Dreieichenhain: una piccola bomboniera a sud di Francoforte

Ci sono i posti che non ti aspetti, quelli in cui capiti quasi per caso, e sicuramente Dreieichenhain risponde bene a questa descrizione. Piccola frazione di Dreieich, cittá di 30.000 anime poco piú a sud di Francoforte, é di fatto un minuscolo borgo a sé stante con tanto di antica cinta muraria medievale, annesso castello e piccolo lago artificiale.

Il borgo ha origini molto antiche, si trattava originariamente di un piccolo villaggio legato ad una vasta riserva di caccia imperiale (Wildbannforst), che un tempo occupava gran parte dei boschi di questa zona. Il viale principale che connette le due porte ai lati opposti della cinta muraria é lungo circa 300 metri, parliamo quindi di un borgo molto piccolo, esplorabile in ogni suo angolo nel giro di poco tempo!

Cartello con i principali punti di interesse di Dreieichenhain

Le due porte di ingresso al borgo sono dislocate lungo un asse est/ovest: la porta ad ovest, denominata Untertor, é collegata al piccolo castello che domina il borgo, il Burg Hayn. Oggi del castello non é rimasto moltissimo, difatti é considerato una Ruine; sono tuttavia ben visibili i muri e una torre. Questo castello era la residenza per i curatori della riserva di caccia imperiale, ed era usato anche dall’imperatore in persona durante le battute di caccia. Si tratta di rovine dalle origini molto antiche: la costruzione del primo Burg Hayn é datata a metá dell’uncicesimo secolo, seppur poi negli anni si sono susseguiti diversi ammodernamenti e ricostruzioni.

Una volta entrati in Dreieichenhain passando dalla Untertor, ci si trova sulla via principale del piccolo borgo. È questa una piccola e pittoresca vetrina di attivitá commerciali incastonate in tipiche case in legno e muratura di due secoli fa, splendidamente curate e conservate.

All’ingresso lato cittá, in prossimitá della Obertor, si possono trovare alcune informazioni sia storiche che pratiche sulla visita di Dreieichenhain. Vista la sua conformazione molto raccolta, non serve molto tempo per girare tutto il piccolo borgo medievale anzi, se si va a passo spedito in mezz’ora si vede praticamente tutto!

È quindi secondo me una meta indicata piú per una sosta in stile “slow tourism” dedita al riposo e al relax, piuttosto che non ad una visita veloce.
Se siete dalle parti di Francoforte, puó essere una interessante idea per spendere un pomeriggio o una serata mangiando un gelato oppure concedendosi una sosta per un caffé, un bicchiere di vino o magari perché no, cenare in qualche ristorante tipico; senza eccessivo impegno e senza camminate chilometriche.
E con l’occasione scattare anche qualche foto carina.

Il borgo medievale di Dreieichenhain si raggiunge agevolmente in treno (stazione Dreieich-Dreieichenhain) oppure in auto, con un comodo parcheggio proprio nelle vicinanze del castello.

Wien

Vista sulla cittá dall’Oberes Belvedere

Wien é stato il nostro ultimo vero viaggio prima che arrivasse Covid-19 a gettare l’Europa nel panico e, se proprio dobbiamo dirla tutta, siamo stati fortunati.

Come periodo per la nostra visita a Wien abbiamo scelto alcuni giorni verso fine Febbraio 2020 .. schivando l’allarme epidemia e la chiusura dei confini davvero per un pelo! Purtroppo non ci é stato possibile proseguire il viaggio verso l’Italia con il Nightjet Wien-Milano Centrale a causa della situazione in Lombardia che giá ai primi di Marzo lasciava presagire il peggio (e ciao ciao alla cabina letto deluxe con doccia… sigh).

Si é trattato comunque di giornate molto belle e piacevoli in una cittá che non ha assolutamente deluso le nostre (abbastanza alte) aspettative.

Vienna trasmette ancora oggi una viva e penetrante sensazione di cittá “imperiale”, capitale di quello che fu uno dei piú grandi e potenti Stati d’Europa fino ai primi del Novecento.

Come da mio modus operandi consolidato, ci siamo sistemati non troppo lontani dalla stazione centrale in una posizione che fosse comoda con i mezzi pubblici, per poter girare comodamente in cittá. Abbiamo pernottato al Novum Congress che, se da un lato rimane abbastanza comodo per girare la cittá ed é anche vicino allo Schloss Belvedere, dall’altro non ha molto mantenuto le promesse sperate in termini di comfort. Pur se la stanza era molto spaziosa, il bagno era lungo e strettissimo, abbastanza scomodo per muovercisi in due. La colazione non era nulla di che, la classica colazione continentale che si trova un po’ovuque, ma senza troppa scelta. I dolci peró erano molto buoni.

Oberes Belvedere

Lo schloss Belvedere, leggermente decentrato rispetto al centro cittadino, é una bellissima residenza barocca appartenuta prima ai Savoia e poi agli Asburgo. Si compone di due parti, il castello inferiore (Unteres Belvedere) e quello superiore (Oberes Belvedere), considerato da molti come la residenza principale. Esternamente bellissimo e dalle linee piacevoli e aggrziate, ospita internamente una corposa galleria d’arte, in cui svettano le piú famose opere di Gustav Klimt. Merita assolutamente una visita.
Anche per chi non volesse avventurarsi tra le opere di Klimt, una passeggiata nei giardini tra le due residenze é una attivitá che non posso far altro che raccomandare.

Una volta oltrepassato l’Unteres Belvedere dirigendosi venso il centro, merita una sosta il monumento ai caduti dell’armata rossa, realizzato dopo la liberazione di Vienna da parte delle forze sovietiche nel 1945.

Proseguendo a piedi poco piú avanti si arriva in Karlsplatz. Qui inizia il centro storico della cittá.

