Chi vive in Germania, anche qualora non possedesse adeguata proficiency nella lingua tedesca, non può non prendere confidenza con determinati termini che ricorrono con veemenza nella vita di tutti i giorni. Uno di questi termini è Personalmangel: letteralmente tradotto, significa carenza di personale.
Ovunque in Germania ci si lamenta di Personalmangel: nel commercio, nel manifatturiero, nei servizi, nelle cliniche, negli uffici pubblici. Quando il cittadino o il cliente deve sorbirsi un ritardo o un disservizio, è sempre la motivazione numero uno: Personalmangel.
Ma perché in Germania, così diffusamente e cronicamente, mancapersonale?
Le ragioni sono diverse.
1) Vi è effittiva scarsità di alcune abilità e competenze: il sistema Germania è in cronica carenza di figure skillate, per le quali la richiesta supera abbondantemente ciò che è disponibile sul mercato: è il caso, ad esempio, di medici e infermieri, ma anche dei camionisti e dei trasportatori. Ma non solo: provate a prenotare un Handwerker (artigiano) per qualche lavoro edilizio, e vedete un po’ quando vi dà disponibilità. Se va bene, l’anno prossimo. Tutto ciò ha a che fare sia con la pressoché ininterrotta crescita economica del Paese avvenuta durante l’era Merkel, sia con il profilo demografico di un Paese che (come già faceva giustamente notare un mio lettore in un commento) diventa inesorabilmente sempre più vecchio e avrá sempre meno popolazioe in etá lavorativa.
2) La concorrenza tra datori di lavoro lascia il settore pubblico a bocca asciutta: già anni fa scrivevo della decisione della Heag Mobilo di sospendere una linea di tram a Darmstadt a causa della mancanza di personale per le manutenzioni, ora sempre a Darmstadt si è manifestato (ormai da più di un anno) un altro caso clamoroso, quello della carenza di personale all’Ausländerbehörde. I tempi di attesa standard per un semplice rinnovo di permesso di soggiorno a Darmstadt superano ormai i 10 mesi e sono tantissimi i residenti stranieri che a causa dei disservizi e delle enormi attese presso l’ufficio immigrazione hanno avuto problemi con i loro datori di lavoro e con i loro padroni di casa, non potendo presentare un titolo di soggiorno valido. Molti di loro hanno dovuto adire le vie legali per ottenere l’agognato documento. Chi non poteva permettersi un legale per sollecitare la propria pratica, ha finito per perdere il lavoro o la possibilitá di iscriversi all’universitá. [1] La ragione di tutto questo? Personalmangel. La città di Darmstadt a quanto pare paga talmente male i dipendenti del comune, che questi hanno fatto tutti le valigie e hanno trovato altri impieghi, nel privato o nelle città vicine. L‘Ausländerbehörde è rimasto (e rimane) così drammaticamente sottostaffato, e il Comune non ha nessuna intenzione di alzare gli stipendi.
3) Ci sono poi i lavori che nessuno vuole più fare: la storia recente, segnata dall’epidemia di Covid-19, porta l’esempio emblematico della ristorazione e degli Hotel. Una fetta importante degli attivi che lavorava in questi rami ha abbandonato il settore a partire dal 2021, cambiando mestiere e approdando tra le mura più “sicure” dell’industria, della manifattura e della logistica. Questo, unito alla paura di un possibile nuovo lockdown invernale in arrivo nei prossimi mesi, fa sì che per i proprietari di ristoranti e hotel in questo momento trovare personale sia una impresa impossibile. E non è difficile notarlo, basta andare in un qualunque ristorante o bar e guardare quanti sono i camerieri oggi rispetto a quanti erano due anni fa, prima dell’epidemia. Anche per coloro i quali sarebbero disposti a fare qualunque lavoro, ad esempio gli immigrati a bassa qualifica, ristorazione e hotel non rappresentano un’opzione percorribile in quanto gli Ausländerbehörde sono restii a rilasciare permessi di soggiorno a lungo termine per i lavoratori in questi settori, considerati “poco stabili” proprio in virtù dell’incertezza legata all’epidemia.
