Krankmeldung: mettersi in malattia in Germania

Questa stagione invernale si sta rivelando, dal punto di vista dei malanni, una vera tempesta perfetta. La triplice ondata influenza-covid-RSV in Dicembre ha messo a dura prova anche la Germania mettendo in condizione di allarme moltissime Kinderklinik nel Paese, finite in difficoltá di fronte ad una ondata di ricoveri mai vista prima, ma non solo: anche tra gli adulti vi sono state incidenze di malattia elevatissime, tanto che persino la Deutsche Bahn ha dovuto cancellare treni per l’elevatissima percentuale di malattia tra i suoi macchinisti e capitreno.
Pure io ho accusato il colpo, complice Lukas che ha iniziato l’asilo nido a Settembre e il mio sistema immunitario addormentato da 3 anni di mascherine e da una sostanziale inattivitá fisica (dopo il Covid, purtroppo, non ho mai piú ripreso a nuotare con la costanza e le prestazioni di prima), questo inverno sono praticamente sempre ammalato. Raffreddori, gastroenteriti, e influenza (l’abbiamo beccata proprio giusta per Natale e ci ha letteralmente stesi) sono diventati una parte “normale” della mia routine. Un qualcosa a cui, lo ammetto, non ero assolutamente abituato.

Quando si sta cosí, arriva il momento in cui é meglio prendersi una pausa e riposare in modo che il corpo possa recuperare. Ecco che cosí qualche giorno da Krankgeschrieben non si toglie a nessuno.

Disciplina legale della malattia (in breve) per i lavoratori dipendenti in Germania

I lavoratori dipendenti hanno naturalmente diritto a giorni di riposo pagato un caso di Arbeitsunfähigkeit (inabilitá al lavoro) dovuta ad uno stato di malattia. Tuttavia, un certificato di malattia non sempre é necessario.

Obbligo del dipendente é quello di avvisare il datore di lavoro tempestivamente riguardo la proprio inabilitá al lavoro. Tale avviso deve essere indirizzato al proprio responsabile diretto (Vorgesetzer) prima dell’inizio dell’orario di lavoro del giorno in cui non potete presentarvi al lavoro. A questo proposito fa testo il vostro orario di lavoro stabilito a contratto, oppure quanto accordato/organizzato con la vostra Azienda (ad esempio un piano turni, se lavorate in reparti produttivi). Nel caso non abbiate un orario preciso stabilito a contratto (ad esempio nel caso di Vetrauernsarbeitszeit) vale le regola del buonsenso, ovvero il vostro responsabile deve essere avvisato in modo da sapere della vostra assenza prima che si entri nel vivo della giornata lavorativa.

Se quindi ad esempio avete il vostro turno che inizia alle 6:30, il vostro responsabile deve ricevere da voi una email o una telefonata in cui gli annunciate il vostro Krankmeldung entro le 6:29.

Se tuttavia il vostro Krankmeldung deve essere veloce e tempestivo, altrettanto non vale per il certificato di malattia. Avete infatti tre giorni di tempo a partire dal vostro Krankmeldung per presentare un Arbeitsunfähigkeitsbescheinigung (certificato di inabilitá al lavoro, detto anche AU-Bescheinigung) al vostro datore di lavoro. Il certificato di malattia deve infatti essere presentato entro il quarto giorno di assenza.

È interessante notare che, se dopo avere inviato il Krankmeldung iniziale al vostro capo, state a casa un paio di giorni e poi vi sentite meglio, potete decidere di rientrare al lavoro al secondo o al terzo giorno senza avere bisogno del certificato di malattia.
Il certificato di malattia é infatti necessario solo per le assenze superiori ai tre giorni.
Questo aspetto di flessibilitá e semplificazione della burocrazia legata alla malattia breve é, a mio avviso, una cosa molto intelligente. Non é infrequente imbattersi in forme di raffreddore in cui la fase acuta che ti mette KO dura infatti 24 o 36 ore, per poi riprendersi abbastanza rapidamente.
In questo caso si puó stare a casa a riposare un solo giorno e poi il giorno successivo dichiararsi “fit” e avvisare il proprio responsabile che si riprende a lavorare regolarmente. In questo caso, non é necessario nessun certificato di malattia.

Questo dice la legge. In realtá, tuttavia, ogni Azienda puó aggiungere delle piccole clausole specifiche, anche piú stringenti, al contratto di lavoro. Ad esempio alcune Aziende concedono un singolo giorno di malattia al mese seza bisogno del certificato; giá dal secondo giorno vogliono avere un Arbeitsunfähigkeitsbescheinigung per email.
Pertanto, é sempre meglio dare un’occhiata al proprio contratto o al Mitarbeiterhandbuch (o magari fare una telefonata al proprio responsabile o in HR) per sincerarsi delle modalitá con cui viene gestita la malattia.

È inoltre doveroso menzionare che non conviene fare i furbi: approfittare ripetutamente della possibilitá di stare a casa senza certificato di malattia per allungarsi il weekend non é cosa saggia, perché se ogni domenica sera inviate un Krankmeldung per poi stare di nuovo benissimo il martedí mattina, potete stare certi che la vostra Azienda si prodigherá di fare delle verifiche o (piú probabimente) vi chiederá in via ufficiale di presentare un AU-Becheinigung anche per il singolo giorno di malattia.

Quando andare dal medico

Come anticipato, una visita dal medico per il rilascio di un certificato di malattia diventa necessaria solo se la vostra assenza dal lavoro supera i tre giorni. Previo un appuntamento con il vostro Hausarzt, vi verrà rilasciato l’AU-Bescheinigung.

Fino a tre anni fa si usciva dallo studio medico con tre fogli: uno per sé, uno per il DL e uno per la Krankenkasse. Era poi necessario organizzarsi per fare avere le rispettive copie ai destinatari, per posta oppure per email attraverso una scansione ( per quelle Aziende e quelle Krankenkasse che lo permettevano).

Fortunatamente questa procedura è stata (finalmente!) digitalizzata e dal 2023 l’invio dei certificati alla Krankenkasse e alla vostra Azienda è completamente digitalizzato e automatico.

E se ad ammalarsi sono i bambini?

Questa stagione invernale é stata un inferno soprattutto per i piú piccoli: chi é genitore sa bene quanto i bambini a partire dall’asilo nido fino ai primi anni di scuola siano i primi bersagli dei malanni stagionali e possano essere ammalati senza soluzione di continuitá per la maggior parte dell’inverno.

Un bambino ammalato é un grosso impegno e necessita attenzioni continue: pertanto un genitore ha diritto ad assentarsi dal lavoro, fino a 30 giorni all’anno, quando il proprio figlio non sta bene. Necessario a tal fine é un certificato medico rilasciato dal pediatra, che attesti lo stato di malattia del piccolo e definisca un lasso di tempo preciso durante il quale il bambino nn puó frequantere l’asilo o la scuola. Tale certificato puó essere utilizzato da uno dei due genitori per richiedere Kinderkrankentage alla propria Azienda e per fare richiesta di Kinderkrankengeld alla propria Krankenkasse.

Ogni genitore ha diritto a 30 Kinderkrankentage all’anno, totalizzando quindi 60 giorni di permesso all’anno per una coppia. Un genitore single ha tuttavia dritto a 60 giorni.
Durante queste assenze, il genitore ha diritto a un indennizzo (Kinderkrankengeld) pari al 90% dello stipendio netto.

Chi paga?

Per un normale Krankmeldung é il datore di lavoro a pagare, per le prime 6 settimane. Se la condizione di Arbeitsunfähigkeit si prolunga oltre le 6 settimane, entra in gioco la Krankenkasse.
Per il Kinderkrankengeld invece il pagamento spetta interamente alla Krankenkasse e deve essere fatta apposita richiesta inotrando il modulo che si riceve dal pediatra.

2023: cosa cambia in Germania

Apriamo l’anno con un breve post di aggiornamento sulla principali novitá che arrivano in terra tedesca con l’anno nuovo. È un inizio anno ricco di novità: complice il momento di Zeitwende e il nuovo governo Ampel che arriva dopo anni di regno incontrastato Merkel/Unione, sono tanti i cambiamenti in arrivo.

Piú cash in busta paga

La prima graditissima novitá é rappresentata da un paio di misure destinate ad alleggerire il carico fiscale nelle buste paga (finalmente!) non solo per i bassi redditi, ma anche per i redditi medi.
Oltre ad essere stato incrementato il Steuerfreibeitrag (in sostanza, la no-tax area) é stata anche rivista verso l’alto la soglia di scatto dell’aliquota piú pesante (42%) che da quest’anno sará a 62.810 Euro invece che a 58.597 Euro. Questo comporterá un piccolo ma tangibile alleggerimento del carico fiscale anche per i redditi medio/alti tipici di figure professionali qualificate.

Piú detrazioni fiscali nello Steuererklärung

Sempre nell’ottica di ridurre il carico fiscale sulle persone fisiche, é stata portata a 1200 Euro (in precedenza erano 1000) la deduzione forfettaria per i lavoratori dipendenti (per maggiori dettagli vedi qui). Questo provvedimento era in realtà stato introdotto lo scorso anno, tuttavia il beneficio sarà tangibile da quest’anno, quando arriveranno i rimborsi per le dichiarazioni dei redditi 2022.