Da Karlsplatz verso il centro: qui siamo in Kärntner Straße, davanti a noi, sulla sinistra, giá si intravede il Teatro dell’Opera

Proseguendo da Karlsplatz verso il centro, incrociamo la circonvallazione cittadina. Qui troviamo per primo il Monumentale teatro dell’opera di Vienna, edificato nel 1860. A contorno diversi edifici di assoluta bellezza, tra i quali ad esempio l’Hotel Bristol, verso Kärtner Ring.

Kärtner Ring, con l’Hotel Bristol sulla sinistra
Ingresso dell’Opera

Da qui si puó scegliere se addentrarsi nel centro della Wiener Innenstadt oppure proseguire sulla circonvallazione, lasciando il Teatro dell’Opera alle proprie spalle e dirigendsi verso la zona dei musei.
È questa una parte della cittá affascinante, viva e piacevole, con bellissimi palazzi inframmezzati da ampi spazi con fontane e giardini. Quando abbiamo visitato questa parte della cittá per la prima volta, non abbiamo apprezzato appieno la sua bellezza a causa della giornata inclemente (pioggerella gelida e vento forte) ma tornati un paio di giorni dopo con il sole, ne siamo rimasti estasiati. Sfortunatamente era quasi ora di partire…

Maria-Theresien-Platz e il Museo di Storia dell’Arte

Dall’altra parte rispetto al viale della circonvallazione, passando attraverso la favolosa Burgtor, si raggiunge Heldenplatz, caratterizzata dalle monumentali statue equestri del Principe Eugenio e dell’Arciduca Carlo.

Heldenplatz e a statua equestre del Principe Eugenio; sollo sfondo il Palazzo di Hofburg

L’intera zona é dominata dal bellissimo Palazzo di Hofburg, che fu a suo tempo il centro del potere dell’Austria imperiale. Piú volte ampliato sotto l’egida degli Amburgo, il complesso occupa oggi piú di 200.000 metri quadri. Le antiche residenze imperiali sono visitabili a pagamento.

Da Heldenplatz, un passaggio pedonale attraverso l’antico ingresso del palazzo ci riporta verso il centro e la Michaelerplatz, prima di fare ingresso nella Fußgängerzone pedonale. Anche qui, il monumentale ingresso del complesso dell’Hofburg merita a pieno titolo una breve pausa fotografica.

Michaelerplatz e l’ingresso del complesso dell’Hofburg

Da Michaererplatz ci si puó dirigere verso il centro attraverso l’esclusiva Kohlmarkt, raffinata via dello shopping viennese d’elíte. Dopo una breve camminata si raggiunge il Graben , la Stephanplatz e il Duomo di Santo Stefano.
Siamo arrivati nel cuore pulsante del centro di Vienna.

Il Graben, la principale via centrale pedonale di Vienna. Al centro, la Wiener Pestsäule, la “colonna della peste” eretta a ringraziamento per la fine dell’epidemia che colpí Vienna alla fine del XVII secolo

Se vi trovate in prossimitá del Duomo di Santo Stefano e avete un improvviso languorino, un bel panino da Wiener Würstl o Zum goldenen Würstel vi toglierá la voglia e garantirá un interessante apporto di nutrienti per proseguire la passeggiata… (raccomando di non esagerare).

Vienne si gira molto bene a piedi e se avete voglia di camminare avrete l’opportunitá di macinare passi in quantitá. Ma la cittá dispone anche di un ottimo sistema di tram e metropolitane che possono rendervi la vita piú semplice se non siete camminatori provetti. Una carta giornaliera costa 8 Euro, una trigiornaliera 17 Euro.

Tram e metropolitana vi saranno utili se intendete allontanarvi dal centro, ad esempio per visitare il famoso parco di divertimenti Prater oppure la zona della Hundertwasserhaus.

Quest’ultima era piú che altro una nostra curiositá personale, visto che Darmstadt ospita la Waldspirale, una delle piú famose architetture Hundertwasser, e Vienna é universalmente indicata come riferimento mondiale del movimento.
Nei pressi della Fermate Hetzgasse del Tram, si trova la principale Hundertwasserhaus della cittá. Ma tracce colorate e stravagenti di architetture Hundertwasser sono disseminate un po’ in tutta la zona, lascio a voi il divertimento di andarle a cercare. Consigliatissima, se vi piace il genere, una visita al Café della Kunst Haus Wien.

Il Prater di Viena é un bellissimo parco di divertimenti a nordest della cittá, ben raggiungibile dalla stazione Praterstern, dove fermano sia la metropolitana che il servizio di treni suburbani della cittá. Famoso per la sua ruota panoramica e per le numerose attrazioni al suo interno, attira giornalmente migliaia di visitatori (ragione per cui una visita infrasettimanale sicuramente é piú consigliabile di una nel fine settimana).

Ingresso proncipale del Prater (a sinistra) e la famosa ruota panoramica.

Al Prater si trova di tutto. Case degli orrori, labirinti, piste di go-kart, trenini, autosocontri, dischi volanti, montagne russe e giostre di ogni genere. Il meteo sfortunatamente non ci é stato di grande aiuto. Appena usciti da Pratersten si é scatenata una pioggia violentissima e gelata che ci ha costretti a cercare riparo da Madame Tussauds mentre intorno a noi i giostrai si affrettavano a chiudere tutto.

Abbiamo cosí visitao il museo delle cere di Vienna che si é rivelato essere molto piacevole e divertente. Presenti molti personaggi importanti della storia austriaca, cosí come tanti esponenti del mondo dello spettacolo.
Qui non manca certo il materiale per foto simpatiche da condividere con gli amici. Potete farvi psicanalizzare da Freud oppure bervi qualcosa al bar con Jonny Deep.

Tornando in centro, altre location metitevoli di sosta sono:

La Karlskirche (chiesa di San carlo Borromeo), famosa chiesa cattolica nei pressi di Karlsplatz, costruita dopo l’epidemia di peste che colpí la cittá alla fine del 1600.