4) Alle Aziende (e non solo) piace risparmiare e questo piú che un problema “tedesco” é ormai una tendenza assodata in tutto il mondo: in molte realtá si accetta a cuor leggero di avere meno personale del necessario, a prezzo anche di tangibili inefficienze e disservizi, pur di far quadrare i bilanci a fine anno. Ed é specialmente il caso di tutte quelle organizzazioni in cui lo stekeholder che subisce il disagio/disservizio detiene molto meno potere dello stekeholder interessato ai costi, come i servizi pubblici, la sanitá, e piú in generale tutte quelle attivitá in cui il “cliente” non ha vere alternative a cui rivolgersi e quasi nessuna carta in mano per farsi valere. Questo fa sí, oltretutto, che il personale che resta in servizio diventi ancora piú sconfortato e frustrato, in quanto oltre a operare in condizione di perenne superlavoro si deve pure beccare le sfuriate dei clienti. Cosí, sempre piú persone decidono di andarsene, e ci si trova poi al punto 2. In un circolo vizioso che per ora non vede soluzione. Questo fa sí che in alcuni uffici pubblici, in Germania, si puó aver a che fare con disservizi abbastanza importanti. Le differenze sono talvolta abissali: capita di trovare uffici completamente digitalizzati, con impiegati gentilissimi, in cui tutto fila via veloce e liscio come l’olio (mi vengono in mente, ad esempio, tutti gli uffici del Kreis Bergstraße ma anche la Zulassungstelle di Darmstadt) cosí come di scontrarsi con situazioni al limite dell’insopportabile, come l’Ufficio immigrazione di Darmstadt. Purtroppo anche l’efficienza tedesca si é scontrata, ormai da anni, con la necessitá imperante di fare tutto al risparmio.
E la Personalmangel tedesca é in molti casi diretta discendente di tutto ció.
Ci sono i posti che non ti aspetti, quelli in cui capiti quasi per caso, e sicuramente Dreieichenhain risponde bene a questa descrizione. Piccola frazione di Dreieich, cittá di 30.000 anime poco piú a sud di Francoforte, é di fatto un minuscolo borgo a sé stante con tanto di antica cinta muraria medievale, annesso castello e piccolo lago artificiale.
Il borgo ha origini molto antiche, si trattava originariamente di un piccolo villaggio legato ad una vasta riserva di caccia imperiale (Wildbannforst), che un tempo occupava gran parte dei boschi di questa zona. Il viale principale che connette le due porte ai lati opposti della cinta muraria é lungo circa 300 metri, parliamo quindi di un borgo molto piccolo, esplorabile in ogni suo angolo nel giro di poco tempo!
Cartello con i principali punti di interesse di Dreieichenhain
Le due porte di ingresso al borgo sono dislocate lungo un asse est/ovest: la porta ad ovest, denominata Untertor, é collegata al piccolo castello che domina il borgo, il Burg Hayn. Oggi del castello non é rimasto moltissimo, difatti é considerato una Ruine; sono tuttavia ben visibili i muri e una torre. Questo castello era la residenza per i curatori della riserva di caccia imperiale, ed era usato anche dall’imperatore in persona durante le battute di caccia. Si tratta di rovine dalle origini molto antiche: la costruzione del primo Burg Hayn é datata a metá dell’uncicesimo secolo, seppur poi negli anni si sono susseguiti diversi ammodernamenti e ricostruzioni.
Una volta entrati in Dreieichenhain passando dalla Untertor, ci si trova sulla via principale del piccolo borgo. È questa una piccola e pittoresca vetrina di attivitá commerciali incastonate in tipiche case in legno e muratura di due secoli fa, splendidamente curate e conservate.
All’ingresso lato cittá, in prossimitá della Obertor, si possono trovare alcune informazioni sia storiche che pratiche sulla visita di Dreieichenhain. Vista la sua conformazione molto raccolta, non serve molto tempo per girare tutto il piccolo borgo medievale anzi, se si va a passo spedito in mezz’ora si vede praticamente tutto!
È quindi secondo me una meta indicata piú per una sosta in stile “slow tourism” dedita al riposo e al relax, piuttosto che non ad una visita veloce. Se siete dalle parti di Francoforte, puó essere una interessante idea per spendere un pomeriggio o una serata mangiando un gelato oppure concedendosi una sosta per un caffé, un bicchiere di vino o magari perché no, cenare in qualche ristorante tipico; senza eccessivo impegno e senza camminate chilometriche. E con l’occasione scattare anche qualche foto carina.
Il borgo medievale di Dreieichenhain si raggiunge agevolmente in treno (stazione Dreieich-Dreieichenhain) oppure in auto, con un comodo parcheggio proprio nelle vicinanze del castello.