Aumenta lo Sparerpauschbetrag

Da quest’anno sale a 1000 Euro (in precedenza erano 800) la no-tax area per i risparmiatori. Le persone fisiche che nell’arco di un anno accumulano rendite da fondi e prodotti finanziari inferiori a 1000 Euro, non pagheranno su questa rendita alcuna imposta.

Aumenta il Kindergeld

Una buona notizia per tutte le famiglie: il contributo mensile esentasse per i figli a carico passa da 219 Euro a 250 Euro al mese per il primo e secondo figlio, e da 225 Euro a 250 Euro al mese per il terzo figlio. Per quarto e quinto figlio a carico il contributo era già di 250 euro al mese e rimane invariato.

Riforma del Wohngeld

Per venire incontro alle famiglie in condizione economica disagiata che stanno affrontando notevoli difficoltà nel pagare i Nebenkosten aumentati a dismisura a seguito della crisi energetica, viene ampliata la platea di accesso al Wohngeld, il sussidio statale rivolto a chi si trova in difficoltà nel pagamento dei propri costi abitativi. Il sussidio passa inoltre da 170 a 340 Euro. Si calcola che ora saranno quasi 2 milioni di persone a poter accedere al sussidio, mentre fino allo scorso anno erano circa 600.000.

Arriva il Deutschlandticket

Era stato annunciato e alla fine si farà: il successore del 9-Euro-Ticket costerà 49 Euro al mese, sarà disponibile come biglietto digitale in abbonamento e si chiamerà Deutschlandticket. Sull’introduzione del 9-Euro-Ticket mi ero già espresso l’anno scorso e non nascondo che questa operazione mi lascia ancora un tantino perplesso. I regalini elettorali fatti a debito a me non piacciono, e se da un lato sono d’accordo sul distribuire aiuti alle fasce meno abbienti in questo periodo difficile, non condivido fino in fondo questa operazione.

Certificato di malattia digitale

Fino a due anni fa, l’invio dell’Arbeitsunfähigkeitsbescheinigung (certificato di inabilità al lavoro) o AU-Bescheinigung, era ancora squisitamente cartaceo. Uscivi dallo studio del medico di famiglia con tre fogli: uno per te, uno per la cassa malattia e uno per il datore di lavoro. Dallo scorso anno è stato finalmente digitalizzato l’invio alla Krankenkasse, e dal 1.1.2023 anche l’invio al datore di lavoro sarà automatico. E qui mi viene da dire: era ora!

Basta Hartz IV, arriva il Bürgergeld

È la più grande riforma dei sussidi statali vista negli ultimi anni. Il Bürgergeld consiste in 502 Euro al mese che sostituiranno i precedenti 449 Euro al mese erogati per i percettori di Hartz IV. Vengono anche semplificate e snellite le regole di accesso a questo “reddito di cittadinanza” e rivisti alcuni dei precedenti paletti, come il Vermögenprüfung e la verifica delle dimensioni dell’appartamento in cui si vive. L’augurio, da parte mia, é che questi aiuti vadano davvero a chi ne ha bisogno senza ulteriormente allargare la platea dei profittatori e dei parassiti che ne abusano a spese di chi da sempre lavora e paga le tasse…

Niente aumento per i carburanti

Quest’anno non scatta nessun incremento della CO2 Steuer. Non c’è stata quindi nessuna sorpresa sgradita per gli automobilisti che hanno fatto il pieno dopo il primo gennaio. Con un nuovo incremento della tassazione sui carburanti bisognerà però fare i conti all’inizio del 2024.

Gaspreisbremse e Strompreisbremse

Per contenere i prezzi impazziti di gas e energia elettrica che per molte famiglie rischiano di diventare un autentico incubo nel 2023, il governo è intervenuto calmierando il costo per kilowattora di entrambi i prodotti energetici. A beneficiare del sussidio statale saranno privati cittadini, piccole imprese e associazioni. Lo stato interverrà sul costo di gas e energia calmierando il primo a 12 cent al kilowattora e il secondo a 40 cent al kilowattora. Queste agevolazioni saranno valide per un consumo pari all’80% del consumo del 2022. Una volta superata questa soglia, ogni kilowattora extra sarà tariffato a prezzo di mercato.

Malinconia. Un aperitivo al volo alla Vigilia di Natale

E’ un grigio lunedì di Dicembre, la vigilia di Natale per la precisione. Una giornata che si passa tradizionalmente sempre di corsa, per alcuni è l’ultima giornata di lavoro, per altri sono gli ultimi acquisti, in molti fanno tappa tra gastronomie e negozi per ritirare le ultime prelibatezze per la cena ormai incombente. E c’è anche chi ha l’appuntamento fisso per vedersi al volo, per un ultimo drink tra amici prima di mettere le gambe sotto al tavolo per la classica cena in famiglia.

Non é facile trovare un bar aperto per fare un aperitivo al volo alla Vigilia di Natale. Da queste parti infatti la tradizione vuole che i bar e i pub aprano per il dopo-cena, accogliendo orde di gente festante proveniente dalle cene familiari e prona ad alcoolizzarsi a tutto spiano in quella che é a tutti gli effetti una preview dei festeggiamenti del 31 Dicembre. E cosí tutti i bar che programmano di aprire per il dopocena, all’orario di aperitivo restano chiusi.

Sono quindi le 18 del 24 Dicembre 2018, e nella nostra ricerca di un posto aperto per aperitiveggiare nei dintorni di Monza troviamo un bar all’interno dell’Auchan vicino al Rondó dei Pini.
Siamo io, Fabietto e Marco, come sempre. Non tutti gli anni riusciamo a vederci tutti e 3, ma il piú delle volte si riesce a incastrare un randez-vous all’ultimo momento. L’anno prima eravamo stati al Doc in piazza a Vedano al Lambro, perché il Pit alle 18 era chiuso, per le ragioni di cui sopra. Non c’é molto tempo per stare insieme, siamo tutti e tre di corsa. C’é giusto il tempo per uno sbagliato al volo accompagnato da qualche stuzzichino. Un quarto d’ora, 20 minuti circa, ma come sempre piacevolissimi, una preziosa fetta di tempo che in un battibaleno vola via. Con risate garantite, come sempre ogni volta che c’é Marco.

Una sigaretta al volo, rollata da Marco fuori dal bar, e poi via, ognuno per la sua strada, dopo i consueti auguri e gli abbracci del caso.
Quello era il nostro Natale, il Natale di tre amici che negli anni si sono distanziati parecchio, uno in Svizzera, l’altro in Germania, e Marco che invece é sempre rimasto nella sua Cinisello, ma che hanno sempre cercato di trovarsi quando possono.
Anni prima, prima ancora della crisi e degli espatri, c’erano stati i Natali che iniziavano con una fetta di panettone al negozio in via Boito, in mezzo alle RSV e alle Pegaso, prima di chiudere per la pausa natalizia. Per noi che con le moto eravamo cresciuti e che in pista e per strada ne avevamo viste e combinate davvero tante, quello era in nostro modo di festeggiare, quello era il nostro Natale.

E oggi, ripensandoci, vengo preso dalla malinconia. Quei momenti brevi, ma belli, non ci saranno piú, o perlomeno non saranno mai piú gli stessi. Perché Marco non c’é piú.
Ci ho pensato tanto, in questi giorni di Natale e di Capodanno. Giorni di festivitá sotto tono, un Natale passato a casa con l’influenza, un Capodanno da convalescente, e una maliconia perdurante.
Avrei dovuto fare di piú, Marco. Da quell’aperitivo del 2018 non ci siamo piú visti. C’é stata la distanza, c’é stato il Covid, per tanto tempo non abbiamo potuto viaggiare e vederci, ma se avessimo voluto, ci saremmo sicuramente beccati. Solo che non abbiamo voluto abbastanza e oggi questa consapevolezza mi fa male.
Anni di amicizia e di avventure insieme, pregne di rischi, risate e di bravate motoristiche che ancora oggi a raccontarle c’é chi non ci crede, meritavano di piú che un veloce aperitivo rimasto un ricordo di piú di 4 anni fa. Meritavano di piú che qualche messaggio whatsapp e la promessa di vederci quando si poteva.

Mi hanno raccontato delle tue difficoltá, dei tuoi problemi e di quello che avevi affrontato in queli anni in cui non ci eravamo piú visti di persona; io non lo sapevo e mai avrei immaginato che dietro a quel personaggio sicuro di sé, spassoso e chiacchierone potesse celarsi anche sofferenza e vulnerabilitá. E mi prende ancora di piú la malinconia sapendo che in quegli anni per te cosí difficili io non ci sono stato.
Anni fa, quando ancora eravamo ragazzi, un giro in concessionaria in via Boito per noi era l’equivalente di un pieno di buonumore. Potevamo avere addosso tutti gli scazzi del mondo, ma tu sapevi sempre come tirarci su, vedevi il lato positivo in tutto e la tua risata era semplicemente contagiosa. Sembra ieri ma invece é passato piú di un decennio ormai.
E mi dispiace pensare che quando hai avuto bisogno tu di qualcuno che ti aiutasse a tirarti su, io non ci sono stato. E forse era proprio da lí che arrivava la tua voglia di rischio, la voglia di brivido; era il tuo modo di esorcizzare la difficoltá della vita.

