Tarifrunden e spirale salari-prezzi: il caldo autunno delle rivendicazioni salariali in Germania sta per iniziare

Mentre gli Italiani si godono la campagna elettorale sotto l’ombrellone, facendo il tifo per i loro beniamini politici e fantasticando sui regalini elettorali (rigorosamente fatti a debito) che gli spetteranno una volta che il loro eroe sará salito al potere, i Tedeschi si rimboccano le maniche e si preparano ad un caldo autunno di rivendicazioni salariali per difendere il potere d’acquisto dei loro stipendi massacrati dall’inflazione.

È di una settimana fa la notizia che il personale di terra Lufthansa é riuscito a strappare un aumento senza precedenti (+18% !!) con un solo giorno di sciopero [1]. Va detto che tale impressionante vittoria é frutto di una situazione estrema, in quanto il settore aereo si trova letteralmente con le spalle al muro, totalmente impreparato al ritorno del traffico a volumi pre-pandemia dopo tutti i layoff effettuati nel 2020/2021, e in questo momento non puó fare altro che piegarsi alle richieste del (poco) personale rimastogli, pena il blocco totale delle operazioni di terra.
La situazione di Personalmangel, da sempre cronica in tanti settori in Germania, si é ulteriormente esacerbata nel dopo-pandemia in quanto tantissimi dei licenziati hanno poi deciso di cambiare settore e, trovando condizioni e trattamenti migliori rispetto a prima, ora sono decisi a non tornare indietro.
È il caso del personale di terra negli aeroporti, delle commesse nei negozi di abbigliamento, dei camerieri nei ristoranti, del personale negli alberghi, e tanti altri settori ancora. Ma non solo: c’é anche chi durante la pandemia aveva lavoro in abbondanza, ma ha deciso di cambiare di sua iniziativa; il pensiero va automaticamente al personale sanitario e ai 9000 infermieri che durante la pandemia si sono licenziati perché sfiancati dal superlavoro negli ospedali…
Queste figure professionali ora scarseggiano come non mai e i datori di lavoro stanno cercando in ogni modo di rendere questi lavori piú attrattivi, incluso naturalmente incrementare le retribuzioni.

La vertenza Lufthansa arriva in un momento in cui molte Gewerkschäfte si stanno preparando ai relativi Tarifrunde e si apprestano a dare battaglia per chiedere aumenti salariali in grado di compensare l’inflazione, con la IG Metall che chiede un aumento dell’8% per il settore Metall- & Elektroindustrie [2].
Richieste che sono state definite “fuori dal mondo” dal capo di Gesamtmetall Stefan Wolf, il quale invece chiede ai sindacati l’esatto opposto ovvero un Nullrunde come accaduto nel 2020 in occasione della crisi innescata dall’arrrivo della pandemia [3]. Se tuttavia nel 2020 le organizzazioni sindacali, in un atteggiamento di responsabilitá, erano state collaborative nel rinunciare all’aumento salariale per salvare i posti di lavoro dalla crisi Covid, possiamo stare certi che questa volta non sará cosí.
Il Tarifrunde dei metalmeccanici avrá inizio a Settembre e si preannuncia un muro contro muro durissimo, saranno sicuramente da mettere in conto diversi Warnstreik e intensissime negoziazioni, ma una cosa é pressoché certa: salvo che la situazione si faccia improvvisamente molto pesante (e.g. chiusura totale di forniture del gas, fabbriche costrette a chiudere a un giorno all’altro, recessione devastante) l’aumento ci sará.
Il precedente creato dalla vertenza Lufthansa é molto potente (il 18% é il doppio dell’inflazione!) e gli altri settori non staranno certo a guardare.