Le elezioni per il Bundestag di quest’anno sono certamente tra le piú movimentate e incerte degli ultimi decenni: il 26 Settembre prossimo i Tedeschi saranno chiamati alle urne a decidere chi guiderá il Paese per i prossimi 4 anni, e dopo mesi di serrata campagna elettorale quello che si profila all’orizzonte ha tutto l’aspetto di un drastico ribaltone. Con la dipartita di Angela Merkel si chiude una storica era di continuitá in Germania, una progressione durata 16 anni in cui la Cancelliera ha governato (piú o meno compatte) coalizioni di centro (Unione-SPD) e di centrodestra (Unione-FDP).
Opinione squisitamente personale: se fossi tedesco, sarei contento di questi 16 anni di Merkel. La disoccupazione é bassissima, il rapporto stipendi/costo della vita é tra i migliori al mondo, l’economia non ha mai smesso di andare bene dal 2009 in poi, il “Sistema Paese” Germania funziona bene, é competitivo, e continua a rivestire il suo ruolo nel mondo nonostante una globalizzazione imperante e la crescita rampante di nuove superpotenze economiche (Cina sopra a tutte) e si é dimostrato robusto e resiliente anche in occasione della pandemia.
La leadeship di Merkel é basata sull’autorevolezza e sull’esperienza: una leadership calma, ferma e decisa a sufficienza, ma mai autoritaria. Si é dimostrata, negli anni, capace di gestire situazioni anche molto pesanti. Il suo unico grosso neo é forse la crisi dei migranti del 2015, in cui la WiIlkommenpolitik ad ogni costo non é stata esente da pesanti conseguenze e diffuso malcontento (e crescita del consenso delle estreme destre).
Ora peró, é forte piú che mai la voglia di cambiamento. È comprensibile: 16 anni sono davvero tanti, un ipotetico 30enne tedesco di oggi ha praticamente sempre visto Merkel e CDU al governo da quando ha 14 anni; c’é tanto astio, soprattutto da parte delle nuove generazioni, nei confronti della Unione CDU+CSU, che da tanti giovani é ormai visto come il partito dell’establishment, dei ricchi, delle Elite finanziarie e dello status quo. Le ragioni di questo astio sono diverse: l’aumento degli affitti e il boom immobiliare, l’aumento delle ricchezze e dei redditi che ha principalmente interessato il ceto medio e il ceto alto, la disparitá di trattamento pensionistico e previdenziale tra le generazioni silver age e le attuali generazioni di millenials, le politiche climatiche non abbastanza coraggiose e incisive. Un sentiment che é ben riassunto nei video del giovane e seguitissimo Youtuber tedesco Rezo, che piú volte nei suoi popolarissimi monologhi da milioni di vislualizzazioni ha “distrutto” l’Unione CDU/CSU con attacchi molto pesanti e precisi. [1] A tutto si é poi aggiunto un cospicuo numero di scandali che ha interessato proprio il partito di Angela Merkel, i cui membri, anche in piena pandemia, sono stati al centro di inchieste riguardanti finanziamenti e favori. Scandali che non hanno risparmiato neppure il canditato cancellriere Laschet. [2]
Questo si é tradotto in una altalena incredibile che ha visto le cifre dei sondaggi ballare come mai visto fino ad ora. La buona gestione delle prima ondata delle pandemia e l’improvvisa popolaritá del ministro della Salute Jens Spahn avevano regalato, verso la metá dello scorso anno, una decisa e inaspettata risalita di gradimento nei confronti dell’Unione CDU/CSU. [3] SItuazione che peró non é durata molto: la devastante seconda e terza ondata e il lunghissimo lockdown durato da ottobre 2020 fino alla fine di maggio 2021 hanno fatto rapidamente crollare i consensi dell’Unione, colta totalmente alla sprovvista dal violento ritorno del Covid-19 a fine 2020. Cosí a inizio 2021 e in primavera i Verdi sono stati protagonisti di un hype incredibile: non appena annunciata la candidatura di Annalena Baerbock i consensi sono saliti alle stelle fino al clamoroso sorpasso alla Unione che li ha visti diventare primo partito in tarda primavera. [4] I Grünen sono stati tuttavia incapaci di capitalizzare e consolidare questo successo: alcune gaffe ed errori di Annalena Baerbock hanno fatto rapidamente perdere al partito ecologista il terreno conquistato a inizio anno, con un ritorno dell’Unione in cima alle preferenze. [5] Il ritorno dell’Unione come prima forza politica nei sondaggi é peró durato poche settimane: a sorpresa, é stato l’SPD di Olaf Scholz la verá novitá delle ultime settimane. Partendo da una situazione di crollo di consensi e di gradimento, i socialdemocratici hanno recuperato terreno a velocitá impressionante, complici probabilmente gli errori bipartisan di Verdi e Unione. In particolare l’incapacitá dei Verdi di mantenere il primato nei sondaggi é stata probabilmente la causa di questo improvviso ritorno di popolaritá dell’SPD, che aveva visto, negli ultimi mesi, molti dei propri elettori virare verso il partito ecologista. [6]