Alla nostra etá si dá ancora per scontato che c’é sempre tempo. C’é tempo per vedersi, tempo per pianificare, tempo per organizzare. Siamo tutti incasinati e quindi si procastina, si rimanda. Ma non é cosí. Brutte sorprese possono sempre capitare, anche quando non te lo aspetti minimamante, e Marco, accidenti, stavolta la sorpresa ce l’hai fatta davvero brutta.
In un certo senso é stata una uscita di scena nel tuo stile, inaspettata, col botto. Ci hai preso tutti in contropiede.

Penso di avere imparato non poche cose da te, dal tuo carattere completamente opposto al mio, dalla tua intelligenza sociale cosí acuta, dal tuo modo di essere. E una lezione me l’hai data anche andandotene, mi hai fatto capire che gli amici non vanno lasciati indietro, che le cose che vogliamo fare non vanno procastinate. Perché chissá mai cosa ci aspetta.
Forse é per questo che nei pochi giorni in cui sono stato meglio, a cavallo tra il 27 e il 31, ho cercato di vedere più persone possibile. Anche a costo di stancarmi e di strafare, anche a costo di andare avanti e indietro per la Lombardia come una trottola, perché le persone a cui tieni meritano questo.
Perché se si tiene a qualcuno, bisogna sbattersi. E talvolta fare anche il primo passo, e pure il secondo. Perché poi quando diventa troppo tardi, é troppo tardi.

Addio amico mio, e scusami per non esserci stato in questi ultimi anni.

Kontoauszug: buste paga e stipendi in Germania, raccontati dai Tedeschi

La serie di articoli “Kontoauszug” del quotidiano tedesco ZEIT offre una interessantissima finestra sulle retribuzioni in Germania. All’interno di questa serie, vengono analizzate le storie di persone che condividono quanto guadagnano e come spendono i loro soldi, sotto forma di articolo/intervista.
Senza volersi addentrare in inutili dettagli, ho raccolto dalla serie di interviste quello che è più interessante: i valori degli stipendi mensili (lordo e netto) ricavati dalle informazioni pubblicate negli articoli.

Prima di procedere, quattro precisazioni molto importanti:

  1. In taluni casi viene specificata solo la retribuzione lorda annua. In tal caso per ottenere lo stipendio mensile io ho diviso per 13, essendo che buona parte dei contratti in Germania prevedono almeno una mensilità extra o comunque dei premi.
  2. Negli articoli non sempre è specificato come è composta la retribuzione: a seconda dei contratti, soprattutto quando trattasi di contratti “Außertarif”, la composizione delle retribuzioni può essere molto variegata e contemplare premi, provvigioni, obiettivi, eccetera. Pertanto in taluni casi dividendo la RAL per 13 quello che si ottiene, più che uno stipendio, è una sorta di cash flow medio.
  3. Negli articoli viene (giustamente) rispettata la privacy delle persone: i nomi sono di fantasia, le Aziende non vengono menzionate (si menziona solo il ruolo e il settore) e non viene menzionato in quale regione lavorano i protagonisti delle interviste. Questo è (purtroppo) un importante fattore mancante, in quanto in Germania gli stipendi sono fortemente influenzati dalla regionalitá: gli stessi contratti collettivi di lavoro hanno minimi salariali differenziati nei diversi Bundesland (ne ho parlato anni fa nel mio articolo sul contratto dei metalmeccanici in Germania). Pertanto, bisogna fare attenzione nell’utilizzare questi stipendi come benchmark, perché manca una informazione molto importante.
  4. Per calcolare lo stipendio netto ho utilizzato la Steuerklasse I con Kirkensteuer senza Kinderfreibeiträge con una assicurazione sanitaria pubblica, ovvero il worst case scenario: peggio di cosí difficilmente puó andare. In taluni casi tuttavia, certi benefit (come ad esempio una auto aziendale) possono andare ad inasprire ulteriormente le trattenute in busta paga. Se si hanno figli, si è in una Steuerklasse differente, si ha magari una Krankenkasse privata e e se non si è battezzati, le trattenute in busta paga calano. In ogni caso, ricavare il netto dal lordo con assoluta certezza non é possibile in quanto molto dipendente dalla situazione personale di ciascuno.

Fatte le dovute precisazioni, ecco qui alcune informazioni su professioni e retribuzioni che é possibile estrarre dalla serie di articoli:

EtáProfessioneStipendio lordoStipendio netto
38Professore universitario di matematica8200 4510
34Responsabile sicurezza sul lavoro in azienda chimica7700 4260
33Ingegnere specialista in algoritmi guida automatica8400 4607
36Impiegato ufficio acquisti3000 1985
37Consulente clienti assicurazione sanitaria5400 3185
33Caposquadra magazzino/logistica8400 4607
50Revisore dei conti in grande Azienda11000 5935
38Project Manager in start-up tecnologica9200 5028
31Capocantiere6000 3492
35Product Manager7500 4185
39Operatore sanitario terapia intensiva part time (60%)3000 1985
36Capo ufficio tecnico in grosso gruppo automobilistico128006910
33Sviluppatore Software89504900
32Professore educazione fisica58603425
64Chirurgo capo equipe in clinica privata26000 13700
 35 Store manager catena di abbigliamento 3300 2147
 29 Sales account manager 3900 2450
 39 Ingegnere Chimico addetto sviluppo 6950 3900
    
    
    
    
    

Kontoauszug: https://www.zeit.de/serie/kontoauszug

Quei viaggi che

Ci sono quei viaggi in cui parti volentieri, sei carico, non vedi quasi l’ora.
E poi ci sono quelli che parti col magone, proprio non hai voglia, e preferiresti startene a letto. Capita di rado, ma capita.
Anzi, mi capitava di rado… una volta. Adesso succede piú spesso.

Ecco, stamattina mi trovo di nuovo in questo mood. Sto aspettando di imbarcarmi sul volo e non ho voglia, proprio non ho voglia. Un cliente che non conosco, operante in un campo di applicazione che non conosco; un sistema vecchio di parecchi anni, installato da tecnici andati in pensione anni fa, del quale si é quasi persa memoria in Azienda.
Insomma, tutti gli ingredienti perfetti per una settimana di guai, imprevisti e problemi.

Ho sempre affrontato queste trasferte in modo molto pragmatico. Vado là, valuto la situazione, faccio del mio meglio e vedo di risolvere. Finora è sempre andata così.
Anzi, sotto un certo aspetto, questo genere di “missione”, potenzialmente irta di imprevisti, incasinamenti e problemi, mi ha sempre galvanizzato, accendeva il mio senso di sfida e di avventura. E che soddisfazione quando hai finito e a momenti non ti sembra vero di essere riuscito a risolvere (quasi) tutto.

Ecco, da quando a casa è arrivato il piccoletto vivo queste cose in modo molto diverso. Innanzitutto c’è quel sottile, leggero ma veemente senso di colpa ogni volta che dici “si” ad una trasferta. Una volta era una risposta automatica, oggi viene su più a fatica, c’è un mezzo groppo alla gola.

Senso di colpa che non ti abbandona, dal momento in cui esci di casa fino al momento in cui sei di ritorno svariati giorni dopo. È latente, resta lí; a volte si affievolisce, e preso dalla concentrazione lo dimentichi, ma poi puntualmente rientra, non appena la mente si rilassa e ti prendi una pausa dall’impegno lavorativo.

Senso di colpa che ti impedisce di godere appieno anche dei momenti di relax serale, quando magari hai i colleghi del sales belli contenti perché hai fatto felice il cliente e allora si festeggia a suon di Cervezite e di Tapas o magari a suon di Ale e Fish & Chips (dipende da dove ti trovi), perché il tuo nuovo senso del dovere da genitore ti fa interrogare sulla moralitá di quanto stai facendo, mentre l’ometto e la sua mamma sono a casa da soli e vorrebbero tanto che ci fossi anche tu.

È vero, normalmente il mio lavoro non prevede moltissimi viaggi, in genere sto al 15-25%. Che anche da genitore é un buon compromesso, secondo me.
Tuttavia ora accade che dopo 2 anni di stop forzato causa Covid, c’é un backlog mostruoso da recuperare, e in piú molti clienti che hanno avuto cambiamenti di personale e di organizzazione negli ultimi 2 anni ora vogliono formare o farti conoscere le nuove persone; oppure magari capita invece che i tecnici che avevano sono andati via (o li hanno mandati via) e adesso chiamano te perché non hanno piú nessuno in casa che sappia bene come far andare i sistemi.
Insomma, c’é un sacco di carne al fuoco e sto viaggiando come non mai – 50% e anche di piú – il che sarebbe stato una figata, se fosse capitato due, tre o quattro anni fa. Ma adesso é proprio il momento “sbagliato”. Perché non me la godo per niente, anzi… soffro.