La questione tuttavia quest’anno é molto piú complicata e va ben oltre la sola concertazione tra imprenditoria e forza lavoro, in quanto coinvolge in modo diretto il quadro macroeconomico dell’area Euro. Aumenti salariali importanti potrebbero costituire l’innesco di una spirale salari-prezzi, ovvero l’ultima cosa che servirebbe in questo momento per fermare l’inflazione.
Dopo la vertenza Lufthansa, sono in molti ora a temere che la partenza della tanto temuta spirale sia ormai inevitabile.[4]

Del resto, l’inflazione c’é e sta mettendo in difficoltá tutti: imprese grandi e piccole, liberi professionisti, consumatori, famiglie, governi. Se peró alcuni soggetti possono proiettare i costi sui loro clienti, altri non sono in condizione di farlo e l’unico modo che hanno per difendersi sono le lotte salariali.
Le banche centrali vorrebbero naturalmente evitare la spirale salari-prezzi, ma l’unico modo per farlo sarebbe tenere i salari fermi e scaricare il fardello dell’inflazione sul lavoratori dipendenti. Che ovviamente non ci stanno neanche un po’.

È questo il problema dell’attuale situazione: se si vuole fermare l’inflazione, qualcuno deve perderci. Qualcuno deve impoverirsi e smettere di consumare. Come ben riassunto dal vecchio adagio “il miglior rimedio agli alti prezzi sono proprio gli alti prezzi”, l’inflazione si ferma solo quando i prezzi raggiungono un livello tale che nessuno puó permettersi piú niente e i consumi si fermano; solo a quel punto la corsa dei prezzi si ridimensiona.
Tuttavia, come é comprensibile, nessuno vuole essere l’agnello sacrificale della situazione.
E la probabilitá che gli industriali tedeschi ottengano il loro Nullrunde é, a mio avviso, remota. Soprattutto considerato che in questo momento, in quasi tutta l’area Euro, il mercato del lavoro vede una situazione a dir poco rosea per i lavoratori dipendenti: mai come in questi mesi é stato facile cambiare lavoro e migliorare il proprio trattamento economico. In Germania, in questo momento, il mercato del lavoro viene definito besonders arbeitnehmerfreundlich e i recruiters devono sudare sette camicie per trovare le figure richieste dalle Aziende.
Lo scenario possibile, a questo punto, é quello di una spirale salari-prezzi duratura, come prospettato anche da Focus Money che tempo fa ipotizzava, con una copertina molto provocatoria, che l’Euro possa in futuro diventare come la Lira Italiana. [5]

Per questo credo che i Tarifrunde salariali di questo autunno in Germania saranno importantissimi: non solo per i lavoratori dipendenti tedeschi, ma anche per la politica economica e monetaria Europea.
Se, come presumo, i lavoratori tedeschi riusciranno a ottenere incrementi salariali importanti, una nuova era di alta inflazione stabile e duratura in tutta l’area Euro diventerá, a questo punto, difficile da evitare.
E tutto cambierá.

[1] https://www.derstandard.de/story/2000138052524/lufthansa-und-gewerkschaft-einigen-sich-auf-tariferhoehung-fuer-bodenpersonal
[2] https://www.igmetall.de/tarif/tarifrunden/metall-und-elektro/metall-tarifkommissionen-fordern-8-prozent
[3] https://www.oldenburger-onlinezeitung.de/nachrichten/gesamtmetall-chef-fordert-nullrunde-89902.html
[4] https://www.welt.de/wirtschaft/article240308279/Lufthansa-Bis-zu-19-Prozent-mehr-dieser-Tarifabschluss-ist-ein-fatales-Signal.html
[5] https://www.focus.de/magazin/archiv/titel-wird-der-euro-die-neue-italienische-lira_id_121775962.html

Steuererklärung: perché conviene sempre fare la dichiarazione dei redditi in Germania

È stato uno dei primi consigli che ho ricevuto dal mio capo, durante le pause caffé nelle mie prime settimane di lavoro in Germania: fare sempre lo Steuererklärung.
In particolare, nel mio caso, sarebbe risultato molto conveniente in quanto essendomi trasferito in Germania a metá anno, ed essendo le mie trattenute in busta paga tuttavia calcolate considerando il reddito annuo, l’anno successivo avrei ottenuto un cospicuo rimborso.
Naturalmente ho dovuto poi tenere conto del reddito prodotto in Italia, che non é stato tassato in Germania (la mia residenza fiscale era l’Italia) ma ha tuttavia contribuito alla determinazione dell’aliquota per la tassazione del reddito prodotto in Germania (Progressionsvorbehalt). Pur con questo aggiustamento, il rimborso fu cospicuo (anche se assolutamente non sufficiente a compensare la mazzata che presi con la dichiarazione dei redditi in Italia).