Abbiamo quindi una situazione dinamica e incerta piú che mai: nei sondaggi vi sono stati quattri cambi al vertice negli ultimi 6 mesi e ora, a tre settimane dal voto, sembra essere delineata questa situazione:
SPD – Circa 25% Unione – Circa 20% Grüne– Tra 16% e 19% FDP – Tra 11% e 13% Die Linke – Circa 7% AfD– Circa 11%
Con i numeri attuali, la coalizione piú probabile per ottenere una maggioranza assoluta e stabile é una supercoalizione di centrosinistra formata da SDP, Grüne e la sinistra radicale di Die Linke: la cosiddetta coalizione rot-rot-grün (rosso-rosso-verde). Uno scenario pressoché inedito nella Germania post-riunificazione (vi furono i due Governi Schröder, ma senza sinistra radicale) che aprirebbe prospettive del tutto nuove dando un taglio netto ai 16 anni di governi targati Merkel e CDU. Una simile supercoalizione di sinistra comporterebbe con ogni probabilitá:
Aumento delle (giá elevatissime) imposte sul reddito per le fasce di reddito medie e alte
Vermögensteuer: tassa patrimoniale
Aumento del costo di carburanti e riscaldamento in conseguenza della tassazione della CO2: la benzina potrebbe facilmente superare i 2 euro al litro in pochi anni
Sensibile incremento dell’imposizione fiscale sulle automobili, sugli immobili, sulle rendite finanziarie; feroce tassazione e disincentivo di tutto ció che é “inquinante” (“Auto Fahren muss teuer werden“)
Imposizione di obiettivi di emissioni zero all’industria, con incremento dei costi di produzione
Imposizione di un calmiere sugli affitti (che potrebbe – forse – far scoppiare la bolla immobiliare tedesca)
Contemporaneamente, si potrebbe assistere a:
Incremento di sussidi e benefit per le fasce di reddito piú basse; estensione o totale riforma dell’Hartz IV
Riforma e ristrutturazione delle pensioni, con possibile incremento dei contributi pensionistici a carico dei redditi piú alti
Riforma del sistema sanitario con abolizione della distinzione tra GKV e PKV e introduzione della Bürgerversicherung, con contributi piú elevati a carico dei Gutverdiener
Incremento del salario minimo
Ulteriore apertura e facilitazione delle politiche di accoglienza e immigrazione
Importanti incentivi e vantaggi per la mobilitá elettrica (biciclette e auto elettriche) e per relative infrastrutture private di ricarica
Obbligo di pannelli solari (con incentivi) su tutte le case nuove e su tutte le ristrutturazioni
Importantissimi investimenti nelle infrastrutture ferroviarie
Importantissimi investimenti nell’eolico e nelle energie pulite
Non ultimo, rot-rot-grün potrebbe rappresentare anche un vantaggio per l’Italia. Draghi potrebbe infatti trovare in un governo a trazione socialdemocratica un partner piú flessibile e “solidale” con cui rinegoziare il patto di stabilitá europeo e ottenere piú facilmente aiuti economici.
Per quanto riguarda il clima e la carbon neutrality, vero leit motiv di questa campagna elettorale e primo driver della grande crescita dei Verdi, mi si lasci dire che la scommessa é di quelle molto pesanti. Potrebbe rivelarsi vincente, e rappresentare l’inizio di una nuova era mettendo la Germania in pole position come prima economia sviluppata decisa a raggiungere la neutralitá climatica. Se le altre economie sviluppate decidessero di seguire l’esempio, questa scelta renderebbe la Germania capofila del cambiamento e rafforzerebbe la sua posizione di leadership. Se la scommessa peró si rivelasse perdente, e la Germania si ritrovasse da sola ad autoimporsi costosissimi target di neutralitá climatica, soffocando la propria industria e perdendo competitivitá, mentre il resto del mondo va avanti per la propria strada fregandosene dei target di emissioni zero, potrebbe rappresentare l’inizio di un devastante declino. Parliamoci chiaro: sono convinto che il proposito sia nobile e vada perseguito, ma bisogna andarci cauti e cercare di non volere tutto subito o cercare di fare i “primi della classe”, perché potrebbe costare molto caro.
Tuttavia, prima di addentrarsi ulteriormente negli scenari possibili, meglio fare un passo indietro e lasciare questi discussioni per il “dopo”.
