto elettrica si diffonderá largamente, ma non universalmente. Sará un prodotto esclusivo per le Elite e per la nuova borghesia medioalta degli specializzati e dei Professionals. Sará la fine del concetto di “Volkswagen” e l’inizio di un radicale ritorno al passato, un ritorno agli anni ’50 in cui il popolo si muoveva quasi esclusivamente in bicicletta e in tram, mentre l’automobile era qualcosa per chi stava davvero piú che bene. Il parco auto circolante si ridurrá significativamente, e la grande industria tedesca dovrá saper rispondere ad una grande sfida di riconversione e, forse, anche ad un inevitabile ridimensionamento.
Il modo in cui ci muoveremo cambierá radicalmente ma per fortuna non sará un ritorno pari pari alle condizioni del passato, in quanto grazie ai passi avanti della tecnologia sará naturalmente tutto piú moderno, piú comfortevole e piú veloce: le biciclette saranno prestanti bici elettriche costruite con materiali avanzati, ergonomiche ed efficienti e non molto lontane da una moto (di piccola cilindrata) in termini di prestazioni; i tram saranno moderne metrotranvie a piano ribassato con frequenze elevate e alto livello di servizio. La Germania, che giá oggi dispone di molte infrastrutture dedicate ai ciclisti e di capillari metrotranvie diffuse in tutto il Paese, avrá sicuramente meno difficoltá in questa transizione. Diverso sará per I paesi come l’Italia, in cui le infrastrutture per ciclisti sono anni indietro e la grande rete di tranvie extraurbane che era presente negli anni ’50 (soprattutto al Nord) é stata interamente smantellata a favore della mobiitá privata.
Ci saranno sicuramente tanti, tantissimi cambiamenti e solo la sfera di cristallo portá dirci come evolverá la nostra mobilitá e il nostro stile di vita. Ma non é del tutto da escludere, secondo me, che gli anni ’50 di questo secolo finiscano per essere davvero molto somiglianti agli anni ’50 del secolo scorso… e le basi per questo cambiamento stanno nascendo adesso.
Ma questa fase di cambiamento purtroppo sará dolorosa, vedrá tantissime persone dover rinunciare definitivamente al loro tenore di vita, diventeremo tutti un po’ piú poveri e forse, davvero, é arrivato finalmente il momento che temevamo… quello in cui capisci che la festa sta finendo. Prepariamoci a un decennio impegnativo (ma sicuramente molto interessante).
Questo articolo ha una storia martoriata ed ha avuto una gestazione assai sofferta. La bozza è cresciuta lentamente man mano che mi informavo, studiavo e prendevo confidenza col mercato immobiliare tedesco, e quando il pezzo era ormai pressoché pronto alla pubblicazione é arrivato il CORONAVIRUS e tutto (o quasi) é cambiato.
È quindi entrata a gamba tesa la crisi mondiale causata da Sars-Cov-2, rompendo equilibri e sconvolgendo molte cose. Era di fatto totalmente insensato pubblicare un pezzo basato su una situazione economica, finanziaria e sociale ormai appartenente al passato. È stato necessario cancellare larghe parti dell’aricolo e ho dovuto iniziare una nuova fase di studio per capire che piega avrebbe preso il mercato immobiliare durante (e magari anche dopo) la pandemia.
