Il Boom immobiliare in Germania – Affittare (in cittá) conviene ancora. Ma per quanto?

Dopo il mio articolo sull’argomento conviene o no comprare casa in Germania non ho in reltá mai smesso di fare conti, simulazioni, analisi costi/benefici e valutazioni dei rischi.
In sintesi, quello che é sempre emerso dalle mie valutazioni é che ad oggi (inizio 2020) se si dispone di uno stipendio medio/buono e si vuole vivere in cittá, l’affitto rimane la soluzione piú conveniente e percorribile. Di fatto, forse l’unica.

Perché affermo ció? Riassumiamo qualche fatto.
Il mercato immobiliare tedesco é un mercato di investitori. La maggior parte degli acquirenti non compra per abitare, bensí compra per incrementare il proprio patrimonio e/o per assicurarsi una rendita.
L’immobiliare é diventato il business numero 1 in Germania, piú redditizio di ogni altra cosa.
Le case nelle grandi cittá in Germania hanno prezzi drogati, circa 30-50% sopra il vero valore di mercato. Siamo nel bel mezzo di una bolla speculativa alimentata di 10 anni di rialzi ininterrottii.

Ergo: tu, che non sei un investitore e vorresti comprare casa semplicemente per abitarci, finisci per pagarla uno sproposito senza un reale motivo.

Faccio un esempio semplice.
Se vuoi comprare un trilocale tra gli 80 e i 90 mq a Darmstadt le cifre variano tra:
200.000-300.000 Euro, nei megacondomini dei quartieri periferici, dove vivono per lo piú stranieri che campano di Hartz IV, in contesti sociali molto problematici
300.000-400.000 Euro, in quartiere periferico non degradato
400.000-500.000 Euro, in un quartiere semicentrale “carino”, in una unitá abitativa non troppo grande
Dai 500.000 Euro in su in Centro città
Nota:i prezzi possono lievitare ulteriormente se si parla di immobili nuovi!

Poniamo che sei un professionista con titolo universitario che guadagna discretamente e che in due/tre anni in Germania sei stato bravo a risparmiare e hai messo via qualche soldino. Convivi con il tuo partner, che ha entrate simili alle tue.
Ti accontenti di una casa in periferia, ma non vuoi stare in un quartiere degradato, quindi facciamo che trovi una ottima offerta a 300.000 Euro (ed é davvero un ottimo prezzo).
Solo tra provvigione, notaio e tasse, partono 42.000 Euro di Kaufnebenkosten. Ti serve quindi un totale di 342.000 Euro. Per concederti un finanziamento, la banca generalmente chiede che almeno il 15% della cifra sia coperto da un anticipo detto Eigenkapital (ma alcune banche chiedono di piú) in questo caso, quindi, almeno 45.000 Euro sono da versare quale anticipo.
I tassi sono bassissimi oggi e un mutuo a 20 anni può essere concesso anche con un 1,5% di interesse (il mutuo a 30 anni in Germania praticamente non esiste) a patto che le entrate nette del nucleo familiare siano considerate sufficienti. Facendo due conti rapidi, per un mutuo a 20 anni la rata é di 1680 Euro. Mettiamoci 250 Euro di Hausgeld (una sorta di equivalente dei Nebenkosten NK per chi vive in casa di proprietá), abbiamo una uscita fissa di 1930 Euro mensili. Solo per abitare. A tutto ció va aggiunta la tassa sull’occpuazione del suolo (Grundsteuer) che per un appartamento puó andare da poche centinaia a piú di un migliaio di euro all’anno.
Guadagnando discretamente e lavorando in due, é sicuramente una spesa affrontabile. Ma basta che uno dei due stipendi venga meno, o che un domani che si mette su famigia uno dei due decida di lavorare part time, e si potrebbe rischiare di ritrovarsi con l’acqua alla gola. Quindi si tratta di una decisione da non prendere alla leggera.

Tornando al nostro trilocale da 80-90 mq a Darmstadt, se si opta invece per lo stare in affitto, le cifre (Kaltmiete senza NK) variano tra
500-700 Euro/mese, nei megacondomini degradati
700-900 Euro/mese, in quartiere periferico non degradato
900-1.100 Euro/mese, in un quartiere semicentrale “carino”
Da 1.100 Euro/mese in su in Centro cittá e nelle zone adiacenti
Il prezzo può aumentare se si tratta di un immobile nuovo (Erstbezug, ovvero primo utilizzo), ma non eccessivamente.