Prima di tutto, quanto é realistica una coalizione rosso-rosso-verde? A mio avviso non moltissimo. Die Linke, il partito di sinistra piú estremo in Germania, ha nel proprio programma di governo richieste che sono (sulla carta) irricevibili sia per Verdi che per SPD: Die Linke intende infatti lasciare la NATO, ridimensionare l’industria tedesca degli armamenti interrompendo l’export di armi, introdurre il Mietdeckel obbligatorio a livello nazionale (regolare i prezzi degli affitti per legge) nonché un tangibile incremento delle imposte per i redditi medi e alti. Decisamente richieste troppo impegnative anche per due partiti “tifosi” del sociale come Verdi ed SPD.
Una alternativa piú equilibrata e bilanciata verso il centro sarebbe la cosiddetta coalizione Ampel (semaforo) ovvero rosso-giallo-verde, con i liberali del FDP al governo insieme a Verdi e Socialdemocratici. Anche questa coalizione é peró a mio avviso estremamente improbabile: Verdi e FDP sono assai distanti su moltissimi temi (immigrazione in primis) e il fallimento di Angela Merkel nel formare la coalizione Jamaica nel 2017 lo dimostra. Forse Ampel é persino piú improbabile di rot-rot-grün.
Una alternativa potrebbe essere una grande coalizione di centro con SPD, Unione e Verdi. Uno scenario tuttavia anch’esso inedito e che pone diverse questioni di non poco conto: viene da chiedersi, infatti, se l’Unione accettebbe mai di entrare in una coalizione con un cancelliere dell’SPD e, soprattutto, con un “partner” abbastanza scomodo come i Verdi. Tuttavia, l’unione potrebbe, dopo le elezioni, trovarsi davvero alle strette ed essere costretta ad accontentarsi e raccattare ció che arriva, recuperando i cocci e cercando di ricostruirsi.
Quella che si prospetta infatti per l’Unione é una debacle elettorale senza precedenti, il peggiore risultato nella storia del partito. [7] Una disfatta simile a quella che nel 1992, dopo mani pulite, decretó la fine della Democrazia Cristiana in Italia. Con conseguenze assolutamente imprevedibili. È davvero difficile immaginare una Germania senza CDU.
Quello che é sicuro é che formare un governo sará estremamente difficile, forse piú difficile che nel 2017. Chiunque uscirá come leader del primo partito dalle elezioni del 26 Settembre prossimo, avrá in mano una bella patata bollente.
Una mia opinione finale, tanto per chiudere: il consenso crescente delle sinistre in Germania é basato sulla divisione crescente che si sta venendo a creare nella societá, tra le fasce piú deboli, povere e meno istruite e quelle piú benestanti e piú specializzate, senza contare poi, ancora piú su, le Elite privilegiate come i Privatiers. Ma questo, in realtá, non é un problema della Germania, é un problema del mondo intero. La globalizzazione sfrenata e il neoliberismo hanno non solo estremizzato la competizione tra Nazioni per contendersi investimenti e Aziende, ma anche la competizione tra persone. Per trovare lavori ben retribuiti servono sempre piú skill e competenze, mentre per i lavori in cui non servono skill e competenze vale la regola del ribasso: trova lavoro chi “si offre” a meno. E a breve, per poter fare certi lavori, la concorrenza non sará piú con altri esseri umani, ma con i droni e con le macchine. In questo contesto ipercompetitivo ne esce con le ossa rotte chi purtroppo giá sta nella parte bassa della societá, e questo processo é sfortunatamente irreversibile (ho scritto un articolo su come personalmente vedo la societá del futuro, chi é incusiosito puó andarselo a leggere). Pensare che una singola Nazione, per quanto forte, possa andare contro a queste meccaniche e contro al resto del mondo, é a mio avviso utopico e rappresenta un grosso rischio. Se per andare a creare uno stato sociale in cui stanno tutti bene (compresi coloro che se ne vogliono solo approfittare) perseguendo obiettivi di decarbonizzazione drastici che vanno a castrare eccessivamente l’industria, i datori di lavoro, le Elíte finanziarie e i detentori di capitali/immobili, si rischia di causare una fuga di capitali e di industrie/attivitá fuori dal Paese, con conseguente drammatica perdita di competitivitá della Germania. E all’estero, in ogni parte del mondo, c’é chi é pronto a fare carte false per prendersi le Aziende e le ricchezze della Germania.
Ergo, chiunque arriverá dopo Merkel, dovrá fare davvero molta molta attenzione: mai la posta in gioco é stata cosí alta.