Introduzione – I perché dell’Immobilienboom tedesco
A partire dal 2010, la Germania sta vivendo un boom immobiliare che non ha eguali nella storia della Repubblica federale. In alcune cittá tedesche i prezzi al metro quadrato sono quasi raddoppiati nel giro di 10 anni e questo trend di crescita continua tuttora, nonostante la situazione economica non esattamente felice. Due fattori principali hanno scatenato questa corsa al mattone senza precedenti:
1► La politica dei tassi bassi della BCE, che ha reso di fatto infruttifere alcune forme di risparmio molto amate in Germania: i tassi dei titoli di stato sono in negativo da anni e anche i libretti di risparmio, da sempre uno strumento molto amato dai tedeschi, hanno da molti anni rendimenti prossimi allo 0% e dal 2019 hanno iniziato a virare in negativo. Difatti è proprio dalla classe media tedesca che sono sempre arrivate le critiche piú feroci all’operato di Draghi, accusato di avere di fatto rovinato i risparmiatori tedeschi con la sua politica dei Nullzinsen (é proprio cosí: Draghi potrá probabilmente piacere alla politica tedesca, ma assolutamente non al tedesco medioborghese risparmiatore, che ha visto gli interessi dei suoi investimenti crollare e il sogno della casa di proprietá allontanarsi inesorabilmente). Al risparmiatore tedesco sono quindi rimaste solo due alternative: investire nei mercati finanziari oppure comprare immobili e metterli a reddito. Ed essendo i tedeschi per natura abbastanza avversi al rischio, si sono buttati in massa sull’acquisto di immobili da affittare. Aiutati anche dai tassi bassissimi che rendono molto conveniente indebitarsi (una cosa a cui i Tedeschi sono, per mentalitá, estremamente avversi: non é un caso se la parola Schuld, termine che in tedesco che significa debito, significa contemporaneamente anche colpa). Attualmente in Germania, se si possiede sufficiente capitale proprio, si puó accendere un mutuo a 10 o 15 anni con tassi inferiori all’1%. La rendita di un appartamento in affitto in Germania si attesta tra il 3% e il 5% annuo lordo del prezzo di acquisto. A ció va sommato l’incremento di valore dell’immobile stesso, che continua a salire ogni anno (nonostante il coronavirus). Quindi, anche indebitandosi, mettere un immobile a reddito é sempre una opzione molto redditizia. E i tedeschi hanno iniziato a farlo.
2► La seconda ragione dietro al boom immobiliare tedesco é la cresciuta attrattivitá della Germania come Paese ad alto richiamo migratorio. Negli ultimi 10 anni in Germania sono arrivati in media 500.000 nuivi immigrati ogni anno. La situazione é peró molto diversa da quella di altri Paesi come l’Italia: in Germania non arrivano solo Fluchtlingen (rifugiati) o immigrati a bassa scolarizzazione, bensí anche moltissimi lavoratori specializzati e altamente qualificati provenienti non solo dai Paesi EU in crisi (PIGS) ma anche dal continente asiatico e americano (a Darmstadt vi potete imbattere facilmente in Ingegneri Sudcoreani e Statunitensi che hanno liberamente deciso di trasferirsi qui, magari anche con famiglia). Non si tratta quindi solo di persone che si trasferiscono da da Paesi piú poveri; al contrario molti sono i professionisti provenienti da Paesi ricchi e sviluppati, che scelgono la Germania per per la qualitá della vita, per le tante possibilitá di sviluppo che offre e per il suo ottimo rapporto stipendi/costo della vita che rimane uno tra i milgiori al mondo. Le statistiche parlano chiaro: la Germania è la meta più ambita dai richiedenti della Carta Blu UE, profili altamente qualificati che hanno accesso a salari elevati. Inoltre nei prossimi 14 anni sono previsti in arrivo in Germania piú di 200.000 immigrati qualificati all’anno, senza contare poi rifugiati, ricongiungimenti familari e immigrati non qualificati. Tutte queste persone hanno bisogno di un posto dove vivere, e questo é uno dei fattori alla base della Wohnungsnot (emergenza appartamenti) che rende la ricerca di una appartamento in cittá una sfida ben piú difficile della ricerca di un lavoro. In tutte le cittá ad elevato potenziale attrattivo, tipicamente quelle in cui sono presenti Universitá, Aziende tecnologiche, Hub di innovazione teconologico/scientifica oppure grandi fabbriche e grandi stabilimenti, trovare casa é una autentica impresa, perché moltissime sono le persone che vogliono trasferirvisi e si mette in atto una vera e propria selezione (qui un mio articolo in cui approfondisco il tema). Questa situazione sta attraendo investitori immobiliari non solo internamente in Germania, ma ora anche dall’estero (soprattutto cinesi).