Karlskirche

La Votivkirche (chiesa votiva) é un bell’esempio di achitettura gotica cattolica. Si trova vicino ai giardini dedicati a Sigmund Freud, nei pressi della Rathaus.

La Rossauer Kaserne, costruita come caserma difensiva a metá 1800, é oggi sede del ministero della Difesa austriaco.

Rossauer Kaserma, qui vista dall’altro lato del Donaukanal

Per concludere in modo gustoso , un paio di (generalmente sempre gradite) dritte per mangiare e bere:

7 Stern Bräu (fermata Stiftgasse del tram): favolose birre artigianali, una piú buona dell’altra. Nell’assortimento vi é anche una birra alla cannabis. Spettacolari i canederli.
Bier & Bierli (Operngasse, fermata Oper Karlsplatz della metropolitana) qui si mangia una Schnitzel davvero niente male, con una buona selezione di birre nazionali ed estere, il tutto in un ambiente molto bello e caratteristico.

Ovviamente, non si puó non provare la Wiener Schnitzel, la famosa cotoletta che da anni e anni contende una agguerrita disputa con la sua controparte milanese.
Ma personalmente ho trovato i canederli straordinari. I migliori che abbia mai mangiato, insieme a quelli del Südtirol.

Quela che abbiamo visto é in realtá solo una frazione di Vienna. Quattro giorni non sono stati sufficienti a vedere tutto quello che ci eravamo preposti di visitare, complice anche il meteo dispettoso. Torneremo siuramente, probabilmente in estate o in autunno, per poterci godere pienamente una giornata al Prater e la zona delle biblioteche e dei musei con (si spera) il bel tempo.

Fino ad allora, ci sará la nostra foto in tenuta “Belle Epoque” da Madame Tussauds a tenerci compagnia sulla mensola in sala, ricordando Venna e aspettando di tornarci quando questo delirio epidemico sará finito. Per ricominciare da dove eravamo rimasti.

Esplorando la Bergstraße: Zwingenberg

La Bergstraße é una apprezzata Ferienstraße tedesca, caratterizzata dalla presenza di diverse Bergen (colline), castelli medievali, e vigneti. Si snoda tra Darmstadt e Heidelberg lungo l’estremitá Est della valle del Reno, a margine dell’Odenwald.

La Bergstraße non é popolare quanto la ben piú famosa Romantikstraße, tuttavia é molto apprezzata dai tedeschi che dall’Hessen come anche dal Baden-Wurttenberg amano recarsi qui per una gita o per una breve vacanza. Il vantaggio é quindi quello di un turismo squisitamente autoctono e ordinato; qui non troverete il turismo di massa (anche se c’é da chiedersi se il turismo di massa tornerá mai, dopo il coronavirus).

Questa settimana siamo stati a Zwingenberg, adorabile borgo poco piú a nord di Bensheim. In realtá veniamo a passeggiare qui abbastanza spesso durante la bella stagione, ma l’altra sera é stata davvero speciale, perché il cielo limpidissimo e il borgo semideserto (nonostante i ristoranti da poco riaperti) ci hanno permesso di goderci davvero la passeggiata e di fare delle foto bellissime.

Il motto della cittá é “vita moderna tra mura storiche” e non potrebbe essere piú azzeccato.
La Scheuergasse é un breve vicolo pedonale che collega la stazione ferroviaria al Centro cittadino. I caratteristici edifici in muratura in pietra ospitano, oltre che interessanti ristorantini e bar, anche l’Heimatmuseum della cittá, piccolo ma meritevole di una visita. All’interno del museo, alcune reminescenze storche della Bergstraße del passato e immagini della Zwingenberg di un tempo accompagnano oggetti e supplellettili dal Medioevo ad oggi.

FInita la Scheuergasse si incrocia il curioso monumento a Max Teichmann, fondatore del Bergsträßer Boten. Curioso perché posta a spasso nientemeno che.. una pecora.

Da qui, attraversata la statale 3, ci si trova di fronte alla Rathaus attraversata la quale si accede subito ai piccoli vicoli della cittá.
Zwingenberg é un piccolo borgo, quindi fare il giro completo dei vicoli non porta via molto tempo. La Untergasse e Obergasse sono i due vicoli che delimitano la zona “bassa” del borgo e vanno a congiungersi nella piccola Marktplatz a pianta quadrata, dove si trovano deliziosi ristorantini e anche un piccolo tapas bar.

La parte “bella”, quella che preferisco, inizia quando si sale sul piccolo vicolo a scalini che risponde al nome di Am kleinen Berg fino a raggiungere la Bergkirche, la chiesa del paese.

Da qui si gode di una vista bellissima sulla spianata del Reno. Nelle giornale di bel tempo si distinguono chiaramente la miriade di turbine eoliche a ovest di Worms, nel Rheinland-Pfalz, a piú di 30 chilometri di distanza.

Salendo ancora piú in alto, seguenda la strada lastricata (in questo caso risponde al nome di Auf dem Berg) si raggiungono i resti delle antiche fortificazioni mediavali di Zwingenberg. Sebbene si tratti solo di una torre e di una piccola porzione di mura, é molto suggestiva e sorprendentemente ben conservata.
Il mio personale spot fotografico preferito rimane peró nelle vicinanze della chiesa.

Consigli per una gita a Zwingenberg? Si puó arrivare comodamente in treno, con i RegioExpress da Francoforte, Mannheim e Heidelberg. Per chi arriva in auto dalla B3, abbondano le possibilitá di parcheggio anche lungo la statale stessa.
Dopo aver passeggiato nel borgo in lungo e in largo, compresa la scalinata fino alla chiesa e una visita all’antica torre medievale con annesse pause fotografiche (se il meteo é clemente) vi potete concedere una bella cena in uno dei ristorantini della Marktplatz o della Scheuergasse, meglio se all’aperto e con una bottiglia di vino bianco locale.
Non a caso il periodo che consiglio per visitare Zwingenberg e la Bergstraße é il periodo a cavallo tra primavera ed estate, quando il clima é particolarmente piacevole e le giornate sono lunghe, con le ultime luci del giorno che sfumano a ovest quando l’orologio segna ormai le 22.

