
Se l’epidemia di Covid-19 fosse una guerra, la quarta ondata dell’autunno 2021 sarebbe probabilmente la Caporetto della Germania. Mai il sistema sanitario tedesco é stato cosí messo a dura prova e giá in questi giorni nelle zone piú colpite é necessario trasferire i malati intubati su voli Medevac militari verso altri Bundesländer, mentre l’associazione nazionale dei medici, preparandosi al peggio, sta iniziando a mettere a punto il protocollo per il triage negli ospedali che, con i letti che stanno per finire, é a quanto pare ormai questione di giorni.
Il triage applicato nelle cliniche é un concetto squisitamente medico e non etico o moralista: non sará infatti deciso chi curare in base allo stato vaccinale o al tipo di malattia, ma esclusivamente in base ad una valutazione delle probabilitá di sopravvivenza: chi ha piú chance di farcela, si prenderá il letto in rianimazione. Gli altri saranno lasciati senza cure. [1]
È una situazione terribile, se si pensa che un malato di tumore, un infartuato, o una vittima di incidente stradale, potrebbero vedersi condannati a morte perché il letto di terapia intensiva che potrebbe salvare loro la vita é occupato da un malato Covid-19, magari non vaccinato. Le impicazioni etiche e morali di questa situazione sono a mio avviso molto impegnative e di non facile trattazione, e forse é proprio per questo che nessuno o quasi se ne interessa. In pochi si pongono e il problema e i piú se ne fregano altamente; nonostante gli articoli di giornale e i resoconti drammatici che arrivano dagli ospedali di tutto il Paese, sembra che il problema non interessi ormai a nessuno.
Il mio modesto parere personale é che la pandemia Covid-19 ha dimostrato senza dubbio alcuno che quella Tedesca non é in fondo una Solidarische Gesellschaft (societá basata sulla solidarietá) ma é una societá dove ognuno guarda al suo fregandosene degli altri, piú o meno come in Italia.
E questa é stata per me una grande delusione. Perché dei Tedeschi mi aspettavo di meglio.
Quarta ondata Covid-19 in Germania: i perché di una disfatta su tutta la linea
Come si é arrivati a questa situazione disperata? A mio avviso ci sono principalmente 4 perché:
- Una situazione di transizione politica in cui non é ben chiaro chi é in carica di cosa, e con troppe promesse avventate fatte in campagna elettorale
- Il livello di attenzione e di rispetto delle regole anticontagio ormai calati a livelli pressoché nulli
- L’enorme ondata di dimissioni tra gli infermieri e gli operatori sanitari nelle terapie intensive che ha lasciato scoperti gli ospedali
- Una deludente adesione alla campagna vaccinale riconducibile, soprattutto in certe aree del Paese, di una radicata diffidenza nei confronti del governo e dei vaccini
Tuttavia, prima di espandere brevemente questi quattro punti, vorrei fare un passo indietro e tornare a Marzo 2020. La prima ondata vide la Germania lodata da tutto il mondo per la gestione della situazione e io stesso, sul blog, fui trascinato da questo “successo” elogiando l’operato della classe dirigente del Paese. [2]
Il successo nella gestione della prima ondata fu dovuto principalmente a:
– Una situazione di pochi grossi focolai, che con il tracciamento e le restrizioni sono stati piú facili da gestire rispetto ai focolai in Italia che erano piú numerosi, piú piccoli e piú distribuiti sul territorio
– Immediata e diligente collaborazione da parte della popolazione: tutti accettarono subito il lockdown e si attennero alle restrizioni (peraltro non particolarmente gravose) in modo esemplare
– Il sistema sanitario tedesco si trovava, al momento dell’inizio della pandemia, al suo Fitness Peak con quasi 27.000 letti in terapia intensiva e gli operatori pronti a dare il massimo per fronteggiare l’emergenza
La situazione ora, dopo oltre un anno e mezzo, é purtroppo molto cambiata.
C’è un primo importante fattore, ovviamente esogeno, che é la variante Delta: con un R0 triplicato rispetto al Virus di Marzo 2020, ha cambato, e di molto, le regole del gioco. Nonostante il fattore di replicazione reale sia poi calmierato dall’effetto dei vaccini, si ha comunque a che fare con un virus molto piú contagioso e pericoloso.
I rimanenti fattori rientrano peró a pieno titolo nella categoria degli human factors.
Mentre in Germania dilaga il virus, la politica si trova in una situazione di Trance in cui non si capisce chi é in carica delle decisioni: il governo Merkel, oramai uscente, adotta l’atteggiamento distaccato e attendista di chi ha ormai deciso di mettersi da parte, un po’ a voler dire “io sto per andarmene, non tocca piú a me decidere” mentre i partiti della coalizione Ampel ancora discutono il loro contratto di governo, in cui le prioritá dei dibattimenti sono il clima, l’immigrazione, le energie rinnovabili, le finanze, e idee per dare il colpo di grazia definitivo ai killer ambientali che ancora si permettono di guidare auto turbodiesel.
