Sei giorni di sciopero dei treni!

Questo post é scritto “a pezzetti” durante la giornata, partendo da un café dell’aeroporto Toulouse Blagnac, passando per il sedile in classe economy dell’ A319 di Lufthansa, fino al RegioExpress RB68 tra Francoforte e Bensheim.

Sono reduce da un impegnativo intervento onsite presso un grosso cliente sito da queste parti (non é difficile indovinare di chi si tratta) e mi trovo a dover aspettare diverse ore il mio volo in aeroporto avendo dovuto necessariamente approfittare del passaggio di un collega per venire qui. La Periferique é infatti paralizzata dalla protesta dei tassisti e non si trova un taxi in tutta la cittá, quindi l’unica possibilitá che avevo per venire qui nell’assoluta sicurezza di non perdere il volo era approfittare del passaggio e poi trovarmi un angolino tranquillo in cui aprire il laptop e lavoricchiare fino all’imbarco.

Se tuttavia qui sono riuscito a cavarmela, una volta atterrato a Francoforte mi si prospetta un problema potenzialmente altrettanto grosso: il sindacato dei ferrovieri GDL ha proclamato sei giorni di sciopero dei treni a partire da oggi. Questa protesta fa seguito ad altre proteste, piú brevi, che erano state messe in atto tra Dicembre e Gennaio. C’è infatti in ballo il rinnovo del contratto e, oltre alle ben comprensibili rivendicazioni salariali, la GDL chiede anche orari di lavoro ridotti. Una lotta che, si presume, non si risolverá facilmente.

Non é la prima volta in realtá: giá a Maggio 2015 durante un mio breve viaggio a Mannheim e Heidelberg ero incappato in uno sciopero dei treni lungo sei giorni, e mi ero visto sopprimere l’ICE prenotato tra Heidelberg e Basel SBB. Fortunatamente, dopo una rocambolesca avventura in tram per arrivare in quel di Mannheim in tempo, riuscii a salire al volo sul forse unico ICE che viaggiava quel giorno sulla Rheintalbahn (in virtú di ció me lo aspettavo pienissimo, invece era sorprendentemente vuoto; infatti viaggiai come un re sorseggiandomi una bella Bitburger alla spina nella 1a classe deserta).

E anche oggi, il pur semplicissimo tragitto tra Francoforte Aeroporto e casa mia si trasformerá, con ogni probabilitá, in un’altra corsa dai risvolti avventurosi.

In alcuni post del passato all’interno di questo blog mi sono brevemente soffermato sul tema scioperi in Germania, ma non vi ho mai dedicato una disanima approfondita.

Rispetto all’Italia, in Germania si sciopera molto piú duramente. E questa é anche, secondo me, una delle ragioni alla base degli stipendi molto piú elevati che si percepiscono da queste parti.
Mi scontrai per la prima volta seriamente con la dura realtá degli scioperi Tedeschi quando, al’inizio del 2017, gli autisti di autobus di tutto il Südhessen si unirono per rivendicare un significativo aumento della paga oraria. La prima settimana di sciopero fu tuttavia abbastanza sopportabile a Darmstadt in quanto l’estesa rete tramviaria della cittá era comunque in esercizio e garantiva un servizio abbastanza capillare pur in assenza dei bus.
Preso atto che lo sciopero non stava avendo gli effetti desiderati proprio per via della rete tramviaria ancora in piena attivitá, i tramvieri di Darmstadt, pur non essendo coinvolti nella rivendicazione salariale (loro avevano un diverso contratto), decisero spontaneamente di unirsi agli autisti, con uno sciopero di solidarietá (Solidaritätstreik) e per le due settimane successive a Darmstadt e dintorni non circoló un singolo bus o tram. Proprio cosí, tutto paralizzato per due settimane!
Ad un certo punto persino i ristoratori e i commercianti del centro, che stavano soffrendo un significativo calo di introiti a causa del crollo delle presenze nella Fußgängerzone, iniziarono a fare pressioni sull’azienda dei trasporti di Darmstadt per accelerare la conclusione delle trattative!

Avere a che fare con gli scioperi in Germania significa dover mettere in conto seri disagi. Le agitazioni sono pesanti e durano a lungo: non esistono “fasce di garanzia” o protezioni di nessun genere.
E le proteste non sono limitate a incrociare le braccia per qualche oretta al lunedí o al venerdí e allungarsi il weekend. In Germania si sciopera per giorni e giorni e si tiene la linea.