E sorge spontenea la domanda, se non é arrivato il momento di cambiare. Magari, dopo tanti anni sempre a correre, sarebbe il caso di rallentare, soprattutto viste le mie nuove responsabilitá di papá.
Ci ho pensato, ci ho pensato tanto.
E alla fine giungo sempre alla concusione che é meglio di no.
Che questo in fondo é un momento, e come tutti i momenti, passerá.
Che il piccoletto col passare degli anni diventerá sempre piú un ometto e sotto certi aspetti le assenze diventeranno piú gestibili.
Che quando cambi sai sempre cosa lasci ma non sai cosa trovi, e seppur ora mi capiti questo periodo di grande lavoro in un momento “sbagliato”, non devo mai dimenticare che nel mio lavoro ho trovato un ambiente fantastico, collaborativo e sereno, sifdante quanto basta senza scadere nella competitivitá tossica, e un rapporto veramente eccezionale con capo e colleghi. Cose non facili da trovare. Quel genere di cose che ti accorgi quanto sono importanti solo quanto le perdi.
Sarebbe un assurdo lasciare la mia attuale professione perché mi tiene temporaneamente un po’ lontano dalla famiglia, per poi trovarne una nuova in cui potrei magari sí passare piú tempo a casa, ma dovrei fare i conti con un ambiente di lavoro tossico, sleale e pesante, finendone consumato, stressato, appesantito e imbruttito. E poi hai voglia a tornare indietro.
Non so cosa sarebbe meglio per la mia famiglia.

Certo, mi dispiace. Mi dispiace perché ci sono quei viaggi che sono una piccola avventura, una storia da raccontare, un bel ricordo da tenere. Perché non é solo lavoro, é la mia passione.

Quei viaggi che… sicuramente mi godrei alla grande, se non fossi frenato dai miei pensieri. Pensieri che credo, peró, é giusto che ci siano.

Tarifrunden e spirale salari-prezzi: il caldo autunno delle rivendicazioni salariali in Germania sta per iniziare

Mentre gli Italiani si godono la campagna elettorale sotto l’ombrellone, facendo il tifo per i loro beniamini politici e fantasticando sui regalini elettorali (rigorosamente fatti a debito) che gli spetteranno una volta che il loro eroe sará salito al potere, i Tedeschi si rimboccano le maniche e si preparano ad un caldo autunno di rivendicazioni salariali per difendere il potere d’acquisto dei loro stipendi massacrati dall’inflazione.

È di una settimana fa la notizia che il personale di terra Lufthansa é riuscito a strappare un aumento senza precedenti (+18% !!) con un solo giorno di sciopero [1]. Va detto che tale impressionante vittoria é frutto di una situazione estrema, in quanto il settore aereo si trova letteralmente con le spalle al muro, totalmente impreparato al ritorno del traffico a volumi pre-pandemia dopo tutti i layoff effettuati nel 2020/2021, e in questo momento non puó fare altro che piegarsi alle richieste del (poco) personale rimastogli, pena il blocco totale delle operazioni di terra.
La situazione di Personalmangel, da sempre cronica in tanti settori in Germania, si é ulteriormente esacerbata nel dopo-pandemia in quanto tantissimi dei licenziati hanno poi deciso di cambiare settore e, trovando condizioni e trattamenti migliori rispetto a prima, ora sono decisi a non tornare indietro.
È il caso del personale di terra negli aeroporti, delle commesse nei negozi di abbigliamento, dei camerieri nei ristoranti, del personale negli alberghi, e tanti altri settori ancora. Ma non solo: c’é anche chi durante la pandemia aveva lavoro in abbondanza, ma ha deciso di cambiare di sua iniziativa; il pensiero va automaticamente al personale sanitario e ai 9000 infermieri che durante la pandemia si sono licenziati perché sfiancati dal superlavoro negli ospedali…
Queste figure professionali ora scarseggiano come non mai e i datori di lavoro stanno cercando in ogni modo di rendere questi lavori piú attrattivi, incluso naturalmente incrementare le retribuzioni.

La vertenza Lufthansa arriva in un momento in cui molte Gewerkschäfte si stanno preparando ai relativi Tarifrunde e si apprestano a dare battaglia per chiedere aumenti salariali in grado di compensare l’inflazione, con la IG Metall che chiede un aumento dell’8% per il settore Metall- & Elektroindustrie [2].
Richieste che sono state definite “fuori dal mondo” dal capo di Gesamtmetall Stefan Wolf, il quale invece chiede ai sindacati l’esatto opposto ovvero un Nullrunde come accaduto nel 2020 in occasione della crisi innescata dall’arrrivo della pandemia [3]. Se tuttavia nel 2020 le organizzazioni sindacali, in un atteggiamento di responsabilitá, erano state collaborative nel rinunciare all’aumento salariale per salvare i posti di lavoro dalla crisi Covid, possiamo stare certi che questa volta non sará cosí.
Il Tarifrunde dei metalmeccanici avrá inizio a Settembre e si preannuncia un muro contro muro durissimo, saranno sicuramente da mettere in conto diversi Warnstreik e intensissime negoziazioni, ma una cosa é pressoché certa: salvo che la situazione si faccia improvvisamente molto pesante (e.g. chiusura totale di forniture del gas, fabbriche costrette a chiudere a un giorno all’altro, recessione devastante) l’aumento ci sará.
Il precedente creato dalla vertenza Lufthansa é molto potente (il 18% é il doppio dell’inflazione!) e gli altri settori non staranno certo a guardare.

La questione tuttavia quest’anno é molto piú complicata e va ben oltre la sola concertazione tra imprenditoria e forza lavoro, in quanto coinvolge in modo diretto il quadro macroeconomico dell’area Euro. Aumenti salariali importanti potrebbero costituire l’innesco di una spirale salari-prezzi, ovvero l’ultima cosa che servirebbe in questo momento per fermare l’inflazione.
Dopo la vertenza Lufthansa, sono in molti ora a temere che la partenza della tanto temuta spirale sia ormai inevitabile.[4]

Del resto, l’inflazione c’é e sta mettendo in difficoltá tutti: imprese grandi e piccole, liberi professionisti, consumatori, famiglie, governi. Se peró alcuni soggetti possono proiettare i costi sui loro clienti, altri non sono in condizione di farlo e l’unico modo che hanno per difendersi sono le lotte salariali.
Le banche centrali vorrebbero naturalmente evitare la spirale salari-prezzi, ma l’unico modo per farlo sarebbe tenere i salari fermi e scaricare il fardello dell’inflazione sul lavoratori dipendenti. Che ovviamente non ci stanno neanche un po’.

È questo il problema dell’attuale situazione: se si vuole fermare l’inflazione, qualcuno deve perderci. Qualcuno deve impoverirsi e smettere di consumare. Come ben riassunto dal vecchio adagio “il miglior rimedio agli alti prezzi sono proprio gli alti prezzi”, l’inflazione si ferma solo quando i prezzi raggiungono un livello tale che nessuno puó permettersi piú niente e i consumi si fermano; solo a quel punto la corsa dei prezzi si ridimensiona.
Tuttavia, come é comprensibile, nessuno vuole essere l’agnello sacrificale della situazione.
E la probabilitá che gli industriali tedeschi ottengano il loro Nullrunde é, a mio avviso, remota. Soprattutto considerato che in questo momento, in quasi tutta l’area Euro, il mercato del lavoro vede una situazione a dir poco rosea per i lavoratori dipendenti: mai come in questi mesi é stato facile cambiare lavoro e migliorare il proprio trattamento economico. In Germania, in questo momento, il mercato del lavoro viene definito besonders arbeitnehmerfreundlich e i recruiters devono sudare sette camicie per trovare le figure richieste dalle Aziende.
Lo scenario possibile, a questo punto, é quello di una spirale salari-prezzi duratura, come prospettato anche da Focus Money che tempo fa ipotizzava, con una copertina molto provocatoria, che l’Euro possa in futuro diventare come la Lira Italiana. [5]

Per questo credo che i Tarifrunde salariali di questo autunno in Germania saranno importantissimi: non solo per i lavoratori dipendenti tedeschi, ma anche per la politica economica e monetaria Europea.
Se, come presumo, i lavoratori tedeschi riusciranno a ottenere incrementi salariali importanti, una nuova era di alta inflazione stabile e duratura in tutta l’area Euro diventerá, a questo punto, difficile da evitare.
E tutto cambierá.

[1] https://www.derstandard.de/story/2000138052524/lufthansa-und-gewerkschaft-einigen-sich-auf-tariferhoehung-fuer-bodenpersonal
[2] https://www.igmetall.de/tarif/tarifrunden/metall-und-elektro/metall-tarifkommissionen-fordern-8-prozent
[3] https://www.oldenburger-onlinezeitung.de/nachrichten/gesamtmetall-chef-fordert-nullrunde-89902.html
[4] https://www.welt.de/wirtschaft/article240308279/Lufthansa-Bis-zu-19-Prozent-mehr-dieser-Tarifabschluss-ist-ein-fatales-Signal.html
[5] https://www.focus.de/magazin/archiv/titel-wird-der-euro-die-neue-italienische-lira_id_121775962.html

Steuererklärung: perché conviene sempre fare la dichiarazione dei redditi in Germania

È stato uno dei primi consigli che ho ricevuto dal mio capo, durante le pause caffé nelle mie prime settimane di lavoro in Germania: fare sempre lo Steuererklärung.
In particolare, nel mio caso, sarebbe risultato molto conveniente in quanto essendomi trasferito in Germania a metá anno, ed essendo le mie trattenute in busta paga tuttavia calcolate considerando il reddito annuo, l’anno successivo avrei ottenuto un cospicuo rimborso.
Naturalmente ho dovuto poi tenere conto del reddito prodotto in Italia, che non é stato tassato in Germania (la mia residenza fiscale era l’Italia) ma ha tuttavia contribuito alla determinazione dell’aliquota per la tassazione del reddito prodotto in Germania (Progressionsvorbehalt). Pur con questo aggiustamento, il rimborso fu cospicuo (anche se assolutamente non sufficiente a compensare la mazzata che presi con la dichiarazione dei redditi in Italia).