Tuttavia, come ho poi avuto modo di scoprire negli anni successivi, fare lo Steuererklärung conviene sempre, anche quando non si ha “molto” da scaricare dalle imposte. Io infatti in Germania ho sempre abitato vicino al lavoro e quindi non ho mai potuto approfittare della Pendlerpauschale (una delle piú “ricche” deduzioni disponibili per i lavoratori dipendenti), in piú avendo ogni genere di attrezzatura professionale fornita dall’Azienda e una carta di credito corporate per le mie spese, non ho mai avuto chissá quante spese deducibili.
Tuttavia, ho sempre preso dei rimborsi interessanti.

Esiste infatti, per tutti i lavoratori dipendenti, una deduzione forfettaria di 1000 Euro (dall’anno prossimo saranno 1200), indipendente dalle spese sostenute. Quindi giá inoltrando un semplicissimo Steuererklärung come Arbeitnehmer, senza presentare alcuna spesa deducibile, é possibile portare a casa dei soldini. Quanto si porta a casa, dipende ovviamente da quanto si é tassati; se siete specializzati ed avete un alto stipendio, una deduzione di 1000 Euro significa giá portarsi a casa 500-600 Euro di rimborso. Niente male direi.

Tre opzioni per la dichiarazione dei redditi

Da anni in Germania la dichiarazione dei redditi é un processo in gran parte digitalizzato. I dati vengono inviati per via digitale ai Finanzamt competenti e solo su richiesta specifica di questi ultimi il contribuente deve integrare quanto giá inoltrato con documentazione cartacea (questo é normalmente necessario per gli Steuererklärung piú sostanziosi, in cui vi sono piú fonti di reddito e/o abbondanza di spese da dedurre).
Esistono fondamentalmente tre modi per presentare il proprio Steuererklärung:

  • Utilizzare il software gratuito ELSTER, messo a disposizione dal ministero delle Finanze Tedesco
  • Utilizzare una piattaforma internet a pagamento, come smartsteuer.de
  • Rivolgersi ad uno Steuerberater

Il software ELSTER (Elektronische Steuererklärung) rappresenta la via piú economica ma anche la piú complicata. ELSTER infatti é un tool molto esigente e ben poco user friendly. Presuppone che voi sappiate giá a perfezione (o quasi) dove vanno inserite tutte le voci e non é di grande aiuto in caso di incongruenze. Ma se conoscete molto bene il Tedesco, avete buona comprensione delle normative fiscali e la vostra dichiarazione dei redditi non é eccessivamente complicata, ELSTER rappresente una alternativa percorribile, ed… é gratis.

Il miglior compromesso qualitá/prezzo é sicuramente un portale internet. Con poche decine di Euro potete inoltrare digitalmente il vostro Steuererklärung e avrete a vostra disposizione una interfaccia che vi guiderá passo passo in modo chiaro, indicandovi dove andare a cercare le informazioni e dove inserirle, con esaustive spiegazioni riguardo ad ogni voce e diversi check per assicurarsi che ció che avete inserito sia congruente. È peró necessaria una buona conoscenza del Tedesco.
Qui di seguito alcuni dei principali portali per lo Steuererklärung:
smartsteuer.de (con cui mi sono sempre trovato bene)
taxfix.de
steuererklaerung.de
lohnsteuer-kompakt.de
WISO Steuer

Il vostro Tedesco non é all’altezza? Potete virare su un portale in lingua inglese, come ad esempio: steuergo.de.

Una interessante caratteristica di questi portali é quella di calcolare il rimborso (o il conguaglio) passo passo durante il processo. Avrete quindi una stima del rimborso che vi spetta giá dalle prime fasi della compilazione.