Io non sono mai stato un fervente sostenitore delle idee di sinistra, ma devo onestamente ammettere una cosa: i Tedeschi quando vogliono qualcosa sanno farsi rispettare, e sanno come difendere le loro rivendicazioni. Tanto di cappello alla loro tenacia e alla loro determinazione nello scioperare.

Nei miei anni in Italia, non mi sono mai trovato a che fare con scioperi di questo calibro. Sono stato per un decennio inquadrato con il CCNL Metalmeccanici, e quando si avvicinavano i rinnovi si faceva qualche azione simbolica di 4 ore, raramente un giorno intero, poi nulla piú. In realtá, ad essere sinceri, una buona parte della gente (tra i quali, lo ammetto, a volte c’ero anche io) si presentava comunque al lavoro, di solito un paio di ore dopo, per evitare eventuali blocchi alle portinerie (che venivano spesso minacciati, anche se poi a dirla tutta non li ho visti mai).
Si sapeva che fare qualche ora di sciopero faceva parte del gioco, ma ogni volta ci si trovava a che fare con un film piú o meno giá visto: un paio di agitazioni da 4-8 ore l’una, e poi si firmava. Piú che una lotta, sembrava quasi un copione da recitare.
C’erano poi in Azienda 4 sindacati diversi, dalla più filopadronale CGL passando per FIOM e alle piú estreme USB o ADL, sempre in lotta tra di loro e intenti a infangarsi a vicenda a botte di comunicati al vertiolo appesi sulle bacheche dei reparti. Uno spettacolo sconfortante.

Nel mondo dei metalmeccanici in Germania esiste un solo sindacato, la ben nota IG Metall, sulla quale in questo blog si é scritto principalmente per quanto riguarda il Tarifvertrag [link agli articoli in fondo]. Gli sforzi dei lavoratori sono quindi uniti e massimizzati, e non vengono dissipati attraverso bisticci tra diverse sigle sindacali.
SI parte con dei Warnstreik di 8 ore, nelle prime fasi di contrattazione. Generalmente due o tre scioperi. Sono generalmente corredati da picchetti davanti ai cancelli, capeggiati da delegati IG Metall in divisa rossa spalleggiati da diverse decine/centinaia di colleghi (dipende dalla dimensione dell’azienda). Fanno un casino infernale con fischietti, tamburi e chi piú ne ha piú ne metta, non di rado bloccano anche le strade nei pressi degli stabilimenti. Se si firma, allora finisce lí. Ma se i datori di lavoro non mollano la presa, allora dai Warnstreik si puó passare ad agitazioni piú lunghe fino all’arma finale (usata praticamente mai) dello sciopero a tempo indeterminato.
Se tuttavia nell’ambito IG Metall non capita spesso che si arrivi alle maniere forti, per altre categorie (si pensi agli autisti di bus di Darmstadt) succede eccome.

Forse l’unico sciopero davero “duro” che ricordo in Italia fu nei primi anni 2000 a Milano, quando un weekend (era un Venerdí o un Sabato, non ricordo bene) il personale ATM a metá mattina di colpo e senza preavviso fermó tutto: tram, bus, metro. Le saracinesche delle fermate della metropolitana si abbassarono e tutti (tra cui io e mia sorella) restarono bloccati lí dov’erano. Per fortuna il passante ferroviario era in funzione e riuscimmo a tornare a casa grazie alle (ai tempi) mitiche Ferrovie Nord…

Peró a parte quello, nulla. La capacitá e la voglia di scioperare degli Italiani sono davvero una debole ombra sbiadita confrontata alla determinazione dei Tedeschi.
Ma oltre alla determinazione, c’é anche un altro aspetto che mi ha sempre colpito, quando ripenso allo sciopero di solidarietá del 2017 dei tranvieri di Darmstadt.
Mi ha colpito vedere una categoria decidere volontariamente di metterci la faccia e di perdere due settimane di stipendio per aiutare dei colleghi in una lotta salariale che non li riguardava. E ogni volta mi chiedo: in Italia potrebbe accadere una cosa del genere? Mah…

Post scriptum:
L’avventura é stata meno complicata del previsto, la fortuna ha voluto che l’unico RegioExpress per Bensheim che viaggia oggi pomeriggio partisse proprio un’ora dopo l’atterraggio del mio aereo a Frankfurt…

Post scriptum 2:
IG Metall – il contratto dei Metalmeccanici in Germania
IG Metall – Aggiornamento 2023 contratto Metalmeccanici in Germania

4 pensieri su “Sei giorni di sciopero dei treni!

