
A fine Gennaio 2020, giusto in tempo prima che Covid-19 mettesse in pausa forzata a tempo indeterminato tutti noi appassionati viaggiatori, ho finalmente realizzato uno dei viaggi ferroviari che aspettavo da anni: Francoforte – Monza attraverso la Ferrovia Retica, passando per Basilea, Zurigo, Landquart, Sankt-Moritz e Tirano.
Si tratta di un percorso che richiede molto piú tempo (circa 12 ore, contro le 7 ore e mezza di un Eurocity diretto) ma dall’impareggiabile fascino paesaggistico. La Ferrovia Retica (in tedesco Rhätische Bahn, in Romancio Viafer Retica), che con i suoi treni a scartamento ridotto si snoda lungo i favolosi paesaggi alpini dei Grigioni, é diventata oggi una attrazione turistica di livello planetario, al punto che il famoso “trenino rosso” del Bernina é stato riconoscuito parte del Patrimonio dell’umanitá dell’Unesco.

Il viaggi ci vedrá percorrere il tratto Frankfurt-Landquart a bordo di un ICE delle ferrovie tedesche, per poi trasbordare su un treno Regio-Express della Ferrovia Retica che ci condurrá a Sankt Moritz. Qui cambieremo treno e prenderemo un treno regionale diretto a Tirano, con il quale viaggiano anche le carrozze panoramiche del famoso Bernina Express. Una volta a Tirano, raggiungeremo Monza con un Regio-Express di Trenord.
Si parte da Frankfurt Hbf di buon mattino con l’ICE 271 delle 5.50 per Chur. Un treno che ci vede come passeggeri abbastanza spesso, nei nostri viaggi verso la Brianza. Questa volta, tuttvia, invece di trasbordare a Basel SBB rimarremo a bordo fino quasi alla fine del tragitto del treno, scendendo a Landquart.
Nell’oscuritá del mattino, l’ICE corre a tutta velocitá attraverso le campagne del Rheinthal mentre noi dormicchiamo e ci rilassiamo. Nel torpore passano in fretta Mannheim, Karlsruhe, Offenburg, e le prime luci dell’alba arrivano quando viaggiamo ferso Freiburg in Briesgau. È ora di un caffé al Bordrestaurant.
Le soste con inversione di marcia a Basel SBB e a Zürich Hbf sono una buona occasione per sgranchirsi le gambe qualche minuto, nel frattempo si sonda il cielo per capire come sará il meteo. Sembra promettere bene.
Dopo Zürich il treno prosegue in direzione di Chur costeggiando il Lago di Zurigo, l’Obersee e infine il Walensee. Con il sole che fa capolino tra i monti e spazza via la foschia del mattino, é ora di cimentarsi con le prime foto della giornata.

Siamo ormai giunti in prossimitá di Sargans, a poca distanza dal principato del Lichtenstein. Ci siamo lasciati alle spalle il Walensee e il paesaggio é sempre piú montano.
Il ponte sul Reno, qui ancora ben lontano dall’essere il grande fiume che scorre Mainz e a Koblenz, annuncia che stiamo per arrivare a Landquart. È ora di prepararsi al trasbordo sulla Ferrovia Retica. Sono le 11.10.