Viaggio in Ostdeutschland e nella storia – Dresden

La seconda tappa del nostro viaggio in Germania dell’Est ci porta a Dresda, cittá sull’Elba pregna di arte e di storia.
È in realtá un grandissimo peccato rendersi conto che quanto oggi ci é dato vedere di questa cittá-capolavoro di arte barocca e rococó é solo una frazione di ció che era Dresda prima della II guerra mondiale. Gran parte del patrimonio artistico di questa cittá é infatti andato distrutto nelle notti tra il 13 e il 15 Febbraio del 1945.

Se da un lato infatti tutti o quasi conoscono il triste destino di Hiroshima e Nagasaki, pochi sanno che Dresda fu sottoposta ad una distruzione altrettanto atroce. Certo, qui non fu usata la bomba atomica, ma in compenso furono sganciate 3000 tonnellate di bombe convenzionali e bombe chimiche incendiarie (fondamentalmente delle antenate del napalm) le quali, complice una situazione di umiditá e vento particolarmente favorevole, innescarono il cosiddetto effetto firestorm, ovvero una condizione che vede un incendio con temperature di combustione elevatissime autoalimentarsi senza possibilitá di essere estinto fino a quando ogni possibile combustibile non é esaurito.
La strategia alleata, inoltre, si avvalse della stessa, subdola tecnica utilizzata dai tedeschi nei primi bombardamenti su Londra: un primo raid di bombardieri colpiva un numero limitato di edifici in modo da far entrare in azione le squadre di soccorso e i pompieri e far uscire le persone dai rifugi; solo dopo tre ore colpiva il raid vero e proprio con il bombardamento a tappeto, eliminando sia i sopravvissuti che i soccorritori.
Quelle notti, a Dresda, l’effetto firestorm inglobó l’intera cittá in un inferno di fuoco. Migliaia di persone arsero vive o furono sciolte vive da fiumi di asfalto fuso mentre tentavano disperatamente di fuggire. L’effetto firestorm provocó infatti temperature talmente elevate da fondere l’asfalto delle strade, mentre chilometri e chilometri quadrati di città in fiamme causavano venti superiori ai 100 chilometri orari (provocati dal consumo di ossigeno delle fiamme) che spingevano le persone in fuga verso il fuoco.
Un vero Inferno sulla Terra.

Visitando Dresda, é inevitabile imbattersi piú volte nelle conseguenze di tale folle distruzione. Ed é facile capire come in guerra non esisano i buoni e i cattivi, ma solo ingiustizie e massacri. Indipendentemente da chi vince e chi perde.

A partire dalla bellissina Frauenkirche, in pieno centro cittá, fedelmente ricostruita dopo la Riunificazione. Non é difficile notare, infatti, la presenza di blocchi di marmo di colori molto diversi nelle facciate di questa chiesa; i pochi blocchi originali rimasti sono quelli di colore piú scuro, che sopravvissero al tremendo bombardamento del 1945. La restante parte delle macerie purtroppo non era recuperabile, anzi fu giá una autentica fortuna se ci fu la possibilitá di recuperare una frazione di esse: durante il periodo socialista la piazza non fu mai liberata dalla montagna dei resti della Frauenkirche, in quanto l’intento del governo della DDR era quello di conservare le macerie quale macabro monumento a ricordo e monito della II guerra mondiale. Tale era l’assenza di interesse da parte del governo centrale della DDR per la ricostruzione del patrimonio artistico della cittá, che ad un certo punto vi fu addirittura il rischio che la piazza venisse sgombrata e trasformata in un parcheggio.

Dresda offre ancor oggi un grande concentrato di arte in pochissimo spazio. A pochi minuti a piedi dalla Frauenkirche é possibile visitere il complesso dello Zwinger, la bellissima residenza ducale di Dresda. Lo Zwinger ospita una collezione permanente e mostre a rotazione ma é possibile anche entrare a titolo gratuito e camminare sulle bellissime balconate della residenza e scattare foto di tutto rispetto. Come anche a Colonia, talvolta il marmo della residenza assume un tono molto dark e trovare la luce giusta a volte non é facile.

Ciononostante, lo Zwinger è una location estremamente interessante per gli appassionati di fotografia grazie al grande cortile e alle molte statue disseminate qua e là anche all’esterno del palazzo. Lo Zwinger ospita una delle piú grandi collezioni di porcellane del mondo, ma la parte che io ho trovato più affascinante è il padiglione della fisica e della matematica, che ospita strumenti di misurazione, mappe, globi celesti e una esposizione 3D di astrofisica.

Accanto allo Zwinger, fa bella mostra di sé il Teatro dell’Opera. Si tratta di un landmark reso molto famoso in Germania dalla pubblicità della birra Radeberger, nota Pilsner tedesca prodotta non molto lontano da qui. Dresda, difatti, si trova a poco più di 100 km dalla Repubblica Ceca (in meno di un paio d’ore di treno si raggiunge Praga) e le birre locali hanno una certa parentela con le Pilsner Ceche: per cui, se vi piace il genere, qui difficilmente resterete delusi.
A chi ha visitato Praga difficilmente sfuggiranno le analogie tra le due città: Dresda assomiglia, a tutti gli effetti, ad una Praga in miniatura. Tuttavia, a mio personale giudizio, Dresda è molto meno commerciale e più interessante per il viaggiatore a caccia di dettagli storici o per una vacanza di coppia.