Tuttavia, come ho poi avuto modo di scoprire negli anni successivi, fare lo Steuererklärung conviene sempre, anche quando non si ha “molto” da scaricare dalle imposte. Io infatti in Germania ho sempre abitato vicino al lavoro e quindi non ho mai potuto approfittare della Pendlerpauschale (una delle piú “ricche” deduzioni disponibili per i lavoratori dipendenti), in piú avendo ogni genere di attrezzatura professionale fornita dall’Azienda e una carta di credito corporate per le mie spese, non ho mai avuto chissá quante spese deducibili.
Tuttavia, ho sempre preso dei rimborsi interessanti.

Esiste infatti, per tutti i lavoratori dipendenti, una deduzione forfettaria di 1000 Euro (dall’anno prossimo saranno 1200), indipendente dalle spese sostenute. Quindi giá inoltrando un semplicissimo Steuererklärung come Arbeitnehmer, senza presentare alcuna spesa deducibile, é possibile portare a casa dei soldini. Quanto si porta a casa, dipende ovviamente da quanto si é tassati; se siete specializzati ed avete un alto stipendio, una deduzione di 1000 Euro significa giá portarsi a casa 500-600 Euro di rimborso. Niente male direi.

Tre opzioni per la dichiarazione dei redditi

Da anni in Germania la dichiarazione dei redditi é un processo in gran parte digitalizzato. I dati vengono inviati per via digitale ai Finanzamt competenti e solo su richiesta specifica di questi ultimi il contribuente deve integrare quanto giá inoltrato con documentazione cartacea (questo é normalmente necessario per gli Steuererklärung piú sostanziosi, in cui vi sono piú fonti di reddito e/o abbondanza di spese da dedurre).
Esistono fondamentalmente tre modi per presentare il proprio Steuererklärung:

  • Utilizzare il software gratuito ELSTER, messo a disposizione dal ministero delle Finanze Tedesco
  • Utilizzare una piattaforma internet a pagamento, come smartsteuer.de
  • Rivolgersi ad uno Steuerberater

Il software ELSTER (Elektronische Steuererklärung) rappresenta la via piú economica ma anche la piú complicata. ELSTER infatti é un tool molto esigente e ben poco user friendly. Presuppone che voi sappiate giá a perfezione (o quasi) dove vanno inserite tutte le voci e non é di grande aiuto in caso di incongruenze. Ma se conoscete molto bene il Tedesco, avete buona comprensione delle normative fiscali e la vostra dichiarazione dei redditi non é eccessivamente complicata, ELSTER rappresente una alternativa percorribile, ed… é gratis.

Il miglior compromesso qualitá/prezzo é sicuramente un portale internet. Con poche decine di Euro potete inoltrare digitalmente il vostro Steuererklärung e avrete a vostra disposizione una interfaccia che vi guiderá passo passo in modo chiaro, indicandovi dove andare a cercare le informazioni e dove inserirle, con esaustive spiegazioni riguardo ad ogni voce e diversi check per assicurarsi che ció che avete inserito sia congruente. È peró necessaria una buona conoscenza del Tedesco.
Qui di seguito alcuni dei principali portali per lo Steuererklärung:
smartsteuer.de (con cui mi sono sempre trovato bene)
taxfix.de
steuererklaerung.de
lohnsteuer-kompakt.de
WISO Steuer

Il vostro Tedesco non é all’altezza? Potete virare su un portale in lingua inglese, come ad esempio: steuergo.de.

Una interessante caratteristica di questi portali é quella di calcolare il rimborso (o il conguaglio) passo passo durante il processo. Avrete quindi una stima del rimborso che vi spetta giá dalle prime fasi della compilazione.

L’ultima opzone, piú costosa, é rivolgersi ad uno Steuerberater, che puó essere considerato l’equivalente tedesco di un commercialista. Rappresenta il piú delle volte la soluzione ottimale se avete uno Steuererlärung complicato, con piú fonti di reddito e un sacco di documentazione per i rimborsi. Lo Steuerberater si fará carico di tutto, voi dovrete solo occuparvi di fargli avere tutti i documenti che lui vi chiederá.
Un ulteriore e non indifferente vantaggio é che lo Steuerberater puó fare un quadro dettagliato della vostra situazione e, conoscendo la normativa a menadito, farvi accedere a deduzioni e detrazioni di cui neppure sospettavate l’esistenza.
Questo servizio tuttavia ha un suo prezzo, che non é indifferente: gli Steuerberater in Germania sono costosi, generalmente di piú rispetto ad un commercialista per fare un Modello Unico in Italia. Pertanto lo Steuerbarater “covinene” solo se la vostra situazione personale vi mette in condizione di ricevere sostanziosi rimborsi.

Cosa serve per lo Steuererklärung e come si procede

Per iniziare il vostro primo Steuererklärung da lavoratore dipendente, vi serve innanzitutto documentazione del vostro reddito e delle imposte e contributi che vi sono già stati trattenuti in busta paga: a tal scopo vi servirà il Lohnsteuerbescheinigung. Si tratta di un documento semplice e sintetico (generalmente una pagina) che riporta tutte i dettagli del vostro reddito lordo e delle trattenute che vi sono già state applicate dal datore di lavoro.
Il Lohnsteuerbescheinigung arriva generalmente con la busta paga di gennaio e se nell’arco dell’anno avere avuto più lavori, riceverete un Lohnsteuerbescheinigung da ciascuno dei vostri datori di lavoro.

Partendo da questo documento, l’inserimento dei dati é cosa tutt’altro che complicata: se utilizzerete un portale online, dopo avere inserito tutti i vostri dati personali (generalitá, indirizzo, professione, Steuerklasse, ecc…) vi verrá chiesto di inserire in una tabella le cifre presenti nelle voci del vostro Lohnsteuerbescheinigung. Le voci all’interno della tabella sono numerate e sarete guidati nel procedimento in maniera dettagliata; é pressoché impossibile sbagliare!
Una volta completato l’inserimento dei dati, l’algoritmo potrá giá calcolare il rimborso spettante.

Se compare una cifra di qualche centinaio di euro a vostro credito (Erstattung) allora significa che il vostro datore di lavoro non ha considerato i 1000 Euro di detrazione nel computo delle buste paga, quindi avete diritto al rimborso. Questo avviene nella maggioranza dei casi.
Se tuttavia non compare alcun rimborso, o se la cifra si aggira nelle vicinanze dello zero, significa che la deduzione é giá stata considerata e quindi non vi spetta nessun rimborso. È una eventualitá abbastanza rara, ma puó capitare. In questo caso, proseguire nello Steuererklärung ha senso solo se avete spese da dedurre superiori a 1000 Euro.

Difatti, la deduzione di 1000 Euro rappresenta una sorta di forfait di spese che lo Stato tedesco riconosce ad ogni lavoratore dipendente. Volendo andare a dedurre spese ulteriori, esse andranno effettivamente ad abbattere la vostra base imponibile solo per la quota che supera i 1000 Euro.
Ergo, se le vostre spese deducibili non superano i 1000 Euro, nel vostro Steuererklärung (dal punto di vista del rimborso) di fatto non cambierá nulla.

Werbungkosten

I Werbungkosten coprono una moltitudine di spese che il lavoratore dipendente sostiene di tasca propria nell’ambito del proprio lavoro. La piú popolare é sicuramente la Pendlerpauschale, il “forfait del pendolare”, che permette di dedurre dalla base imponibile i costi dei trasferimenti casa-lavoro.
Vi é poi la Homeofficepauschale, 5 Euro al giorno di deduzione per chi lavora da casa (introdotta dopo la pandemia).
Sussiste la possibiltá di dedurre tantissime spese, ad esempio abbigliamento da lavoro, spese per allestire una stanza ufficio, spese per la doppia residenza per i pendolari del weekend, spese per internet (se usato principalmente per lavoro), spese per assicurazioni, e tantissimo altro.
Come anticipato un paragrafo piú su, i Werbungkosten iniziano ad avere effetto sulla base imponibile solo quando superano i 1000 Euro.

Pendlerpauschale

La Pendlerpauschale é il rimborso per le spese di trasporto dalla propria abitazione alla sede di lavoro, ed é valida qualunque sia il mezzo di trasporto utilizzato. Si tratta probabilmente della piú “ricca” deduzione riservata ai lavoratori dipendenti tedeschi, e ogni volta che penso che in Italia ho fatto 50 km a/r al giorno per 10 anni senza avere avuto indietro una lira, mi sento un po’ un imbecille (a non essermene andato prima!).