  1. Eh si, sono giorni difficili per le persone che si devono muovere.
    Sugli scioperi ho sempre “mixed feelings” perché da una parte è un diritto sacrosanto, ma dall’altra discrimina le categorie di lavori. Mentre infatti se sei un autista di autobus, puoi aspettarti che il tuo sciopero incida molto sulla popolazione e quindi abbia un risultato, diverso è per altri lavoratori come artisti e ricercatori (esempi che mi sono venuti in mente)
    Quindi boh…alla fine mi becco tutti i disagi ma non ho la possibilità di fare lo stesso, quindi rimane l’amaro in bocca

    • Eccomi qua.. mi ero ripromesso di rispondere ma poi tra una balla e l’altra mi sono perso via.
      Ci sono tante cose che creano discriminazioni tra lavoratori. Vale anche per le cose piú voluttuarie. Ad esempio: questo Capodanno alcuni amici ci avevano invitato ad andare in Malmalenco per festeggiare con loro. In Ottobre mi metto quindi a cercare un posto per fare 2 o 3 notti in Valmalenco ma non trovo nulla: tutto pieno. Provo a chiamare, e capico il perché: TUTTI gli alberghi, residence e FeWo della zona esigono per il periodo di Capodanno un soggiorno minimo di 7 notti. In pratica, o ti fai la settimana intera o te ne stai a casa. Quindi praticamente TUTTI quelli che lavorano nel commercio (come la mia fidanzata), nella ristorazione, nel turismo, ecc… che ai primi di Gennaio NON POSSONO ASSOLUTAMENTE prendersi una intera settimana (a meno di licenziarsi), non hanno possibilitá di farsi un paio di giorni in montagna per Capodanno.
      È una cosa che trovo MOLTO discriminatoria, ma non ci possiamo fare nulla.
      Un mio compagno di bevute di qualche anno fa direbbe… “ognuno di noi si sceglie il proprio lavoro, se poi se ne lamenta é un pirla!” un po’ estremo come pensiero, ma c’é un concetto di fondo che tutto sommato condivido.
      Non cambiarei mai il mio lavoro con quello di un autista o di un ferroviere, pur avendo io molta meno possibiitá di scioperare in modo incisivo rispetto a loro. Nella vita si cerca un bilanciamento tra le necessitá: nel lavoro é importante trovarsi il proprio, consci del fatto che la perfezione non la si raggiungerá mai. Ci sará sempre qualcosa in cui si é penalizzati rispetto ad altri. Amaro in bocca? Sí, forse, un po’ ogni tanto; peró poi cerco di pensare a come le nostre siuazione livorative (sia io che la mia compagna) d’altro canto ci permettono tante concessioni e vantaggi (e sicurezza economica) che per molte altre professioni sono fantascienza pura. Quindi alla fine al diavolo tutto, va bene cosí 😀

  2. Qui a Colonia l’effetto è visibile, mancano tutti i pendolari e gli uffici sono mezzi vuoti. La U-Bahn è molto più affollata, dato che assorbe parte dei pendolari. È impossibile prenotare auto a noleggio, tutto esaurito, ed anche la disponibilità dei servizi car sharing è ridotta. Per fortuna le temperature sono salite ed è possibile tornare ad utilizzare la bicicletta. Lo sciopero decisamente funziona, e si nota la differenza. Parlandone con i colleghi ridevamo del fatto che a volte in Italia non si capisce la differenza tra il casinò generato dallo sciopero è quello generato dal cattivo servizio fornito! 🙂 Ciao, Daniele.

    • Anche qui effatti abbastanza significativi, molta piú gente sui bus e gran traffico per strada. Fortunatamente l’app DB é abbastanza affidabile, 9 treni su 10 non viaggiano ma quei pochi che viaggiano sono tutti segnalati nell’app almeno 24 ore prima. Sono infatti riucito a muovermi anche ieri e oggi senza troppi patemi, organizzandomi con il dovuto anticipo. Anche perché quei pochi treni che viaggiano sono vuoti e puntualissimi 😀

Lascia un commento