Per la chiudere questa introduzione, va detto che non si tratta solo di un fenomeno “tedesco”. Alcuni miei conoscenti attivi nel real estate in UK e in USA mi riferiscono di situazioni analoghe in atto in alcune zone dei Paesi dive vivono. Il potenziale ritorno dell’inflazione e l’incertezza della ripresa post-covid sta spingendo gli investitori in massa verso gli immobili vista anche la condizione dei mercati finanziari ormai da “troppo” tempo ai massimi livelli. Non a caso qualche giorno fa la CNN titolava: People are panic buying homes as prices skyrocket around the world. In tutto il mondo é iniziata una corsa a rifugiarsi nel mattone, e i prezzi stanno reagendo di conseguenza.
La situazione oggi
De facto, la Germania si trova in questo momento in una condizione di bolla immobiliare. Una bolla che tuttavia, a differenza di quella Italiana o Spagnola dei primi anni 2000, appare ben solida e molto lontana dal poter scoppiare.
In un mercato in condizione di bolla immobiliare, é chiaro che non é sempre conveniente comprare immobili a scopo abitativo (li paghi piú di quanto valgono) ma che l’acquisto di immobili a scopo di investimento (mettendoli a reddito o rivendendoli) é una opzione molto piú sensata. Ovviamente bisogna muoversi con circospezione per fiutare eventuali affari o eventuali fregature.
Presupposto fondamentale per poter investire in immobili in Germania é farsi un’idea precisa delle zone e dei valori delle mura a seconda delle location: é fondamentale conoscere quantomeno il vostro circondario, ma possibilmente allargare le proprie conoscenze della zona quanto piú possibile per capire quali sono le zone “in” e quelle “out” almeno all’interno del vostro Bundesland. Ci sono molti modi per farlo: potate affidarvi al passaparola tramite colleghi, conoscenti o amici; potete seguire i giornali e i notiziari, potete informarvi su Internet oppure (e lo consiglio) potete esplorare e vedere di persona. Non c’é come visitare una cittá o un quartiere “live” per farsi una idea di come si vive da quelle parti.
In linea di principio in Germania, come in ogni altra parte del mondo, vale la regola delle tre elle: die Lage, die Lage, die Lage (Location, Location, Location). La posizione di un immobile é il fattore fondamentale da tenere in considerazione per poter valutare quale sará la sua resa nel tempo. A tal proposito mi permetto di inserire un link a questo studio di Postbank, in cui sono indicate le zone della Germania a piú elevata probabilitá di crescita immobiliare in orizzonte temporale 2030 (é uno studio di aprile 2021 quindi ampiamente post-coronavirus). È un documento molto interessante a cui suggerisco di dare una veloce lettura. In particolare la mappa allegata all’articolo é di grande utilitá. È sulla location che si gioca una parte importante della strategia di investimento immobiliare, fatto salvo ovviamente rischi ed eventi imprevisti. È proprio il fattore “rischi ed imprevisti” che ha portato ad una quasi totale riscrittura di questo articolo e che ha cambiato alcune delle carte in tavola, anche riguardo al fattore location. Vediamo bene quali.
Cittá universitarie: la pandemia da Covid ha congelato le attivitá didattiche in presenza e causato una massiccia migrazione alla didattica online. Gli appartamenti per studenti in cittá come Heidelberg e Darmstadt si sono svuotati e la domanda é crollata. Se fino a febbraio 2020 si poteva tranquillamente dire che comprare un miniappartamento vicinanze universitá fosse un affare sicuro e redditizio, ora purtroppo non é piú cosí e nessuno puó dire se e quando tornerá ad esserlo. Nel mio condiminio a Darmstadt ci sono due piccoli monolocali affittati a altrettanti studenti: entrambi sono scomparsi a Marzo 2020 e da allora non li ho piú visti.
