Die Corona-Lage: come é completamente sfuggita di mano l’epidemia in Germania (29.11.2021)

Se l’epidemia di Covid-19 fosse una guerra, la quarta ondata dell’autunno 2021 sarebbe probabilmente la Caporetto della Germania. Mai il sistema sanitario tedesco é stato cosí messo a dura prova e giá in questi giorni nelle zone piú colpite é necessario trasferire i malati intubati su voli Medevac militari verso altri Bundesländer, mentre l’associazione nazionale dei medici, preparandosi al peggio, sta iniziando a mettere a punto il protocollo per il triage negli ospedali che, con i letti che stanno per finire, é a quanto pare ormai questione di giorni.

Il triage applicato nelle cliniche é un concetto squisitamente medico e non etico o moralista: non sará infatti deciso chi curare in base allo stato vaccinale o al tipo di malattia, ma esclusivamente in base ad una valutazione delle probabilitá di sopravvivenza: chi ha piú chance di farcela, si prenderá il letto in rianimazione. Gli altri saranno lasciati senza cure. [1]

È una situazione terribile, se si pensa che un malato di tumore, un infartuato, o una vittima di incidente stradale, potrebbero vedersi condannati a morte perché il letto di terapia intensiva che potrebbe salvare loro la vita é occupato da un malato Covid-19, magari non vaccinato. Le impicazioni etiche e morali di questa situazione sono a mio avviso molto impegnative e di non facile trattazione, e forse é proprio per questo che nessuno o quasi se ne interessa. In pochi si pongono e il problema e i piú se ne fregano altamente; nonostante gli articoli di giornale e i resoconti drammatici che arrivano dagli ospedali di tutto il Paese, sembra che il problema non interessi ormai a nessuno.

Il mio modesto parere personale é che la pandemia Covid-19 ha dimostrato senza dubbio alcuno che quella Tedesca non é in fondo una Solidarische Gesellschaft (societá basata sulla solidarietá) ma é una societá dove ognuno guarda al suo fregandosene degli altri, piú o meno come in Italia.
E questa é stata per me una grande delusione. Perché dei Tedeschi mi aspettavo di meglio.

Quarta ondata Covid-19 in Germania: i perché di una disfatta su tutta la linea

Come si é arrivati a questa situazione disperata? A mio avviso ci sono principalmente 4 perché:

  1. Una situazione di transizione politica in cui non é ben chiaro chi é in carica di cosa, e con troppe promesse avventate fatte in campagna elettorale
  2. Il livello di attenzione e di rispetto delle regole anticontagio ormai calati a livelli pressoché nulli
  3. L’enorme ondata di dimissioni tra gli infermieri e gli operatori sanitari nelle terapie intensive che ha lasciato scoperti gli ospedali
  4. Una deludente adesione alla campagna vaccinale riconducibile, soprattutto in certe aree del Paese, di una radicata diffidenza nei confronti del governo e dei vaccini

Tuttavia, prima di espandere brevemente questi quattro punti, vorrei fare un passo indietro e tornare a Marzo 2020. La prima ondata vide la Germania lodata da tutto il mondo per la gestione della situazione e io stesso, sul blog, fui trascinato da questo “successo” elogiando l’operato della classe dirigente del Paese. [2]
Il successo nella gestione della prima ondata fu dovuto principalmente a:
– Una situazione di pochi grossi focolai, che con il tracciamento e le restrizioni sono stati piú facili da gestire rispetto ai focolai in Italia che erano piú numerosi, piú piccoli e piú distribuiti sul territorio
– Immediata e diligente collaborazione da parte della popolazione: tutti accettarono subito il lockdown e si attennero alle restrizioni (peraltro non particolarmente gravose) in modo esemplare
– Il sistema sanitario tedesco si trovava, al momento dell’inizio della pandemia, al suo Fitness Peak con quasi 27.000 letti in terapia intensiva e gli operatori pronti a dare il massimo per fronteggiare l’emergenza

La situazione ora, dopo oltre un anno e mezzo, é purtroppo molto cambiata.

C’è un primo importante fattore, ovviamente esogeno, che é la variante Delta: con un R0 triplicato rispetto al Virus di Marzo 2020, ha cambato, e di molto, le regole del gioco. Nonostante il fattore di replicazione reale sia poi calmierato dall’effetto dei vaccini, si ha comunque a che fare con un virus molto piú contagioso e pericoloso.
I rimanenti fattori rientrano peró a pieno titolo nella categoria degli human factors.