Passeggiando dallo Zwinger verso il centro ci si imbatte nel Residenzschloss, altro bellissimo esempio di arte barocca, e non si puó fare a meno di notare il Fürstenzug, una parete affrescata lunga piú di 100 metri sulla quale sono ritratti, dal 1200 fino alla storia piú recente, tutti i regnanti di Sassonia in una processione a cavallo. La parete originale fu pitturata alla fine dell’800 tuttavia, agli inizi del 900, si decise di riprodurre il tutto su Porcellana di Meissen (non a caso detta Porcellana di Dresda) in modo da rendere l’opera resistente alle intemperie atmosferiche.

Tra le tappe obbligate, come non menzionare lo Stadtmuseum di Dresda. In settimana lo Stadtmuseum è visitabile gratuitamente dopo le 17 se avete una Dresden Card, e consiglio caldamente di dedicargli almeno un paio d’ore, non solo per la gratuità ma soprattutto per i contenuti. Senza addentrarmi nei dettagli di quelli che sono i documenti e reperti storici visionabili all’interno del Museo, mi sento solo di anticiparvi che alcune delle reminiscenze storiche sul bombardamento del 1945 potrebbero risultare abbastanza forti.
Una visita allo Stadtmuseum è assolutamente obbligatoria se volete approfondire la conoscenza con questa città meravigliosa e la sua storia.

Die Welt der DDR (il mondo della DDR) è una collezione di reminiscenze del periodo socialista molto abbondante e ben curata, che raccomando a tutti di visitare. Muovendosi tra diversi modelli di automobili Trabant e Wartburg, arredamenti sovietici, computer Robotron, giocattoli ispirati alle navette russe Soyuz e varia oggettistica di regime, si può assaggiare un’autentica fetta di vita di tutti i giorni della DDR ed è e mio avviso un perfetto complemento alla visita del Runde Ecke di Lipsia e dello Stadtmuseum di Dresda. Si tratta di una esposizione dai contenuti molto più “leggeri” rispetto allo Stadtmuseum ma il valore storico è comunque di tutto rispetto. All’interno della ex Unione Sovietica i prodotti provenienti dalla Germania dell’Est erano considerati “premium” e di elevatissimo valore tecnologico, quasi dei beni di lusso (sì ok, il lusso è una cosa teoricamente “proibita” da ogni regime comunista che si rispetti, ma poi sappiamo tutti benissimo come stavano davvero le cose…) e solo chi godeva di una certa posizione sociale poteva avervi accesso. Questo museo presenta la realtà della DDR in forma più “amichevole” e curiosa rispetto al Runde Ecke di Lipsia, senza tuttavia dimenticare che tutti gli oggetti in esposizione, dalla mobilia e le automobili fino ai giocattoli, erano degli “standard” di regime obbligatori ed uguali per tutti, in un Paese in cui avere qualcosa di diverso dallo standard statale era proibito ed illegale…

Finora abbiamo parlato della Altstadt, la cittá vecchia; ma due parole le merita sicuramente anche la Neustadt: la parte “nuova” del centro di Dresda é quella piú “giovane” e ricca di vita notturna se ci si vuole divertire; durante il periodo socialista questa era considerata la parte “sovevrsiva” della cittá, dove cresceva la voglia di libertá e di esprimersi. Alcuni graffiti visibili oggi sono ancora quelli di allora.

Una visita la merita sicuramente anche il Großer Garten, il grande parco cittadino che si trova vicino alla Gläserne Manufaktur, la famosa fabbrica trasparente della Volkswagen dove veniva prodotta la Phaeton ed ora é trasformato in centro di ricerca e sviluppo sulla mobilitá. Il Großer Garten é ideale per una passeggiata e consiglio di visitarlo nella stagione calda, in cui é in servizio la bellissima ferrovia a scartamento ridotto del parco, che si snoda per alcuni chilometri all’interno del parco stesso ed é gestita da… ragazzi delle scuole medie! Proprio cosí: il capotreno, i controllori, gli addetti al movimento e ai passaggi a livello sono tutti ragazzini.

Qualche indicazione logistica: arrivando alla stazione centrale di Dresda, al livello inferiore (dove si trovano i binari tronchi dei treni regionali) si trova un ufficio turistico dove é possibile acquistare la Dresden City Card per avere accesso ai mezzi pubblici della cittá per 3 giorni e avere scontistiche interessanti su buona parte dei musei cittadini.
Siamo stati a Dresda tre volte, e siamo sempre stati all’Ibis Budger Dresden City che si trova in centro di fronte alla fermata Postplatz del tram . Le stanze sono minuscole e l’Hotel é davvero (estremamente) essenziale, ma considerato che vi serve solo per dormire a noi é sempre andato benone! E in pochi minuti a piedi ci si trova in pieno centro storico.
Ristoranti e birrerie sono a buon mercato e non si spende chissá che; Dresda é forse la grande cittá tedesca piú economica che abbiamo mai visitato. Insomma, vale la pena farci un salto, sotto ogni aspetto.

Viaggio in Ostdeutschland e nella storia – Leipzig e il “Runde Ecke”

Siamo partiti per Leipzig (Lipsia) una bella mattina di Giugno molto presto, alle 6 e mezza da Darmstadt. L’obbietivo era essere sul posto non più tardi delle 11 e godersi la giornata, che il meteo preannunciva essere stupenda.
E cosí è stato (per una volta, ci hanno preso).