Piccoli appartamenti per giovani singles nelle grandi cittá allo stesso modo rischiano di diventare ora un investimento poco remunerativo. Il lockdown ha completamente distrutto il paradigma abitativo della grande cittá e la “big city life”. Se infatti ad un giovane professionista single fino ad un anno fa andava benissimo virere in un piccolo monolocale in cittá, in quanto trascorreva la maggior parte del suo tempo in ufficio, fuori a cena, partecipando a eventi culturali, o in giro tra happy hour e aperitivi, ora purtroppo non é piú cosí. Questo modello di vita é stato completamente scardinato dall’epidemia e potrebbe non tornare piú. Al giovane professionista ora si prospetta la possibilitá di lavorare da remoto da ogni parte del mondo, senza doversi fisicamente trasferire. Molti analisti presumono che questo trend fará sgonfiere molti mercati immobiliati “pompati”, tra cui ad esempio quello londinese.
Immobili commerciali: con la massiccia virata sullo smart working e homeoffice sono molti gli spazi commerciali e uffici che ora rischiano di rimanere vuoti nelle grandi cittá. E con loro potrebbero risentirne in modo significativo anche i ristoranti e bar delle aree commerciali cittadine, per i quali verrá meno buona parte del business delle pause pranzo. Ma non solo: anche il commercio al dettaglio ha subíto un forte contraccolpo e molti spazi commerciali adibiti a negozi e grandi magazzini resteranno vuoti. Basti pensare alla massiccia operazione di ristrutturazione e risanamento della Galeria Karstadt Kaufhof, la piú grande catena di grandi magazzini del Paese (verranno chiusi 62 grandi magazzini su un totale di 172). E sono state molte le catene, come ad esempio Adidas, Puma, Deichmann, che hanno bloccato i pagamenti degli affitti a causa della crisi Covid; mentre altre come C&A hanno richiesto a gran voce una riduzione dei canoni di affitto. Ma c’é anche chi, purtroppo, non é riuscito a salvarsi ed é definitivamente caduto sotto i colpi inferti dalla Coronakrise: la catena di ristorazione Vapiano, presente con moltissimi ristoranti in tutta la Germania, ha dichiarato fallimento pochi mesi dopo il primo lockdown. Insomma, per i locatari di immobili a uso commerciale si prospettano tempi duri.
Abbiamo quindi tre forme di investimento immobiliare che, a mio parere, sono al momento da escludere: immobili commerciali, appartamenti per studenti, appartamenti per giovani e singles. Questi sono tipi di immobile sui quali nei prossimi anni non metterei un singolo euro. Se proprio si punta a investire qui, sarebbe meglio aspettare e tenere sotto sorveglianza il trend.
Wohnen muss man immer!
Cosa resta quindi? Resta tutto ció a cui proprio non si puó rinunciare ovvero abitare e i generi di prima necessitá.
Il coronavirus ha creato un nuovo trend e ha valorizzato e ridato importanza alla casa come nuovo porto sicuro per le persone e le famiglie. I lockdown intermittenti e le limitazioni alla libertá personale che hanno caratterizzato l’ultimo anno (e che probabilmente caratterizzeranno quelli a venire) hanno rovesciato molti paradigmi abitativi, soprattutto nella vita delle grandi metropoli: la casa non é piú il posto in cui si dorme e basta, ma diventa ora l’hub di tutte le nostre attivitá.
Nel nuovo mondo dominato dallo smart working e dall’homeoffice, con libertá di movimento limitata, asili e scuole aperti a intermittenza, piscine e palestre chiuse per molti mesi all’anno, la casa dovrá ora diventare polivalente ed essere anche ufficio, asilo nido, fitness center e (perché no) centro benessere. Questo trend é stato battezzato “Cocooning” termine inglese che descrive la necessitá di crearsi un proprio nido o “bozzolo” di benessere e di abitabitá piacevole e confortevole. Il boom di Ikea e di tutte le catene attive nel settore casa, che nel dopo-lockdown della scorsa estate hanno fatto segnare vendite record e hanno mantenuto un solido trend di ricavi anche durante tutte le successive ondate, mostra come il trend sia giá partito. La rinomata societá di analisi e consulenze aziendali Accenture ha definito, in un suo recente documento, quello appena cominciato come “il decennio della casa” [link all’articolo].