Mentre in Germania dilaga il virus, la politica si trova in una situazione di Trance in cui non si capisce chi é in carica delle decisioni: il governo Merkel, oramai uscente, adotta l’atteggiamento distaccato e attendista di chi ha ormai deciso di mettersi da parte, un po’ a voler dire “io sto per andarmene, non tocca piú a me decidere” mentre i partiti della coalizione Ampel ancora discutono il loro contratto di governo, in cui le prioritá dei dibattimenti sono il clima, l’immigrazione, le energie rinnovabili, le finanze, e idee per dare il colpo di grazia definitivo ai killer ambientali che ancora si permettono di guidare auto turbodiesel.
Medici, ospedali, scienziati e gli stessi politici a livello locale intanto lanciano messaggi di allarme sempre piú disperati chiedendo misure piú incisive ma la promessa fatta in campagna elettorale da tutti i candidati cancellieri, incluso Scholz “Ein Lockdown wird mit mir nie wieder geben” é una assai pesante palla al piede: venire meno alla più impegnativa promessa elettorale prima ancora di insediarsi alla Cancelleria sarebbe una debacle colossale. Per non parlare poi dell’altra promessa, forse ancor piú impegnativa e rischiosa, fatta ancor prima, e cioé che il vaccino in Germania non sará mai obbligatorio. A tutto ciò si aggiunge lo scaricabarile tra i singoli Bunsesländer e il governo centrale: pur avendo infatti i singoli Land l’autorità per poter dichiarare Lockdown locali, questi per non perdere la faccia con i propri elettori preferiscono non agire e chiedere al governo centrale di dichiarare un lockdown nazionale. Governo che finora ha sempre rimbalzato ai Land la responsabilità: avete l’autorità per chiudere tutto, quindi se serve fatelo. Ma di Lockdown (anzi, di L-Word, perché la politica vuole evitare persino di menzionare il termine) nessuno ne vuole sentir parlare, e tutti aspettano che arrivi qualcuno a metterci la faccia.
L’introduzione del sistema 3G (una sorta di equivalente del Green Pass italico) é arrivata in ritardo e con molte polemiche, cosí come l’istituzione di un modello di risposta al crescere dei casi (basato non piú sull’incidenza dei contagi, ma sulla cosiddetta “incidenza ospedaliera”) che tuttavia rimane blando e esclude quasi del tutto il ritorno dei Kontaktbeschränkungen su ampia scala(limitazioni ai contatti personali delle persone, aka Lockdown).
E cosí si aspetta, sperando forse in un miracolo, mentre i contagi salgono ormai da piú di un mese a ritmo del 30% in piú a settimana, con l’impressionante picco, registrato lo scorso mercoledí, di 76.000 casi giornalieri.

Numeri spaventosi, che tuttavia sembrano non impressionare piú di tanto.
I Tedeschi, a differenza degli Italiani, non hanno mai vissuto situazioni di paura e di disperazione come quelle di Bergamo di Marzo 2020 o della zone della Brianza a Novembre 2020, quando di notte si sentivano solo sirene di ambulanze senza interruzione e se chiamavi il 118 per far portare in ospedale tua nonna che stava soffocando sul letto ti sentivi rispondere “la prima ambulanza puó passare domani“.
Questo in Germania non é mai successo, sia grazie al sistema sanitario che ha sempre tenuto botta abbastanza bene, sia grazie al lockdown durato da fine Ottobre 2020 fino a Maggio 2021, che ha sempre calmierato i contagi in modo discretamente efficace.
In tutto questo, le gente si é progressivamente lasciata sempre piú andare e il rispetto delle regole di distanziamento e anti-contagio é venuto meno abbastanza rapidamente, proprio perché non é mai stata percepita una vera emergenza e questa situazione di pandemia é diventata, col passare delle settimane, solo una seccatura. È sufficiente andare qualche mese indietro negli articoli del blog per rendersene conto: giá la scorsa primavera scrivevo di come, anche in pieno lockdown, ormai nessuno rispettasse piú le prescrizioni di distanziamento (soprattutto nei supermercati) e le regole venissero sistematicamente ignorate con cene e festicciole abusive nelle abitazioni private che, in barba alle Kontaktbeschränkungen, erano diventate ormai la norma. [3]
Ora, a mesi di distanza, la situazione é ancora piú “rilassata” e la gente nonostante i continui richiami, continua a fregarsene del distanziamento e delle regole. Anche con gli ospedali pieni e quasi 80.000 casi al giorno. E sono pronto a scommettere che anche in caso di ritorno del lockdown generalizzato nazionale (che credo avverrá al piú tardi entro l’inizio della seconda settimana di Dicembre) l’atteggiamento non cambierá; anzi, peggiorerá.
Alla faccia della Solidarische Gesellschaft.