Cifre a cui come di consueto vanno aggiunti i Nebenkosten, che generalmente sono un 20 o 30% piú bassi dell’Hausgeld. Insomma, se decidiamo di stare in affitto possiamo vivere in cittá ad un prezzo più accessibile, che ci permette di stare tranquilli e di risparmiare, cosa che invece diventa piú difficile se vogliamo comprare, perché mensilmente ci esce quasi il doppio dei soldi.
Questo é un fatto che bisogna essere pronti a metabolizzare e accettare se si vuole vivere in Germania in una grande/media cittá.

Stare in affitto in Germania ha i suoi indubbi vantaggi:

  • Permette di risparmiare parecchi soldi rispetto all’acquisto (in cittá)
  • Massima flessibilitá e possibilitá di andarsene via subito se il quartiere non ti piace piú, se arriva un vicino rompiballe/squilibrato/delinquente, se trovi il lavoro dei tuoi sogni a 300 km di distanza, se vieni trasferito/rilocalizzato
  • Non perdi decine di migliaia di euro in caso di crollo del mercato immobiliare

Tuttavia ti espone a dei rischi: tra tutti, il piú significativo é il rischio di rimanere col cerino in mano se, dopo il boom dei prezzi di acquisto, dovesse partire un boom degli affitti.
Questo punto merita una discussione piú dettagliata.
Per quale motivo parlo di “rischio di restare col cerino in mano?”

Lo spiego brevemente.
Al momento i prezzi di acquisto delle case in Germania crescono 4-5 volte piú rapidamente degli stipendi. Se oggi tutto sommato, con dei (significativi) sacrifici, la casa per la classe media é ancora “arrivabile”, tra 5 anni potrebbe diventare del tutto inaccessibile.
Se quindi tra 5 anni dovesse ipoteticamente partire, dopo il boom dei prezzi di acquisto, anche un improvviso boom dei canoni di affitto, chi non ha voluto comprare casa oggi si ritroverebbe assolutamente impossibilitato a farlo domani (a causa dei prezzi diventati ormai inarrivabili), e resterebbe per sempre in balia degli affitti.

Una eventualitá remota, ma che va comunque considerata. Volendo usare terminologia da project manager (sono pur sempre un PMP) questo é un rischio a bassa probabilitá, ma ad elevat(issim)o impatto.
Secondo alcuni analisti la scalata dei prezzi delle case in Germania si fermerá presto. Ma secondo altri analisti i prezzi saliranno ancora per almeno 5 anni.

Dire chi abbia ragione é impossibile. Ma quello che é sicuro é che in altre parti del mondo questo é giá successo.
Si pensi ad esempio a Vancouver, a Seattle, alla Silicon Valley, a Singapore. In tutte queste cittá, alla bolla immobiliare ha fatto seguito la bolla degli affitti, e oggi neppure high-paying-jobs altamente qualificati bastano piú per permettersi un affitto in cittá.

Insomma, questi anni potrebbero costituire la last call per comprare un appartamento in una cittá come Darmstadt, prima che i prezzi diventino inaccessibili e non diano piú alternative.
Non c’é bisogno di andare a scomodare la bolla immobiliare di Vancouver o di Seattle per trovare situazioni in cui gli appartamenti sono finiti ormai fuori dalla portata della classe media: a München, la cittá piú richiesta della Germania, dove il Boom Immobiliare gonfia i prezzi a livelli incredibili ormai da anni, il nostro trilocale di 80-90 mq (nuovo) supera agevolmente il milione di Euro, mentre se si vuole stare in un sobborgo periferico ad una mezz’oretta di S-Bahn dal centro come ad esempio Ottobrunn, dobbiamo essere pronti a sborsare non meno di 650.000-700.000 Euro.

Non ci sono elementi oggi per determinare se questo potrá espandersi anche ad altre cittá della Germania. Ma non ci sono neppure elementi che suggeriscano che questo non possa accadere.

Ecco, questo é l’unico argomento che io oggi vedo a sfavore dell’affitto in Germania. La possibilitá che la bolla immobiliare si faccia ancora piú estrema, renda l’appartamento di proprietá inaccessibile per (quasi) tutti e successivamente coinvolga anche gli affitti. È un rischio da considerare.