Il lavoratore dipendente in Germania ha diritto ad una deduzione di 30 cent a chilometro, che incrementa a 38 cent/km dopo i 20 chilometri di distanza casa-lavoro.
In teoria, é la via piú breve che dovrebbe far testo per il calcolo della deduzione, tuttavia spesso i Finanzamt accettano anche percorsi piú lunghi, quando la via piú breve é sconveniente. In generale, la prima soluzione di Google Maps é considerata un buon benchmark.
Successivamente, devono essere calcolati i giorni effettivi di lavoro effettuati durante l’anno, considerando anche ferie e malattia.
Il calcolo dell’importo deducibile é quindi:

distanza casa-lavoro (sola andata) in km * giorni di lavoro nell’anno solare * 0,30 cent

per la distanza da 0 a 20 km.
Per i chilometri successivi:

distanza casa-lavoro (sola andata) in km * giorni di lavoro nell’anno solare * 0,38 cent

Si tratta di una deduzione fiscale notevole, che, insieme alle autostrade gratuite, basta a spiegare come mai in Germania é normale trovare gente che ha il lavoro a 70 km da casa (giá da prima del Covid).

Nei portali online, il calcolo della Pendlerpauschale é veloce e semplicissimo.

Rimborso

Una volta inviato lo Steuererklärung, in genere passano da 6 a 12 settimane prima che arrivi il rimborso. Arriva direttamente sul C/C da voi indicato nella procedura ed é generalmente preannunciato da una lettera del Finanzamt che vi arriverá per posta qualche giorno prima del’accredito.
Se é filato tutto liscio, l’accredito sará esattamente quello che vi é stato prospettato dal software o dal portale online.
A me é capitato un paio di volte che la cifra variasse (poche decine di Euro, nulla di che), in quel caso il Finamzamt si é limitato a rimborsare la cifra da loro ricalcolata (peraltro maggiore di quella preventivata) senza alcun commento o “rimprovero”.

Mazzate d’autunno: Gas-Umlage e rincari energetici mai visti mettono a dura prova il Wohlstand tedesco

Dal 1. Ottobre i consumatori Tedeschi allacciati alla rete del gas saranno chiamati a partecipare al salvataggio pubblico delle societá di energia e riscaldamento tramite il Gas-Umlage: un contributo obbligatorio (un tot a kWh) che andrá a confluire in un fondo destinato al supporto delle societá che rischiano il fallimento a causa dei prezzi del gas diventati ormai… incandescenti.

Perché si rischia una ondata di fallimenti

Da quando vige il mercato libero dell’energia in Europa la quasi totalitá delle societá di gas, energia e riscaldamento in Germania propongono contratti ai loro clienti sulla base di Festverträge con un costo per kWh, generalmente vantaggioso, che resta fisso per i primi 12 o 24 mesi di contratto. Uno stratagemma per accaparrarsi nuovi clienti, simile a quanto giá usato da anni nella telefonia, nei contratti Internet e in svariati altri ambiti.
Succede ora che tali societá si ritrovano a pagare il gas sulla borsa energetica europea a prezzi quadruplicati, ma trovandosi incastrati dai contratti giá chiusi, continuano a rivenderlo ai loro clienti a prezzi bassi. E i contratti non permettono loro di alzare i prezzi.
Si ritrovano cosí a lavorare in perdita ed é solo questione di tempo prima che una Pleitewelle travolga il settore.
Si tratta di una situazione contingente, venutasi a creare a seguito di sviluppi che fino a un anno e mezzo fa nessuno sarebbe stato in grado di prevedere. Per due decenni infatti i Tedeschi sono stati abituati a prezzi del gas e dell’energia bassi e molto stabili: il gas Russo era la scelta ideale, seppure discutibile, per alimentare la fame Tedesca di energia e rappresentava senza alcun dubbio la via piú facile e conveniente. Un potenziale cliente che avesse voluto stipulare un contratto poco piú di un anno fa si sarebbe visto proporre, mediamente, un prezzo intorno ai 7 centesimi di Euro per kWh.
Oggi per un contratto di nuova stipula il riscaldamento a gas viene prezzato mediamente 26 centesimi di Euro al kWh. Piú del triplo!
[fonte: Zeit.de]

In cosa consiste il Gas-Umlage

Nell’impossibilitá di intervenire direttamente sui contratti laddove il prezzo per kWh é stato fissato con una precisa scadenza, é stato il governo ad agire e a andare a mettere le mani nelle tasche dei Tedeschi per mettere una pezza alla situazione.
Dal 1.Ottobre in tutte le bollette del gas in Germania comparirá quindi una addizionale (che non é stata ancora determinata, si dice sará compresa tra i 1,5 e 5 centesimi a kWh) che andrá a riempire un fondo apposito destinato a supportare le societá di distribuzione in difficoltá.
Il Gas-Umlage é a termine (si parla, per ora, fino a fine 2023) in modo da coprire il periodo-ponte in cui scadrá la tariffazione fissa garantita dai contratti, e le societá potranno quindi adeguare i prezzi al consumatore finale.

Questione di fortuna

Il Gas-Umlage andrá a incidere in modo sensibile sui bilanci familiari dei Tedeschi, anche se ci sará a chi andrá meglio e a chi andrá molto peggio.
Chi infatti ha sottoscritto un contratto con prezzo fisso biennale a metá 2021, e ha quindi ancora davanti a sé almeno altri 12 mesi di gas a basso prezzo, sará colpito dal Gas-Umlage in maniera non troppo pesante. Chi invece ha il contratto in scadenza nei prossimi mesi e si vedrá adeguare il prezzo a breve, dovrá pagare, oltre al nuovo prezzo (piú che triplicato) anche il Gas-Umlage.
Vi saranno quindi situazioni in cui i piú “fortunati” si troveranno a pagare, male che vada, 7 cent + Gas-Umlage di 5 cent (caso peggiore) = 12 centesimi di Euro al kWh, mentre quelli a cui le societá sdegueranno i prezzi potrebbero trovarsi a pagare 26 cent + 5 cent = 31 centesimi di Euro al kWh.
Facendo qualche conto facile, nel primo caso si tratterebbe di un aggravio di costo, per una famiglia tipo in un appartamento non troppo grande (15.000 kWh/anno), di 750 Euro all’anno.
Nel secondo caso, l’aggravio di costo é di 3.600 Euro all’anno. Una cifra che metterá in difficoltá piú di una famiglia in Germania, questo é sicuro.

Perché le societá vanno salvate

Che le societá di ditribuzione del gas possano fallire in massa, in un momento storico come questo, é una eventualitá da evitare ad ogni costo: é infatti necessario che la rete sia attiva, ben sorvegliata e in piena efficienza quando l’inverno arriverá e bisognerá iniziare a fare i conti con la scarsitá di gas. Sará necessario minimizzare gli sprechi, gestire opportunamente i flussi di gas nelle tubazioni, sorvegliare attentamente tutta la distribuzione.
Se le societá fallissero, questa capacitá sarebbe compromessa, e la cosa verrebbe a verificarsi nel momento piú sbagliato possibile.
Il Gas-Umlage é quindi un… male necessario.

Sará un inverno duro

Non ci sará solo la scarsitá di gas con cui fare i conti. Quello che spetta ora ai Tedeschi (e ai loro governenti) é un inverno durissimo: questo incremento sensazionale dei prezzi per il riscaldamento, accompagnato all’inflazione generale che ha oramai raggiunto l’8% e alla possibilitá di nuove restrizioni invernali con l’arrivo della variante centaurus del coronavirus, potrebbe produrre un mix esplosivo.
Le istituzioni sono giá in allarme per la possibilitá di crisi della pace sociale, accompagnata da vibranti proteste di strada, sostenute dall’ incremento della radicalizzazione di molte persone colpite dall’impoverimento che arriverá.
E stavolta non si scappa: il ceto medio sará l’agnello scarificale della situazione. Che sia l’inizio della fine del Wohlstand Tedesco?

Se anche la Germania cade nella trappola dei regalini elettorali

È presto per dirlo con certezza, ma probabilmente sará polemica: il ministro delle finanze Lindner ha annunciato che non ci saranno risorse per il prolungamento dell’iniziativa 9-Euro-Ticket dopo Agosto 2022. Il severissimo leader dei liberali del FPD intende attenersi a una accorta politica di bilancio per non aumentare il debito pubblico (sul quale si é giá sforato abbondamtemente nei due anni di pandemia) e reintrodurre lo Schuldenbremse giá dal prossimo anno.
Lo Schuldenbremse (letteralmente: freno ai debiti) é un meccanismo automatico che attiva meccanismi di austeritá, riducendo o congelando le uscite pubbliche, ogni qualvolta si supera una certa percentuale di debito pubblico su PIL.

La decisione é destinata a generare malcontento, in quanto la maggioranza dei Tedeschi (l’80% circa, secondo alcuni quotidiani) é a favore di un prolungamento dell’iniziativa. Anche perché i Tedeschi, a differenza egli Italiani, non sono cosí abituati a ricevere regalini elettorali.