A tutto questo si aggiunge una perdurante situazione di grande rabbia e frustrazione tra i sanitari impiegati nelle terapie intensive tedesche. Ridotti allo stremo dopo 20 mesi di pandemia, hanno iniziato a licenziarsi. In massa.
Si calcola che piú di 9.000 sanitari impiegati nei reparti di rianimazione e terapia intensiva delle cliniche Tedesche abbiano dato le dimissioni dall’inizio della pandemia. [4]
Purtroppo (come ho giá scritto in altri articoli) in Germania vige da sempre una situazione di Personalmangel: in pressoché ogni settore manca personale, soprattutto personale qualificato. Questo fa sí che trovare un nuovo impiego, per chi non ne puó piú di quello attuale, sia abbastanza facile: certi profili sono richiestissimi e cambiare lavoro diventa un gioco da ragazzi.
Ecco quindi che migliaia di Pflegekräfte, massacrate dal superlavoro, dai rischi, e dalle mancate promesse della politica, hanno mollato, ripiegando su impieghi meno gravosi in ambito sanitario.
Le terapie intensive Tedesche sono cosí rimaste gravemente scoperte di personale qualificato e formato, che diventa molto difficile da sostituire in tempi brevi, e il risultato é stato devastante: oggi in Germania ci sono poco piú di 22.000 letti di terapia intensiva attualmente operativi, quasi 5.000 in meno di un anno fa.
Le mancate promesse della politica nei confronti degli operatori sanitari, cosí lodati e applauditi all’inizio della pandemia e poi rapidamente dimenticati non appena i contagi sono calati con l’arrivo del caldo, hanno prodotto questo risultato vergognoso.
E ad oggi sono ancora onestamente stupefatto di come nessuno abbia ancora chiesto ai politici Tedeschi di rendere conto di questo disastro che costerá la vita a moltissime persone.
Perché qui i No-vax non c’entrano un bel fico secco. Qui la colpa é di chi ha promesso senza mantenere, lasciando migliaia di sanitari a combattare da soli, in condizioni massacranti.

Rimaniamo sul tema vaccini e analizziamo l’ultimo punto: la deludente adesione alla campagna vaccinale. La Germania ha vaccinato il 67% della platea, meno di quanto hanno fatto Paesi considerati normalmente meno “virtuosi” come Italia, Spagna o Portogallo. Come mai?
Due fattori sono a mio avviso determinanti: in primis, come giá scritto un paio di paragrafi piú su, il fatto che non sia mai stata percepita dalla popolazione una vera situazione di emergenza; e poi una radicata diffidenza nei confronti dei vaccini e della medicina, diffusa soprattutto tra i sostenitori del’estrema destra di AfD nella ex Germania dell’est e tra le popolazioni di molti Landkreis di montagna, nel sud del Paese. In particolare in queste regioni montane gli stessi medici sono visti con molte riserve dalla popolazione ed é molto piú diffusa e rispettata la figura dell’Heilpraktiker, una sorta di “guaritore” che applica medicina naturale e alternativa senza necessariamente possedere un titolo di studio nel campo della medicina tradizionale. Pur trattandosi di una figura rigidamente regolata per legge (è necessario superare un difficile esame di Stato per diventare Heilpraktiker) non é un mistero che chi pratica le cure naturali spesso veda con una certa avversione i vaccini.
In queste zone, i pulmini itineranti che offrivano la vaccinazione sono stati addirittura presi a sassate o attaccati con fumogeni e petardi dalla popolazione locale, ritrovandosi cosí costretti alla fuga.[5]
Questo “zoccolo duro” di popolazione ostile ai vaccini é forse meno rumoroso e casinaro rispetto ai “no green pass” italici, ma lo supera agevolmente in massa critica.
Ad oggi le terze dosi stanno prendendo velocitá abbastanza bene ma le prime e seconde dosi crescono ancora a ritmi molto lenti. E sono sempre di piú le istituzioni, sia politiche che scientifiche, a non escudere piú l’introduzione dell’obbligo vaccinale, come giá deciso dalla vicina Austria.
Secondo molte proiezioni infatti la percentuale difficilmente potrá salire molto oltre il 70%, visto che chi non intende vaccinarsi molto difficilmente cambierá idea.
I vaccini, si sa, non offrono protezione totale e hanno anche efficacia decrescente nel tempo; rimangono tuttavia un importante fattore di riduzione del rischio che puó fare la differenza tra un decorso Covid-19 molto grave e una malattia che puó essere curata a casa (che i vaccini proteggano da morte e forme gravi rimane assodato e dimostrato dai numeri). È chiaro che, in questo frangente, ogni percento di copertura in piú aiuta. Non ferma il virus, ma aiuta a non impestare gi ospedali.
Ma regioni come Sassonia o Baviera, con il 60% circa di vaccinati, rimangono molto esposte al rischio di sovraccarico degli ospedali (rischio che infatti si é verificato) e la situazione non é destinata a migliorare nelle prossime settimane.

E ora arriva pure la variante Omicron. Variante della quale si sa pochissimo, ma quel poco che si sa é piú che sufficiente per preoccuparsi ancora di piú.
Beh, che dire. Ci sono tutti i presupposti per un lungo e buio inverno Covid, in questa attendista e indecisa Germania. Magari converrá svernare in Italia?

[1] https://www.tagesschau.de/inland/coronavirus-pandemie-kliniken-101.html
[2] Emergenza Covid-19: il posto piú sicuro in Europa é la Germania
[3] Die Corona-Lage: come va l’epidemia in Germania (20.04.2021)
[4] https://www.tagesschau.de/wirtschaft/unternehmen/pflege-corona-loehne-101.html
[5] https://www.br.de/nachrichten/bayern/impfaktion-in-schule-gegner-attackieren-mobiles-impfteam,Sj5o1hO

Gefeuert: licenziato! E adesso? Come comportarsi quando si perde il lavoro in Germania

Con l’arrivo del Coronavirus per molti si é realizzato l’impensabile: il proprio posto di lavoro, fino al giorno prima solidissimo e inattaccabile, é di colpo scomparso da un momento all’altro e ci si é ritrovati con una lettera di licenziamento in mano nel pieno di una pandemia con annessa crisi economica mondiale.