Nei prossimi anni vedremo quindi piú valorizzate:
Case piú grandi, piú spazio
Grandi terrazze e giardini
Il quadrilocale diventerá prevalente sul trilocale: sará importante poter disporre di una stanza-ufficio ; una coppia dovrá avere la possibilitá di poter lavorare in homeoffice e fare remote calls contemporaneamente, senza darsi fastidio l’un l’altro
Case fuori cittá, lontane dai grandi centri urbani
Case in cittá piccole, ma ben servite con mezzi di trasporto e servizi
Cittá come Bensheimpotrebbero a breve diventare i nuovi hotspot del boom immobiliare tedesco: piccoli centri, piacevoli, ben collegati, vicini alla natura, in grado di offire una ottima qualitá della vita lontani dal caos delle grande cittá conservando un alto livello di servizi. Non trattandosi di agglomerati urbani in cui si concentra il grosso delle opportunitá di lavoro, queste cittá offrono oggi prezzi immobiliari piú accessibili rispetto alle quotazioni infuocate delle grandi cittá come Francoforte e delle medie cittá come Darmstadt. Ma ora il lavoro da remoto potrebbe cambiare tutto. E infatti i primi studio paiono confermare che dall’inizio della pandemia i prezzi fuori cittá hanno iniziato a crescere con lo stesso trend delle grandi cittá.
Questo cambiamento rappresenta, purtroppo, una brutta notizia per i “piccoli investitori” perché gli appartamenti alla portata di chi non ha molto capitale sono diventati ora estremamente meno redditizi. Un piccolo monolocale in cittá, da affittare ad uno studente o ad un single, era un ottimo investimento fino ad un anno fa, ma oggi non lo é decisamente piú.
Comprare in cittá un trilocale o un quadrilocale da affittare ad una famiglia o ad una giovane coppia diventa molto pesante da un punto di vista finanziario, se non si ha capitale a sufficienza. Nel mio articolo del 2019 ho analizzato quanto sia gravoso comprare un trilocale in una cittá media in Germania se non si ha capitale da parte [link all’articolo].
Rimane quindi una possibilitá, ovvero quella di spostarsi verso zone meno costose ma potenzialmente appetibili e suscettibili di rialzi nell’ottica della rivoluzione del mondo del lavoro attualmente in atto. Come giá menzionato qualche paragrafo piú su, una regola basilare degli investimenti immobiliari vuole che affinché un immobile a scopo abitativo abbia una buona resa, esso va acquistato in zone dove c’é abbondanza di lavoro. Questa é una regola di base universale e non si scappa. Tuttavia abbiamo giá visto piú volte come in Germania nelle zone ad elevata densitá di opportunitá lavorative i prezzi siano ormai troppo elevati quando non proibitivi. Bisogna quindi a mio avviso anticipare le tendenze del mercato e spostarsi verso centri piú lontani dalle grandi cittá ma con elevata qualitá della vita.
Una buona parte delle famiglie e delle giovani coppie in Germania continua a prediligere l’affitto (nonostante la percentuale di chi vuole vivere in casa di proprietá sia in crescita) e non bisogna dimenticare che, come citato all’inizio di questo post, un sacco di nuovi immigrati arriveranno, attirati dal lavoro. Quindi un immobile in buona posizione, vicino al lavoro, avrá sempre successo, se non altro per i prossimi 10 o 15 anni almeno. Io credo che quindi scegliere strategicamente zone in cui vi sono molte aziende e molto lavoro, puntando su cittá non eccessivamente quotate ma che siano in prossimitá degli hotspot lavorativi e che permettano di raggiungere agevolmente questi ultimi con mezzi pubblici o infrastrutture stradali, sia la mossa piú sensata alla portata del “piccolo investitore”.