Dopo circa 4 ore a dormicchiare su un ICE 4 nuovo di pacca (le lamentele sui sedili di II classe sono a mio avviso ben motivate: è senza alcuno dubbio l’ICE più scomodo di tutti i tempi.. DB che mi combini??)  arriviamo sul posto. La prima cosa che colpise all’arrivo a Lipsia è la stazione: immensa, più grande di Milano Centrale, con 26 binari e più di 300 metri di lunghezza del fabbricato viaggiatori. Eredità, probabilmente, di vecchi tempi ormai passati in cui la mobilità privata era pressoché inesistente e il treno rappresentava il mezzo di trasporto più importante e prestigioso per le medie e lunghe distanze (non avendo, di fatto, concorrenza). La storia, soprattutto quella recente, è un tema che ricorre spesso da queste parti.
L’Est della Germania è una terra affascinante, pregna di corsi e ricorsi storici che portano con sè un crocevia di momenti diversi e importanti: una volta terra di confine vicina al grande Impero Austroungarico, storico alleato della Germania nella Belle Epoque, è poi diventata terra di confine tedesca con la Cecoslovacchia e Polonia, prima di essere inglobata nel blocco sovietico come DDR ed essere stata per anni avanguardia del Patto di Varsavia in Europa; per poi essere, infine, non senza difficoltà, riannessa alla ben più ricca Germania dell’Ovest nella riunificazione dopo la caduta del Muro.

Tutti questi trascorsi storici non possono non svere lasciato strascichi e ferite nel territorio e ancora oggi in gran parte della Germania dell’Est ne sono chiaramente visibili le tracce.

Lipsia porta con sè molto di tutto questo , e per quanto oggi sia una cittá cosmopolita, variopinta e movimentata, basta scavare un minimo sotto la superficie e non si fa fatica a inseguire le grigie tracce del nebuloso passato socialista.

Ma da allora, molto é cambiato; fortunatamente in meglio. Lipsia oggi é diventata una sorta di Berlino piú piccola e più economica, é molto ambita dai giovani e dagli studenti universitari per l’ottimo rapporto tra qualità e costo della vita, ed é una delle poche grandi città in Germania in cui si é costruito “abbastanza” e la Wohnungsnot (l’emergenza appartamenti di cui ho parlato qualche post fa) non é così drammatica come altrove. È una città molto bella da visitare, comoda anche solo per una gita in giornata da Berlino o da Dresda; non essendo ancora stata ufficialmente elevata al grado di “città turistica” (sebbene ci stia velocemente arrivando) potrete godervi il centro della città in relativa tranquillità senza essere travolti da una ondata di cinesi ogni 30 secondi come invece accadrebbe in altre città tedesche più “turistiche”.

Sarò sincero: forse é perché manco da tanto tempo do Milano, ma alcuni angoli di Lipsia mi hanno ricordato un po’ via Tortona durante la settimana del design, con quella “voglia” di cambiamento e di trasformazione unita al dinamismo e al design come mezzo di comunicazione.

Come in quasi tutte le grandi e medie città tedesche, la Marktplatz (piazza del Mercato) corrisponde al cuore pulsante dell’agglomerato urbano. Il centro storico é interamente pedonale e molto piacevole da visitare. Per gli appassionati di storia recente, é assolutamente d’obbligo una visita al Runde Ecke: il museo sulla Stasi, la terribile polizia di sicurezza della DDR, rappresenta una favolosa reminescenza storica che é possibile vivere e visitare a titolo assolutamente gratuito sul Dittrichring, sede distrettuale della Stasi dal 1950 al 1989 . Si tratta di un commissariato della Stasi che fu abbandonato in fretta e furia dalla milizie in carica durante la rivoluzione dell’ottobre 1989, non appena capirono che le cose si stavano mettendo male. Tutto, o quasi, é rimasto come allora. Gli ambienti sono stati conservati in condizioni praticamente originali ed è ancora possibile vedere le cartine topografiche della città appese ai muri con le indicazioni dei luoghi di “sospetta attività sovversiva” appuntate con spilli e fogli pregni di appunti in tedesco.

Non vi sono solo reminescende in tedesco. La mia fidanzata, che conosce perfettamente il russo, ha potuto identificare non pochi messaggi e appunti di carattere militaresco. Le celle di detenzione, cosí come le stanze in cui venivano effettuati gli interrogatori dei “sovversivi” sono rimaste tali e quali e muovendoci di stanza in stanza, tra i verdi pavimenti di linoleum, anche l’odore é qualcosa di davvero caratteristico.

Alcune stanze ospitano invece teche con vestiti, uniformi e suppellettili appartenenti al periodo socialista. Divise scolastiche, uniformi militari, cartellonistica di regime, libri di testo e altre testimonianze danno una immagine complessiva della realtá di quel regime appartenente a un passato non cosí lontano.

Abbiamo vissuto Lipsia solo per una giornata, di passaggio verso Dresda. IL Runde Ecke era la cosa che piú ci interessava visitare, e non ci ha delusi. Ma la cittá ci é piaciuta, e torneremo.

Köln

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Köln, in Italiano Colonia, la capitale del Nordreno Westfalia (in Germania e non solo universalmente noto come NRW) un articolo sul mio blog se lo meritava proprio. Ne è passato di tempo (neanche troppo) dalla notte 31 Dicembre del 2015, nota alle cronache dell’epoca coma la nottata del “fattaccio di Colonia” in cui centinaia tra nordafricani e mediorientali combinarono un casino in piazza durante i festeggiamenti (evento che si può considerare coincidente con l’inizio del declino inesorabile della popolarità di Angela Merkel), fortunatamente per me ed Hanna vivo ricordo di una serata bellissima e divertentissima (noi per fortuna ci trovavamo da tutt’altra parte, mentre tra piazza principale e stazione centrale si verificavano i ben noti fatti).

Siamo tornati più volte da allora, e sempre con grande piacere. Colonia è una città viva, vibrante, multietnica, dove storia e modernità si incontrano. Ridotta purtroppo ad un cumulo di macerie durante la Seconda Guerra Mondiale, non è rimasto molto della città storica da ammirare. Ma quel poco che è rimasto è sufficiente a giustificare una visita.