Sono molte infatti le persone che si sono viste recapitare lettere di licenziamento o si sono viste proporre degli Aufhebungsvertrag, soprattutto durante la sciagurata primavera del 2020.
Le statistiche fortunatamente ci rassicurano e, numeri alla mano, emerge che questa situazione é stata per molti temporanea, in quanto la disoccupazione a Ottobre 2021 si é riportata al 5,2 % (rispetto al 6% dell’Ottobre 2020) e le Germania viaggia nuovamente verso la piena occupazione.

Ciononostante, in questo post spiegheró brevemente che fare e come comportarsi in Germania in caso di licenziamento (perché oggi piú che mai vale l’assioma: you never know).

Arbeitslosmeldung (dichiararsi disoccupati) alla Bundesagentur für Arbeit

Un punto molto importante comune a pressoché tutti i casi di licenziamento consiste nell’obbligatorietá, dal momento in cui si riceve notifica del fatto che si é perso il lavoro, di recarsi presso i Jobcenter della Bundesagentur für Arbeit (Agenzia Federale del Lavoro) e dichiararsi Arbeitslos (disoccupati) e Arbeitssuchend (in cerca di lavoro).
Questo passo é importantissimo perché nel momento in cui vi registrate alla Bundesagentur für Arbeit, avrete la copertura di assicurazione sanitaria e i contributi per la Pflege– e Rentenversicherung coperti per tutto il periodo di disoccupazione.
Ignorare questo passaggio significa, de facto, rimanere senza copertura sanitaria. Quindi occhio! Se sete rimasti seza lavoro, dovete mettere subito al corrente l’Agenzia.

Essere registrati come Arbeitssuchend presso l’Agenzia del Lavoro, oltre che darvi diritto all’indennitá di disoccupazione ALG I e permettervi di conservare la vostra copertura sanitaria, vi dá la possibilitá di accedere al portale online dell’Agenzia dove potete consultare offerte di lavoro, creare/aggiornare il vostro profilo e anche partecipare a un interessante assortimento di corsi online (corsi di lingue, di sicurezza sul lavoro, di gestione del personale, eccetera) che, una volta completati, andranno ad impreziosire il vostro profilo online.

Durante il vostro periodo di disoccupazione, Agenzia vi recapiterá per posta una serie di offerte di lavoro attinenti al vosto profilo. Ogni volta che l’Agenzia vi segnala una offerta di lavoro, siete tenuti a candidarvi per quel lavoro. Se non intendete farlo, dovrete fornire all’Agenzia per iscritto la motivazione del perché non vi volete candidare per quella posizione.
Troppi rifiuti ingiustificati da parte vostra potrebbero portare l’Agenzia a rivedere la vostra posizione ed, eventualmente, a chiudere il rubinetto dei sussidi erogati nei vostri confronti (molto difficile, ma puó accedere).

Nulla vi vieta, naturalmente, di continuare a cercare lavoro per conto vostro.
L’importante é che, nel momento in cui avete trovato e accettato un nuovo impiego, avvisiate immediatamente l’Agenzia in modo che possa rimuovervi dalla lista dei disoccupati in cerca di lavoro ed interrompere l’erogazione dei sussidi.

Vediamo ora una carrellata delle principali modalitá di licenziamento in Germania.

Fristlose Kündigung (licenziamento senza preavviso / licenziamento in tronco)

Il termine tecnico-legale esatto é Außerordentliche Kündigung, ed é regolato dalla § 626 BGB. Si tratta della forma di licenziamento piú brutale possibile in Germania: si riceve la lettera e dal giorno dopo si é a casa. Fortunatamente, non é una forma di licenziamento liberamente utilizzabile dal datore di lavoro: devono esserci precisi presupposti per giustificare una tale misura altrimenti il licenziamento puó essere facilmente contestato per via legale.
Questa forma di licenziamento avviene normamente in caso di gravi negligenze del dipendente (e.g. ammanchi di cassa, sottrazione di materiale di proprietá dell’Azienda, comportamenti scorretti o vessatori nei confronti di colleghi o collaboratori) ma puó essere utilizzato anche per eventi esterni alla vita lavorativa (ad esempio se si viene condannati in un processo per un reato grave). Nella maggior parte dei casi é quindi un comportamento scorretto del lavoratore a causare la brusca interruzione del rapporto di lavoro: si parla in questo caso di verhaltensbedingte Kündigung (licenziamento per motivi disciplinari).
Questa forma di licenziamento, non prevedendo il periodo di preavviso, ha conseguenze pesanti: nel momento in cui ci si reca alla Bundesagentur für Arbeit per registrarsi come Arbeitslos e Arbeitssuchend, non si potrá accedere subito all’indennitá di disoccupazione ALG I ma bisognerá aspettare un periodo variabile da una settimana a tre mesi (questo meccanismo si chiama Sperrzeit) quindi sará necessario contare solo sui propri risparmi per poter tirare avanti in questo periodo.
Inoltre la lettera di referenze sará una pesante tegola sul vostro curriculum: il datore di lavoro é tenuto a scrivere nelle referenze il perché siete stati licenziati in tronco, e di sicuro questo non vi sará di aiuto nel trovare un nuovo lavoro.
Badate bene, in Germania é molto piú facile essere mollati a casa per motivi disciplinari rispetto all’Italia. Se infatti nel bel Paese spesso si chiude un occhio e si perdona, in Germania NO.