Di conseguenza, per chi vuole comprare a tutti i costi, e vuole stare vicino alla cittá, ho qualche semplice consiglio:
– Non andare sul nuovo. I prezzi del nuovo sono esagerati e in piú ci si ritrova a dover affrontare le spese di cucina e sanitari. Meglio un immobile giá esistente, costruito a fine anni 90 o inizio anni 2000: le tecniche di costruzione sono giá moderne e l’efficienza energetica é discreta, e generalmente con l’immobile viene ceduta anche la cucina e il bagno accessoriato: una bella spesa (e uno sbattimento) in meno!
– Evitare gli Altbau. Possono avere prezzi invitanti, ma se poi una volta dentro vi ritrovate costretti dopo qualche anno a fare importanti lavori di Sanierung, siete rovinati!!
– Per trovare prezzi piú accessibili dovete spostarvi fuori cittá: esplorate l’area che vi interessa sia con i siti di annunci immobiliari che fisicamente, per farvi un’idea del qualitá/prezzo della zona. Andate a farci un giro, vedete come sono servite coi mezzi pubblici. Potreste scoprire che intorno alla vostra cittá ci sono borghi e paesini che sono meno peggio di quanto pensavate.
– Informatevi su progetti di espansione di infrastrutture: ad esempio nuove tramvie. In Germania generalmente questi progetti hanno seguito e vengono realizzati, anche in virtú della crescente domanda di mobilitá del Paese (in Germania arrivano 500.000 nuovi abitanti all’anno e tutti vogliono stare in cittá!). Potreste comprare casa oggi a un prezzo interessante e domani avere probabilmente il tram sotto casa.
– Diffidate dei prezzi bassi e evitate i grossi agglomerati abitativi: dove i condomini sono grossi e i prezzi sono bassi, generalmente ci si trova in un Sozialer Brennpunkt. Non proprio il posto dove vorresti tirare su una famiglia. Informatevi e identificate i Soziale Brennpuknte nei dintorni della vostra zona e fate una bella X sulla mappa!
– Come per la ricerca di un appartamento in affitto, é necessario monitorare il mercato costantemente ed essere veloci: le offerte convenienti vengono riservate pressoché immediatamente! Generalmente avete pochi giorni per contattare l’offerente e avere qualche possibilitá di essere in lizza.

Addio Windows Phone, benvenuto Android ricondizionato

Gli smartphone come le automobili: conviene davvero comprare un device nuovo?

In molti sanno che questa settimana é ufficialmente terminato il supporto per windows 7; meno persone invece sanno che contestualmente é terminato per sempre anche il supporto per Windows Phone. Non é un mistero che io sia sempre stato un fan di questo sietema operativo, fin dai tempi del Lumia 800: mi é sempre piaciuta la veste grafica semplice, senza mille fronzoli inutili, l’integrazione con il mondo Office e SkyDrive (diventato poi OneDrive), e il fatto che avere questo device ti distingueva dalla “massa” degli utenti Android e Apple.
Certo, scegliere un sistema operativo a diffusione cosí limitata aveva i suoi svantaggi: la scelta di apps é sempre stata limitata rispetto ad iOS o Android, e negli ultimi anni quasi nessuno si interessava piú a sviluppare qualcosa per Windows Phone.

Giá nella seconda metá del 2019 molte app avevano iniziato a funzionare malamente e molte altre, tra cui WhatsApp, visualizzavano all’apertura un messaggio pop-up che avvisava del terminato support a partire dal 14.1.2020 e che l’app non avrebbe piú funzionato dopo quella data.
Essendo cosí finito il mio matrimonio con Windows Phone “nella gioa e nel dolore, finché morte non vi separi” mi sono messo, non senza molti dubbi, alla ricerca di un nuovo device.

Io non sono mai stato un grande fautore dell’avere lo Smartphone ultima generazione, di conseguenza non ho mai voluto comprarmi un device top-end, fondamentalmente perché non sono un grandissimo appassionato di questi device e inoltre trovo senza senso investire un consistente quantitativo soldi per un bene a rapidissima obsolescenza quale uno smartphone.