Come molte altre città tedesche, tra cui anche Frankfurt, Colonia non è grandissima. Il che significa che una visita di 2-3 giorni è sufficiente per apprezzare buona parte della città. Anche un viaggio andata e ritorno in giornata unito ad un giornaliero dei mezzi pubblici permette di vedere molto (giornaliero zona 1b, per girare in tutta la cerchia cittadina, un biglietto di gruppo costa 13 €). Io e Hanna lo facciamo spesso da Frankfurt, grazie al collegamento veloce tra le due città con i treni ICE che percorrono i 180 km di distanza in circa un’ora sulla linea “Neubaustrecke” ad alta velocità; ma anche un normale Intercity, che collega le due città in circa due ore sulla vecchia linea del Reno, è una scelta da tenere in considerazione vista la bellezza del tratto di linea che corre nella stretta gola del Reno tra Koblenz e Mainz (questo però, è un argomento che mi riprometto di sviluppare a parte in un’altra occasione).

Colonia ha due stazioni principali in cui fermano i treni a lunga percorrenza: Köln Hauptbahnhof e Köln Messe-Deutz; quasi tutti i treni fermano nella prima, tuttavia alcuni treni  talvolta fermano  solo nella seconda per poi proseguire verso sud/nord evitando il trafficatissimo ponte Hoenzollern, che collega le due stazioni passando sopra il Reno. Nel caso il vostro treno arrivi a Köln Messe-Deutz vi basterà aspettare il primo regionale verso Köln Hbf oppure, se non avete bagagli pesanti al seguito, potete raggiungere il centro con una passeggiata (15-20 min, con calma) passando sopra al ponte Hoenzollern che oltre ai 6 binari ferroviari comprende anche due passerelle pedonali, iniziando a godervi un assaggio di Colonia con la vista sul Reno e sul centro città (andando verso il centro, passate a sinistra del ponte, la vista è più interessante).

Catturakoeln

La stazione centrale (Köln Hbf) è la più “centrale” cha abbia mai visto in vita mia, nel senso che appena scesi dal treno ci si trova già all’ombra del monumentale Duomo gotico. Appena usciti dall’atrio avrete sulla sinistra la scalinata che vi porta in piazza del Duomo. Salita la scalinata, vale la pena di fermarsi un paio di minuti a contemplare le foto di Colonia distrutta nel 1945, con il Duomo unico edificio rimasto in piedi circondato da macerie, ruderi e terra bruciata. Vi sono foto delle strade, delle persone, delle macerie. Vale la pena di fermarsi un attimo e riflettere sull’assurdità della guerra e su quanta sofferenza ha patito il popolo tedesco, da molti visto esclusivamente come popolo di carnefici, dimenticando quello che ha dovuto patire la popolazione civile. Solo a Dresda, visitando lo Stadtmuseum, ho provato una angoscia peggiore.

Il Duomo è, con le sue torri gemelle di 158 metri, la terza chiesa più alta del mondo e la seconda in Europa. La sua costruzione è durata secoli ed una parte di essa è minuziosamente descritta nel romanzo Il Diavolo nella Cattedrale di Shätzing (romanzo che in realtà avevo letto per tutt’altra ragione). A costruzione terminata è stato, seppur soltanto per pochi anni, l’edificio più alto del mondo. La pietra arenaria con cui è costruito tende a scurire e gli conferisce un aspetto dark e intimidatorio; a prima vista sembra, in effetti, che sia coperto di cenere. Sembra il classico duomo gotico da film dell’orrore, con guglie acuminate e gargoyles. Tuttavia alle prime luci della sera appena si accendono i fari che ne illuminano la facciata, assume un’aria meno minacciosa e più brillante; è bellissimo vederlo da lontano, magari passeggiando sulla riva opposta del Reno, svetta sulla città con le sue due torri illuminate che alla sera complice l’illuminazione perdono il loro colore grigio nerastro e sembrano quasi bianche. Una vista che da sola ripaga il viaggio. Ve lo garantisco.

Il duomo è visitabile gratuitamente; la leggenda vuole che all’interno della cattedrale siano custodite le reliquie dei Re Magi. L’Arca dei Re Magi, di ragguardevoli dimensioni (è lunga più di 2 metri), si trova dietro all’altare. La camera del tesoro, visitabile a pagamento, custodiscono varie opere d’arte sacra medievale. Anche le alte torri sono visitabili, ma a pagamento.

Dalla piazza del Duomo parte la passeggiata dello shopping lungo Hohe Straße. Qui sono concentrati buona parte degli esercizi commerciali del centro. Da qui poi si può svoltare a destra e proseguire verso Neumar. Personalmente, trovo che non ci sia chissà che da vedere qui; le vie pedonali centrali dei negozi sono carine ma niente di più, e i negozi sono più o meno i soliti marchi che trovi ormai in ogni centro città del mondo.

Dal Duomo, molto meglio secondo me proseguire in direzione Reno; venendo dalla stazione, praticamente girate intorno alla cattedrale (oppure passate alle sue spalle) e troverete una scalinata alla destra del ponte Hoenzollern che scende sul Lungoreno. Qui potete iniziare una bella passeggiata che vi porterà dalla parte più vecchia della città fino a quella più nuova e moderna, seguendo il corso del grande fiume.  La prima parte è caratterizzata da edifici caratteristici e variopinti; vale la pena di fare una deviazione e intrufolarsi sulla nelle strette viuzze di ciottolato che troverete alla vostra destra per respirare un po’ di atmosfera da città vecchia o se volete andare alla ricerca di qualche posticino dove mangiare o bere qualcosa. Anche se i localini che si affacciano direttamente sul Lungoreno non sono affatto una cattiva scelta. Come accade quasi ovunque in Germania, anche qui si mangia spendendo cifre più che ragionevoli.