Ci sono ovviamente diversi “target” a cui si puó puntare nel delineare le propria strategia di immobile da mettere a reddito: si puó decidere di puntare al giovane immigrato ad elevata qualifica che si trasferisce in Germania per lavoro, allo studente, alla giovane coppia che va a vivere insieme, alle famiglie con figli piccoli, oppure ai pensionati. È chiaro che al cambiare del target cambia anche l’immobile che si va ad acquistare: una famiglia difficilmente accettetrá di vivere in un monolocale da studenti mentre un giovane expat single non sa che farsene di un trilocale da 100 mq.
Il piccolo investitore alla ricerca di un buon affare immobiliare in Germania dovrá innanzitutto scegliere il suo budget, poi il suo target, e successivamente la zona; poi, monitorare il mercato e restare “in agguato” per le occasioni di acquisto che si presentano.
Ho messo il budget prima del target in quanto il primo parametro applica automaticamente un filtro sui possibili target: se ad esempio non si hanno abbastanza risorse economiche per comprare un trilocale, il target “famiglie” é automaticamente escluso.
Calcolatrice alla mano
Quando si acquista a scopo di Kapitalanlage bisogna saper fare discretamente bene i conti. È infatti indispensabile saper gestire qualche nozione base di calcolo finanziario e calcolo attuariale siccome si avrá a che fare con interessi, percentuali e rendite. Non voglio addentrarmi in nozioni di matematica finanziaria in questo post, e cercheró di rimanere il piú “semplice” possibile ma siate ben consapevoli del fatto che, qualora vogliate davvero intraprendere la via del Kapitalanleger, saper fare bene i conti é un must!
Comprare casa a scopo di investimento vi pone di fronte a una serie di variabili:
Innanzitutto il prezzo dell’immobile che volete comprare. Da esso dipendono anche i Kaufnebenkosten ovvero i costi accessori all’acquisto: provvigione, costi notarili e la mazzata finale che risponde al nome di Grunderwerbsteuer!
I Nebenkosten dell’immobile ovvero le spese condominiali mensili. Se sono troppo alti possono rendere l’immobile scarsamente attrattivo per eventuali interessati. Potreste ritrovarvi costretti a scendere con il canone di affitto per attirare inquilini!
Se non avete Eigenkapital sufficiente a coprire l’intero costo dell’immobile, dovrete accendere un Baufinanzierung . Numerosi parametri permettono di personalizzare e adattare il finanziamento alle vostre esigenze.
La rendita dell’Immobile ovvero le entrate corrispondenti all’affitto. In questo caso un ottimo strumento per orientarsi é il Mietspiegel di Immobilienscout24 ma anche una rapida occhiata agli annunci riguardanti gli immobili della zona permette di farsi un’idea del prezzo/mq che potrete applicare.
Supponiamo che rientrate nel novero delle pesone normali con redditi e patrimoni normali (come me) e che quindi per il vostro primo Kapitalanlage dovrete accendere un Baufinanzierung. In questo caso, affinché l’immobile vi dia una rendita positiva, dovrete essere in grado di colcolare:
La entrate mensili attese nette. Sí, perché non bisogna assolutamente fare l’errore di considerare l’affitto che vi paga l’inquilino. L’affitto, ovviamente, va tassato, e a voi a fine anno viene in tasca solo una parte di quello che vi paga l’inquilino. In Germania le entrate da affitto si sommano al vostro reddito e vengono quindi tassate con la corrispondente aliquota della Lohnsteuer. Tuttavia, é possibile detrarre gli interessi del Baufinanzierung nonché una quota di ammortamento dell’Immobile pari al 2% annuo.
Le uscite mensili attese che saranno la rata dal finanziamento, la parte di Nebenkosten non imputabile all’inquilino piú eventuali spese straordinarie o ordinarie.
Visto che in molti casi si fa prima con un esempio e in quanto ingegnere sono un grande fan dell’approcio “i numeri parlano da sé”, ecco qui, opportunamente semplificato, un calcolo valido per un bilocale sui 65 mq a Darmstadt (target: giovane coppia / giovane expat).