Certo, é importante puntare su un chipset con un minimo di qualitá e di prestazioni altrimenti nel giro di un annetto, con tutta la “fuffa” generata dal sistema operativo ed eventuali aggiornamenti, il device rischia di diventare troppo lento. Quindi ho voluto escludere a priori le soluzioni troppo “economy”.
Orientandomi verso un device Android (l’Iphone giá ce l’ho, aziendale, e onestamente non mi fa impazzire) e cercando qualcosa con dotazioni hardware interessanti, finivo sempre per cadere nella facia 350-500 euro o anche oltre, troppo per un telefonino secondo me. Datemi pure del tirchiaccio, ma io la penso cosí: sopra i 250 euro per me un telefonino diventa una spesa assolutamente improduttiva, fondamentalmente perché per l’oggetto “smartphone” io non ho quella passione o quell’interesse che mi darebbe un valore aggiunto nel comprare device costosi.

Nell’indecisione generale sono capitato per caso su www.backmarket.de .
Back market propone device usati e ricondizionati a prezzi molto interessanti. Avendo avuto una esperienza molto positiva con il Samsung Galayx S8 di Hanna, accarezzavo l’idea di acquistare un modello identico. Il Galaxy S8 non é piú disponibile nuovo giá da tempo, tuttavia facendo alcune ricerche in rete non é stato difficile imbattersi in diversi dispositivi usati/ricondizionati su backmarket.de .
Il sito é anche disponibile in Italia come www.backmarket.it .

La cosa interessante é che ogni item disponibile ha una descrizione e una sua valutazione: si va dai dispositivi “molto usati”, con visibili segni di usura, imballo e accessori non originali; fino a items classificati “come nuovi” con scatola originale e accesori originali. Sempre stando alle descrizioni presenti sul sito tutti i telefono sono ispezionati, controllati, sbrandizzati, e completamente resettati.

Decido quindi di prendermi questo rischio e, alla modicissma cifra di 200 Euro tondi, acquisto un Galaxi S8 Silver in condizione “Gebraucht” (che in italiano significa “usato”) corrispondente, nella scala di valutazione disponibile su backmarket.de, ad un livello 4 su 5, dove 1 é “pari al nuovo” e 5 é “molto usato”. La descrizione diceva (traduco dal tedesco):
Dispositivo con alcuni segni di utilizzo visibili su schermo e chassis. Praticamente invisibili a schermo acceso. Dispositivo controllato e resettato. Imballo non orginale, caricatore e auricolari compatibili inclusi.”

Detto, fatto: ho cliccato “acquista” senza troppi pensieri, considerato che

  • 200 Euro é una cifra ragionevolissima
  • Chissenefrega se imballo e caricatore non sono originali
  • Dovesse rivelarsi una sola totale, male che vada ho buttato via 200 euro. Ma se il device dura almeno un paio di anni l’investimento é ampiamente ripagato.

Dopo tre giorni, il telefonino é arrivato.

Nell’aprire il pacco sono rimasto piacevolmete sorpreso: i “visibili segni di usura” dichiarati nel sito risultano (almeno per me) davvero difficili da apprezzare, qualche mini graffietto sullo schermo, guardando con attenzione, c’é, ma volendo fare un paragone il mio Lumia 950 che ha circa 2 anni sta messo decisamente peggio…!!
Nel complesso il telefonino é davvero in ottimo stato!

Il caricatore, diversamente da quanto preventivato, é un caricatore originale Samsung, corredato di cavo con connettore USB tipo C. Gli auricolari risultano invece effettivamente di marca sconosciuta…

Ammetto che al primo avvio la comparsa dell’ Android Bootloader che mi chiedeva di selezionare il tipo di boot mi ha fatto temere il peggio, tra me e me ho pensato che forse qualcosa era andato storto nel processo di deep reset e “ripulitura” del telefono, ma poi una volta selezionato “normal boot” tutto é filato per il verso giusto. Dopo la mezzoretta di rito per settare il mio account Google, importare contatti e informazioni e installare un po’ di app, il telefono era pronto all’azione.

Oggi dopo una settimana di utilizzo posso dire che il telefono funziona benone, la batteria dura quasi due giorni (va detto, peró, che quando sono in ufficio il mio cellulare privato rimane nel cassetto quasi tutto il giorno), tutte le app funzionano bene, scatta belle foto ed é molto stabile. Nel complesso sono più che soddisfatto e ritengo che sarebbe stato molto difficile ottenere un rapporto spesa/resa piú ottimale.