Ordentliche Kündigung (licenziamento con preavviso / licenziamento ordinario)

Si tratta della forma di licenziamento piú comune e utilizzata. Essa prevede il rispetto del Kündigingsfrist (periodo di preavviso) che é regolato secondo una legge federale, la Kündigungsschutzgesetz (KSchG), anche se possono esservi specifiche disposizioni all’interno dell’Arbeitsvertrag oppure nel Tarifvertrag.
Nel caso di contratti a tempo indeterminato, il periodo di preavviso é generalmente di un mese durante il periodo di prova, che ad assunzione confermata va poi ad incrementare progressivamente con l’anzianità aziendale. La legge definisce i seguenti periodi di preavviso:

Anzianitá in AziendaKündigungsfrist
Da 2 anni1 mese
Da 5 anni2 mesi
Da 8 anni3 mesi
Da 10 anni4 mesi
Da 12 anni5 mesi
Da 15 anni6 mesi
Da 20 anni7 mesi
Durata del preavviso in Germania secondo la § 622 BGB


La Kündigungsschutzgesetz consente ad una Azienda di licenziare un dipendente tramite Ordentliche Kündigung fondamentalmente in tre casi:
1) Licenziamento per scelte aziendali (Betriebsbedingte Kündigung) in caso di riorganizzazioni, tagli, ristrutturazioni, delocalizzazioni, trasferimenti produttivi, ecc..
2) Licenziamento per motivi disciplinari (Verhaltensbedingte Kündigung): similmente a quanto visto sopra, il dipendente scorretto o insubordinato puó essere licenziato anche con licenziamento ordinario, rispettando quindi il periodo di preavviso.
3) Licenziamento per motivi lavorativi/personali (Personenbedingte Kündigung): si applica qualora il lavoratore abbia performance eccezionalmente scadenti sul posto di lavoro, eseguendo sempre e solo lavori di pessima qualitá, in ritardo, ecc…
In tutti questi casi, al ricevimento della lettera di licenziamento fa seguito il rispetto del periodo di preavviso, che viene normalmente “arrotondato” calcolandone la durata a partire dal 15 del mese o dal primo giorno del mese successivo (a seconda di quale delle due date é piú vicina).
In tutti i casi, la protezione data dal periodo di preavviso permette di rivolgersi alla Bundesagentur für Arbeit mentre si sta ancora lavorando, dando cosí all’Agenzia tutto il tempo per processare la pratica e far partire l’erogazione del sussidio di disoccupazione ALG I, cosí come l’estensione della copertura sanitaria, a partire dal momento esatto in cui cessa il rapporto di lavoro.
Si é cosí coperti senza soluzione di continuitá fino al prossimo impiego.
Attenzione: in Germania non esiste liquidazione o TFR. Quando si perde il lavoro non si riceve quindi nessuna somma come trattamento di fine rapporto. È tuttavia possibile, in alcuni casi, incassare interessanti buoniuscita, come vedremo nel paragrafo successivo.