L’ultima opzone, piú costosa, é rivolgersi ad uno Steuerberater, che puó essere considerato l’equivalente tedesco di un commercialista. Rappresenta il piú delle volte la soluzione ottimale se avete uno Steuererlärung complicato, con piú fonti di reddito e un sacco di documentazione per i rimborsi. Lo Steuerberater si fará carico di tutto, voi dovrete solo occuparvi di fargli avere tutti i documenti che lui vi chiederá.
Un ulteriore e non indifferente vantaggio é che lo Steuerberater puó fare un quadro dettagliato della vostra situazione e, conoscendo la normativa a menadito, farvi accedere a deduzioni e detrazioni di cui neppure sospettavate l’esistenza.
Questo servizio tuttavia ha un suo prezzo, che non é indifferente: gli Steuerberater in Germania sono costosi, generalmente di piú rispetto ad un commercialista per fare un Modello Unico in Italia. Pertanto lo Steuerbarater “covinene” solo se la vostra situazione personale vi mette in condizione di ricevere sostanziosi rimborsi.

Cosa serve per lo Steuererklärung e come si procede

Per iniziare il vostro primo Steuererklärung da lavoratore dipendente, vi serve innanzitutto documentazione del vostro reddito e delle imposte e contributi che vi sono già stati trattenuti in busta paga: a tal scopo vi servirà il Lohnsteuerbescheinigung. Si tratta di un documento semplice e sintetico (generalmente una pagina) che riporta tutte i dettagli del vostro reddito lordo e delle trattenute che vi sono già state applicate dal datore di lavoro.
Il Lohnsteuerbescheinigung arriva generalmente con la busta paga di gennaio e se nell’arco dell’anno avere avuto più lavori, riceverete un Lohnsteuerbescheinigung da ciascuno dei vostri datori di lavoro.

Partendo da questo documento, l’inserimento dei dati é cosa tutt’altro che complicata: se utilizzerete un portale online, dopo avere inserito tutti i vostri dati personali (generalitá, indirizzo, professione, Steuerklasse, ecc…) vi verrá chiesto di inserire in una tabella le cifre presenti nelle voci del vostro Lohnsteuerbescheinigung. Le voci all’interno della tabella sono numerate e sarete guidati nel procedimento in maniera dettagliata; é pressoché impossibile sbagliare!
Una volta completato l’inserimento dei dati, l’algoritmo potrá giá calcolare il rimborso spettante.

Se compare una cifra di qualche centinaio di euro a vostro credito (Erstattung) allora significa che il vostro datore di lavoro non ha considerato i 1000 Euro di detrazione nel computo delle buste paga, quindi avete diritto al rimborso. Questo avviene nella maggioranza dei casi.
Se tuttavia non compare alcun rimborso, o se la cifra si aggira nelle vicinanze dello zero, significa che la deduzione é giá stata considerata e quindi non vi spetta nessun rimborso. È una eventualitá abbastanza rara, ma puó capitare. In questo caso, proseguire nello Steuererklärung ha senso solo se avete spese da dedurre superiori a 1000 Euro.

Difatti, la deduzione di 1000 Euro rappresenta una sorta di forfait di spese che lo Stato tedesco riconosce ad ogni lavoratore dipendente. Volendo andare a dedurre spese ulteriori, esse andranno effettivamente ad abbattere la vostra base imponibile solo per la quota che supera i 1000 Euro.
Ergo, se le vostre spese deducibili non superano i 1000 Euro, nel vostro Steuererklärung (dal punto di vista del rimborso) di fatto non cambierá nulla.

Werbungkosten

I Werbungkosten coprono una moltitudine di spese che il lavoratore dipendente sostiene di tasca propria nell’ambito del proprio lavoro. La piú popolare é sicuramente la Pendlerpauschale, il “forfait del pendolare”, che permette di dedurre dalla base imponibile i costi dei trasferimenti casa-lavoro.
Vi é poi la Homeofficepauschale, 5 Euro al giorno di deduzione per chi lavora da casa (introdotta dopo la pandemia).
Sussiste la possibiltá di dedurre tantissime spese, ad esempio abbigliamento da lavoro, spese per allestire una stanza ufficio, spese per la doppia residenza per i pendolari del weekend, spese per internet (se usato principalmente per lavoro), spese per assicurazioni, e tantissimo altro.
Come anticipato un paragrafo piú su, i Werbungkosten iniziano ad avere effetto sulla base imponibile solo quando superano i 1000 Euro.

