
Nelle ultime settimane sono in molti tra amici e conoscenti a chiedermi come stia andando il post-lockdown in Germania, in modo particolare se l’economia si stia riprendendo – e la risposta piú appropriata alla domanda credo sia… luci e ombre.
La percezione, nel nostro piccolo, é che si sia ripartiti per bene. Da noi il lavoro c’é, eccome se c’é, tanto che la riduzione di orario che é stata imposta dall’Azienda come misura per tagliare i costi rende davvero difficile (diciamo pure impossibile) riuscire a occuparmi di tutto quello che finisce sulla mia scrivania.
Molti dei miei clienti, seppur in servizio a orario ridotto, continuano a mandare avanti i loro progetti e al momento ho diversi RFP (Request for Proposal) sulla scrivania da analizzare.
I due negozi gestiti da Hanna vanno a gonfie vele e (con mia sorpresa) il retail pare esserci ripreso alla grandissima, con incassi di tutto rispetto. Il volume di clienti é tornato normale e assolutamente paragonabile ai livelli pre-Covid, tanto che il Kurzarbeit é stato definitivamente abbandonato e dal primo Luglio é tornata a lavorare full time e a stipendio pieno.
Sicuramente la riduzione dell’aliquota ordinaria IVA dal 19% al 16% (una misura temporanea per sostenere i consumi, in vigore dal primo Luglio fino a fine anno) sta aiutando il settore; ma va detto che anche a Giugno, quando questa misura non era ancora in essere, gli incassi sono stati comunque intressanti.
Per contro, l’atmosfera generale che si respira a livello macroeconomico non é certamente di ottimismo.
Lo scenario in cui tutti speravano, la ripresa a “V”, pare ormai definitivamente cestinato.
Secondo una indagine di della Deutschen Industrie- und Handelskammertags (DIHK) l’83% delle Aziende Tedesche si attende per quest’anno una significativa riduzione dei ricavi rispetto al 2019, dato in crescita rispetto a quello dell’analoga indagine tenutasi in Aprile in cui il dato era del 79% (fonte: Die Welt https://www.welt.de/wirtschaft/article211259673/Exportwirtschaft-V-Szenario-ist-vom-Tisch-Deutschland-in-der-Protektionismus-Falle.html) e sono soprattutto le imprese esportatrici a vedere grigio, in particolare quelle molto attive nelle Americhe.
Anche le limitazioni di viaggio stanno interferendo in modo molto pesante con gli affari delle imprese teutoniche, soprattutto nel settore costruzione di macchine e macchine utensili (in tedesco Machinenbau), che costituisce una delle principali industrie esportatrici del Paese. I blocchi e le limitazioni dei viaggi rendono impossibile effettuare Acceptance Tests in loco per consegnare grossi progetti ai clienti, di fatto congelando milestones e pagamenti per milioni e milioni di euro, con migliaia di consegne e progetti bloccati a tempo indeterminato.
Sempre secondo la stessa indagine, il 43% delle Aziende vede possibile un ritorno ai fatturati 2019 soltanto nel 2022.
La Germania é un Paese esportatore che ha costruito la sua fortuna economica grazie al successo dei propri prodotti in tutto il mondo. La sola Germania, benché possa essere un mercato sotto certi aspetti abbastanza ricco, non é assolutamente sufficiente a coprire la fame di ricavi delle proprie grandi Aziende. In Maggio l’export tedesco é crollato del 30% rispetto a Maggio 2019 (fonte: die Welt https://www.welt.de/wirtschaft/article211306203/Corona-Folgen-Exporte-brechen-um-30-Prozent-ein.html).
Il rallentamento delle grandi economie come USA e Cina, da sempre prioritari target commerciali dell’export tedesco, pesa notevolmente sui numeri dei grandi gruppi, ma é anche l’ascesa del protezionismo a preoccupare molto.
La crisi da Covid-19 ha messo in luce la totale fragilitá delle supply chain delocalizzate e interdipendenti basate sul just-in-time. Se da un lato si potrebbero vedere imprese tedesche riportarsi una parte del lavoro in casa, dall’altro si teme che anche all’estero possa massicciamente diffondersi un atteggiamento di prudente ridimensionamento della dipendenza dalle importazioni (come dimenticarsi i TIR di mascherine che venivano dirottati e sequestrati a Marzo?) e questo certamente non sará positivo per una economia esportatrice come quella tedesca.
E c’é anche un altro aspetto da considerare: la Germania sará sicuramente una eccellenza nell’ingegneria meccanica, ma al confronto con altre potenze industriali, prima tra tutte gli States, non ha ancora avviato un vero processo di digitalizzazione e tra le grandi imprese digitali che stanno dominando la scena mondiale nessuna é Made in Germany.
C’é del terreno da recuperare sotto questo aspetto, e benché si stia cercando di recuperare il tempo perduto, c’é chi si chiede se non sia ormai troppo tardi.
Volendo concludere posso dire che se al momento nel piccolo si vede dell’ottimismo, forse anche aiutato dalla spensieratezza e rilassatezza tipica dei mesi estivi, all’orizzonte qualche nube nera c’é.
Con la grossa incognita del non sapere cosa ci riserva il nostro amico Covid per il prossimo autunno / inverno.