Aufhebungsvertrag

L’Aufhebungsvertrag (detto anche Auflösungsvertrag o Aufhebungsvereinbarung) é un contratto di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro sottoscritto dal datore di lavoro e dal dipendente.
Viene spesso utilizzato in caso di riorganizzazioni aziendali ed é normalmente riservato a dipendenti con inquadramento elevato (quadri o dirigenti) oppure ad elevata qualifica (e.g. Senior Project Managers, Lead Developers) e ha il vantaggio, per l’Azienda, di poter effettuare tagli di personale in modo “silenzioso” e riservato, garantendosi l’assenza di rimostranze e noie legali da parte degli interessati (a prezzo di uno sforzo economico extra).
Attraverso la stipula di un Aufhebungsvertrag il dipendente accetta di terminare il rapporto di lavoro e di rinunciare a qualunque pretesa nei confronti del datore di lavoro, a fronte di una prestazione compensativa erogata dall’Azienda (un buonouscita). Tale compensazione consiste in una somma in denaro, normalmente calcolata in mensilitá. A seconda del grado rivestito in Azienda, della seniority e del livello di qualifica, tale compensazione puó essere piú o meno elevata. Non di rado, l’Aufhebungsvertrag contiene precise e vincolanti clausole di segretezza riguardo all’entitá della compensazione economica e spesso anche riguardo al contratto stesso (il dipendente deve raccontare a tutti che é stato lui a decidere di licenziarsi).
Benché perdere il lavoro non sia (quasi) mai una esperienza piacevole, essere licenziati con un Aufhebungsvertrag puó essere un ottimo affare: conosco personalmente un paio di Ingegneri che accettando tale contratto si sono portati a casa in soluzione unica molteplici mensilitá di stipendio, e nel giro di neanche un mese dal licenziamento avevano giá trovato un nuovo impiego. Decisamente un win-win!
Tuttavia, da un punto di vista squisitamente legale, accettare un Aufhebungsvertrag equivale ad essersi licenziati di propria iniziativa; inoltre, non sempre questo tipo di contratti prevede un preavviso ma il piú delle volte la risoluzione del rapporto di lavoro é pressoché immediata. Questo comporta alcune conseguenze nel momento in cui ci si recherá alla Bundesagentur für Arbeit per registrarsi come Arbeitslos e Arbeitssuchend: non si potrá infatti accedere immediatamente all’indennitá di disoccupazione ALG I ma si sará anche in questo caso soggetti allo Sperrzeit.
Inoltre non sempre l’agenzia del lavoro puó accordare l’erogazione di sussidi a chi ha firmato un Aufhebungsvertrag proprio perché, come scritto poche righe piú su, accettare questo contratto equivale ad avere dato spontaneamente le dimissioni.
Vi é tuttavia una clausola che puó essere inclusa all’interno dell’Aufhebungsvertrag allo scopo di permettere all’interessato di accedere ai sussidi di disoccupazione, ovvero l’indicazione precisa che l’Aufhebungsvertrag viene proposto quale alternativa ad un Betriebsbedingte Kündigung.
In ogni caso, qualosa vi venisse proposto un Aufhebungsvertrag, é sempre buona cosa farlo vedere ad un legale prima di prendere una decisione. È sempre possibile “contrattare” e giocare al rialzo con il buonouscita, ma molto dipende ovviamente dalla vostra storia aziendale e da quale posizione rivestite.

La Germania fa per me? Qualche domanda che é il caso di porsi

Darmstädter Schloss e Markplatz visti dai tavoli del Ratskeller.

Tra le varie questioni che é dovere sviscerare quando si prende in considerazione un trasferimento in Germania, c’é n’é una che non ho mai approfondito a dovere, ma che tuttavia é meritevole di grande attenzione.

Ovvero essere in grado di porsi attivamente ed efficacemente le domande:
la Germania fa per me?
sono un tipo da Germania?
mi troveró bene in Germania?

Non sono domande di poco conto. In Germania molte professioni permettono di guadagnare davvero bene, su questo siamo d’accordo. Si vive bene, il welfare é generoso e la qualitá della vita é tra le migliori al mondo, anche qui d’accordo.
Ma attenzione: é una societá diversa, il modo di vivere é diverso, le persone sono diverse. È bene tenerlo scrupolosamente a mente onde evitare di doversene dolorosamente rendere conto quando ormai é troppo tardi, e tornare mestamente in Italia delusi e amareggiati.

Proveró quindi a fornirvi qualche spunto di riflessione per capire se siete tipi da Germania.

Siete estroversi, esuberanti, casinari, vi lasciate andare subito con tutti e non potete vivere senza la vostra quotidiana scorpacciata di socialitá?
Allora pensateci bene prima di trasferirvi in Germania.
Non perché i Tedeschi siano orsi, asociali o chiusi (anzi tutt’altro), ma perché sono molto piú riservati e danno confidenza a poco a poco. Con i Tedeschi non si diventa amiconi subito, come succede spesso in Italia, ma ci vuole tempo. E il personaggio super estroverso, chiassoso ed espansivo é visto con diffidenza, sospetto e quasi con paura. Quindi se siete fatti cosí caratterialmente, fate qualche accurata riflessione.
La vita in Germania é piú “tranquilla” che in Italia.
Se escludiamo le grandi cittá come Frankfurt o München, dove c’è “movida” e gioventú, e le cittá universitarie come Heidelberg o Darmstadt dove alla sera in centro qualche giovane in giro c’é, in Germania alla sera é tutto molto piú tranquillo. Uscendo alla sera in auto alle 21 in una serata infrasettimanale di inverno il traffico che si trova sulle strade é pari a quello che si troverebbe, nel Nord Italia, a mezzanotte.

Vi piacciono le situationi goliardiche e caciarone, il vostro ambiente di lavoro ideale é un continuo di scherzi e prese in giro (anche pesanti) tra colleghi, intervallati da vari “momenti cazzeggio” ?
Allora non traferitevi in Germania.
Questo genere di goliardia in Germania esiste solo all’Oktoberfest o in tutte quelle situazioni in cui si smuovono fiumi di birra (o di altri alcoolici). Negli uffici e nelle officine tedesche si lavora in tranquillitá, in religioso silenzio e senza grandi momenti di divagazione. Sono pochi gli ambienti di lavoro in cui si vedono situazioni “movimentate” e si tratta per lo più ambienti a maggioranza straniera. Per i tedeschi c’è una distinzione netta e totale tra il lavoro e la pausa per la chiacchierata o il caffè, che si effettua rigorosamente nel locale a esso adibita e mai in ufficio. Al lavoro si “chiacchiera” poco e ci si concentra sulle discussioni attinenti, si mantiene un atteggiamento professionale e non si fa uso di espressioni o modi di fare eccessivamente informali.