Medici, ospedali, scienziati e gli stessi politici a livello locale intanto lanciano messaggi di allarme sempre piú disperati chiedendo misure piú incisive ma la promessa fatta in campagna elettorale da tutti i candidati cancellieri, incluso Scholz “Ein Lockdown wird mit mir nie wieder geben” é una assai pesante palla al piede: venire meno alla più impegnativa promessa elettorale prima ancora di insediarsi alla Cancelleria sarebbe una debacle colossale. Per non parlare poi dell’altra promessa, forse ancor piú impegnativa e rischiosa, fatta ancor prima, e cioé che il vaccino in Germania non sará mai obbligatorio. A tutto ciò si aggiunge lo scaricabarile tra i singoli Bunsesländer e il governo centrale: pur avendo infatti i singoli Land l’autorità per poter dichiarare Lockdown locali, questi per non perdere la faccia con i propri elettori preferiscono non agire e chiedere al governo centrale di dichiarare un lockdown nazionale. Governo che finora ha sempre rimbalzato ai Land la responsabilità: avete l’autorità per chiudere tutto, quindi se serve fatelo. Ma di Lockdown (anzi, di L-Word, perché la politica vuole evitare persino di menzionare il termine) nessuno ne vuole sentir parlare, e tutti aspettano che arrivi qualcuno a metterci la faccia.
L’introduzione del sistema 3G (una sorta di equivalente del Green Pass italico) é arrivata in ritardo e con molte polemiche, cosí come l’istituzione di un modello di risposta al crescere dei casi (basato non piú sull’incidenza dei contagi, ma sulla cosiddetta “incidenza ospedaliera”) che tuttavia rimane blando e esclude quasi del tutto il ritorno dei Kontaktbeschränkungen su ampia scala(limitazioni ai contatti personali delle persone, aka Lockdown).
E cosí si aspetta, sperando forse in un miracolo, mentre i contagi salgono ormai da piú di un mese a ritmo del 30% in piú a settimana, con l’impressionante picco, registrato lo scorso mercoledí, di 76.000 casi giornalieri.
Numeri spaventosi, che tuttavia sembrano non impressionare piú di tanto.
I Tedeschi, a differenza degli Italiani, non hanno mai vissuto situazioni di paura e di disperazione come quelle di Bergamo di Marzo 2020 o della zone della Brianza a Novembre 2020, quando di notte si sentivano solo sirene di ambulanze senza interruzione e se chiamavi il 118 per far portare in ospedale tua nonna che stava soffocando sul letto ti sentivi rispondere “la prima ambulanza puó passare domani“.
Questo in Germania non é mai successo, sia grazie al sistema sanitario che ha sempre tenuto botta abbastanza bene, sia grazie al lockdown durato da fine Ottobre 2020 fino a Maggio 2021, che ha sempre calmierato i contagi in modo discretamente efficace.
In tutto questo, le gente si é progressivamente lasciata sempre piú andare e il rispetto delle regole di distanziamento e anti-contagio é venuto meno abbastanza rapidamente, proprio perché non é mai stata percepita una vera emergenza e questa situazione di pandemia é diventata, col passare delle settimane, solo una seccatura. È sufficiente andare qualche mese indietro negli articoli del blog per rendersene conto: giá la scorsa primavera scrivevo di come, anche in pieno lockdown, ormai nessuno rispettasse piú le prescrizioni di distanziamento (soprattutto nei supermercati) e le regole venissero sistematicamente ignorate con cene e festicciole abusive nelle abitazioni private che, in barba alle Kontaktbeschränkungen, erano diventate ormai la norma. [3]
Ora, a mesi di distanza, la situazione é ancora piú “rilassata” e la gente nonostante i continui richiami, continua a fregarsene del distanziamento e delle regole. Anche con gli ospedali pieni e quasi 80.000 casi al giorno. E sono pronto a scommettere che anche in caso di ritorno del lockdown generalizzato nazionale (che credo avverrá al piú tardi entro l’inizio della seconda settimana di Dicembre) l’atteggiamento non cambierá; anzi, peggiorerá.
Alla faccia della Solidarische Gesellschaft.
A tutto questo si aggiunge una perdurante situazione di grande rabbia e frustrazione tra i sanitari impiegati nelle terapie intensive tedesche. Ridotti allo stremo dopo 20 mesi di pandemia, hanno iniziato a licenziarsi. In massa.
Si calcola che piú di 9.000 sanitari impiegati nei reparti di rianimazione e terapia intensiva delle cliniche Tedesche abbiano dato le dimissioni dall’inizio della pandemia. [4]
Purtroppo (come ho giá scritto in altri articoli) in Germania vige da sempre una situazione di Personalmangel: in pressoché ogni settore manca personale, soprattutto personale qualificato. Questo fa sí che trovare un nuovo impiego, per chi non ne puó piú di quello attuale, sia abbastanza facile: certi profili sono richiestissimi e cambiare lavoro diventa un gioco da ragazzi.