Pendlerpauschale

La Pendlerpauschale é il rimborso per le spese di trasporto dalla propria abitazione alla sede di lavoro, ed é valida qualunque sia il mezzo di trasporto utilizzato. Si tratta probabilmente della piú “ricca” deduzione riservata ai lavoratori dipendenti tedeschi, e ogni volta che penso che in Italia ho fatto 50 km a/r al giorno per 10 anni senza avere avuto indietro una lira, mi sento un po’ un imbecille (a non essermene andato prima!).

Il lavoratore dipendente in Germania ha diritto ad una deduzione di 30 cent a chilometro, che incrementa a 38 cent/km dopo i 20 chilometri di distanza casa-lavoro.
In teoria, é la via piú breve che dovrebbe far testo per il calcolo della deduzione, tuttavia spesso i Finanzamt accettano anche percorsi piú lunghi, quando la via piú breve é sconveniente. In generale, la prima soluzione di Google Maps é considerata un buon benchmark.
Successivamente, devono essere calcolati i giorni effettivi di lavoro effettuati durante l’anno, considerando anche ferie e malattia.
Il calcolo dell’importo deducibile é quindi:

distanza casa-lavoro (sola andata) in km * giorni di lavoro nell’anno solare * 0,30 cent

per la distanza da 0 a 20 km.
Per i chilometri successivi:

distanza casa-lavoro (sola andata) in km * giorni di lavoro nell’anno solare * 0,38 cent

Si tratta di una deduzione fiscale notevole, che, insieme alle autostrade gratuite, basta a spiegare come mai in Germania é normale trovare gente che ha il lavoro a 70 km da casa (giá da prima del Covid).

Nei portali online, il calcolo della Pendlerpauschale é veloce e semplicissimo.

Rimborso

Una volta inviato lo Steuererklärung, in genere passano da 6 a 12 settimane prima che arrivi il rimborso. Arriva direttamente sul C/C da voi indicato nella procedura ed é generalmente preannunciato da una lettera del Finanzamt che vi arriverá per posta qualche giorno prima del’accredito.
Se é filato tutto liscio, l’accredito sará esattamente quello che vi é stato prospettato dal software o dal portale online.
A me é capitato un paio di volte che la cifra variasse (poche decine di Euro, nulla di che), in quel caso il Finamzamt si é limitato a rimborsare la cifra da loro ricalcolata (peraltro maggiore di quella preventivata) senza alcun commento o “rimprovero”.

Mazzate d’autunno: Gas-Umlage e rincari energetici mai visti mettono a dura prova il Wohlstand tedesco

Dal 1. Ottobre i consumatori Tedeschi allacciati alla rete del gas saranno chiamati a partecipare al salvataggio pubblico delle societá di energia e riscaldamento tramite il Gas-Umlage: un contributo obbligatorio (un tot a kWh) che andrá a confluire in un fondo destinato al supporto delle societá che rischiano il fallimento a causa dei prezzi del gas diventati ormai… incandescenti.

Perché si rischia una ondata di fallimenti

Da quando vige il mercato libero dell’energia in Europa la quasi totalitá delle societá di gas, energia e riscaldamento in Germania propongono contratti ai loro clienti sulla base di Festverträge con un costo per kWh, generalmente vantaggioso, che resta fisso per i primi 12 o 24 mesi di contratto. Uno stratagemma per accaparrarsi nuovi clienti, simile a quanto giá usato da anni nella telefonia, nei contratti Internet e in svariati altri ambiti.
Succede ora che tali societá si ritrovano a pagare il gas sulla borsa energetica europea a prezzi quadruplicati, ma trovandosi incastrati dai contratti giá chiusi, continuano a rivenderlo ai loro clienti a prezzi bassi. E i contratti non permettono loro di alzare i prezzi.
Si ritrovano cosí a lavorare in perdita ed é solo questione di tempo prima che una Pleitewelle travolga il settore.
Si tratta di una situazione contingente, venutasi a creare a seguito di sviluppi che fino a un anno e mezzo fa nessuno sarebbe stato in grado di prevedere. Per due decenni infatti i Tedeschi sono stati abituati a prezzi del gas e dell’energia bassi e molto stabili: il gas Russo era la scelta ideale, seppure discutibile, per alimentare la fame Tedesca di energia e rappresentava senza alcun dubbio la via piú facile e conveniente. Un potenziale cliente che avesse voluto stipulare un contratto poco piú di un anno fa si sarebbe visto proporre, mediamente, un prezzo intorno ai 7 centesimi di Euro per kWh.
Oggi per un contratto di nuova stipula il riscaldamento a gas viene prezzato mediamente 26 centesimi di Euro al kWh. Piú del triplo!
[fonte: Zeit.de]