Quella dei regalini elettorali, in Italia, é una tradizione consolidata: la volatilitá e brevitá dei governi Italiani (mentre in Germania governava per 16 anni Angela Merkel, in Italia si sono alternati dieci governi di ogni possibile colore, centrodestra, centrosinistra, protopopulisti, tecnici…) intrinseca, se vogliamo, del sistema Italia, vista non solo la volubilitá del politico Italiano medio ma anche quella del suo elettore, rende impossibile ogni pianificazione di lungo respiro o programma a lungo termine. Ogni governo ha a disposizione poco tempo e questo ormai lo sanno tanto i governanti quanto il popolo: ecco quindi diventa inutile promettere programmi di riforme, misure di riassestamento delle finanze pubbliche, di modernizzazione, di digitalizzazione del Paese, perché é inutile: sono cose che richiedono anni e prima ancora di iniziare a pianificare seriamente, qualcuno in Parlamento avrá fatto qualche casino e fatto saltare il Governo.
È una caratteristica intrinseca del “sistema” (e della societá, aggiungerei io) in Italia, che si ripete ormai da decenni, e volenti o nolenti, non se ne esce: va cosí.

Ecco quindi che chi vuole governare ha solo un modo per accaparrarsi preferenze; promettere regalini elettorali al suo elettorato di riferimento. Che saranno sussidi e aiuti sociali per i partiti di centrosinistra, diminuzione delle tasse e sgravi all’imprenditoria per i partiti di centrodestra, senza poi dimenticare quello che é il piú ampio bacino di elettori in Italia ovvero i pensionati: c’é sempre qualche piccolo regalino anche per loro.
L’importante é che suddetti regalini siano attuabili in fretta, affinché siano credibili, e che vadano ad abbellire/arricchire l’orticello di qualcuno.

In decenni di storia della Repubblica, svariati regalini elettorali hanno attinto a piene mani dalle casse dello Stato, gettando le basi per quella che é la (raccapricciante) situazione odierna del nostro debito pubblico. Come dimenticare la “riduzione delle tasse” del Berlusconi II, la riforma della tassa di successione, o la detassazione degli straordinari del Berlusconi IV, le riduzioni sui trapassi di proprietá del Prodi II, per non parlare dei piú recenti, eclatanti, regaloni elettorali quali il reddito di cittadinanza e quota 100.

Questi sono alcuni dei regalini elettorali di cui ho memoria io, ma in realtá questa tradizione nasce da molto prima. Da sempre, i regalini elettorali sono rigorosamente fatti a debito ovvero non si va a cercare coperture da qualche parte per finanziarli (o lo si fa solo a parole) ma ci si limita a fare piú debito. Anche perché andare a cercare delle coperture significherebbe dover toccare l’orticello di qualcun altro, quindi generalmente non lo si fa.
Va detto che, in una situazione di economia galoppante e di crescita sostenuta, come era prima del 2008, un approccio del genere potrebbe andare anche “bene”: l’indebitamento per i regalini elettorali sarebbe in questo caso sostenuto da una economia frizzante e da un PIL in crescita quindi si tratterebbe di qualche “strappo” alla regola che tutto sommato ci starebbe, vista la situazione di crescita del Paese. Non a caso negli anni del boom economico di regalini ne sono stati fatti tanti (vogliamo parlare delle pensioni retributive??) ma a quell’epoca ce lo si poteva permettere alla grande.

Sfortunatamente peró dal 2008 ad oggi l’economia in Italia non é piú andata un granché bene (diciamo una m***a) e ogni regalino elettorale fatto in questo periodo é stato una ulteriore mazzata da KO per le finanze nazionali.
Questo lo sanno benissimo tutti, sia chi viene eletto che (in parte) chi elegge, ma si fa finta di niente e si tira avanti, in una sorta di chicken game in cui si continua a riproporre la stessa ricetta, pur con la consapevolezza che questa non puó che portare verso un precipizio, perché nessuno vuole mollare e fare la figura del pollo.

Vi chiederete: perché questa divagazione?
Perché a me il 9-Euro-Ticket sa tanto di regalino elettorale (da parte dei Verdi verso il loro ellettorato biciclettaro a emissioni zero) e questa cosa mi fa paura, perché crea un brutto, bruttissimo precedente.
Si potrebbe obiettare: ma allora anche lo sconto benzina é un regalino elettorale. Ma io direi di no; innanzitutto perché non era inizialmente previsto nei programmi, e poi perché é una misura nata in contingenza, in risposta a aumenti mai visti prima, che per di piú é stata anche adottata da altri Stati prima ancora che dalla Germania.

Ma il 9-Euro-Ticket, per quanto interessante e utile (io stesso ne sto facendo ampiamente uso), é un regalino elettorale bello e buono, dal costo di miliardi di Euro per le finanze dei Bundesländer.
Con 9 Euro al mese si ha infatti in tasca l’equivalente di un AG (abbonamento generale) svizzero che, per fare un paragone, costa migliaia di franchi all’anno – su un territorio molto piú piccolo – e non serve essere un esperto di finanze per capire che, anche a fronte di decine di milioni di ticket venduti (si parla di 30 milioni finora), l’operazione 9-Euro-Ticket non puó che essere in (pesantissima) perdita. Una misura insostenibile!

C’é chi dice che si tratta di un esperimento, di un progetto pilota per valutare sviluppi futuri. Io mi auguro che sia cosí, ma gli “sviluppi futuri” devono essere ben ponderati e intelligentemente calcolati, perché la Germania non deve cadere nella trappola dei regalini elettorali, altrimenti si rischia di entrare in un turbine senza fine.

Certo é vero che il 9-Euro-Ticket ha messo in luce alcune carenze del sistema trasportistico tedesco che vanno assolutamente risolte – prima tra tutte, l’integrazione tariffaria: finché ci si muove all’interno della medesima Verkehersverbund (impresa di trasporti) va tutto bene e il titolo di viaggio permette di usufruire di qualunque mezzo di trasporto pubblico in modo seamless e perfettamente integrato; ma é sufficiente muoversi su una relazione che interessi piú imprese diverse (come accade, ad esempio, tra Bensheim e Darmstadt) ed ecco che fare un biglietto o un abbonamento diventa un problema.
Alcune delle Verkehersverbund hanno giá proposto di discutere un possibile successore del 9-Euro-Ticket, un abbonamento mensile nazionale integrato che sia valido in tutte le pertinenze tariffarie, ma con un prezzo piú adeguato – si parla di 59 o 69 Euro al mese – a coprire almeno in parte le spese del servizio.
Va detto che anche 59 / 69 Euro al mese sarebbero ottimi prezzi per un biglietto nazionale, considerato quanto costano allo stato attuale gli abbonamenti in Germania, quindi la speranza sarebbe quella di venderne a milioni, similmente a quanto accaduto per il 9-Euro-Ticket, rendendo cosí il trasporto pubblico meno costoso grazie all’ampliamento della clientela, ovvero spalmando i costi su piú clienti.

Indipendentemente dai prezzi, in questa estate 2022 sta emergendo in tutta la sua gravitá la precaria situazione delle ferrovie Tedesche, le quali, duole ammetterlo, stano offrendo al cliente un servizio ormai sempre piú scadente. Emergenza che é stata in parte esacerbata dal 9-Euro-Ticket, che ha attratto molti piú passeggeri del normale su certe tratte regionali prossime agli Ausflugsziele.
Parlando con chi viaggia in treno abitualmente, si tratta di una opinione pressoché unanime: questa estate muoversi in treno é una autentica lotteria, quanto viaggiare in aereo se non peggio. Anche io, nei miei ultimi spostamenti ferroviari tra Bensheim e Monza, ho vissuto giornate di auentico Bahnchaos con ICE e IC in ritardo, soppressi, deviati, sovraffollati, Bordrestaurants con offerta limitata perché c’é sempe qualcosa di guasto (una vota é il frigo, la volta dopo é la spillatrice, oppure il forno, oppure ancora manca proprio il cibo…) e spesso con POS fuori uso, coincidenze sistemativamente perse, treni con WC e porte fuori uso…
Ció é in parte dovuto ai molti grandi cantieri che interessano la rete: l’invecchiamento dell’infrastruttura é problema noto e si sta cercando di metterci una pezza, tuttavia l’impressione é quella di un servizio in drammatico calo di qualitá, che nella prima estate di ritorno a flussi viaggiatori normali pre-pandemia é completamente andato in crisi, e che necessiterebbe di investimenti massicci per tornare a livelli accettabili.

Pertanto l’opinione dello scrivente é che invece di fare debito per regalini elettorali che hanno poco senso (se non quello di dare un contentino ad alcuni) né alcuna sostenibilitá economica, probabilmente sarebbe il caso di fare debito per sistemare le cose che non vanno e portare il servizio al cittadino a livelli da Paese leader quale dovrebbe essere la Germania.