La Stazione di Landquart é uno snodo importante delle Rhätische Bahn, con molti binari e un importante deposito locomotive. Qui alle 11.20 ci attende il Regio-Express 1335 per Sankt-Moritz; la coincidenza di 10 minuti é perfetta e lascia tutto il tempo necessario a cambiare binario senza affrettarsi.
Il numero di persone in discesa dall’ICE é notevole e quasi tutti si riversano al binario 4, dove é in partenza il nostro treno. Tra i viaggiatori vi sono tantissimi sciatori bardati di tutto punto, con scarponi e abbigliamento tecnico, oltre che trekkers armati di ciaspole e bastoni, tutti saliti di buon mattino a Basilea e a Zurigo. Gli Svizzeri amano davvero le loro montagne!
Il nostro biglietto di prima classe ci consente di salire e accomodarci con tranquillitá su due posti liberi, mentre in seconda classe la calca per accaparrarsi i posti liberi é ben piú combattuta (seppure nel consueto “ordine” svizzero) e molti viaggiatori rimangono in piedi. Anche nella nostra carrozza di prima i posti rimasti liberi, quando il treno riparte, sono pochi: la frequentazione é altissima, per essere un sabato mattina.
Si tratta quasi esclusivamente di gente del luogo e di svizzeri provenienti dalle cittá che vanno a sciare o a farsi una passeggiata in montagna: non vi sono molti turisti.
Ma a Sankt Moritz la situazione cambierá….
Ho scelto, per questo viaggio , di acquistare un normale biglietto di prima classe su Bahn.de anziché acquistare i titoli di viaggio del Bernina Express. Su Bahn.de é possibile acquistare un biglietto Francoforte-Tirano a prezzi molto convenienti, soprattutto se si possiede una Bahncard.
Il titolo di viaggio cosí acquistabile consente di viaggiare sui treni della Rhätische Bahn tuttavia, non avendo esso il supplemento Bernina Express, non permette di accedere alle carrozze panoramiche in coda al treno.
Uno sfizio per il quale, a mio avviso, la spesa non vale l’impresa. Piú avanti spiegheró il perché.

Salendo verso Klosters-Serneus si attraversano deliziosi Dorf di montagna e l’atmosfera si fa sempre piú tranquilla man mano che il treno va svuotandosi. Dopo il traforo del Vereinatunnel, nel quale incrociamo diversi Autozug, sbuchiamo in bassa Engadina e siamo ormai in discesa verso Sankt Moritz, dove arriviamo puntualmente alle 13.09.
La sosta a St. Moritz di circa 40 minuti permette di sgranchirsi le gambe ed eventualmente fare una breve passeggiata dei dintorni della stazione prima di salire sul regionale 4637 delle 13.48 per Tirano. Mentre ci avviciniamo al nostro treno, vengono agganciate due carrozze panoramiche Bernina Express di seconda classe.
Bernina Express é il nome commerciale di un servizio turistico lungo la tratta Tirano-St.Moritz; non si tratta di un treno vero e proprio, bensí di particolari carrozze panoramiche che vengono agganciate ai treni regionali normalmente circolanti. A seconda della stagione e della richiesta, possono essere agganciate piú o meno carrozze. Questi sono normalmente gli spazi che vengono venduti ai tour operator e, di conseguenza, consiglio di starci alla larga.
Perché a mio avviso la Ferrovia del Bernina, soprattutto in inverno, é una esperienza magica e affascinante che merita la giusta dose di tranquillitá e, possibilmente, silenzio. Cosa impossibile se vi trovate in una carrozza panoramica piena zeppa di americani casinari o di cinesi urlanti con bastoni da selfie.
Quindi il mio consiglio é: normale biglietto ferroviario, meglio se di prima classe.
Non avrete la carrozza panoramica, ma avrete la tranquillitá.
E qualora vi venisse voglia, all’ultimo momento, di sedervi nella carrozza panoramica, potete parlare con il capotreno che vi fará volentieri un upgrade del biglietto ad una cifra piú che onesta (10 CHF a persona).

La partenza da St.Moritz é puntualissima e nel nostro piccolo scompartimento di prima classe siamo praticamente soli, mentre le due carrozze panoramiche sono riempite quasi totalmente da una comitiva di turisti cinesi.
Mente il treno si arrampica verso Ospizio Bernina, il punto piú alto della linea, il paesaggio inizia a cambiare. Giunti in prossimitá del lago Bianco, diventa semplicemente favoloso e ti lascia senza fiato. La senzazione é quella di trovarsi su un treno che sta attraversando il paradiso.

È proprio per qesto che, secondo me, questa é una esperienza che merita silenzio.