In cosa consiste il Gas-Umlage

Nell’impossibilitá di intervenire direttamente sui contratti laddove il prezzo per kWh é stato fissato con una precisa scadenza, é stato il governo ad agire e a andare a mettere le mani nelle tasche dei Tedeschi per mettere una pezza alla situazione.
Dal 1.Ottobre in tutte le bollette del gas in Germania comparirá quindi una addizionale (che non é stata ancora determinata, si dice sará compresa tra i 1,5 e 5 centesimi a kWh) che andrá a riempire un fondo apposito destinato a supportare le societá di distribuzione in difficoltá.
Il Gas-Umlage é a termine (si parla, per ora, fino a fine 2023) in modo da coprire il periodo-ponte in cui scadrá la tariffazione fissa garantita dai contratti, e le societá potranno quindi adeguare i prezzi al consumatore finale.

Questione di fortuna

Il Gas-Umlage andrá a incidere in modo sensibile sui bilanci familiari dei Tedeschi, anche se ci sará a chi andrá meglio e a chi andrá molto peggio.
Chi infatti ha sottoscritto un contratto con prezzo fisso biennale a metá 2021, e ha quindi ancora davanti a sé almeno altri 12 mesi di gas a basso prezzo, sará colpito dal Gas-Umlage in maniera non troppo pesante. Chi invece ha il contratto in scadenza nei prossimi mesi e si vedrá adeguare il prezzo a breve, dovrá pagare, oltre al nuovo prezzo (piú che triplicato) anche il Gas-Umlage.
Vi saranno quindi situazioni in cui i piú “fortunati” si troveranno a pagare, male che vada, 7 cent + Gas-Umlage di 5 cent (caso peggiore) = 12 centesimi di Euro al kWh, mentre quelli a cui le societá sdegueranno i prezzi potrebbero trovarsi a pagare 26 cent + 5 cent = 31 centesimi di Euro al kWh.
Facendo qualche conto facile, nel primo caso si tratterebbe di un aggravio di costo, per una famiglia tipo in un appartamento non troppo grande (15.000 kWh/anno), di 750 Euro all’anno.
Nel secondo caso, l’aggravio di costo é di 3.600 Euro all’anno. Una cifra che metterá in difficoltá piú di una famiglia in Germania, questo é sicuro.

Perché le societá vanno salvate

Che le societá di ditribuzione del gas possano fallire in massa, in un momento storico come questo, é una eventualitá da evitare ad ogni costo: é infatti necessario che la rete sia attiva, ben sorvegliata e in piena efficienza quando l’inverno arriverá e bisognerá iniziare a fare i conti con la scarsitá di gas. Sará necessario minimizzare gli sprechi, gestire opportunamente i flussi di gas nelle tubazioni, sorvegliare attentamente tutta la distribuzione.
Se le societá fallissero, questa capacitá sarebbe compromessa, e la cosa verrebbe a verificarsi nel momento piú sbagliato possibile.
Il Gas-Umlage é quindi un… male necessario.

Sará un inverno duro

Non ci sará solo la scarsitá di gas con cui fare i conti. Quello che spetta ora ai Tedeschi (e ai loro governenti) é un inverno durissimo: questo incremento sensazionale dei prezzi per il riscaldamento, accompagnato all’inflazione generale che ha oramai raggiunto l’8% e alla possibilitá di nuove restrizioni invernali con l’arrivo della variante centaurus del coronavirus, potrebbe produrre un mix esplosivo.
Le istituzioni sono giá in allarme per la possibilitá di crisi della pace sociale, accompagnata da vibranti proteste di strada, sostenute dall’ incremento della radicalizzazione di molte persone colpite dall’impoverimento che arriverá.
E stavolta non si scappa: il ceto medio sará l’agnello scarificale della situazione. Che sia l’inizio della fine del Wohlstand Tedesco?