Siete eleganti e stilosi, adorate gli ambienti pettinati, vi sentite a vostro agio solo in giacca e cravatta e per voi l’apparenza conta piú di tutto?
Allora non trasferitevi in Germania.
I Tedeschi sono assolutamente indifferenti all’apparire e le loro scelte nel vestire sono dettate esclusivamente dalla funzionalitá e dalla comoditá. Questo comporta autentici orrori stilistici che sono all’ordine del giorno in ogni parte della Germania: combinazioni di colori improponibili e abbinamenti di vestiario per noi senza alcun senso sono assolutamente normali qui, del resto parliamo del popolo che ha fatto del calzino bianco di spugna con i sandali uno dei suoi simboli nel mondo. Ma i Tedeschi sono fatti così, a loro non importa nulla delle apparenze e del giudizio degli altri, la loro priorità è stare comodi e avere abbigliamento puramente funzionale all’attività svolta. Qui non è assolutamente infrequente trovare, negli uffici, gente in ciabatte o in pantaloncini corti (o entrambe le cose) e lo stesso vale, in alcuni casi, anche per i reparti produttivi (esistono apposite “ciabatte antinfortunistiche “). E il loro tipico “vestito della domenica” è … una tenuta da trekking.

Adorate il mare, l’odore della salsedine, siete dei romantici innamorati della spiaggia e dell’atmosfera estiva?
Allora lasciate perdere la Germania.
Non tanto perché in Germania il mare non c’é, o quantomeno, non c’é come lo concepiamo noi in Italia, ma proprio perché l’atmosfera é completamente diversa. Anche nelle piú famose localitá di mare tedesche come Stralsund o Sylt non troverete mai un ambiente che possa rassomigliare anche vagamente ad una localitá di mare Italiana. È un modo completamente diverso di vivere il mare e difficilmente un Italiano che adora il suo mare ci si potrá mai adattare.
Inoltre la conformazione geografica dell’Itaia fa sí che quasi ovunque, vivendo nello stivale, si ha la possibilitá di raggiungere il mare con un paio d’ore di automobile al massimo. In Germania non é assolutamente cosí: bisogna macinare centinaia di chilometri andando a Nord o a Sud, e il mare é lontano, molto lontano.
Per compensare, i Tedeschi sono soliti utilizzare qualunque pozzanghera laghetto a scopo balneare: soprattutto a sud, é possibile trovare numerosi Badesee dove si puó prendere il sole e nuotare. Alcuni cono molto ben curati, con tanto di spiaggia artificiale con sabbia riportata, giochi per bambini, bar/ristorante eccetera. Io come nuotatore li apprezzo molto, perché permettono la nuotata open water praticamente dietro casa; ma io sono un caso atipico. L’italiano medio ha quasi schifo a fare il bagno in un laghetto e andare in uno di questi Badesee per compensare la mancanza del mare Italiano sarebbe come mangiarsi una pizza fatta da un kebabbaro Turco per compensare l’astinenza dai sapori di casa propria: un nonsenso assoluto.

Siete integralisti della buona cucina, portabandiera sfegatati della tradizione Italiana, soffrite di dipendenza patologica dai profumi e dai sapori di casa nostra e impalereste vivi quelli che mettono il ketchup sopra gli spaghetti?
Allora pensateci bene prima di trasferirvi in Germania.
Partiamo da un presupposto chiave: in Germania non si mangia male, basta sapere cosa mettere nel carrello della spesa. Le verdure locali sono molto buone, la carne é buona, l’insalata e la rucola arrivano quasi sempre fresche dall’Italia cosí come tanti altri prodotti agricoli e caseari.
Sul cucinarvi le pietanze a casa, non avrete quindi grossi problemi.
Tuttavia in Germania assisterete anche a indicibili violenze perpetrate nei confronti della cucina Italiana, sotto forma di orrende pizze con gli ingredienti piú improbabili, pietanze che non sanno di niente, melanzane alla parmigiana color viola fosforescente, terribili “spaghetti pronti” da fare al microonde o tortellini giá pronti in barattolo, per non parlare (ormai sí, sono arrivati anche qui) delle storpiature italo-americane come i “Mac&Cheese”, le “fettuccine Alfredo” e gli “spaghetti bolognese”.
Se siete degli integralisti della cucina Italiana, qui vedrete realizzarsi i vostri incubi peggiori.
Le pizzerie buone e i ristoranti buoni, gestiti da Italiani, ci sono anche, ma non sono cosí facili da trovare e per trovarli prima é necessario provare; ed é proprio provando che potreste fare… alcune delle piú terribile esperienze culinarie della vostra vita.
Inoltre tenete anche conto del fatto che, se vi farete amici Tedeschi, quindo sarete invitati a casa loro per colazione/pranzo/cena sarete quasi sempre messi di fronte a Wurst, arrosticini, pollo allo spiedo e birra (anche a colazione!) e la cosa si fa ancora piú… interessante se vi fate amici Turchi o dell’Est Europa. Dovete quindi essere pronti ad avere molta “elasticitá culinaria” e a infliggere pesanti tormenti al vostro apparato digerente.

