Vogliamo chiamarli controlli?

Avendo ricominciato a viaggiare con un po’ di regolaritá tra Germania e Italia, posso apprezzare appieno i controlli-farsa che sono in atto al confine tra Svizzera e Italia sui treni transfrontalieri Zurigo-Milano e Basilea-Milano. Le autoritá salgono a bordo a Chiasso e con grande meticolositá controllano a tutti i passeggeri la temperatura e i documenti di viaggio, inclusi i tamponi negativi, i QR code vaccinali e il famigerato Passenger Locator Form, che di norma almeno metá dei passeggeri (soprattutto i turisti stranieri) ignora di dover compilare. È quindi necessario il ricorso alla compilazione dei moduli di autocertificazione cartacei; questo si traduce, tutte le volte, in ritardi sistematici dai 30 ai 60 minuti nell’arrivo a Milano. Soprattutto al venerdí sera, quando i treni verso sud viaggiano pieni.
Per tutti coloro che hanno programmato coincidenze a Milano Centrale, é pressoché certa la perdita del treno corrispondente: una seccatura non da poco, specia quando magari sei giá in viaggio da ore.

Contemporaneamente, i treni Regioexpress provenienti da Locarno e Lugano passano invece il confine senza alcun controllo, arrivando a Milano puntuali. I passeggeri a bordo di questi treni beneficiano quindi di un confortevole salvacondotto verso l’Italia, senza lungaggini e senza controlli: liberi tutti.
Siccome questa situazione va avanti da mesi, si é da tempo sparsa la voce e ormai tutti gli habitué della tratta conoscono il trucco: i viaggiatori diretti in Italia cambiano treno a Lugano o Chiasso salendo sul Regioexpress (o anche sulla S11 per Milano Porta Garibaldi), evitandosi cosí la seccatura di arrivare sistematicamente a Milano con quasi un’ora di ritardo (che non é proprio il massimo dopo una giornata di lavoro). Anche i turisti ormai si fanno furbi, e “captando” le discussioni a bordo del convoglio o facendo qualche opportuna domanda riescono a scansare l’inconveniente all’ultimo momento grazie ad un opportuno cambio treno last minute.

Solo chi “non sa” rimane a bordo dell’Eurocity e incappa cosí nei controlli, nei ritardi e tutte le seccature conseguenti.

Mentre ci avviciniamo a Monza e dalla finestra del treno scorre il paesaggio della Brianza, mi chiedo… quanto tempo dovrá passare prima che qualcuno si accorga che i suddetti “controlli”, fatti in questo modo, sono soltanto un teatrino inutile? Oppure, come sempre in Italia, tutti sanno che c’é l’escamotage e… va bene cosí?

Non so perché, ma di pancia mi viene da dire la seconda.

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2 pensieri su “Vogliamo chiamarli controlli?

  1. Controlli farsa…mai controllato ne un tampone negativo ne l’autocertificazione…. in innumerevoli viaggi tra CH, DE e IT.. mai.. anche in Germania ora c’è obbligo di tampone…ma SOLO se si rimane per più di 24 ore (per non perdere gli affari con gli svizzeri che si riversano in Germania per far compere e lasciare un po di franchi nelle casse tedesche).
    Io mi chiedo : come fanno a sapere (se mi fermano alla frontiera) se ritorno da un viaggio di più giorni oppure ho fatto solo un “mordi e fuggi”?
    Tutta questa pandemia ha scatenato una serie di regole alla pene di segugio e non uguali per tutti (i frontalieri potevan venire tranquillamente in Svizzera mentre noi non potevamo uscire dai confini) …speriamo che finisca al più presto questa farsa e questo periodo di cacca.

    • Non credo che finirá presto.. anzi, non credo che finirá proprio. Queste sono “prove tecniche di ritorno alla normalitá” che per forza di cose andranno a plasmare una nuova normalitá. Il Covid continuerá a darci problemi per anni, le future ondate saranno (speriamo!) meno critiche delle precedenti ma continueranno a mettere sotto scacco sistemi sanitari e ospedali, non ci libereremo di questo fardello molto presto…. molte cose quindi devono cambiare. Tempo qualche anno e ci saremo abituati.
      Ci abitueremo a dover fare tamponi ogni volta che dovremo andare in vacanza o a teatro; ci abitueremo a dover compilare formulari e lasciare tutti i dati sul nostro soggiorno alle autoritá ogni volta che andiamo all’estero (lo si fa giá da anni per andare negl USA); ci abitueremo a guardare l’incidenza di casi per 100.000 abitanti e le percentuali di ricoveri negli ospedali come si guardano le previsioni del tempo; ci abitueremo a dover fare i conti con periodi di libertá limitata durante i mesi piú freddi dell’anno; ci abitueremo a Natali e Capodanni piú sobri, senza vacanze e senza grandi festeggiamenti.
      Ci abitueremo.

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