Non é un caso se ho scattato “poche” foto. Molte meno di quanto non avrei fatto di solito. Avevo la sensazione di sprecare tempo e di buttare via secondi preziosi di quelle immagini stupende, immagini che poi sarebbero scemate non appena il treno avrebbe iniziato la discesa.

Ospizio Bernina, a 2256 metri sul livello del mare, é il punto piú alto della linea. Da qui, una volta costeggiato tutto il lago Bianco, il treno inizia una lunga discesa fatta di stretti tornanti verso la Val di Poschiavo. Lungo i tornanti, il treno disegna curva telmente strette che sembra quasi di stare dentro una ferrovia in miniatura.

La discesa verso Poschiavo porta presto la neve a scomparire e il paesaggio si fa rapidamente più “familiare”. Sono ormai molte ore che siamo in viaggio e la stanchezza inizia a farsi sentire, ma la bellezza del paesaggio impone di rimanere svegli ad ogni costo.

Arrivati a Poschiavo, il treno effettua una fermata di alcuni minuti per poi ripartire e costeggiare l’omonimo lago. Il treno attraversa piccoli borghi di montagna, in cui la ferrovia é integrata perfettamente con l’abitato al punto di farne parte. Le rotaie passano sulla strada, come quelle di un tram, e il treno percorre le vie del paese a bassa velocitá passando accanto a case, alberghi, panetterie, bar, con la massima naturalezza.

Prima di varcare il confine e arrivare in Valtellina, la Ferrovia Retica ci regala l’ultima particolaritá di questo viaggio: il viadotto elicoidale di Brusio, in cui la ferrovia descrive uno stretto cerchio compiendo un giro su se stessa come in una grande scala a chiocciola. La sensazione di trovarsi dentro ad una ferrovia giocattolo qui é piú tangibile che mai.

L’elicoidale ci ricorda anche che manca poco al nostro arrivo a Tirano. La magia sta per concludersi.
E il treno arriva infatti puntuale alla stazione di Tirano alle 16.20, dopo avere attraversato l’abitato del comune valtellinese. Qui la stazione della Ferrovia Retica si trova a fianco della stazione FS, capolinea della linea che porta a Lecco e poi a Milano, assicurando un comodo interscambio per la prosecuzione del viaggio verso la Brianza.
Il primo Regio-Express per Milano Centrale parte alle 17.08, c’é tempo per una passeggiata e un caffé in centro a Tirano prima di tornare in stazione e salire sul treno.
Fuori ormai é buio e mentre il treno corre attraverso la Lombardia, percorrendo la Valtellina per poi costeggiare il lago di Como, ben poco si puó apprezzare del paesaggio al di lá dei finestrini.
Un paesaggio che conosco bene, il paesaggio della Lombardia in cui sono cresiuto e che per tanti anni ho vissuto. I paesaggi delle innumerevoli gite al lago, dei giri in moto con gli amici, della mangiate in Valtellina. Le colline della Brianza lecchese e la chiesa di Montevecchia, sempre visibilissima e luminosissima. Posti che resteranno sempre nel cuore, ma che non possono raggiungere il fascino e la bellezza assoluta di quanto ho visto oggi.
A Monza ci aspetta mio padre, e subito dopo una bella pizza al trancio alla Birreria Italiana di Vedano. La prima concessione culinaria del nostro Gennaio punitivo post feste natalizie.
E mentre il treno fa il suo ingresso alla stazione di Monza e ci prepariamo a scendere, un ultimo sguardo al finestrino da cui si vedono solo lampioni, insegne e palazzi, porta con sé quella nostalgia e senso di dispiacere tipico di quando il viaggio sta finendo.
Perché questo per me é stato forse il viaggio in treno piú bello di sempre. O quantomeno, sicuramente se la puó giocare con il mio primo, magico viaggio a Parigi in TGV a 8 anni con mamma e papá.
Ed é bello scoprire che a 36 anni ci si puó ancora sentire bambini.