Perché mi si puó venire a dire tutto, ma non che il 9-Euro-Ticket sia una misura che abbia realmente aiutato le famiglie in difficoltá con il carovita. Piú probabile che abbia portato un (piccolo) incremento nella quotaparte di persone che preferisce i mezzi pubblici all’automobile.
Dico “piccolo” perché nei miei spostamenti dell’ultimo mese e mezzo, in tutta sinceritá, non ho apprezzato né un aumento di frequentazione dei Regioexoress e delle S-Bahn nella zona del Main-Neckar e di Francoforte negli orari battuti dai pendolari, né una tangibile diminuzione del traffico autostradale.
Entrare in Darmstadt e in Francoforte in auto é sempre una impresa che richiede pazienza e questa settimana, con l’inizio delle vacanze estive in Hessen, sulle autostrade sono esplosi intasamenti chilometrici esattamente come ogni anno (anzi di piú).
Quello che ho percepito in modo plateale invece é che al sabato e alla domenica la frequentazione é molto aumentata, fino ad arrivare al punto che in un paio di occasioni ho dovuto rinunciare a salire sul Regioexpress perché con passeggino al seguito si trattava di una impresa impossibile; e contare sulla solidarietá dei ciclisti per lasciarti un posto (anche se in teoria dovrebbero: passeggini e carrozzine hanno sempre la precedenza) non é cosa scontata, soprattutto se il treno successivo passa dopo 1 ora.
Ergo i Tedeschi hanno approfittato dell’offerta soprattutto per il tempo libero; ma chi andava al lavoro in macchina, ha continuato ad andarci in macchina. Segno che tutto sommato il carovita non sta colpendo (per ora) cosí duro da spingere le persone a lasciare l’auto in box.

Va bene, é vero che per chi spende 200 euro al mese di abbonamento, tre mesi a 9 euro sono un bel risparmio; ma non dimentichiamo che, proprio in virtú degli alti prezzi del trasporto pubblico in Germania, una significativa fetta dei pendolari Tedeschi dispone di Jobtickets sovvenzionati dai datori di lavoro, con tariffe molto piú vantaggiose di quelle standard (si arriva a risparmiare piú della metá) e inoltre il lavoratore dipendente Tedesco ha sempre la possibilitá di scaricare i chilometri del percorso casa-lavoro nella dichiarazione dei redditi.

Quindi alla fine della fiera, per quanto mi abbia fatto piacere usare treni, tram e bus in lungo e in largo a 9 euro in questi ultimi due mesi (e anche il prossimo) io sto con Lindner: basta regali, é meglio spendere i soldi in altre cose. Ci sono un sacco di cose che non vanno in Germania per le quali bisogna investire, investire, investire.
I regalini elettorali non portano a nulla, soprattutto non portano a nulla quando sono fini a se stessi, non sono inseriti in un piano, e sono fatti solo per dare un contentino a chi ha messo la crocetta dove volevi tu. Esattamente come da decenni si fa in Italia.
E il risultato é lí da vedere.

Quindi, per favore, no. Non si cada nella trappola dei regalini elettorali.

Un po’ come quando ne L’Impero colpisce ancora il maestro Yoda parlava a Luke del lato oscuro della forza, spiegandogli che esso non era piú forte, bensí piú rapido, piú facile, piú seducente.
Ecco, anche i regalini elettorali sono piú rapidi, piú facili, piú seducenti. Ma non sono ció che rende un Paese forte.

Gli aiuti ai Tedeschi contro il caro energia: arrivano il 9-Euro Ticket e lo sconto carburante

L’inflazione e il caro energia si fanno sentire pesantemente da mesi anche in Germania e dallo scorso mese di Giugno sono partite ufficialmente le due piú importanti misure a sostegno dei Tedeschi per mitigare questa costosissima estate 2022.

Il 9-Euro Ticket

Fortemente voluto dai Verdi di Robert Habeck e Annalena Baerbock, questo biglietto sará disponibile in via eccezionale per i soli tre mesi di Giugno, Luglio e Agosto 2022 e costituisce di fatto un abbonamento generale, valido su tutti i treni regionali e suburbani, bus e tranvie, in tutta la Germania, al costo di 9 Euro al mese.
Dal 9-Euro Ticket sono esclusi i treni a lunga percorrenza come gli IC e gli ICE, e le autolinee bus a lunga percorrenza.

Lo sconto per benzina e diesel

Similmente a quanto giá avvenuto in Italia con lo sconto sulle accise carburanti, anche in Germania si vuole temporaneamente ridurre il peso sulle spalle degli automobilisti con uno sconto carburanti che interverrá sulla Mineralölsteuer (tassa sui combustibili fossili) permettendo un risparmio di 29 centesimi al litro sulla benzina e di 14 centesimi al litro per il gasolio. La misura intende essere in vigore per i tre mesi estivi, esattamente come per il 9-Euro-Ticket.

Le critiche

Non sono mancate ovviamente le critiche, soprattutto da parte del primo partito dell’opposizione (la CDU, grande sconfitta delle ultime elezioni), ma anche da piú parti nella politica Tedesca e non solo nell’opposizione.
Le critiche al 9-Euro Ticket vedono come principale constatazione che questo abbonamento cosí economico comporterá treni sovraffollati e pesanti disservizi, soprattutto nel periodo delle vacanze.
Le critiche allo sconto carburanti, invece, sono principalmente orientate al rischio speculazione potenzialmente indotto da questo sconto, con le compagnie petrolifere che potrebbero prontamente “riempire” il vuoto lasciato dallo sconto sulla Mineralölsteuer, e incrementare ulteriormente i loro margini.

Prezzi subito su

E infatti, come volevasi dimostrare, è proprio accaduto ciò che i pessimisti paventano ovvero le compagnie petrolifere si sono subito mosse a riempire il “buco” lasciato dallo sconto fiscale, incrementando così il loro margine alla faccia dello Stato e dei consumatori. Se infatti l’effetto previsto su un litro di benzina era di circa 30 centesimi di Euro in meno, in realtà a pochi giorni dall’introduzione dello sconto sulla Mineralölsteuer il risparmio effettivo rispetto a “prima” era di circa 10 centesimi al litro. Meglio di niente, ma sa tanto di presa per il culo.

Del resto, anche in Italia, già un paio di mesi prima, era accaduto più o meno lo stesso. Il prezzo non lo può fare lo Stato, il prezzo lo fa il mercato. E a opinione dello scrivente, oggi il mercato si sta approfittando della situazione per ridefinire alcuni benchmark, che rimarranno ben saldi per il futuro.
Oggi si sta testando la volontà dei consumatori per capire quanto la classe media occidentale è disposta a pagare per il proprio stile di vita. Non solo per la benzina e il diesel, ma anche per molte altre cose.

E il numero impressionante di grosse cilindrate, SUV e megaberline in circolazione, le terze corsie delle Autobahn sempre zeppe, nei tratti senza limiti di velocità, di veloci auto di lusso che sfanalano per chiedere strada, unita alle città sempre stracolme di auto in coda nonostante il 9-Euro-Ticket, suggeriscono che la soglia del dolore, per il tedesco medio, è ancora lontana. Che 2 euro e 30 al litro tutto sommato tutti sono disposti a pagarli, pur di andare in macchina. Che probabilmente la soglia del dolore , ovvero quella in cui la gente davvero inizierebbe a lasciare l’auto a casa , o ad andare più piano, sta tra i 3 e i 4 euro al litro, secondo me. E le compagnie petrolifere hanno di che gongolare, perlomeno ancora per un po’.

Mitfahrt nicht garantiert

Il 9-Euro-Ticket è stato accolto con grande entusiasmo, anche se forse l’effetto ottenuto non è stato quello sperato. È infatti risultato che i Tedeschi hanno approfittato dell’offerta per i propri spostamenti privati e del tempo libero, più che per quelli lavorativi e professionali.

Cosa di per sé non negativa, ma che ha comportato una serie di problemi.
Ci si è quindi ritrovati con i treni pendolari che non hanno visto un eccessivo incremento di passeggeri negli orari di punta, contrapposti ad autentici “assalti” ai treni regionali e suburbani durante i weekend, verso le più gettonate località di “gita fuori porta” del Paese. Orde di fan delle colline e della montagna, sportivi gitanti in bicicletta, famiglie con passeggini e carrozzine, tutti all’abbordaggio degli stessi treni, hanno creato non pochi disagi alla circolazione, con treni sovraffollati, feroci litigi tra famiglie con passeggini e gitanti in bicicletta per chi ha la precedenza nella apposita carrozza, e molta gente impossibilitata a salire e costretta a rimanere sulla banchina.

La stessa Deutsche Bahn, su molte linee regionali, è stata costretta a correre ai ripari e ad aggiungere ai quadri orario e alle indicazioni sulla propria App la dicitura “Mitfahrt nicht garantiert” ovvero: non è garantito che riuscirete a salire sul treno, perché siete in troppi. Ci scusiamo per il disagio.

È solo l’inizio

Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali, e quello che sta succedendo in Germania (e non soltanto in Germania) in queste settimane segue alla lettera tale principio.

Temo però che queste sono solo le prime “misure eccezionali” che vedremo.

L’inverno arriverà , e la Germania è la Nazione industrializzata in assoluto più dipendente dal gas russo.

Andiamo incontro ad una recessione con inflazione prossima al 10% e banche centrali che alzano i tassi.

La situazione delle catene di fornitura e delle materie prime non vede soluzione. Non nei prossimi 12-18 mesi, a quanto dicono i principali analisti.

No, credo proprio che queste sono solo le prime di molte “misure eccezionali” che ci aspettano nei prossimi mesi. Di fronte a noi si apre una nuova era; un’era di scarsità di risorse, di ridefinizione dei mercati e degli assetti globali, di speculazione totale, di darwinismo sociale spietato.
Ma anche di opportunità, per chi avrà skill, competenze e fegato, e li userá nel modo giusto.