Del resto, guardando ad esempio al mondo dell’automobile, ci sono molti casi in cui l’acquisto di un usato si rivela decisamente piú conveniente di un nuovo, se ci soffermiamo sul banale aspetto spesa/resa. E a mio avviso, per i telefonini il discorso è oggi molto simile.
In definitiva: per tutti coloro i quali non é un must avere l’ultimo modello ad ogni costo, non posso che consigliare l’acquisto di un usato o ricondizionato.
“Es lohnt sich” come direbbero qui.

Privatiers: la nuova casta dei ricchi in Germania

L’analisi delle dichiarazioni dei redditi dei residenti in Germania relative all’anno 2018 (quelle 2019 verranno compilate nei prossimi mesi) mostra numeri impressionanti: ben 630.000 persone in Germania nel 2018 risultano essere Privatiers. Nel 2000 erano 327.000 e nel 2010 erano 415.000.

Ma cosa si intende per Privatiers? Si tratta di un termine che (come tante altre parole della lingua tedesca) in Italiano non ha una traduzione precisa. Il Privatier, in Germania é una persona che nella propria dichiarazione dei redditi non ha alcun reddito da lavoro (né in proprio né dipendente), nessun provente da sussidi statali o da pensione, ma esclusivamente redditi da patrimonio quali ad esempio:
– Interessi su fondi di investimento / Conti deposito
– Cedole di azioni e/o obbligazioni
– Locazione di appartamenti / case

Insomma, se volessimo tradurre terra terra dal tedesco all’Italiano, il Privatier é una persona che vive di rendita. Praticamente é la personificazione del sogno di tutti: smettere di lavorare e godersi la vita.
E il numero di queste persone in Germania é incrementato del 70% negli ultimi 20 anni. Sorprendentemente, il 10% dei Privatiers ha meno di 20 anni.

In epoca di interessi quasi a zero, sembra strano che si possa ancora campare di rendita con investimenti o fondi. A meno che non si disponga di patrimoni davvero grandi. Ma in Germania di gente con grandi patrimoni ce n’é in abbondanza, basta farsi un giro nella Villencolonie di Darmstadt per farsene un’idea.
Perché parliamoci chiaro, per vivere bene di rendita non é che ti basta qualche centomila euro di parimonio, ce ne vuole abbastanza di piú.
Non va dimenticato poi anche l’Immobilienboom: chi ha comprato case in Germania 10 anni fa oggi le sta rivendendo al doppio oppure si sta godendo i sicuri introiti degli affitti (con la fila che c’é per trovare alloggio in Germania, é un business dalla rendita piú che sicura). Chi ha scommesso sugli immobili tra il 2000 e il 2010 oggi molto probabilmente se la passa piú che bene senza dover piú lavorare. Insomma, in questo momenti in Germania i Kapitalanleger se la passano tutt’altro che male, e grazie ad un decennio consecutivo di buona congiuntura unito al boom immobiliare il club dei Privatiers si é incredibilmente allargato.

Ma non é tanto il fatto di essere ricchi che rende queste persone fortunate, secondo me. Uno nella vita puó sempre e comunque arricchirsi, impegnandosi e col duro lavoro, se ha la possibilitá e l’intraprendenza. Certo, il problema peró é che quei lavori in cui si guadagna tanto e bene sono, generalmente, lavori di responsabilitá in cui stress e tensione la fanno da padrone, si é sempre reperibili e si ha pochissimo tempo libero. Quindi sí, se ti impegni puoi guadagnare tanto (e la Germania dá molte possibilitá) ma in cambio il lavoro si prende tutto il tuo tempo. Tempo che i soldi non ti ridaranno mai indietro.


Essere un Privatier significa avere il privilegio di sfuggire a questa regola.
Invidiosetto? Beh sí. Un pochino sí.

SPIEGEL Economia: Sempre piú persone in Germania vivono di solo patromonio
https://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/privatiers-immer-mehr-menschen-bestreiten-unterhalt-aus-eigenem-vermoegen-a-1284784.html

Manager magazin: Il numero dei Privatiers cresce vertiginosamente
https://www.manager-magazin.de/finanzen/geldanlage/privatier-627-000-menschen-in-deutschland-leben-nur-von-ihrem-vermoegen-a-1284797.html