Rimanendo in tema gastronomico, a Colonia la birra dominante è la Kölsch: una birra chiara e leggera, tipo Pils, servita in boccali piccoli e stretti come da tradizione locale (no, qui non troverete i boccali da 0,4 o 0,5, qui massimo 0,3) e dovete essere voi ad avvisare il cameriere quando avete bevuto a sufficienza altrimenti ogni volta che sul vostro tavolo si trova un boccale vuoto sarà al più presto automaticamente rimpiazzato, con tedesca efficienza, da uno pieno. Talvolta è sufficiente girarsi dall’altra parte per un attimo e puff… magia. Ma non pensate di farla franca quando arriva il conto: il numero di birre consumate è stato segnalato con appositi codici (si dice che ogni locale abbia i propri) sul vostro sottobicchiere di cartone…

Tappa obbligata per i golosoni (ma anche per un fan del salato come me ha il suo perché) è il museo del cioccolato Lindt. Si trova sul Reno, circa 500 metri a sud del Deutzer Brücke, più o meno a metà tra la parte vecchia e la parte nuova della passeggiata. Al suo interno potrete intraprendere un viaggio che va dalla scoperta del cacao fino all’industrializzazione della produzione del cioccolato. Bellissima a mio avviso la riproduzione della foresta pluviale, la fontana di cioccolato e la fabbrica che mostra tutti gli stadi della produzione delle barrette di cioccolato. Una volta usciti dal museo, vi aspetta il Chocolate Café, dove potete bere un caffè e assaggiare una spettacolare fatta di torta dietro una ampia vetrata vista Reno (anche se, nota personale, l’ultima volta che ci siamo stati un paio di mesi fa abbiamo purtroppo constatato che le fette di torta siano state decisamente ridimensionate al ribasso, nel mosaico di foto qui sotto potete vedere due fette del 2016 e due fette del 2018… la differenza è imbarazzante).

Proseguendo nella nostra passeggiata sul Reno abbandoniamo man mano la parte storica della città e ci avviciniamo a quello che una volta era il porto fluviale. Tre grandi edifici in metallo a vista e cristallo, dalla curiosa forma a L rovesciata, preannunciano il nostro arrivo nella zona “nuova” del Lungoreno. Questa zona, corrispondente al vecchio porto fluviale della città, è stata profondamente rinnovata e valorizzata negli ultimi anni. Accanto ad alcuni edifici storici del porto, opportunamente ristrutturati (sono riconoscibili per i mattoni a vista), si accompagnano architetture moderne e (personalissimo parere) molto piacevoli. Anche i tre grandi edifici a L (di cui uno residenziale e due commerciali), che da lontano mi erano sempre parsi così sgraziati e fuori luogo, visti da “dentro” la zona nuova acquistano una rilevanza completamente diversa. Sulla passeggiata sono ancora visibili i binari dei carriponte e sono rimaste alcune delle vecchie gru con cui si scaricavano le navi.

Alcuni totem con foto d’epoca mostrano il porto come era una volta, e sia guardando quelle immagini, che volgendo lo sguardo al fiume con il suo intensissimo traffico di imbarcazioni che trasportano ogni genere di merce (dai container al grano, dal carbone agli idrocarburi) si può immaginare quanto dovesse essere congestionato e operoso quel porto molti decenni fa.

Rientrando verso la città vecchia, potete arrivare fino al ponte Deutzer (Deutzer Brücke, si chiama così perché conduce a Deutz, il quartiere sul lato opposto del fiume) e attraversare. Sul lato opposto del fiume è stata costruita una bella passerella panoramica che permette di passeggiare guardando la riva opposta con la città vecchia. La prima volta che siamo venuti qui, nel 2015/2016, era ancora in costruzione, ma ora è completa ed è molto carina. E’ anche possibile sedersi e fare una pausa. Poi si può attraversare il ponte Hoenzollern e rientrare ai piedi del Duomo. All’imbocco del ponte Hoenzollern lato Deutz si trova uno dei miei punti fotografici preferiti, da cui ho scattato la foto all’inizio dell’articolo.

Se invece arriviamo al Deutzer Brücke proveniendo dal Duomo, allora girando a destra raggiungeremo Heumarkt. Qui nel periodo post-natalizio (quindi anche a Capodanno) si trova l’unico mercatino di Natale che resta aperto anche dopo il 24 Dicembre, con tanto di pista da pattinaggio, campo per giocare a Curling, e gli immancabili stand con Glühwein e birra. Lo stesso Deutzer Brücke è, probabilmente, il miglior posto in cui trovarsi alla Mezzanotte di San Silvestro. Per l’occasione il ponte viene chiuso al traffico di auto e tram e si popola di innumerevoli persone. Già ben prima della mezzanotte petardi, razzi e mortai sono in azione per poi esplodere alla mezzanotte, fino alla 1 passata. Non per niente, una volta un mio amico mi ha detto che Colonia “è una città turco-napoletana”

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Se volete fermarvi qualche giorno, avrete bisogno di un hotel. Noi a Capodanno 2015 siamo stati all’hotel Drei Kronen, vicino al Reno e alla Filarmonica, a pochi passi dal Duomo. Ci siamo trovati bene. Se riuscite, fatevi dare una camera al terzo/quarto piano vista Reno. Merita. I periodi caldi sono i mercatini di Natale (prima della Vigilia di Natale) e il Carnevale; in questi weekend è davvero durissima trovare posto, è necessario muoversi almeno 4/5 mesi prima ma potrebbe anche non essere sufficiente. A Capodanno, in realtà, la domanda per gli hotel non è così estrema, ma almeno un paio di mesi di anticipo ci vogliono.

Al Carnevale, sfortunatamente, non siamo ancora stati. Pressoché tutti i nostri conoscenti tedeschi dicono che sia bellissimo. Per alcuni, addirittura, è “esagerato”, nel senso che il livello alcoolico, a quanto pare, non teme il confronto con l’Oktoberfest bavarese.