I dati sul Baufinanzierung sono stati calcolati con il calcolatore online di Commerzbank che é abbastanza affidabile anche se poi in realtá il tasso di interesse che ti viene proposto “al vero” in banca é sempre leggermente piú alto rispetto al calcolatore online (la ragione é che il calcolatore online presuppone credenziali finanziarie Schufa di livello infinito, praticamente come se stesse chiedendo un finanziamento Jeff Bezos). Il canone di affitto invece deriva dai dati estratti dell’attuale Mietspiegel per i bilocali a Darmstadt-Bessungen, che per Aprile 2021 vede il valore mediano a 12,8 € al metro quadro. Il prezzo di acquisto rispecchia la valutazione attuale di un bilocale (non nuovo) a Darmstadt-Bessungen, circa 4000 € al metro quadro. Per semplicitá ho assunto la Lohnsteuer pari al 42%.
Dalla tabella si evidenzia subito una cosa: il cash flow é.. negativo! Ma come é possibile? Che razza di investimento é un affare in cui si va in perdita? Come ho giá detto, per investire in immobile é necessario fare un minimo di conti e ragionare in ottica di lungo periodo per fare corrette valutazioni. Nel caso della tabella si apprezza come, incassando 850 Euro di affitto e pagando 720 Euro di rata del finanziamento, si va comunque in cash flow negativo. Il motivo é semplice: bisogna considerare le tasse, ovvero il netto. Al netto delle tasse, non incassiamo 850 Euro al mese, ma in realtá poco piú di 700, quindi a fine anno ci troviamo in negativo di circa 600 Euro.
Quindi questo investimento non conviene? Non é detto. Con il muto a tasso fisso abbiamo bloccato la rata per 20 anni, mentre invece altrattanto non puó dirsi dell’affitto. Ma quanto potremo aumentare il canone di affitto nel tempo? In aiuto ci viene sempre il Mietspiegel che grazie allo storico dei dati ci mostra come gli affitti per bilocali a Darmstadt nel periodo 2010 – 2020 sono aumentati mediamente del 2,9 % all’anno.
Calcoliamo quindi di rivalutare l’affitto del 5% con cadenza biennale attraverso uno Staffelmiete (conservativamente leggermente al di sotto dei valori del Mietspiegel) ed ecco che:
Ecco come quindi l’investimento genera un cash flow annuo netto positivo giá dopo qualche anno. In sostanza, pur continuando a pagare il mutuo, a meno di una decina di anni dall’acquisto abbiamo un interessante cash flow netto che va ad aggiungersi al nostro reddito netto annuo. E in piú, siamo proprietari di un asset (un immobile in ottima posizione a Darmstadt) che con ogni probabilitá in questi 10 anni ha pure incrementato significativamente il suo valore. È altrettanto chiaro che tanto piú Eigenkapital metteró nell’acquisto, tanto prima potró vedere un cash flow positivo. È per questo che a mio avviso una rata del finanziamento non troppo alta é sempre un presupposto importante (anche in ottica rischi) come giá ho spiegato nel mio post aggoirnato sul comprare casa in Germania nel 2021. Una rata troppo alta vanifica il cash flow e rende l’investimento non remunerativo.
Il calcolo che ho mostrato qui é abbastanza semplificato e voglio che serva per dare un’idea. Infatti, un calcolo professionale e attento, da vero investitore, dovrebbe considerare la Grundsteuer (ok, non si tratta di molto, qualche centinaio di € all’anno), le spese straordinarie (con un po’ di calcolo probabilistico tenendo conto dell’etá dell’immobile) e l’inflazione, andando ad attualizzare al valore odierno le cifre future dei cash flow positivi sulla base di un tasso di inflazione presunto. Andrebbe inoltre considerato il fatto che probabilmente gli affitti non potranno aumentare all’infinito con il ritmo degli anni 2010 – 2020 altrimenti si andrá incontro ad una situazione di emergenza abitativa per i ceti medio-bassi; per cui c’é da aspettarsi prima o poi un effetto di “dumping” con il raggiungimento di un plateau. Nei miei calcoli di solito piazzo questo effetto a 12-14 anni nel futuro. È bene fare diversi calcoli con diversi scenari. Soprattutto ora, che potremmo assistere ad un ritorno dell’inflazione generalizzata, si aprono potenziali nuovi sviluppi che fino a un anno fa non avrei potuto considerare.