Vi piace la natura, la montagna, fate lunghe camminate all’aria aperta e adorate il trekking?
Allora la Germania potrebbe piacervi molto.
C’è una ragione per cui alla domenica molte cittá tedesche sono semideserte e trovate praticamente solo stranieri seduti nei café e negli Shisha-Bars: i Tedeschi vanno a camminare e a godersi le loro colline e le loro montagne.
Wandern (termine tedesco che significa camminare in montagna) é un autentico sport nazionale e quasi tutti lo praticano. Se vi piace camminare nella natura, qui troverete il vostro elemento. Le montagne non sono esattamente come da noi, ma in compenso abbondano le zone collinari, i boschi e le foreste. Le foreste come lo Schwarzwald e l’Odenwald sono autentici idilli per chi ama la natura. Percorsi ciclabili e sentieri rendono gite anche impegnative alla portata di (quasi) tutti.

Odiate il caos, le urgenze, le “cose di adesso da risolvere adesso”, i lavori che devono essere sempre fatti per ieri, la mancanza totale di pianificazione, di metodo e di ordine?
Allora la Germania probabilmente fa per voi.
Da quando vivo in Germania ho dimenticato cos’é lo stress. Sia lavorativamente che non. I Tedeschi hanno una abilitá fantastica e innata nel prendere le cose con calma e con metodo, in modo da fare i lavori una volta sola, e farli bene. Questo ha anche indubbiamente degli svantaggi, perché con questa mancanza di flessibilitá a volte ci si scontra (e pure pesantemente) ma ha un grandissimo vantaggio: qui si lavora bene, secondo un piano, con metodo e senza stravolgimenti di fronte continui.
I Tedeschi sono per natura avversi al modo di lavorare caotico, disorganizzato, arraffazzonato e improvvisto che contraddistingue molte realtá in Italia.
Se, come me, detestate con tutta l’anima questo modo di lavorare e vi manda in bestia la mancanza di organizzazione, la Germania potrebbe cambiarvi la vita.
In meglio.

Non vi piace guidare, vorreste vivere senza automobile oppure sognate di muovervi solo in bicicletta e mezzi pubblici, con infrastrutture adeguate?
Allora potreste prendere in considerazione la Germania.
In questo blog mi sono piú vote soffermato su come la Germania si stia trasformando in una nazione di ciclisti (non siamo ai livelli di Danimarca e Olanda, ma il trend vede una indubbia crescita) e su come i piú grandi fan dell’auto tedesca siano, per assurdo, gli stranieri.
La svolta green della Germania é ormai inarrestabile e nei prossimi anni dobbiamo aspettarci sempre piú iniziative, sussidi e incentivi alla mobilitá sostenibile a scapito dell’automobile.
Ma giá oggi, in molte localitá della Germania, é possibile vivere senza automobile e muoversi agevolmente grazie a piste ciclabili presenti in ogni dove, tranvie urbane e extraurbane capillari ed efficienti che si snodano anche lontano dalle grandi cittá, e ad un trasporto ferroviario cadenzato e flessibile.
Sempre piú famiglie tedesche, soprattutto nelle cittá, scelgono di non possedere un’automobile e optano, in alternativa, per le biciclette elettriche, nelle vesioni cittadine, da viaggio oppure “cargo”, con appositi carrelli appendice per il trasporto dei piú piccoli.

Non vi sentite a vostro agio in una societá che premia chi é piú “furbo” e chi é piú “sgamato”? Non vi riconoscete in un contesto sociale che esalta la furberia?
Vi posso capire molto bene. Allora la Germania puó fare per voi.
Questo punto, lo ammetto, é un po’ personale. Nei miei anni in Italia, nonostante non mi ritenga una persona stupida o eccessivamente “sempliciotta”, da piú parti mi arrivava il messaggio, veemente e martellante, di non essere un tipo “sgamato”. Me lo criticavano gli amici, i familiari, persino le mie ex fidanzate. A piú riprese, mi veniva contestata questa presunta “inadeguatezza”.
Ho perso il conto di quante volte nella vita mi sono sentito dire “ma sei cosí intelligente, come puoi essere cosí poco furbo“.
Ecco, in Germania questa cosa non esiste. La furbizia qui non é socialmente riconosciuta come un pregio. O perlomeno, siamo lontani anni luce dal culto della furbizia tipico e distintivo dell’Italia.
Per cui, se soffrite molto questa cosa, qui é assai probabile che vi troverete bene.

Conclusioni

Questo é solo un elenco di spunti, non vuole essere un mantra assoluto.
Guardate dentro voi stessi e chiedetevi se la Germania puó fare per voi, informandovi non solo su questo blog, ma anche su altri siti internet. Magari fatevi un viaggio e visitate il Paese, scrutate le persone, provate a parlare con la gente. Cercate di capire se vi puó piacere.
Un trasferimento all’estero non é un tema da prendere alla leggera. Vale la pena di fare qualche considerazione prima di “armarsi e partire”.