Ecco quindi che migliaia di Pflegekräfte, massacrate dal superlavoro, dai rischi, e dalle mancate promesse della politica, hanno mollato, ripiegando su impieghi meno gravosi in ambito sanitario.
Le terapie intensive Tedesche sono cosí rimaste gravemente scoperte di personale qualificato e formato, che diventa molto difficile da sostituire in tempi brevi, e il risultato é stato devastante: oggi in Germania ci sono poco piú di 22.000 letti di terapia intensiva attualmente operativi, quasi 5.000 in meno di un anno fa.
Le mancate promesse della politica nei confronti degli operatori sanitari, cosí lodati e applauditi all’inizio della pandemia e poi rapidamente dimenticati non appena i contagi sono calati con l’arrivo del caldo, hanno prodotto questo risultato vergognoso.
E ad oggi sono ancora onestamente stupefatto di come nessuno abbia ancora chiesto ai politici Tedeschi di rendere conto di questo disastro che costerá la vita a moltissime persone.
Perché qui i No-vax non c’entrano un bel fico secco. Qui la colpa é di chi ha promesso senza mantenere, lasciando migliaia di sanitari a combattare da soli, in condizioni massacranti.
Rimaniamo sul tema vaccini e analizziamo l’ultimo punto: la deludente adesione alla campagna vaccinale. La Germania ha vaccinato il 67% della platea, meno di quanto hanno fatto Paesi considerati normalmente meno “virtuosi” come Italia, Spagna o Portogallo. Come mai?
Due fattori sono a mio avviso determinanti: in primis, come giá scritto un paio di paragrafi piú su, il fatto che non sia mai stata percepita dalla popolazione una vera situazione di emergenza; e poi una radicata diffidenza nei confronti dei vaccini e della medicina, diffusa soprattutto tra i sostenitori del’estrema destra di AfD nella ex Germania dell’est e tra le popolazioni di molti Landkreis di montagna, nel sud del Paese. In particolare in queste regioni montane gli stessi medici sono visti con molte riserve dalla popolazione ed é molto piú diffusa e rispettata la figura dell’Heilpraktiker, una sorta di “guaritore” che applica medicina naturale e alternativa senza necessariamente possedere un titolo di studio nel campo della medicina tradizionale. Pur trattandosi di una figura rigidamente regolata per legge (è necessario superare un difficile esame di Stato per diventare Heilpraktiker) non é un mistero che chi pratica le cure naturali spesso veda con una certa avversione i vaccini.
In queste zone, i pulmini itineranti che offrivano la vaccinazione sono stati addirittura presi a sassate o attaccati con fumogeni e petardi dalla popolazione locale, ritrovandosi cosí costretti alla fuga.[5]
Questo “zoccolo duro” di popolazione ostile ai vaccini é forse meno rumoroso e casinaro rispetto ai “no green pass” italici, ma lo supera agevolmente in massa critica.
Ad oggi le terze dosi stanno prendendo velocitá abbastanza bene ma le prime e seconde dosi crescono ancora a ritmi molto lenti. E sono sempre di piú le istituzioni, sia politiche che scientifiche, a non escudere piú l’introduzione dell’obbligo vaccinale, come giá deciso dalla vicina Austria.
Secondo molte proiezioni infatti la percentuale difficilmente potrá salire molto oltre il 70%, visto che chi non intende vaccinarsi molto difficilmente cambierá idea.
I vaccini, si sa, non offrono protezione totale e hanno anche efficacia decrescente nel tempo; rimangono tuttavia un importante fattore di riduzione del rischio che puó fare la differenza tra un decorso Covid-19 molto grave e una malattia che puó essere curata a casa (che i vaccini proteggano da morte e forme gravi rimane assodato e dimostrato dai numeri). È chiaro che, in questo frangente, ogni percento di copertura in piú aiuta. Non ferma il virus, ma aiuta a non impestare gi ospedali.
Ma regioni come Sassonia o Baviera, con il 60% circa di vaccinati, rimangono molto esposte al rischio di sovraccarico degli ospedali (rischio che infatti si é verificato) e la situazione non é destinata a migliorare nelle prossime settimane.
E ora arriva pure la variante Omicron. Variante della quale si sa pochissimo, ma quel poco che si sa é piú che sufficiente per preoccuparsi ancora di piú.
Beh, che dire. Ci sono tutti i presupposti per un lungo e buio inverno Covid, in questa attendista e indecisa Germania. Magari converrá svernare in Italia?
[1] https://www.tagesschau.de/inland/coronavirus-pandemie-kliniken-101.html
[2] Emergenza Covid-19: il posto piú sicuro in Europa é la Germania
[3] Die Corona-Lage: come va l’epidemia in Germania (20.04.2021)
[4] https://www.tagesschau.de/wirtschaft/unternehmen/pflege-corona-loehne-101.html
[5] https://www.br.de/nachrichten/bayern/impfaktion-in-schule-gegner-attackieren-mobiles-impfteam,Sj5o1hO