Inoltre va effettuata anche una analisi dei rischi; pesando, con il tradizionale metodo impatto per probabilitá, possibili eventi che impatterebbero sul nostro investimento. Cosa succederebbe se, ad esempio, nel 2022 una nuova coalizione di governo Verdi-SPD-Linke varasse un severissimo Mietdeckel nazionale , regolando per legge gli affitti? E se invece le nuove politiche green , volute da sempre piú forze politiche, causassero un pesante ridimensionamento dell’industria tedesca, abbattendo posti di lavoro e interrompendo il flusso di immigrati qualificati verso la Germania? Eventi improbabili, ma che non si possono escludere a priori.
È quindi importante mettere a punto un proprio strumento di calcolo (anche excel va benissimo) sofisticato quanto basta per poter supportare questi conti. In questo modo si possono testare diversi scenari e capire quali mosse fare (e non fare) nel proprio approccio all’investimento immobiliare. Esistono anche templates excel preconfezionati pensati apposta per i Kapitalanleger, in cui sono giá preimpostati tutti i calcoli del caso. Si tratta di strumenti molto dettagliati e utili (e infatti non sono gratis). Con qualche ricerca su Google si possono trovare diversi esemplari.
E se non posso/voglio comprare un immobile?
È chiaro che acquistare un immobile é un impegno, é un rischio, consuma tanto tempo e risorse. Non é alla portata di tutti perché serve un discreto Eigenkapital, ed é una scelta che condiziona di molto le nostre strategie di risparmio/investimento future. Non tutti possono o vogliono farlo. C’é poi anche il fattore impegno: avere un inquilino da gestire é comunque una occupazione in piú, quando non c’é bisogna cercarlo, se si vuole affidare la questione ad una agenzia sono costi in piú, ecc…
Insomma, se si volesse approfittare del boom immobiliare tedesco senza peró doversi sobbarcare l’acquisto di un immobile, come si puó fare?
Esistono invero alcune interessanti forme di investimento alternativo, quali ad esempio:
Crowfunding immobiliare: queste forme di finanziamento di progetti immobiliari sono diventate molto popolari a seguito del boom immobiliare in Germania. SI tratta di progetti immobiliari in cui una parte del finanziamento per la costruzione é affidata a societá di crowfunding che raccolgono capitale da investitori ai quali viene restituito il capitale piú una rendita a progetto ultimato. I rendimenti di questi progetti sono tra il 4% e il 7% (lordi) e durano di solito tra i 2 e i 4 anni. ovviamente un rendimento simile non é esente da rischi; l’impresa costruttrice potrebbe fallire, il progetto potrebbe andare male e le unitá abitative potrebbero restare invendute. Un sito di crowfunding immobiliare molto popolare é Zinsbaustein.
Fondi di investimento alternativi (AIF): gli Alternative Investmentfonds includono anche i fondi immobiliari come ad esempio i fondi Immochance Deutschland Renovation che ogni anno finanziano progetti di rinnovo di immobili abitativi e commerciali in tutta la Germania oppure Verifort Capital HC1 che invece finanzia immobili sociali e case di cura. Si tratta di fondi che generalmente hanno una durata di 8-10 anni e staccano cedole interessantissime (dal 3% al 6% lordi).
Parliamo ovviamento di prodotti non esenti da rischio. Del resto, rendimenti del genere di questi tempi non arrivano senza una componente di rischio. È quindi importante diversificare e (opinione personale) non puntare troppo sul singolo progetto. Va detto che, ad oggi, non sono a conoscenza di nessun progetto di crowfunding immobiliare fallito.
Se peró siete alla vecchia maniera e preferite toccare “con mano” il vostro investimento acquistando fisicamente un immobile, la mia guida all’acquisto di immobili in Germania potrebbe esservi di aiuto.